La domenica del villaggio: Tex, Loach, De André (e 6 Ps)
Primo appuntamento del 2020 con la rubrica cultural-domenicale del blog, dopo le brevi vacanze in Pannonia (vedasi reportage della settimana scorsa); si parte con qualche riflessione sulla mostra dedicata a Tew Willer (al Santa Maria, solo fino al 26 gennaio), per poi recensire l’ultima fatica di Ken Loach, regista impegnato nel sociale come ormai quasi nessun altro; per la rubrichetta scolastica, due parole su De André, anche a margine della partecipatissima serata in Comunale di venerdì. Dopodiché ed infine, Ps vari (Iran in primo luogo, la morte di Pansa in ultimo).
W TEX, E SOPRATTUTTO KIT CARSON!
Chi ama Tex, ed i fumetti in generale, si affretti: il 26 gennaio ci lascerà la bella mostra sulla creatura di Giovanni Luigi Bonelli; mostra di cui subito offriamo al pubblico i due punti deboli, a nostro parere: la mancata contestualizzazione storica del periodo in cui Tex ed i suoi pards (compagni) si muovono, che rappresenta un’occasione perduta (qualcosa c’è, ma ci sarebbe potuto – e dovuto – essere molto di più), e poi il prezzo (9 euro), in effetti altino, per una mostra che un non appassionatissimo “sfoglia” in mezz’oretta.
Noi, che a pane e Tex (e Zagor, e Comandante Mark, e – più di tutti – Mister no) siamo cresciuti, abbiamo ovviamente apprezzato assai; ci sembra poi giusto, in questa sede, scrivere finalmente una cosa che pensiamo da decenni, ma che non avevamo mai scritto: molto meglio Kit Carson di Tex Willer stesso; per chi sia ignaro, insieme al figlio Kit (non a caso, stesso nome di Carson) ed all’indiamo Tiger Jack (Tex ha anticipato il western revisionista, dalla parte degli indiani, ed è un suo grande merito), Kit Carson è uno dei più stretti collaboratori del ranger protagonista della fortunatissima striscia. Il personaggio di Carson (tra l’altro, storicamente esistito: guida dei pionieri che andavano verso il Far west, vissuto fra il 1809 ed il 1868, combattente nella guerra Usa-Messico ed anche in quella di Secessione, fra i nordisti), però, è davvero molto più articolata di quella del monocorde Tex, il quale non fa altro che sparare – ovviamente, con mira infallibile – e cazzottare – ovviamente, come e meglio del miglior Cassius Clay -, senza grandi sfumature psicologiche (come peraltro il figlio Kit, talis pater, talis filius); mentre Kit Carson è ironico ed autoironico, amante dei piaceri della vita e della tavola (sua l’ordinazione, appena entrati in un saloon d’ordinanza, di “una bistecca alta tre dita con una montagna di patatine fritte”), e si porta i suoi 55 anni circa, una decina più di Tex, con nonchalance.
Due curiosità, per finire: fra i tanti disegnatori che si sono avvicendati, dal 1948 ad oggi, nel disegnare i vari Tex (dal grande Aurelio Galeppini detto Galep in avanti), ben due sono senesi: Giovanni Ticci (classe 1940), e Alessandro Bocci, che a Tex è arrivato giusto da un paio di anni, con un tratto davvero interessante, ed un’alternanza luce-ombra che potremmo arditamente definire caravaggesca; per finire, una considerazione sul demiurgo Giovanni Luigi Bonelli: ha immaginato le storie di Tex, per decenni, senza avere mai visitate quelle terre (Texas, New Mexico, Arizona et cetera), giacché la prima volta che andò negli States, nel 1988, era già molto in là con gli anni. Come Emilio Salgari per Sandokan, che la Malesia la immaginava in mezzo alla sabauda Torino…
LOACH: CONTINUANO A PIOVERE PIETRE, SUI LAVORATORI
“Tu non lavorerai PER noi, tu lavorerai CON noi”, dice nell’incipit del film un nerboruto e pelato padroncino al protagonista, il quale – dopo anni di lavori nell’edilizia e come giardiniere – cerca sulla cinquantina di rifarsi una vita lavorativa, per cercare di elevare il suo status sociale comprandosi una casa e lasciando l’affitto (la moglie, da par suo, dalla prima mattina all’ora di cena passa da un disabile all’altro, per assisterli con pietas ragguardevole); è solo l’inizio di un autentico calvario lavorativo all’interno della gig economy, per il quale ovviamente un lieto fine non ci sarà.
L’ultima fatica del regista-operaio Ken Loach è magistrale: una sorta di saggio cinematografico sulla iperprecarizzazione del lavoro, condita da un cinismo che deborda in crudeltà nel momento apicale della caduta agli inferi del protagonista. Per il cinema operaista di Loach, l’inizio di questo pernicioso stato di cose è ben noto: l’ultraliberismo anni Ottanta della Thatcher, e non a caso uno sciopero dei minatori contro la Lady di ferro è esplicitamente richiamato da una delle donne assistite dalla protagonista femminile.
Questo film, poi, è anche qualcosa di più: nel volere mostrare come il lavoro in questione devasti anche i rapporti intrafamiliari, “Sorry we missed you” ci squaderna anche il tema dei rapporti tra un padre che vorrebbe educare, ed un adolescente che ha la sbruffonaggine di tutti gli adolescenti di ogni tempo (mentre la figlia, undicenne, è teneramente collaboratrice con la famiglia), con il quid pluris di quelli odierni, intoccabili financo se vengono sospesi a scuola per metà mese, e poi vanno a rubare (il fatto che il figlio adolescente fosse – come dire – “effervescente” anche prima della discesa agli inferi, è a nostro modo di vedere un qualcosa in più, all’interno della sceneggiatura del film).
God save the Queen, dicono sulle rive del Tamigi; God save Ken Loach, ci permettiamo sommessamente di aggiungere, da quelle della Diana…
L’ANGOLO DEL PROF: FABER LO CONOSCONO!
Ammettiamo di essere stati fortemente tentati di dedicare lo spazio della nostra rubrichetta scolastica allo scoop odierno di Repubblica (ad opera del linguista Massimo Arcangeli, che l’anno scorso fu nostro ospite in Comunale, ed ancora lo sarà), che ha sgamato la scopiazzatura (senza citazione, altrimenti tale non sarebbe) della Ministra Azzolina, però tutto sommato è più formativo scrivere sul grande De Andrè, che è stato omaggiato venerdì pomeriggio con un incontro – dalla partecipazione straripante, e ne approfittiamo per scusarci con i molti che sono dovuti restare in piedi – alla Comunale; ne approfitto per raccomandare (mi pare peraltro di averlo già fatto in passato) un libro che unisce belle foto ad un bel testo: “Genova è mia moglie”, con prefazione di Dori Ghezzi, di Patrizia Traverso e Stefano Tettamanti, volume che illumina il rapporto – non di solo amore – fra De André e la città in cui visse dal 1940 al 1975.
Di Faber scriviamo, parlando di scuola, perché in settimana ho avuto modo di constatare una cosa che non immaginavo: cioè che Faber – come lo aveva soprannominato Paolo Villaggio – è popolarissimo anche fra i giovanissimi. Moltissimi dei quali conoscono lui, e molte delle sue canzoni.
I nativi digitali si dividono dunque – per semplificare in modo manicheo – fra Faber e Sfera, pare di capire: forse, allora, non tutto è definitivamente perduto…
Ps 1 Una sola considerazione, al volo, sul Caso-Soleimani (sul quale torneremo, peraltro), per dire che Donald Trump è un Presidente dannatamente fortunato; dopo lo strike, azzardatissimo, del 2 gennaio, in Iran, con il devastante errore dell’abbattimento del boeing 737 ucraino (ammesso, ma solo dopo menzogne e reticenze di vario genere), la parte più aperta e meno integralista torna in piazza contro l’ayatollah Khamenei: la terza guerra mondiale si allontana in modo deciso, ma non certo per merito di the Donald. Il quale, però, incassa i dividendi.
Ps 2 Martedì scorso, in Comunale, Alessandro Leoncini ha presentato il suo “Divide et impera – Nuova ipotesi sulle origini delle Contrade di Siena e dei loro stemmi”, pubblicato da Betti; un libro che può – anzi deve – essere criticato, ma solo per tabulas. In ogni caso, è un libro che fa capire molto bene una cosa, con la sua tesi di fondo secondo cui la nascita delle Contrade fu voluta da Pandolfo Petrucci per puntellare il suo potere personale: il Potere ha sempre voluto controllare, il più vicino possibile, le Contrade. Ab origine.
Ps 3 Mercoledì 15, ore 17,30 in Sala storica della Comunale: si presenta il libro di Simona Merlo “Cambio rotta” (Mursia); il viaggio in solitario su un trimarano di un velista disabile, Marco Rossato: per chi ama la vela ed il mare, e per chi crede nella capacità dello sport di nobilitare l’uomo, a fortiori se disabile. Oltre allo scrivente, ne parleranno l’autrice, l’Assessore Paolo Benini e Maura Martellucci.
Ps 4 Il giorno dopo, giovedì 16, pomeriggio denso assai; alle 17, un evento per chiarire le idee ai terrapiattisti di ogni latitudine: ” Scienza ed antiscienza. Ma la terra è piatta?”( Aula magna storica del Rettorato), con Giacomo Bonnoli ed Alessandro Marchini (che abbiamo apprezzato di fresco in Comunale, ed altri ancora); alle 18, il tandem Diego Fusaro-Antonio Socci al Santa Maria della scala. Evento del quale – come anticipato -, scriveremo di certo, dopo avere presenziato al tutto.
Ps 5 Venerdì 17, infine, all’interno della “Notte bianca del Liceo Classico” (ma alle 17, che proprio notte notte non è), Orlando Pacchiani (La Nazione) e la collega Monica Roncucci presenteranno “Il professor Ugo Popolizio”, l’ultima fatica dello scrivente: appuntamento imperdibile, no?
Ps 6 Last minute: è morto il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa (84 anni), il quale pochi anni or sono aveva perso il figlio 55enne; ci sarà modo e tempo per ricordarlo, sia per il suo ruolo nazionale che per quello – certo più defilato – senese. La terra gli sia, comunque la si pensi, lieve.
Buongiorno Eretico,
da fedele lettrice del tuo blog, vorrei esprimerti tutta la mia ammirazione per la scelta di presentare il tuo ultimo libro all’evento “Notte Nazionale del Liceo Classico “ presso il Liceo “E.S. Piccolomini “ di Siena.
L’evento di rilevanza nazionale, come certamente saprai, è nato da un’idea del Prof.Rocco Schembra, docente di Latino e Greco del Liceo Classico di Acireale ( CT ) e meridionale DOC. Auspico, dunque, che la presentazione della tua ultima fatica, il cui protagonista è anch’egli un meridionale, da te presentato e tratteggiato con tutto ciò che di negativo può esprimere la “meridionalità”, possa chiarire al pubblico che interverrà venerdì prossimo all’evento e a tutti i lettori del libro, che forse Ugo Popolizio sia da ritenere un’eccezione che conferma la regola.
Non oso immaginare, conoscendoti, che le tue opinioni possano omologarsi, sic et simpliciter, alla banalità dei luoghi comuni.
Ad majora!
Cara “Vesuvio”,
puoi stare tranquillissima: proprio perché mi conosci piuttosto bene, sai che questa accusa non mi può toccare; in ogni caso, a partire da venerdì e nelle prossime presentazioni, saprò rimarcare ulteriormente il tutto, stanne tranquilla.
Ad majora (a partire dunque da venerdì)!
Con amicizia, l’eretico
Fuori argomento, ma prima o poi se ne parlerà. Tolo Tolo ovvero 8 eur, il costo del biglietto, buttati via. Film noioso, ipocrita, falso. Forse il regista si è fatto consigliare dalla Boldrini. Zalone, se fosse coerente con sé stesso, con tutti i soldi guadagnati con questa furbata di film li dovrebbe devolvere tutti a risolvere il problema dell’immigrazione clandestina. Potrebbe finanziare qualche ospedale in Africa, mandare un po’ di viveri dove si soffre la fame e sete. Quante cose potrebbe fare la lista sarebbe lunga. Andare direttamente in Africa portando medicinali, viveri, ecc. Invece a quest’ora sarà in qualche paradiso tropicale a godersi il frutto di questo film ingiustamente osannato. O forse sarà col commercialista a vedere di esportare sotto banco qualche milioncino in paesi esentasse. Intanto i cattivi e superficiali italiani sono alle prese col carovita, le tasse, la mancanza di lavoro e piccoli problemi simili. Salvini sarà un fanfarone, ma molto più intelligente di tanti capoccioni sinistrorsi perché ha capito i bisogni di tanti suoi connazionali, quello che l’attuale sinistra (si puo’ chiamare ancora così?) non sta capendo. Stasera andrò a vedere Hammamet e penso che il film mi piacerà molto di più. Craxi aveva molti difetti, ma Prodi, D’Alema, Amato, Napolitano, Draghi ecc, sono stati migliori? Stop, non dico altro se no divento ripetitivo e noioso.
L’ho visto e mi è piaciuto. Il ritmo un po’ lento, ma l’argomento era difficile. E’ evidenziato il lato umano di una persona sola e malata un tempo osannata e poi dimenticata e disprezzata da chi fino a poco prima gli leccava anche i piedi.
Ps.2
Leoncini azzarda molto: in una città radicata e spesso incatenata nelle sue ” presunte” tradizioni, si espone con la sua opera alla piazza, cosciente delle reazioni degli eletti casuali che fino ad oggi, anziché indagare, opinare o escludere, hanno tramandato senza spirito critico.
Le tesi dell’autore sono condivisibili, ma quello che più dovrebbe insegnare è il metodo usato! Scevro da preconcetti, forma il pensiero “per tabulas”, scaldando i dogmi tradizionali e tradizionalistici innanzi tutto dentro di sé, nato a Siena e cresciuto nell’economato di Contrada e coccniero per quei giovani ragazzini che assorbivano la sua cultura e conoscenza della nostra storia.
Alessandro, con il suo libro , mostra come le idee non abbiano confini e come siano fluide e non rigide, esibendosi, senza pretenderlo, a modello di atteggiamento x tutti noi , in tutti i campi: dallo scolastico, al politico!
I suoi critici, anziché arrovellersi x lo smacco, dovrebbero rimboccarsi le maniche e trovare argomenti confutanti, senza spirito di rivalsa…ma x amore della ricerca, liberandosi dei pesanti cappotti che ne appiobano il passo!
x Giacobbe
Complimenti !!!!!
Hai centrato in pieno il Leoncini.
Magari avessi riletto bene, certi errori…
Giudizio sul libro del Leoncini? Fatto bene, bravo. Riflettendoci sopra c’è un filo che collega il Petrucci con Violante di Baviera, solita politica del “Dividi e impera” cioè quella di tenerci buoni, disuniti e più facilmente governabili dal potere centrale. Nel ‘400 ci provò il Petrucci, nel ‘700 lo fecero con successo i Medici.
Miracolo e’ avvenuto in sul tufino
Intese il palio un vostro cittadino
Vi misan tra mani un bel balocco
pe’ favvi trastullare e stare boni
chi un l ha capito e’sodo o sciocco
ma voi ch’ all abitudin siete proni
la cosa quasi mai considerate
e seguitate come pecoroni
rulla l tambur du volte nell estate
i rito si ripete senz un dubbio
come le pecore par siate avvezzate
Ed i cervelli son lasciati a debbio
Vu’ regredite a stato di cittini
e le contrade vi fanno da stabbio
par che l abbia capito i Leoncini
Che ve lo scrive ma ‘n modo educato
giacche’ vu’ siete assai permalosini
quello che spesso n rima v ho narrato
Berebe berebe nana’
E proseguendo n rima senza iato
sulle constatazion di’ Leoncini
su quello (strano) che ‘l Betti ha stampato
e che dispiacera’ ai boncittini
Par inusuale si sia distaccato
da fede senza cervello ne giudizio
Su’ quello che v’ avete tramandato
raro a sienina far certo esercizio
al quale aggiungo un osservazione
sul modo ,anzi,direbbe Tozzi i vizio
con cui espletate certa tradizione
un modo dove siena ostenta i’ peggio
del quale i Ghigo fece descrizione
maneggiamenti dindi e poi dileggio
superstizione cabala e fortuna
e capitani a comandar su’ i seggio
si vince se lo vole velut luna
contrade fanno ricchi i mercenari
e soldi tira fori ciascheduna
citti e cittoni di solito avari
si frugan quando dirigenza chieda
ed ai fantin non lesinan denari
di febbre paliesca i popol e’ preda
febbre quartana che spande delirio
febbre che i palio provoca e poi seda
ragione che n que giorni va ai martirio
giudizio cecato, solo mugli in branco
cervelli cisposi e senza collirio
popolo che del vano un e’ mai stanco
Tozzi scrivea” bestie come persone”
e poi scrivea “con gl occhi chiusi’ anco
e ben descrisse quella condizione
di cui nel palio c’e ‘l massimo sunto
di vostra fede e vera religione
Lo scrisse lui, io metto n rima, e punto.
I Betti editor di questo saggio
di rimatori boni c ha penuria
vediamo se c avvesse lui coraggio
a siena fan sonetti sull anguria
sonetti senza sale, capo e coda
sonetti appunto affetti da anuria
sonetti dove la rima si snoda
solo sul vano e sull ininfluente
rimestan sempre e solo quella broda
d altro e di meglio nun sanno fa’ niente
la rima usata in maniera innocua
par c a sienina la sia prevalente
la rima quando, com a siena e’ vacua
perde la su’ funzione principale
diventa cosa vana e non proficua
lo scopo suo, assolve poco e male
inutil farci dei laboratori
se chi ammaestra poco o punto vale
la rima nun e’ roba pe’ gl attori
che sanno solamente istrioneggiare
le rime se gli voi dare i colori
prima vanno sapute ben tracciare
ci vole senso verso e poi sostanza
senno’ e’ soltanto un si pavoneggiare
e di pavoni ce ne so’ abbastanza
pavoni coda lunga brindelloni
e tutti i loro allievi di paranza
nun valgon un rimator di quelli boni.
Hai ragione. Purtroppo da molto tempo siamo tutti diventati pecoroni e non solo in Toscana. Troppo divisi per troppo tempo e poi servi dello straniero, la Storia insegna. Già il Foscolo in una sua opera descriveva il pianto del protagonista davanti al monumento di Monteaperti per l’avvenuta lotta medioevale tra italiani, tra fratelli e non tra fazioni rivali.
L’opera era “Ultime lettere di Jacopo Ortis”.
Com e’ che s arriviede a montaperti?
per beghe tra guelfi bianchi e neri
a siena venne manente degli uberti
Di beghe fiorentine tra’ banchieri
il resto fu’ soltanto conseguenza
e man ci misero papi e stranieri
chi un lo capisce di giudizio e’ senza
Tra Faber e Sfera? E’ come il giorno e la notte. La luce e la tenebra. Il pensiero e lo sproloquio. Proporrei il testo di qualche canzone di De Andrè nelle antologie scolastiche, ma con questi politici lo vedo molto difficile. Stop.
Fra Faber e Sfera ci corre una lettera, è quasi un anagramma. Sinceramente i testi di De André li lascerei ai CD, senza ingolfare le antologie scolastiche, che poi per mettere un De André magari salta un poeta vero.
Mah, se togliessero dei poeti (sic) come il Metastasio o il Marino non sentiremmo certo la mancanza. Anche se lontani nel tempo, per me rappresentano i punti più bassi della letteratura italiana. Poi la mia è solo un mio opinabile personale giudizio.
Forte, amaro, realistico, un pugno allo stomaco! Questo è il film di Loach, con il protagonista preso in una spirale da cui non riesce ad uscire. Manifesto di una realtà comune anche al ns. paese, in cui vi sono ampie zone di “ lavoro” non assistito da fondamentali diritti e garanzie. Il film, a mio avviso, fornisce anche una chiave di lettura al perché la sinistra perde sempre più consensi.
Ora vado fuori tema, ma una domanda sono curiosa di porti: sicuramente avrai letto nell ‘Espresso l’articolo sulla retata di andrangheta e sui rapporti tra l’Avv. Pittelli e il ns., non rimpianto, Mussari. Ebbene, qual’e stata la prima cosa che hai pensato?
Cara Daria,
che dire? Diciamo che la lettura del pezzo che citi – poi riproposto anche dalla Nazione – mi ha provocato qualcosa di simile al “pugno allo stomaco” da te evocato a proposito del film di Ken Loach…
L’eretico
Effetti della ” buona ” scuola?
A Roma la scuola di via trionfale, nel suo sito web, si presenta affermando che ,gestendo due diverse succursali, si fara’ premura di dividere gli alunni di famiglie di “ceto” medio alto, dagli alunni provenienti da famiglie di basso ceto( plebaglia,quarto stato).
https://www.corriere.it/caffe-gramellini/20_gennaio_16/questione-classe-30b35ba6-37d8-11ea-86a8-537a98b6bc3b.shtml
La dirigente di tale “buona scuolina” in passato diresse la scuola pisacane
e li fu’ promotrice di politiche di inclusione multietnica.
https://www.corriere.it/scuola/medie/20_gennaio_15/via-trionfale-bufera-scuola-qui-l-alta-borghesia-la-invece-ceti-bassi-deb9b056-37dd-11ea-86a8-537a98b6bc3b.shtml
Ecco dunque i notevoli progressi in campo sociale della “buona” scuola.
Si sbandiera l’ inclusione multiculturale come valore (giusto , ci mancherebbe) e traguardo da perseguire, ma al contempo, ( nota bene era la stessa dirigente)si pratica la separazione ( apartheid parola troppo grossa?)per censo.
Come ho gia’ scritto la scuola e’ lo specchio della societa’ e riflette,
quelle che sono le tendenze sociali dei tempi nei quali opera.
Ergo, adesso, globalismo e divisione in caste per censo.
O no?
Gradirei sentire i’ parere de’ docenti , visto che siete n diversi su i’ blogghe
viva la scuola multiculturale
visto che questa societa’ nuova
e’ diventata societa’ globale
e d altro ora la scuola da’ prova
che i ceti non vanno mescolati
la scuola torn’ indietro e si rinnova
antichi pero’ nuovi risultati
saranno questi i novi cambiamenti
qualcun direbbe gia’ sperimentati
la scuola naviga co’ questi venti
venti ch’ abbiamo visto nel passato
s adeguin le famiglie ed i docenti
ritorni segregato i quarto stato
e non si mischi i ricco alla plebaglia
la societa’ vuol questo risultato
chiamalla oligarchia nun ci si sbaglia
Caro Manunta, domenica nella rubrica scolastica ne scriverò: la cosa è succosa assai, in effetti; e, visto che di scuola scrivi, ricordo l’appuntamento di domani, venerdì 17, alle 17, al Liceo Classico, a discettare de “Il professor Popolizio”.
Ora, appunti alla mano, andiamo a sentire il tandem Socci-Fusaro: perché anche di quello – per non farsi mancare alcunché – si scriverà.
L’eretico
Caro Raffa, pria dello spettacolo multimediale del noto filosofo socratico
marxiano e novello attore declamator de’ propri scritti, tanto per stare ai fatti( quotidiani e non), giova ricordare che ,l indagine si e’ conclusa giorni fa’ e questo (link) e’ quanto .
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/14/bibbiano-chiuse-le-indagini-per-26-persone-ce-anche-il-sindaco-per-cui-la-cassazione-ritiene-che-non-ci-fossero-elementi/5670854/
Ovvero pare che per il sindaco, martire e vittima di calunnie socialmediali,i pm abbiano richiesto il rinvio a giudizio con 2 capi di imputazione.
Idem per il noto psicologo dei servizi sociali, che pare (sotto link) abbia a suo carico anche una denuncia per maltrattamenti familiari.
Idem la dirigente dei suddetti servizi , che affidava i minori alle sue ex
fidanzate.
Totale 26 richieste di rinvio a giudizio.
Ora sta ai giudici istruttori decidere se confermare o no le richieste dei pm.
Nell ipotesi cbe cio’ avvenga, comunque ,son
tutti martiri innocenti, ovviamente, almeno fino al giudizio di 3 grado.
Ps il tribunale minori di bologna comunque ha gia revocato 4 affidi su 6, restituendo i minori alle loro famiglie.(link)
https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/bibbiano-bambini-1.4707030
Questi i fatti , vedremo ( anzi vedrai, io no) cosa il prolassatore seriale
di gonadi e arzigogolato filosofista fusaro, ci ricamera’ sopra col suo stile aulico .
Portati il popcorn.( e mettiti il reggipalle , un si sa’ mai)
Errata corrige, 4 minori su 7.
Comunque cari citticittonicittadini v’e’ ita di lusso , a legge’ l articolo
di’ resto, pare che nek e la pausini , sian preoccupati pe’ bibbiano,
Se fusaro chiamava loro pe’ la colonna sonora, c’era da ritroassi co’ i bilancio comunale a picco.
Artro che qualche migliaino d euri.
Be positives