La domenica del villaggio: “Secreti”, Gassman, Independence day
Eccoci al consueto appuntamento cultural-domenicale del blog, con gli altrettanto consueti tre argomenti principali: una recensione del libro che si presenta domani, lunedì 6 luglio, in Fortezza: “Secreti”, dalla graffiante penna di Vincenzo Coli; in secondo luogo, una riflessione sull’Independence day americano: un 4 luglio davvero diverso dal solito; dipoi, infine, saltando per mancanza di spazio la rubrica del camminatore (a domenica prossima, eh!), e ci dedichiamo ad un meritato omaggio a Vittorio Gassman, a 20 anni dalla sua scomparsa.
UN 4 LUGLIO DIVERSO: SU TRUMP, CALMA E GESSO
Comunque la si pensi sugli States, questo 4 luglio del 2020 è stata una celebrazione diversa dalle altre: non sarebbe potuto essere diversamente, non c’è dubbio; già il fatto che ci sia Trump Presidente, è garanzia di alterità rispetto al consueto, davvero in re ipsa. Metteteci poi il Covid-19 (ancora epidemico negli USA, specie adesso nel Midwest e nel South, cioè i bastioni del potere trumpiano, ma anche in Alaska), la recrudescenza per i fatti del post assassinio di George Floyd (con annessa furia iconoclasta, sic), mischiate il tutto, ed immaginate un pochino cosa possa venire fuori: è già tanto che, per ora, i 4 del Monte Rushmore (Washington, Jefferson, Lincoln e Roosevelt, ma Teddy, mi raccomando) non siano venuti giù…
A livello di emergenza Covid-19, l’America trumpiana è davvero l’emblema impazzita di questa presidenza così originale (usiamo questa aggettivazione, certamente confacente): del tutto sballata a livello sanitario (ma ricordiamoci che gli americani sono quasi 330 milioni, quando facciamo il calcolo complessivo dei morti, arrivati intorno ai 130mila), al contempo, dal punto di vista degli aiuti economici, non solo essi sono stati immediati alle famiglie ed alle imprese, ma addirittura con un dato che – se fosse conosciuto da tutti in Italia – potrebbe fomentare disordini di piazza in un amen: il 63% degli statunitensi assistiti dallo Stato federale, afferma di guadagnare più di quanto percepiva prima che il simpatico virus iniziasse a farsi strada nel continente americano.
Trump è sotto assedio, dunque (metteteci anche il libro dell’ex, strettissimo collaboratore Bolton), nonchè indietrissimo nei sondaggi (forbice intorno al 10% di meno rispetto allo sfidante Joe Biden), e sembra davvero spacciato; prima di stappare le bottiglie, però – come ha ricordato fra gli altri Federico Rampini – ricordiamoci non solo del 2016 (con la Clinton che era data per sicurissima vincitrice, ed in effetti come voti assoluti sopravanzò di gran lunga Trump), ma, anche e soprattutto, del 2004, allorquando Bush junior era più distanziato dal suo competitor, di quanto oggi sia Trump, e poi Bush junior stravinse (molto più nettamente che non nella contestatissima, ed in effetti assai dubbia, elezione del 2000 contro Al Gore); se 4 mesi sono sempre tantissimi, per la politica americana, 4 mesi con l’accelerazione da coronavirus sono anni luce…
I “SECRETI” DI VINCENZO COLI
“Secreti Otto racconti facili sui misteri dell’organismo” (per Effigi editore), una raccolta per l’appunto di racconti vergati nell’arco di tempo che va dal 2003 al 2020: questa, l’estrema sintesi dell’ultimissima fatica di Vincenzino Coli, la “penna più pungente della città, dopo lo scrivente” (copyright dello scrivente stesso).
Le secrezioni umane sono il trait d’union che collega tematiche di enorme importanza (dall’amore all’amicizia, passando per la Storia e le differenze Nord-Sud, senza tralasciare il ruolo predominante dei nuovi media), il tutto offerto al lettore con il consueto stile ironico, grottesco e colto dell’autore.
Domani, lunedì 6 luglio alle 18, se ne parlerà in Fortezza, nella kermesse estiva organizzata dallo scrivente in collaborazione con “Vivifortezza”: dopo la nostra (ampia) introduzione, si farà qualche domandina all’autore, e ci saranno letture di passaggi significativi a cura di Albalisa Sampieri (non mancherà una curiosità che riguarda il legame fra lo scrivente e Vincenzino Coli).
In particolare, dovendo sceglierne uno, lo scrivente è rimasto colpito da “Romanamente vostra”, che è disponibile anche sul blog, a saperlo ben cercare: una satira, gustosissima, sul rapporto fra sesso e Mussolini, degna del gaddiano “Eros e Priapo”, un testo peraltro da riscoprire. Cosa può succedere all’attrice di cinema più famosa del momento (giugno 1940), convocata dal Duce a Palazzo Venezia – non per parlare dell’imminente guerra – il pomeriggio di quel 10 giugno, se la stessa soffre di una forma davvero grave di alitosi? Il Duce andrà a dritto, lei risolverà l’annoso problema, o altro ancora? Almeno questo, chi verrà in Fortezza domani lo saprà…
GASSMAN, IL MATTATORE
Il 29 giugno dell’anno giubilare 2000, se ne andava, a 77 anni, Vittorio Gassman (le “n” sarebbero state due, ma siccome la gente sbagliava sempre, con il tempo Vittorio arrivò ad usarne una sola). Attore, regista, anche scrittore (ciò che, forse con un vezzo personale, sosteneva che sarebbe voluto diventare davvero, nella vita: e comunque “Un grande avvenire dietro le spalle”, per gli sbiaditi ricordi che ne conserviamo, non era affatto male).
Rispetto agli altri mostri sacri della Commedia all’italiana (Sordi, Manfredi, Tognazzi), il Vittorio nazionale aveva una particolarità: era l’unico che provenisse, prima di arrivare al cinema, da un percorso alto-basso (invece che basso-alto), visto che sin dai Quaranta si era cimentato al fianco di autentiche icone del teatro italiano come Rina Morelli e Paolo Stoppa, scoperto come era stato da un certo Luchino Visconti, che l’aveva lanciato nel firmamento del grande teatro italiano dell’epoca (“Un tram chiamato desiderio”, forse fra tutti); gli altri (Sordi, Tognazzi, Manfredi), invece, approdarono al cinema dopo un percorso basso-alto, dall’avanspettacolo se non da altro.
Dopo qualche pellicola senza successo (anche negli USA, quando era sposato con l’attrice Shelley Winters), per Gassman nel 1958 arrivò la consacrazione nazionale, con il monicelliano “I soliti ignoti” (e poi l’anno dopo – diretto da Nanni Loy – con “L’audace colpo dei soliti ignoti”, riproposto ieri da Raitre nel prime time, e rigustato magno cum gaudio): un attore già consumato, che non esitava ad interpretare ruoli in cui interpretava la figura dello smargiasso, dello spaccone, del fanfarone. Poi, arrivarono capolavori come “Il sorpasso” (1962), con l’amico Dino Risi; oppure come “Profumo di donna” (1974), che gli valse la Palma d’oro per la migliore interpretazione, per non parlare della proficua collaborazione con Ettore Scola nei Settanta (“C’eravamo tanto amati”, fra tutti); questo, insieme a pellicole girate – diciamocela tutta – più per soldi che per convinzione, in cui Gassman faceva il verso a se stesso.
Ma oltre a ciò che si è detto sopra, il Vittorio nazionale è l’unico fra i grandi ad essere stato anche uno straordinario lettore-interprete di testi letterariamente sacri, come alcuni Canti della dantesca Commedia: memorabili, pronti a gareggiare con quelli di Carmelo Bene e di pochissimi altri. Un artista quasi rinascimentale, dunque, capace di passare dal grandissimo teatro al grande schermo, da Dante a Totò: gli sia lieve la terra, e ben meritato il riposo, dopo cotanta vita.
Ps Sempre in Fortezza (bastione San Domenico, ore 18), giovedì 9 si presenta l’ultimo libro dello scrivente (“Il professor Ugo Popolizio”, Effigi); un modo per parlare dell’attuale, devastato, mondo della scuola italiota, con gli aggiornamenti da dad (didattica a distanza); ricordando sempre che la Ministro Azzolina è come è (non eccelsa, ecco), ma la situazione è del tutto irrecuperabile già da ben prima, e non certo per colpa sua…
Il film che più ho amato di Gassman è L’armata Brancaleone……..
che, una volta rivisto nell’età adulta, mi ha dato anche il la’ per fare un bellissimo viaggio in scooter nei luoghi dove è stato girato, Alto Lazio e Maremma Laziale, luoghi raggiunti passando dalla Cassia che attraversa la Val D’Orcia. Tour Indimenticabile!
Ancora una volta un pezzo da incorniciare, caro Eretico: anche se questo è arrivato che era quasi lunedì, un valore aggiunto per il fine settimana. Giovedì cercherò di essere presente in Fortezza, e complimenti per avere ancora una volta battuto un colpo in questa città che culturalmente parlando, come dibattito, mi pare rischi di approdare solo a scaramucce politiche che da questo punto di vista lasciano il tempo che trovano.
L imbecillita’ inutile e vana, di certi fenomeni e’ ben rappresentata, dalle manifestazioni che vorrebbero tirar giu’ statue vecchie di secoli, in nome di una novella riconsiderazione politically correct del passato.
Giorni fa’ tra gli alternativoidi sanesi , ho assistito a una disquisitio
sull opportunita’ di emendare la citta’ dalla presenza della statua di sallustio bandini.
Quello che siamo e’ frutto di quello che eravamo, sembra pero’ che i paladini dell iconoclastia storica, pensino che ora ( grazie al politically
correct) siamo giunti all esatta e totale comprensione di cio’ che e’ giusto o sbagliato.
Ergo si faccia pulizia degli orpelli d un triste passato, anzi, lo si cancelli.
Sulla lavagna pulita ,siano poi riscritte ,le nuove regole dell umana convivenza.
Il passato e’ stato pieno di sbagli e di orrori, meglio cancellare gnicosa.
mi colpì la risposta ad un intervistatore: “scrivo la musica non sulle immagini ma sul copione”.
Ci ha lasciato un “grande”
Eretico unico bastione a difesa della cultura in città….non capisco cosa ostacoli una nomina prestigiosa in giunta!
Forse il fatto che una mosca bianca si noterebbe troppo nel marrone del contesto?
Concordo pienamente. Gli farebbe fare una pessima figura. Una perla trai porci.
Cari ammiratori,
vi ringrazio non poco della stima, davvero, ma – premesso che “porci” è ovviamente metaforico, eh – vi dico che sto bene dove sto. Se ci saranno delle novità, saranno semmai in sottraendo, come dicevano gli storici dell’Arte di una volta…
L’eretico
Invece di stare a guardare quello che succede negli USA stiamo attenti a quello che accade in Italia. Gente che se ne strafrega delle misure di sicurezza, contagi sempre presenti, un settore del turismo in crisi, un autunno che si presenta molto triste per tutti a causa dei molti cassaintegrati/licenziati e col ritorno del virus aiutato dal clima più freddo. Ed il nostro Governo invece di preparare le giuste misure ed aiuti, si perde in liti interne per mantenere le poltrone che appena ci saranno le elezioni perderanno sicuramente. Tanto per fare un esempio Zingaretti, governatore del Lazio, è l’ultimo nella classifica di popolarità, mentre i primi 4 posti sono occupati da politici di centro destra. Il M5S, come dissi diverso tempo fa, rischia di fare la stessa fine del Movimento “L’Uomo Qualunque”, saranno brave persone, ma non hanno nessuna stoffa del politico, ci vogliono anche i fatti e non solo ottimi slogan; poi si sta sfaldando in tante correnti l’una contro l’altra armata. Intanto i nostri governanti non hanno impedito il siluramento del provvedimento del taglio dei vitalizi ai senatori a vita, il M5S ovviamente ha protestato più di tutti, ma il risultato è stato solo velleitario. Per il bravo corpo sanitario baluardo al virus, per i terremotati e per le altre classi disagiate, nulla di fatto. Trump, borioso e guerrafondaio, qualcosa di concreto ha fatto per i connazionali colpiti dall’epidemia, da noi finora pacche sulle spalle e poco altro.
Contagi sempre presenti? Siamo il paese con meno nuovi contagi rispetto al numero di abitanti. Se sottrai i bengalesi siamo quasi a zero. Tornare alla vita!!!!
In Lombardia ancora qualche caso c’è ancora. Poi ci sono i bengalesi, ma quelli li manderei tutti a casa della grande buonista marchigiana. Rimane però lo scandalo che il corpo sanitario tanto elogiato a parole in pratica ha ottenuto solo quelle, poi turni massacranti e tante responsabilità, pochi soldi per quanto meritano. Invece la vita degli scalda sedie regionali e nazionali vanno a gonfie vele.
Ieri , colpevole una voglia di pizza, ho girato per le vie del centro constatando che molte pizzerie erano ” chiuse x turno di riposo”!
Riposo?
Dopo tre mesi( quattro per le destre) di lockdown( reclusione per le destre) e una miriade di appelli ( e di richieste pecuniarie) per la crisi economica incombente, dopo l’accusa alle società di contrada di togliere il pane coi loro cenini, dopo grida di dolore perché si muore di fame e dunque si deve licenziare i dipendenti….chiuso per turno di riposo?
Capisco i contratti, ma nei momenti di crisi si potrebbe derogare….oppure è meglio piangere ( e frullare) sempre: poi ve poco= stato di calamità…,piove molto= stato di calamità…, fa freddo= stato di calamità….fa caldo= stato di calamità….!
Domanda finale( dopo aver notato un lieve aumento nei prezzi- tassa covid?-)prima dell’emissione dello scontrino: paga in contanti o bancomat?
Ottima constatazione. Certa gente se ne approfitta e piange per avere qualcosa in più senza meritarlo.
Perché nello scontrino va specificato come paga. Non lo sapeva?
Temo che non abbia capito il senso della domanda rivoltami….
dipende se TURNO DI RIPOSO serve per prendere una boccata d’aria.
Tenere aperto e restare vuoti è un costo enorme, ma molti ci provano !
Tenere chiuso in questo periodo è uscire dal giro.
quindi, stanno molti già facendo uno sforzo enorme ad aprire le luci e dare un’idea ai passanti di attività operativa
Bha!
Io sono adesso un “garantito”, ma quando ero un ” produttivo” e gli scenari erano grigioscuri, non chiedevo nemmeno per pranzo( per fare 20.00lire) e saltavano a turno il riposo settimanale recuperandolo ad ore durante la settimana.
Ricordo una volta che un cliente mi chiese ” il giornale” che avevamo esaurito( solo tre copie ricevute) , chiesi di attendere un attimo e corsi dal collega in fondo alla strada per comprarglielo!
Sicuramente un’esagerazione, ma non vedo oggi uno spirito di sacrificio…molto meglio piangere e lamentarsi.