La domenica del villaggio: Steiner, le Foibe, i due Papi (e 3 Ps)
Eccoci al consueto appuntamento con la rubrica cultural-domenicale del blog, quest’oggi dedicata a questi tre argomenti principali: si parte dalla scomparsa di un grandissimo critico letterario, George Steiner; poi, una riflessione dedicata ai 7 anni di pontificato bergogliano, ma, soprattutto, al dualismo con Ratzinger, ormai arduo da negare; per la rubrica scolastica, una anticipazione de “La giornata del Ricordo” (10 febbraio), sulle foibe: un argomento che, in effetti, fino ad una ventina di anni or sono, nei manuali scolastici, sic et simpliciter non c’era.
Buona lettura a tutti, dunque!
STEINER: EBREO ATEO, CRITICO LEGGIBILE
Due ossimori, per definire George Steiner, scomparso in settimana alla veneranda età di 90 anni: “ebreo ateo”, e “critico leggibile”; per il primo, faccio riferimento soprattutto al ricordo che ne dà un intellettuale (ebreo) come Wlodek Goldkorn (Repubblica, 4 febbraio, pag. 31), in cui si ricorda l’ateismo di Steiner, ed allo stesso tempo come il critico letterario fosse arciconvinto che senza la continua ed indefessa ricerca di Dio la vita non avesse senso intrinseco; di più, che l’Ebraismo fosse la religione del racconto (tesi condivisa da molti grandi scrittori ebrei, vedasi David Grossman), per cui Steiner amava ripetere un midrash (commento alle Sacre scritture) che suona così: “Perché Dio creò Adamo? Perché voleva avere qualcuno accanto che gli raccontasse delle storie”. E che fosse un ebreo dannatamente scomodo (diasporista, non sionista; spesso molto critico con la politica di Israele), lo si vide – come ricorda Goldkorn – con la pubblicazione del controverso “Il Processo di San Cristobal”, nel quale si immagina un ipotetico processo intentato dal Mossad ad Hitler, nel quale il Fuhrer si difende con veemente arguzia, dicendo che l’idea della razza eletta lui l’ha mutuata proprio dagli ebrei stessi. Un pochino provocatorio, eh?
Gabriele Pedullà, invece, sul Domenicale del Sole 24 ore odierno (pag. 5), si incentra soprattutto sull’aspetto linguistico (Steiner era un autentico poliglotta, tra l’altro, e decise a 40 anni suonati di imparare l’Italiano) nonché di critico letterario: con Harold Bloom e Fredric Jameson è stato il più grande del Novecento, a suo dire; ma sapendo essere – ecco spiegato l’ossimoro di “critico leggibile” , per l’appunto – un “critico che non scriveva solo per la Scienza (ma la critica letteraria è una Scienza? Mah, Ndr), Steiner sembrava interessarsi soprattutto ai suoi lettori”, invece che agli altri critici ed a se stesso. Vedasi la feroce polemica contro l’iperproduzione saggistica verso taluni autori (Shakespeare in primo luogo, ma si potrebbe citare Dante), squadernata nel suo “Vere presenze” (1989). Il rifiuto dello specialismo, in nome di un suo bulimico desiderio di canoscenza, non sfociava mai in superficialità.
Nel 2008, pubblicò “I libri che non ho scritto”; opera nella quale, attingendo anche ad una dose di ebraica autoironia, affrontava un tema che gli stava molto a cuore: la questione cioè dell’impossibile rapporto armonico tra il desiderio inesausto di conoscere, rifiutando i limiti disciplinari ed il succitato specialismo, navigando dunque per mare aperto, da una parte, e dall’altra la necessità di una almeno minima specializzazione, forgiata da anni di impegno, per dare alle stampe opere destinate a durare nel tempo, nei decenni. Trovare un equilibrio fra queste due pulsioni, sarebbe cosa divina; ma per essere un grandissimo intellettuale, basterebbe forse almeno porsi il problema: alla maniera di George Steiner.
PAPA FRANCESCO-PAPA RATZINGER: UN DUALISMO DA SCINTILLE…
Bergoglio è Papa da sette anni, ed in questa sede (non santa…) non si vuole dare, quantomeno oggi, alcun giudizio specifico sul suo operato (l’impressione è che su tantissimi aspetti del suo pontificato – anche sui temi più scottanti – sia rimasto in mezzo al guado, e personalmente vorremmo sottolineare come su Medjugorje – che ci sta assai a cuore – abbia avuto il coraggio di don Abbondio); ciò detto, si vuole in questo intervento soprattutto sottolineare un’altra cosa, facendo focus sulla convivenza fra i due Papi, Francesco (il regnante), e l’emerito (Ratzinger); questo inedito dualismo, infatti, era filato via senza particolari intoppi per 5-6 anni, ed anche chi non aveva mai avuto in particolare simpatia Ratzinger non poteva che apprezzare il suo silenzio, in un’ottica di compattezza della Chiesa (che interessa, dall’esterno, anche a noi pagani).
Ebbene, i due accadimenti delle ultime settimane (la firma-non firma sul libro del Cardinale Sarah, campione della restaurazione antibergogliana, nonché la defenestrazione – soft, ma forse neanche troppo – dell’uomo ombra di Ratzinger George Ganswein, in settimana scorsa) vogliono dire tante, tantissime cose, ma una in modo particolarissimo: strumentalizzato o no, di fatto Ratzinger sta diventando – sia pure obtorto collo – una sorta di autentico anti-Papa. Quantomeno, è già di fatto il punto di riferimento per tutta la galassia antibergogliana. Ne vedremo delle belle, è facile immaginare; ed in ogni caso, ci pensano quei birbanti anticlericali del livornese Vernacoliere, a sintetizzare in maniera mirabilmente irriverente la questione sulle aperture del celibato da parte del Papa regnante (Sinodo amazzonico): “Insomma, i preti devono andare con gli uomini o con le donne?”.
L’ANGOLO DEL PROF: LE FOIBE, E DINTORNI
Perché scrivere del dramma delle Foibe nella rubrichetta scolastica? Beh, soprattutto per un semplicissimo, ma non banale, motivo: perché chi ha 50 o più anni, la complessa e drammatica vicenda delle migliaia di infoibati nelle insenature carsiche, e dell’esodo biblico di circa 300mila istriani e limitrofi, a suo tempo nei manuali di Storia molto difficilmente l’ha trovata. Non c’era, punto e basta: espunta dalle cose da presentare ai ragazzi. Spiegheremo – molti lo sanno, molti purtroppo lo ignorano – il perché di questa grande, e clamorosa, rimozione nella didattica della Storia.
Come già fatto l’anno scorso, ai colleghi raccomando vivamente, per l’equilibrio dimostrato pagina dopo pagina, la lettura e la condivisione in classe del libro di Dino Messina (edito da Solferino-Corriere della sera, riproposto anche in questi giorni) “Italiani due volte – Dalle foibe all’esodo: una ferita aperta della storia italiana” (2019). Un testo che, almeno per le superiori, può essere tranquillamente letto dai ragazzi (a parte i casi più gravi di rimbecillimento digitale, si capisce), anche senza l’ausilio del docente. Anche per capire come queste terre, della zona del “Golfo di Venezia” per capirsi, fossero italiane, dal punto di vista culturale e linguistico, sin dai tempi di un certo Dante Alighieri, il quale infatti pone l’istriano fra gli idiomi italici, al pari del lombardo, del veneziano e del toscano (nel “De vulgari eloquentia”, dopo avere ribadito l’italianità di queste terre in un verso del Canto IX dell’Inferno).
Per quanto riguarda tutto il tema del contesto storico e delle polemiche-strumentalizzazioni di certa politica, si rimanda all’incontro in Comunale di domani, lunedì 10 febbraio, Giornata del Ricordo (istituito dal Parlamento italiano il 30 marzo 2004).
Ps 1 Anche Kirk Douglas (a 103 anni!), ci ha lasciato, nei giorni scorsi (oggi anche la grande cantante lirica Mirella Freni, che non abbiamo lo spazio materiale per ricordare come meriterebbe); era forse, Kirk Douglas, l’attore preferito di Stanley Kubrik (“Spartacus”, “Orizzonti di gloria”), e già questo crediamo possa bastare, forse anche avanzare. Immortale.
Ps 2 Invece di leggere le fake news che girano sui nefasti social, un esempio di buonissima informazione sul coronavirus è rappresentato dalle 20 pagine dell’insertone del “Salute” del Corriere della sera in omaggio con il quotidiano oggi: particolarmente stimolante il pezzo, a pag.19, del sempre bravo Pier Luigi Vercesi (“Le “malattie di massa” che hanno cambiato il corso della Storia”, corredato da più che doverose citazioni malthusiane; e quello, altrettanto interessante, di Sandro Orlando “L’epidemia al tempo dei social network”, del quale scriveremo).
Ps 3 Appuntamenti della settimana in Comunale: domani, lunedì 10, “Foibe e dintorni” (vedasi sopra), con il Presidente ed Elettra Pàresi, dell’Associazione esuli istriani; martedì, sempre alle 17,30 in Sala storica, per il consueto “Martedì senese”, si presenta il terzo volume di “Siena e i suoi personaggi nei secoli”, del buon Roberto Cresti, appassionato e ben documentato cultore di storia municipale. Con lui, ovviamente, lo scrivente, con poi articolato intervento dell’augusto padre. Non mancate, sia lunedì che martedì!
Sui due Papi. Con tutto il rispetto della Santa di Siena, io vorrei che l’omino bianco ed il suo predecessore si trasferissero ad Avignone, se la vedesse con Macron e soci. Per l’Italia sarebbe un bel guadagno dato che la Chiesa ha sempre influito negativamente, dal Medioevo in poi, all’unione nazionale ed in tempi recenti nella politica italiana, cosa che uno Stato straniero non dovrebbe mai fare. Quindi con tutto il rispetto per la nostra S. Caterina, il Papa sarebbe bello il suo ritorno in Francia. Inoltre penso che sia stata fortunata a nascere un secolo avanti se no rischiava anche di andare sul rogo come Savonarola dato che è stata la prima a nominare la parola “riforma”. Riforma dei costumi e moralità della Chiesa, già ai suoi tempi abbastanza corrotta, e più attenzione ai principi religiosi e meno alla politica. Certo sarebbe bello, ma questo pensiero resterà purtroppo solo un’utopia, uno sfogo mentale. Le foibe? Vedremo domani come si comporteranno certi pesci vaganti, se lasceranno manifestare democraticamente la triste ricorrenza. Par condicio per favore, per la vera democrazia.
Oltre che celebrare la “Giornata della memoria” bisognerebbe eliminare dalla toponomastica nazionale il nome del boia Tito. A proposito del quale mi sembra di ricordare che ai suoi funerali prese parte piangendo il nostro Presidente, che baciò anche la bara.
Pertini che bacia la Bara di Tito? Una bufala gigantesca, nel web ho la conferma che la foto incriminata è quella del funerale di Berlinguer. Vergogna infangare la memoria di un uomo che se fosse ora vivo prenderebbe a pedate gran parte dei nostri attuali politici. Fu quello che si oppose all’aumento dello stipendio ai parlamentari e senatori. Se il bacio alla bara del dittatore Tito l’avesse dato un ex comunista, ex Presidente della Repubblica ci potevo credere, ma Pertini assolutamente no.
giusto,ma prenderebbe a calci anche tanti tastieristi pronti a scrivere senza documentarsi, mossi solo dal desiderio di vendetta e di strumentalizzazione per i crimini degli altri, senza rinnegare i propri.
è qui che non si rendono credibili i neofascisti e neonazisti che usano l’orrore delle foibe additandole ad una parte politica e basta, e non ad un metodo che loro conoscono bene e che hanno giustificato e giustificano anche oggi.
senza nessuna vergogna, ma anzi rivendicandolo come una proiezione di forze e dominanza.
che bellezza quelle immagini.
Pertini che bacia piangendo la bara di Tito.
Veramente indimenticabili.
Non ne sono certo ma probabilmente avrà baciato, sempre piangendo, anche Nerino Gobbo, Ciro Raner, Franc Bregelj detto Boro, Beppe Osgnac detto Josko, e tanti altri che godono (se non loro i loro eredi) della “Pensione di guerra” pagata dallo Stato Italiano.
Che bella gente, che belle persone.
Quelli si che erano bei tempi.
Parrebbe una bufala il bacio di Pertini…
appunto….
Scrivo da presente ieri in biblioteca comunale (è la prima volta che lo faccio). Vivissimi complimenti all’Eretico, cioè al Presidente: la Giornata del Ricordo è un tipico argomento complesso e controverso, su cui si scivola facilmente. Invece la mezz’ora di lezione del Presidente è stata semplicemente impeccabile, e la conferma l’ho avuta dopo, seguendo lo storico Ivetic su Raistoria da Mieli (su spinta del Presidente stesso) che sembrava essere stato presente anche lui in Comunale.
Apprezzabile la presenza della signora figlia di reduce (la madre, se ben ricordo).
Per quanto riguarda il signor Sindaco, intanto è da lodare la presenza, al pari della Giornata della Memoria. Il primo cittadino è persona di ottime letture (la citazione di Meneghello è notevole), e di ottimo cinema (anche se “Porzus” di Martinelli non è certo un capolavoro). Lo dico da osservatore, credetemi, neutrale, non solo perché non residente a Siena. Mi scuso per la lunghezza.
Caro Eretico, urge un tuo parere pro veritate da esperto. Il bacio di Pertini alla bara di Tito è avvenuto o si tratta di fake news volte a distruggere l’unico mito della prima repubblica che era riuscito a resistere al frullatore revisionista dei social media?
Caro A.B.,
premesso che non ho avuto il tempo sufficiente per verificare più di tanto (una cosa non scritta da me), credo proprio si tratti di una discreta bufala: Pertini era presente ai funerali di Tito, ma il bacio sembra essere quello alla bara di Enrico Berlinguer.
Ciò non toglie che tutto ciò che lo Stato italiano ha fatto per glorificare Tito, andrebbe seriamente riconsiderato, questo certamente sì; ed infine, visto che ci siamo: che dire dei “buoni cattolici” italianissimi, che vanno a Medjugorje, culla dello sciovinismo catto-croato? Si rendono conto di portare soldi a coloro che si richiamano agli ustascia, a coloro che si richiamano ad Ante Pavelic?
L’eretico
Medjugorje culla dello sciovinismo catto-croato? Questa non la sapevo, pensavo che fosse un movimento di fedeli cattolici un po’ ingenui che credono alle visioni di un gruppo di furbi sensitivi che dicono di parlare con la madonna. Difatti, intelligentemente, Bergoglio è molto scettico sui presunti messaggi dei sensitivi. Insomma la solita bufala per raccattare qualche offerta da persone in buona fede, ma di politico ci vedo poco.
Infatti temo che nessun italiano che va in pellegrinaggio in quel luogo di gran furboni lo sappia, ma così è: se ti leggi il mio “L’imbroglio di Medjugorje” – datato. ma sempre valido, mi sia consentito – ne avrai la contestualizzazione precisa.
L’eretico
Perché questo dubbio? È una bufala acclarata e conclamata. Tutto facilmente riscontrabile in rete. Ma sempre rilanciata da siti fascistoidi.
https://youtu.be/CW3g1fwXEqk
Funerali di tito parte 5,al minuto 2’15” Pertini( niente bacio della bara), Berlinguer nella parte 4
Nb ai funerali di tito parteciparono TUTTI i capi di stato, dalla thatcher,al vicepresidente usa mondale,
alla delegazione tedesca al gran completo willy brandt ,schmidt e ,roba da sghignazzare ….l austriaco kurt waldheim ,ex segretario nato e presidente dell austria … ed ex ufficiale della wermacht accusato di crimini di guerra proprio in yugoslavia.
I teatrini del potere, tito ricordiamocelo era il leader dei paesi non allineati e per questo pote’ contare sulla benevolenza dei paesi del blocco occidentale, italia inclusa visto che nel 1959 con decreto presidenziale divenne cavaliere della repubblica( italiana)
nmb nel 1959 il presidente italiano era il dc gronchi e NON pertini
Giusto per la cronaca.
Suvvia senesi non cadete nei soliti teatrini balzani bianco neri , le cose
come al solito sono piu’ complesse .
Correggo waldheim era segratario generale dell onu
Un po’ ridicolo considerare gli eventi storici come dei frame,senza un prima e un dopo.
I funerali di tito son stati un teatrino , ma quel teatrino rappresenta bene lo scaltro realismo di tito, leader dei non allineati tra’ blocco sovietico e blocco occidentale.
Le foibe, bestiale episodio , sono comunque da valutare ricordandosi che la
neutrale yugoslavia fu’ invasa dai nazi e dai fasci per risolvere il casino nel quale il cranioleso di predappio aveva cacciato l italia , invadendo senza motivo la grecia e restando poi impantanato in una situazione che richiedette l intervento della wermacht per essere risolta.
La memoria usata per frame serve a??
Una bella sega.
Nb. varrebbe poi la pena di considerare cosa e’ avvenuto in yugoslavia dopo
la morte di tito.
Idem varrebbe la pena di considerare che tito pote’ assumere una posizione
politica autonoma rispetto al patto di varsavia, per il semplice fatto che la yugoslavia non fu’ occupata militarmente dai russi , ma ( caso unico in europa) fu’ liberata dai nazi/fasci dai partigiani.
Si potrebbe poi valutare ,a proposito dei motivi dietro l occupazione slava di trieste, anche il sacco delle riserve auree della banca di stato yugoslava da parte del duo roatta/licio gelli, tonnellate d oro che furono
restituite solo parzialmente.
https://www.libreidee.org/2017/03/la-caverna-dei-7-ladri-gelli-il-pci-e-il-tesoro-di-jugoslavia/
E chiudo incollando parte di un discorso tenuto in venezia giulia nel settembre 1920,dal cranioleso predappiese.
“Di fronte a una razza come la slava, inferiore e barbara, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. Io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”
Scusate la lunghezza.
Manunta hai fatto un po’ di confusione, si parla del funerale in cui ormai è stata chiarita la bufale su Pertini e poi mi parli del 1953 come nessuno conoscesse la perfida ragione di stato. Alla NATO faceva comodo avere uno stato che ostacolasse la politica della Russia sovietica, noi vassalli degli USA ci toccava solo subire e basta. Non è certo una novità di adesso e se l’Unione Europea non funzionerà continueremo ad esserlo. Sul tuo commento acido: ma a Firenze che siete tutti furbi? Mah, io dico che anche da voi ce ne sono pochi, se no certi loschi figuri che ancora occupano da una vita le poltrone del potere regionale ed anche nazionale sarebbero stati sgombrati. E’ inutile Manunta è una lotta tra poveri, tra delusi, come i capponi di Lorenzo Tramaglino; ci dobbiamo svegliare tutti sia noi che voi. Le elezioni regionali si avvicinano. Occhio.
1959 non 1953.
Appurato che la foto con Pertini è una bufala – lo insegnano al secondo giorno di scuola alle Frattocchie – vi mando un breve rebus la cui soluzione sarà consegnata da me personalmente all’Eretico.
4 Maggio 1980:
Neonata RAI3 – Sandro Curzi (non ancora telekabul) – 35-40 secondi tagliati – Telecapodistria/TV-Koper dimenticata
Ovvai Manunta, strigami questo rebusse
Sarà anche appurato( forse non ci sei arrivato in seconda elementare o quel giorno eri assente) ma te ne hai scritto come fosse una cosa vera strumentalizzando una bugia!
Le rappresaglie sono sempre un orrore, osi come lo è stato il processo sommario a Mussolini!
Forse essere meno rancoroso e aggressivi potrebbe essere di aiuto…forse
Sicuramente leggero “ il processo di San cristobal” libro che non conoscevo e della cui citazione ti ringrazio…. ho sempre pensato che fosse inumano che gli eredi della shoac, potessero essere a loro volta autori di una shoac – mascherata dai media e dalla propaganda filo-israeliana – ai danni dei palestinesi. Una lettura che mi mancava
Ringrazio per il chiarimento sulla foto di Pertini al funerale di Berlinguer e non del boia Tito, confermando però che ritengo indecente mantenere questo nome nella toponomasrica del nostro Paese. Dato che siamo entrati a parlare del Pertini, chiedo che qualcuno, altrettanto bene informato, mi spieghi il ruolo che ebbe il medesimo sulla fucilazione di Osvaldo Valenti e di Luisa Ferida. Grazie.