I lombardi alla prima scampagnata (e 3 Ps)
Dopo una vacanzina, torniamo a scrivere sul nostro blog preferito; oggi il pezzo principale concerne il fatto che, da oggi 3 giugno, si riapre con la circolazione infraregionale: cosa la quale, ovviamente, non può non fare discutere, e che di certo desta interesse in tutti, belli e brutti. Domenica, ovviamente, si riprende anche con la rubrica culturale, sempre più seguita (scrivendo di Roberto Gervaso, e di molto altro).
I LOMBARDI ALLA PRIMA SCAMPAGNATA
Da oggi, 3 giugno, riprendono i collegamenti infraregionali; scelta discutibilissima, di certo concessa dal Premier Conte solo in virtù del peso politico-economico della Lombardia (se ci fosse stata la Basilicata al suo posto, Matera al posto di Milano, la Regione sarebbe stata riaperta per Ferragosto); lo diciamo subito: siamo d’accordo con il Presidente Rossi, su questo, giacchè si è trattato di un cedimento intollerabile alle istanze della realpolitik targata 2020. Intollerabile, giacchè davvero non si capisce perché non si potesse attendere ancora un paio di settimane, a maggior ragione dopo tutto ciò che è accaduto – in tutti i sensi, è davvero il caso di dire – in questi tre mesi circa.
I lombardi alla prima scampagnata fuori Regione, dunque: ci permettiamo di citare, parafrasandolo, il buon Giuseppe Verdi, che alla milanesissima Scala fece debuttare questa sua quarta fatica (correva l’anno 1843, l’11 febbraio per i precisini). Nel quarto atto, giunti al Santo Sepolcro, i Lombardi ricordano la natura e l’aria fresca e salubre della loro Lombardia. Beh, le cose dobbiamo dire che sono cambiate davvero: le Crociate fortunatamente non ci sono più (c’è solo qualche problemino di terrorismo islamico a giro, ma non per noi italiani, che siamo ottimi pagatori), ed i Lombardi di tutto possono gloriarsi con merito, eccetto che dell’aria salubre di gran parte della loro terra (e se qualche virologa, alla fine, pone la questione ambientale come concausa possibile della virulenza del Covid in loco, ecco che i media lumbard insorgono: come osa?).
Credo, immagino e spero con tutto il cuore (ed un po’ di fegato) che i lombardi che andranno nelle altre Regioni italiane – a partire ovviamente dalla Toscana -, saranno ben accolti: non solo perché mediamente dal portafoglio piuttosto pieno, ma per l’elementare considerazione che il lombardo medio è stato vittima – o diretta, ovvero indiretta – di questo maledetto virus, il quale – dottor Zangrillo o meno – continua, eccome, a fare girare gli zibidei.
Quindi, cari amici lombardi, venite; speriamo che questa tragedia – come ci auguriamo tutti – ci renda migliori di prima; siccome però ho già visto che in giro per la Toscana mi pare sia cambiato (soprattutto in meglio) ben poco – giacchè chi era deficiente e magari peggio mi pare lo sia rimasto e magari di più -, la redazione del blog spera vivamente in voi: che ritorniate ad essere quelli che il Manzoni – da lombardo cosmopolita – apprezzava (la famigliola del sarto, quelli che fanno del bene senza neanche farsi vedere, o chiamare Bertolasi vari); che siate – per capirci bene – più Renzo (non Renzi, eh), e meno don Rodrigo, come ogni tanto siete apparsi al di fuori della vostra Regione.
Senza, infine, fare i permalosi, o alimentare il vittimismo: che più di qualcosa non sia andato al meglio, lo capirebbe chiunque. Poi Repubblica ed Il Fatto hanno calcato, e calcheranno, sin troppo, sulla Baggina: ma qualcosina non è andato per il verso giusto, suvvia. E poi basta, basta, basta con questa formuletta difensiva secondo la quale appena uno dice qualcosa sulla Sanità lumbard, si ribadisce che 130mila non lombardi all’anno vanno a farsi curare colà: perché questa è proprio la dimostrazione che il modello-Formigoni crea eccellenze da una parte, ma depaupera e devasta la Sanità territoriale dall’altra (quella che avrebbe fatto più comodo da febbraio in avanti). Insomma, prendete lo spunto per un minimo di autocritica, per tornare quelli di una volta, autentici motori della rinascita, dopo la Guerra (quella vera). Fareste un regalo a tutti noi, e – credetemi – a voi stessi…
Ps 1 Ieri 2 giugno, Festa della Repubblica, ovviamente ai tempi del coronavirus (ma i corazzieri, en plein air, devono proprio portare la mascherina? Mah); una data importante, fondante (e bisogna ammettere, da repubblicani, che Umberto II si comportò con impeccabile senso dello Stato, in quel giugno 1946). Mai uno che dica-scriva, però, una cosa: l’autentico simbolo politico ed antropologico italiano di questa data, senza rischi di anacronismi, dovrebbe essere tal Giuseppe Mazzini; che però nessuno, ormai, si degna di ricordare, neanche di sfuggita. E questo, non è colpa del coronavirusse, eh…
Ps 2 Ieri, 2 giugno, nel senso invece della manifestazione del centrodestra a Roma; fra le tante, una cosa sola mettiamo in evidenza, perché magari meno immediata: Forzaitalia ha mandato, come suo uomo forte, Antonio Tajani; benissimo, davvero (anche discreto giornalista, collaboratore del ben superiore Indro illo tempore): se non fosse che Tajani, da giovane, era di simpatie monarchiche, militante dell’Unione monarchica italiana. Forse, per il 2 giugno, si sarebbe potuto soprassedere, scegliendo qualcun altro, no?
Ps 3 Riapertura scuole in Inghilterra: solo alcune, senza l’obbligo di mandarci i ragazzi, con polemiche; ma, per Zeus, SCUOLE APERTE e PUB CHIUSI, in Inghilterra. Mentre in Italia la tragicommedia continua (ora è la volta dei Presidi, a lamentarsi; oltre all’indecente paura dei colleghi che scappano di fronte ai maturandi); al punto che, a sentire qualcuno, neanche la riapertura a settembre è così sicurissima. Non sappiamo più cosa commentare, suvvia.
2/6/1946
2/6/1992 appo 46 anni
Ero n pensier che l bravo professore
Dimenticasse la nota ricorrenza
Assolve lui l suo ruol d educatore
Io nvece che di tale ruol fo’ senza
Ricordo cosa un poco piu’ concreta
Che chi la scorda c ha poca coscienza
Due giugno avenne al largo di Gaeta
La nascita nell acqua come venere
Maniera invero assai desueta
Della repubblica ch oggi possiam vedere
La levatrice da Britannia venne
E dall italia dottori ed infermiere
La puerpera quasi ci lascio’ le penne
Era vecchiotta, d anni quarantasei
Di poi la nascitura si mantenne
Tra diete e purghe di medici europei
Or ch’e’ arrivata ai ventotto anni
Smagrita molto appar esser costei
Certi dottori par faccian solo danni
Ma voi a sienina continuate pure con i vaneggiamenti retorici a suon di referendum, mazzini ed altre vane minchiate, mi raccomando seguite la vostra tradizione.
Non vi smentite eeehhh.
Caro Eretico, concordo con praticamente tutto (la scuola, Mazzini ormai dimenticato come fosse uno sconosciuto, il carattere e la sanità dei Lombardi), ma lasciami soprattutto fare i complimenti per un titolo straordinariamente azzeccato!
Caro Eretico,
mi collego al PS 3 e al problema delle scuole chiuse, che anche io vorrei vedere invece aperte, come vorrei vedere aperti, pur con tutte le precauzioni, i musei e le biblioteche, per non avere costantemente questo brutto pensiero che la cultura sia una pedina sacrificabile nel gioco delle economie di governo e amministrative. Quando riaprirà la Biblioteca Comunale (tra l’altro vedo che il suo sito internet da diversi giorni ha dei problemi)? Mi chiedo anche quando riapriranno il Museo Civico e il Santa Maria della Scala. Per adesso sappiamo che il 13 giugno riapriranno Duomo e Museo dell’Opera, ma sul resto tutto tace, a parte annunci fatti per una riapertura del 25 maggio poi non avvenuta. Si parla tanto di turismo di prossimità, ma se non si riparte dal rendere accessibili le nostre bellezze, temo che Siena rimarrà indietro rispetto a tante altre realtà più accorte.
Mi piacerebbe leggere il tuo parere in proposito.
Un utente della biblioteca.
Caro Anonimo,
richiesta più che legittima, la tua (e condivisa da molti); la questione – non per facili scaricabarile, non ne sono il tipo – è nelle mani della Direttrice, su questo sovrana. Da parte mia, ovviamente, spero il prima possibile, pur con protocolli regionali che indubbiamente sono forse sin troppo cogenti, sia consentito dire (quarantena obbligatoria dei libri, per esempio)…
L’eretico
Concordo sull’eccessiva severità dei protocolli, sette giorni di quarantena per i libri mi pare un’assurdità.
Grazie.
Carissimo , se voleste per le presentazioni, potrei ospitarvi io all aperto , vi do’ scelta
tra due lochi storici cultuali, tutti e due con ottima acustica naturale, Niente mascherine, distanziamento quanto uno vuole , possibili anche posti in galleria ( su’ lecci ) e in piccionaia, basta tu porti casse e microfono ,( pe’voi, a me mi senton fino a murlo senza amplificazione).
Te pensaci, se t arrendi alle difficolta’ epidemiche, se soggiaci all ipocondria altrui, fai te.
Non scherzo basta con la citta’, cavatevi di li’ e venite nel territorio.
Gnamo Raffa, i sindaco di sovicille lo conosci, se t interessa solo andare a sovicille a ingozzatti di cinta senese( come hai confessato fare anche da bagoga)
Saresti allora tu peggio di Ciacco
Se sol ti garba vivere da bruto
Mangia’ la cinta onorare bacco
E tracannare i vino coll imbuto
Se invece pe’ virtude e cognoscenza
T accetterai l invito che t ha avuto
A fin serata non rimarresti senza
Di cena e di bone libagioni
Se trasferisci da via di sapienza
Nel territorio le presentazioni
Ps non e’ necessaria la sua autorizzazione( del Gugliotti) , saremmo in una proprieta’ privata, comunque lo si potrebbe coinvolgere,lui e il Tirelli e dare i via una stagione estiva seria fatta secondo e in natura.
Gnamo Raffa , fagli cambia’ marcia, che questi per ora so’ stati capaci solo di pensare, a mountain bike e strade bianche.
Citta’ e territorio hanno ben altro da offrire.
Io te la butto li, offerta valida per tutta l estate autunno 2020
Avanti c’e’ posto per chi voglia collaborare, gratis , come del resto fai
te, fatevi avanti, se si move i popolo i politici , lo dovranno rincorrere
Gli tocca.
Basta lagne e cacate di cane.
Mettete i capo fori, senno’ siete indegni dei vostri padri.
manunta
Povero Beppe !
Povero Beppe, so’ mortificato
da quel pontificar di Salamone,
come tutti i senesi sentenziato
lofio, mencio e anche peggio. Avrà ragione?
Non vi so dire come abbia trovato
la forza d’affrontà tale questione.
Pace dei sensi è vero che ho trovato
l’età avanzata è stata la cagione,
ma chiedo: specchio mio delle mie brame
che trovi sempre la giusta risposta,
come si pòl chiamà un grande salame ?
– Salamone! – risponde, – è cosa nota –
alla questione che gli avevo posta,
– che vòl dire persona un po’ beota. –
SI eccomi , cbiappa vai.
Parrebbe che una cosa ti sia ignota
Ovvero non sai fare distinzioni
Nella tua zucca di senese vuota
Tra i nomi e tra le previsioni
Il SALAMONE nini a voi VI TOCCA
Poiche’, come dimostri, un sete boni
Ad altro che non sia perder la brocca
Evita poi di rimirar lo specchio
L eta’ c avanza e che ti dirocca
Potrebbe fatti spaventa’ parecchio
Se poi lo specchio contenta le tue brame
Allora nini buonanotte ai secchio
Chi a specchio parla vive nel reame
Di chi parla da se’ e si risponde
Facendo del giudizio sempre strame
E che realta’ a se stesso ben nasconde
Ovvai visto che ti garba chiappalle quant un noce…
Ahh comunque la chiusura con l accento sulla seconda sillaba…..
Roba da vergognassi.
Bada t insegno
” Che vuòl dire persona un po’ beota” fa recere a leggerlo e fa rigira’ lo stomaco a pronunciarlo.
Bada ci vuole poco, hai eliso, vuole, dovevi elidere ,dire.
Ovvero:
Che vuole dir persona un po’ beota,
con accento giusto sulla quarta sillaba.senti come scorre meglio?
Inoltre:
” Come si pol chiama’ un grande salame?”
Brutto anche qui , dovevi elidere grande e lasciare la r a chiamar, invece di accostare le due vocali A ed U di due sillabe seguenti, senti come scorre meglio cosi’:
Come si pol chiamar un gran salame?
Capito? L accento di settima era giusto, ma se accosti due vocali di due sillabe diverse,inceppi tutto.
Mammina sei peggio di alauro euroteo , avea ragione Metastasio, non sete
Boni.
La rima per scorrere deve esser pensata in una lingua scorrevole, che
NON e’ quella che voi parlate, singhiozzante e inceppata.
E comunque, sei forse il meglio, sicche’ m immagino l altri, che poi l ho sentiti, sicche’ mi sa che sei davvero i meglio pezzo di laboatori/uccio.
Scuole chiuse? E che dire delle università?
Posso affermare – per esperienza diretta di mia figlia – che la didaddica a distanza è spesso un disastro, con problemi a seguire le lezioni, per gli appelli ecc. ecc.Senza considerare che seguendo a “ distanza” si può benissimo fare a meno di venire a Siena, con ripercussioni sull’economia che gira attorno agli studenti. Penso che il buon Frati debba darsi il suo bel da fare per continuare ad attirare gli studenti presso il ns ateneo, in quanto anche in ambito universitario assisteremo ad una concorrenza sempre più spietata tra atenei e chi offrirà migliori servizi, anche garantendo lezioni de visu, vincerà la partita.
Paradossi e provocazioni da coronavirus: una volta gli studenti davano quasi fastidio. Come davano fastidio le frotte di turisti. Ed ora?
Alla fin fine, anche un po’ di Lombardi alla prima scampagnata non farebbero scomodo!
L’Inghilterra non è la sola ad aver riaperto le scuole, mezza europa(e sto basso nella stima occhiometrica) lo ha fatto…. Noi evidentemente siamo culturalmente troppo avanti per tornare un mesetto e mezzo a scuola con la calda stagione, magari a classi dimezzate.
Che l’attuale classe di governo rappresentasse il nulla dell’intelletto si sospettava, ma fino a questo punto sinceramente…
Caro Cherubino (e Daria, sull’Università soprattutto), che dire?
Io per intanto l’altro giorno ho portato i miei ragazzi in Fortezza (fuori dall’orario scolastico, tante volte qualche sindacalista della Cisl, come a Prato, mi dicesse qualcosa), e domani ne scriverò un pochino; per il resto, una anafora che mi pare calzante: carità di Patria, carità di Patria, carità di Patria.
A Manunta (ormai salomonizzato): potrebbe essere un’idea, la tua (dell’altra cosa, prendo nota e ti faccio sapere a breve); per intanto, qualcosa si sta cantierando su Sienina, ma noi siamo di larghissime vedute, fino a Sovicille si arriva alla grande: però io pretendo lo scambio libro-costoleccio, sia chiaro!
L’eretico
Costoleccio?
No no no, qui solo robe serie, bestie sarvatiche.
Pizze e ciaccini cotti nel forno a legna.
Potrei fa’ uno strappo giusto col nero dei nebrodi ( brado obviously) che, caro mio, se lo assaggi
una volta poi……la cinta poi un la cerchi piu’.
Aggiungo pasta cor sugo di pesce gatto, non storcere la bocca, ci viene un
sugo galattico .
Comunque non scherzo e rilancio.
https://www.mondadoristore.it/Terre-indiane-Giacomo-Emanuela-Burini/eai978886948121/
Ovvero , il libro su’ Giacomo Beltrami, dell Emanuela Burini, sarebbe piu’
appropriato presentarlo nelle selve tra orgia e capraia che in via sapienza.
Oltretutto non ci sarebbero problemi di distanziamento e/o di mascherine.
Escursione a piedi tra i boschi e poi presentazione.
Un sabato o una domenica pomeriggio, bada avrei anche microfoni e amplificazione.
Per chiudere, spuntino, ( non per tutti) e volendo chi n avesse voglia, sulla strada del ritorno potrebbe fermarsi dal Cateni a Orgia, a cenare con
robe serie.
Pensaci e fammi sapere.