Eretico di SienaSiena ai tempi del virus (XIII): Frazier, Bassani, Sarpi - Eretico di Siena

Siena ai tempi del virus (XIII): Frazier, Bassani, Sarpi

- 19/04/20

Eccoci al consueto appuntamento cultural-domenicale del blog, in tempi di Covid-19; oggi si parte con la “Istoria del Concilio Tridentino” di Paolo Sarpi, un documento eccezionale per tanti motivi e – come vedrete – anche con insperati agganci senesi; dipoi, un ricordo di Giorgio Bassani, nell’anniversario, il ventesimo, della scomparsa: perchè lo scrittore ferrarese se lo merita assai; infine, dopo averlo rivisto in settimana, un tuffo all’indietro ad uno dei più grandi match della storia della boxe: Alì (cioè Cassius Clay) contro Foreman (1971, Madison square garden).

DON DIEGO AL CONCILIO TRIDENTINO

Nel 1629, ormai sui settanta, Paolo Sarpi pubblica la “Istoria del Concilio Tridentino”; quattro anni dopo, a Venezia, morirà. Se fosse stato per la Curia romana, però, sarebbe morto parecchio prima, addirittura nel 1607, allorquando emissari della Curia (di ambiente gesuitico, dicitur) gli donarono tre coltellate, evidentemente non assestate al meglio; dello scontro fra la Serenissima e Roma è qui inutile scrivere, perchè i nostri lettori già ben sapranno.

Mentre invece difficilmente conosceranno una delle tante chicche che si possono assaporare durante la lettura di questa opera, tra l’altro scritta in un Italiano magistrale per chiarezza espositiva (un’altra chicca senese – sulla quale non abbiamo tempo di soffermarci -, è il tentativo di ricucire fra Clemente VII e Lutero, dopo lo strappo fra il riformatore e Leone X: con il Papa che, nel 1532, invia il Vescovo istriano Vergezio dallo scismatico germanico, che gli risponde picche. Ed in questo brano, il Sarpi cita Pio II, come esempio di chi sa cambiare idea in modo pragmatico: da conciliarista convinto prima, poi – salite le cariche fino a diventare Pontifex maximus – fautore di un centralismo papale totale, al massimo grado).

“Una protesta del legato cesareo a Trento fa nascere la discussione sui posti da occupare durante le sedute e le manifestazioni ufficiali”, scrive Paolo Sarpi (Capitolo I, del secondo libro); e sapete chi era, a Trento, il “legato cesareo”, di grazia? Beh, l’ambasciatore di Carlo V era Don Diego Hurtado de Mendoza, allora ambasciatore dell’Imperatore presso la Repubblica di Venezia, nonchè colui che – sette anni dopo – fece sollevare il popolo senese contro di lui e le sue arroganti truppe spagnole.

Questioni di preminenza e cerimoniale, dunque: autentiche dispute sul chi deve stare assiso accanto a chi, più o meno vicino al Cesare ed al Papa del momento; un qualcosa che assapora di pompa seicentesca, ma che si potrebbe trasferire per tanti versi all’oggi, ai nostrali “conconi”. A proposito dell’oggi: la spinosissima questione del chi siede vicino a chi, come fu risolta? Visto che nessuno riusciva a decidere, alla fine “…si forma una Congregazione per trattare di proposito l’argomento”. Stante che “Congregazione”, nell’Italiano seicentesco, sta per “Commissione”, vedete come le cose non siano poi cambiate così tanto…

BASSANI, VENT’ANNI DOPO

Sono trascorsi venti anni giusti giusti dalla morte di uno dei grandi del Novecento italiano (classe 1916), per nitore di scrittura e capacità di agganciare lo spirito creativo all’oggettività del dato storico; e fa davvero sorridere – in tempi in cui almeno la Letteratura era fatta anche di contrasti e polemiche, riuscendo dunque quantomeno a smuovere adrenalina – ripensare alla gretta accusa, mossa dagli avanguardisti e sperimentalisti del Gruppo 63, nei confronti di Bassani e Cassola, accusati di essere al pari di una Liala qualsiasi (la quale Liala, al cospetto di gran parte delle scrittrici di oggi, meriterebbe tre Nobel di seguito: credo di averlo già scritto, ma va bene lo stesso).

Ho tra le mani un volume che raccoglie le interviste rilasciate da Bassani fra il 1955 ed il 1993, a cura di Domenico Scarpa e di Beatrice Pecchiari (curatrice tra l’altro di una mostra sui”Promessi sposi” nel mondo a Casa Manzoni, nel 2016: purtroppo dallo scrivente toppata, sic), con una premessa di Paola Bassani (Feltrinelli); che carattere emerge, da queste (tante) interviste? Difficile sintetizzare, di certo quello della chiarezza e della concretezza, con la rara capacità di non nascondere la polvere degli scheletri nell’armadio della propria gente sotto il tappeto, da parte dello scrittore amante del tennis. Sul fatto, per esempio, che gli ebrei ferraresi, fino al 1938 (anno delle Leggi razziali in Italia), erano stati tutti ferventi, anzi ferventissimi fascisti, compreso il suo stesso padre.

Ah, stavo dimenticando: in più di una intervista, Bassani ci ammonisce sul fatto che Micol – la protagonista femminile de “Il giardino dei Finzi Contini”, una conturbante Dominique Sanda nel film di De Sica – è frutto di un riuscito parto della mente dell’autore, non un personaggio in carne ed ossa – a differenza di altri – nella Ferrara dell’immaginario bassaniano. Ci sarà da credergli, di grazia?

L’INCONTRO DEL SECOLO (?): FRAZIER VERSUS CLAY

Madison square garden, stracolmo, 8 marzo 1971: di fronte, due già campioni olimpionici ed altro, Muhammed Alì (dal 1964 aveva abiurato il Cassius Clay che era), e Joe Frazier. Rivisto in settimana sul sempre più benemerito Raisport (a parte quando trasmette il biliardo: ma è sport, il biliardo, per Zeus?!?). In palio, ovviamente, il titolo di Campione del mondo dei pesi massimi; Frazier (1,82) rende qualche centimetro allo sfidante, che rientra per l’occasione, dopo le note traversie in seguito alla sua renitenza alla leva per il Vietnam.

15 rounds, uno più devastante dell’altro, con due modi di boxare agli antipodi: Frazier mancino (formidabile il suo gancio sinistro), Clay destro; Frazier più statico, bisognoso di avere l’avversario il più vicino possibile per sprigionare la sua potenza, Clay più “movimentista”, se ci è concesso questo termine fuori contesto. In quel match, Clay quasi mai ebbe modo di provocare o di irridere l’avversario: a testa bassa, Frazier non gliene dava la possibilità; già a terra nell’undicesima ripresa (ma non contato), Alì fu quasi sempre costretto alle corde da quella autentica, insaziabile, furia umana che, quella notte, si dimostrò essere il suo avversario. Il quale Frazier, pur con entrambi gli occhi tumefatti, alla fine fece contare, dopo l’ennesimo gancio sinistro, Clay: era la 15esima ripresa; Clay riuscì ugualmente a rialzarsi, dimostrando di essere anche un grande incassatore, alla bisogna.

La vittoria, ovviamente, arrise all’unanimità a Joe Frazier, il quale perderà gli altri due match con Clay (il terzo, a Manila nel 1975, fu altrettanto duro); dopo quella serata magica al Madison square garden, Frazier imboccò una carriera declinante (morirà per un tumore al fegato nel 2011). Forse era semplicemente inevitabile che così andasse, giacchè in quell’incontro Frazier aveva dato sic et simpliciter il massimo di ciò che un pugile può dare, e davvero non avrebbe potuto fare altro che scendere. Ma una serata come quella, è solo da dei in terra, il poterla vivere…

 

 

Ps 1 Luis Sepùlveda è la prima vittima celebre del Covid-19 (fino ad un certo punto: temiamo che molti non lo abbiamo mai sentito nominare, ma speriamo di sbagliarci); era stato di fatto una guardia del corpo di Salvador Allende, in quel maledetto 11 settembre 1973 in cui il dittatore Pinochet prese il potere. La sua letteratura può piacere o meno (a noi è piaciuto molto “L’ombra di ciò che eravamo”, mentre le gabbianelle, i gatti ed i topi li lasciamo agli studi entomologici), ma la statura di uomo e lo spessore del vissuto ne fanno una persona ed uno scrittore da ricordare, e con la dovuta riverenza.

Ps 2 Domani, 20 aprile, è il compleanno di un certo Adolf Hitler; chissà se le norme antivirus in Germania, specie nella ex DDR, eviteranno le consuete manifestazioni dei nostalgici, chissà. Noi, in attesa di scrivere nei prossimi giorni sul 25 aprile, per ora ci limitiamo a ricordare – a puro titolo di curiosità – che fra i tre “tenori” (sic) del XX secolo (lui, Mussolini e Stalin), Hitler era il più giovane.

Ps 3 Molti mi hanno scritto per complimentarsi per il mio contributino sul Corriere fiorentino di oggi, a proposito del futuro della città: e li ringrazio; pur essendo certamente meglio nella pars destruens, mi fa piacere di avere detto qualcosina di utile, forse, anche in fase costruttiva. In ogni caso, magari in settimana se ne riparla, vai…

17 Commenti su Siena ai tempi del virus (XIII): Frazier, Bassani, Sarpi

  1. Obbligazionista Subordinato scrive:

    Caro Raffaele, avverto il bisogno di riportare sul blog il pensiero che ho fatto dopo aver letto della ormai certa nomina di tal Bassanini (in quota Movimento 5 Stelle) alla guida di Banca Monte dei Paschi: a due anni dalle elezioni amministrative comunali Luigi Di Maio conquista Siena con il minimo sforzo ed il massimo risultato.

    Complimenti a chi in campagna elettorale organizzò un comizio in Piazza Salimbeni, alla presenza del neo ministro dell’Interno, urlando “tutti a casa”; il video – illuminante – è ancora visibile su YouTube.

    O.S.

  2. A.B. scrive:

    Mi ricordo quando da bambino rimanevo sveglio fino a tardi per vedere la grande boxe, Hagler, Leonard, Duran, Holmes, Holyfield, fino a Tyson e i nostri Mattioli, Antuofermo, Rosi, Oliva, Stecca, Kalambay. Le cronache di Rino Tommasi per canale 5 e Paolo Rosi sulla Rai. Ora la boxe è praticamente scomparsa ed è quasi disonorevole ammettere di averla vista. Molti sport stanno morendo, almeno in Italia, come boxe, ippica e ahimè anche l’atletica, un po’ per il benessere e un po’ per i cambiamenti di costume. Probabilmente c’entra anche la deregulation legata al mondo delle scommesse, ma comunque è un peccato, anche per come quegli spazi televisivi e sportivi sono stati riempiti in seguito.
    Un commento collaterale al tuo contributo sul corriere fiorentino: non sono un grande lettore del Corriere della Sera, e devo ammettere che lo sto leggendo di più avendo un po’ più di tempo libero da quarantena, ma ho l’impressione che stia facendo un ottimo lavoro su Siena. Lo faceva già da tempo ed io non me n’ero accorto o sta riempiendo lo spazio lasciato libero dallo stop del corriere di Siena?

  3. manunta scrive:

    No no aspetta questa non te la passo, riveditelo il match .

    https://youtu.be/ctKAGKVpCUU

    Frazier non combatte’ mai in guardia mancina ossia tecnicamente parlando in guardia destra( piede e gamba destra in avanti) ovvero southpaw , ripigliati Raffa, hai bestemmiato in chiesa.
    Datevi al ricordo di ascot e della sartiglia e’ quello il settore vostro.
    Lasciate perdere la boxe ne sapete meno di poco, lo si evince da’ commenti come questo.
    Nel tufino i cazzoti di solito li date a martello nella nuca a quelli delle prime file.
    La boxe non fa’ per voi ne’ nella pratica
    ne’ nei commenti.
    Frazier sganciava sempre i ganci sinistri piu’ tremendi al termine di una schivata in rotazione dopo essersi abbassato per schivare il diretto o il gancio destro,mentre finiva la rotazione rialzando il tronco,un colpo parecchio brutto che arriva con le gambe che dopo essersi piegate per ruotare e schivare si allugano spingendo con tutto il corpo, spinta combinata di gambe tronco spalla braccio, quando arriva ciao ciao.
    Oppure rialzandosi da una schivata con flessione delle gambe e piegamento deltronco senza rotazione, colpo meno caricato ma forse piu’ improvviso.
    Questo e’ quanto. Vedere bene il video e controllare la descrizione dei due cavalli di battaglia di smokey joe.

    Amen
    Consigli di vecchio pugilato su ‘ you tube, occhio so’ di cosa parlo,
    pesi piuma , Willie Pep (Guglielmo Papaleo ) gioco di gambe pauroso , spostamenti e schivate da uomo ombra.
    https://youtu.be/lLczoG3MpmA

    Massimi, Jersey joe Walcott( vedere il primo match con Joe Luis e notare il furto che subi’ walcott ai punti dopo aver steso 3 volte joe luis),era il peso massimo da cui probabilmente Ali’ apprese il gioco di gambe, Jersey Joe ballettava meno di ali , ma era capace di finte e contropassi con le gambe mai visti prima ,il famoso ali shuffle e’ in realta’un brevetto di Jersey Joe , un pugile immenso .
    https://youtu.be/xJKFNAZm9e8

    Mediomassimi ,Archie Moore the old mangoose,campione mondiale dei mediomassimi dall eta’ di 36 anni fino ai 46 1952/62 maestro nell incontrare e nella difesa statica, nb. Entrambi sono gli unici pugili ad aver mandato Marciano col culo sul tappeto, poi entrambi sfiniti dal ritmo incalzante dell italo americano che li mise tutti e due ko.
    Nb 2 ripresa Marciano mette un gancio sinistro ,poi un altro , Moore alle corde Marciano va a vuoto col gancio destro , Moore lo incontra col destro Marciano ruzzola giu’ , poi niente, come picchiare sul muro, prosegue a dare la caccia a Moore lo mette giu 5/6 volte e amen.
    Marciano aveva 32 anni Moore quasi 40 ed era salito dai mediomassimi per tentare il titolo contro Marciano.
    https://youtu.be/_pPfPUQopfg

    Finiamo coi welter/medi , Robinson. Punto.
    Non si puo’ darne degna descrizione.
    Il gancio sinistro d incontro in souplesse col quale spense fullmer (e riprese il titolo perduto 4 mesi prima ai punti) nel loro secondo match non appartiene alla boxe, e’ una roba di categoria indefinita. Date un occhio ,un colpo dato con un eleganza e velocita’ mai viste, e fullmer che va giu’, prova quasi a rialzarsi, e poi comincia a ruzzolare come un bambolotto.

    https://youtu.be/J-EWPlSHxek

    Ora nei massimi maahh ,oddio, Fury anche se c ha la trippetta
    sa’ boxare, Wilder no davvero , joshua con Frazier ci durava due riprese, con Ali’ a seconda se aveva voglia di far show lungo o corto, con big George…. ci prendeva la pensione d invalidita grave e permanente.

    Oooh l articoli di pugilato , avvisami prima, te li scrivo e poi te li lascio firmare, vista la pazienza e le censure protettive, so’ in debito.

    Ps chi crede che la boxe sia roba da bruti, non capisce un cazzo.
    NO scusate ,nemneno meno d un cazzo.

    • Eretico scrive:

      Carissimo,
      dovevo immaginare – anzi, già lo sapevo ma non ci avevo pensato – che tu fossi anche un espertissimo della nobil arte; quanto a Frazier, che il gancio sinistro fosse il suo punto forte, è cosa piuttosto risaputa, e quello ho scritto, mi pare…su tutto il resto, non capisco cosa ci possa entrare, ma mi adeguo. Aspetta domattina per replicare – se lo vuoi -, solo per non ingolfare i commenti…

      Ad A.B.: non credo che la chiusura del Corriere di Siena abbia alcuna relazione con il lavoro del Corriere fiorentino, anche perché non mi pare ci siano stati travasi di giornalisti in questo senso.

      L’eretico

      • manunta scrive:

        Copioincollo scripta manent
        15 rounds, uno più devastante dell’altro, con due modi di boxare agli antipodi: Frazier mancino
        ??

        • manunta scrive:

          Le aggiunte e gli esempi ,erano propedeutici a capire che , nel pugilato nessuno inventa niente( casomai chi ha cervello vede e impara)
          Ali non si invento’ niente del suo stile, osservo’ e prese da pep walcott robinson e moore quasi tutto il suo repertorio.
          Frazier era ,diciamo un Marciano con meno potenza , simile conformazione fisica e stessa capacita’ di braccare l avversario da inizio a fine incontro , ma aveva solo una mano risolutiva, Marciano stendeva sia col destro che col sinistro e incassava il mondo, solo due volte al tappeto e sempre nelle prime riprese ( a freddo) poi carburava e lo potevi picchiare anche con una mazza senza scalfirlo.
          Frazier no,
          nb. Con big George Foreman fu’spazzato via due volte ,alla 2 e 5 ripresa ,dopo essere stato sbatacchiato come un bambolotto.
          nel 73 ci perse per il titolo mondiale e nel 76 per quello nordamericano.
          Nmb fu’ Foreman a mettere fine alla sua carriera , non Ali.
          Gli estremi nel pugilato sono rappresentati da pugili come Ali che osservano e con intelligenza imparano (ruban con l occhi)
          E da pugili come Duran, La Motta , che cominciano a picchiarsi per strada a 8 9 anni e formano il loro stile istintivamente.

  4. Unberto scrive:

    Bella dissertazione pugilistica…avendo tirato un po’ da ragazzo non posso che complimentarmi per l’esaustiva specificazione.
    Una volta lessi di una proposta di convivio tra i lettori/ scrittori del blog….sarebbe interessante parlare di persona con tanti di voi!

  5. alberto bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    “nel mio personalissimo cartellino”

    ancora bei ricordi in questo blog.

    x Manunta: chi ti scrive è stato Campione Toscano Novizi Pesi Medi 1961 – 73 Kg. per cm 173.
    Quindi parlaci del tuo vissuto e non di internet.

    Ave

    • manunta scrive:

      1981 boxing club firenze istruttori Giovanni Nepi e Vasco Caiani
      180 71 kg uguale come ora.
      Li cocosci? Mi sa’ di si, visto che al torneo Nepi ci vanno anche i vostri
      Cittini.
      Sicche’ nun ti meravigliare che Il Nepi e il Caiani la boxe la nsegnavano bene.
      Ps nell 81 a siena avevate poco e nulla ,molto meglio la lanciotto di campi,la robur di scandicci , l accademia pug.aretina, pe’ non parlare del boxing club e dell accademia pugilistica fiorentina, sfrattata dalla vecchia palestra di piazza beccaria e all epoca ospite alla montagnola dove il boxing club s era trasferito da piazza t. Tasso.
      Se bono cacaccia il Nepi all epoca era tecnicamente il meglio istruttore d italia, e ,caro smanacciatore , l incontri di jersey joe walcott e di ray robinson il Nepi all epoca ce li faceva vedere con il proiettore.
      Sicche’ poro te se credi che gli abbia visti per la prima volta su’ youtube.

  6. A.B. scrive:

    È molto off-topic, ma in un periodo in cui si commemora chi non c’è più mi sembra bello ricordare qualcuno che ancora è tra noi. Oggi ha compiuto 100 anni Gianrico Tedeschi, un grandissimo e poliedrico attore, davvero ultimo dei Mohicani di una generazione di giganti (per dire è di 2 anni più vecchio di Gassman). Io l’ho visto da ragazzino al teatro Argentina in un memorabile Cardinale Lambertini con la regia di Squarzina (grande amico e compagno di accademia dell’inarrivabile Vittorio), altri tempi, altri spessori.

  7. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Ho letto su diversi siti che la Van del Leyen da giovane era una punk. Stranamente talvolta quelli che erano agitati da giovani poi, invecchiando, sono diventati peggiori di quelli che contestavano. Un po’ come tanti ex sessantottini ora in Parlamento o Senato ed amanti dei privilegi e vitalizi. Comunque da giovani o da vecchi sono rimasti sempre delle teste … balzane e fastidiose.

  8. MARIO ASCHERI scrive:

    bravo ad aver ricordato Don Diego, umanista finissimo, lasciò Siena nel 1552 dopo che l’odio antispagnolo era ben alimentato! ma prima che la città entrasse in quella dissoluzione politica finale che permise a Cosimo di prendere le redini della situazione.

    • Eretico scrive:

      Eh, ma allora si stava meglio quando si stava peggio, secondo te? Il 1552 fu una pagina gloriosa (come da lapidi), o un errore clamoroso?

      Bene ha fatto A.B. a ricordare di Tedeschi: mi ha rubato la notizia (certo, non uno scoop!) per domenica prossima…

      Quanto al Premier Conte, scriviamo a breve; ed anche di Brunino Valentini, che continua ad attaccare lo scrivente, anche fuori tempo massimo: contento lui, contenti tutti, as usual.

      L’eretico

  9. MARIO ASCHERI scrive:

    beh, con gli Spagnoli c’era la…pax hispanica! Il padrone lontano è sempre meglio del vicino? E si sarebbe evitato gurra rovinosa: i francesi ci han sempre dato grandi bidoni col loro filopapismo interessato! Ci hanno anche fatto perdere Nizza e la Savoia!

  10. Il Giaguaro scrive:

    Egregio Eretico,dove posso leggere il tuo contributo giornalistico sul Corrierone di domenica scorsa da te citato nel ps.3?
    In tempi normali sarei venuto in biblioteca ma ora non si può.

    • Eretico scrive:

      Caro Giaguaro,
      dovrebbe essere on line (francamente non ho controllato); comunque domani ci ritorno su, e quindi le cosette fondamentali le trovi lì: in ogni caso, niente di trascendentale, non ho scoperto il vaccino contro il Covid-19, sic!

      L’eretico

  11. A.B. scrive:

    Sempre molto off topic. Concordo pienamente nella sostanza con l’iniziativa del sindaco De Mossi riguardo all’azione risarcitoria della Fondazione nei confronti di MPS. Penso che sia l’unico modo per negoziare una quota azionaria di controllo della banca, restituendola alla città alla quale è stata sottratta in maniera truffaldina. Come sempre non concordo nella forma. Il sindaco utilizza modalità da negoziatore legale, tra l’altro parecchio duro, e non da politico. Una richiesta simile dovrebbe essere spiegata ai concittadini, condivisa e richiesta da tutti i politici senesi, cercando ogni possibile sponda per ottenere un risultato che potrebbe rappresentare per la politica nazionale anche una soluzione per una privatizzazione al momento praticamente impossibile. Le minacce e le recriminazioni ora non servono a niente, serve la Politica.

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