La domenica del villaggio: Sergio Romano, la Luna, Cosimo I (e 4 Ps)
Puntatona della consueta rubrica cultural-domenicale, in cui si cercherà di offrire a chi non c’era (nonostante il pubblico sia stato folto in tutti e tre gli eventi) la sintesi del grande tris di fine anno alla Comunale: l’ambasciatore Sergio Romano, sul trentennio dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi; l’astronomo Alessandro Marchini, sui 50 anni dall’allunaggio; il trio Giovanni Mazzini-Ettore Pellegrini-augusto padre sulla figura di Cosimo I, nei 500 anni dalla sua nascita (non se ne parla solo a Firenze, eh).
Buona lettura a tutti, sperando che – fra le altre cose – si apprezzi la capacità di sintesi dello scrivente: vi assicuro che non è stato per niente facile…
SERGIO ROMANO: W LA GUERRA FREDDA!
La fine della Guerra fredda è stata una autentica iattura: questa la prima (sempre salutare) provocazione dell’ambasciatore Sergio Romano, lunedì scorso nella Sala storica della Comunale; e lo stesso dicasi per la completa disgregazione dell’URSS (che lui ha osservato de visu, essendo in quegli anni ambasciatore italiano a Mosca). Non vi bastano queste due provocazioni, ovviamente ben documentate da Romano? Ecco che il novantenne saggista ed editorialista del Corriere della sera ne tira fuori un’altra, che stupisce ancora di più chi è al suo fianco (anche perchè delle prime due già si aveva piena contezza): la riabilitazione, forte, della DDR, un qualcosa che da un conservatore (per sua stessa ammissione) mai e poi mai ci si aspetterebbe. Secondo l’ospite della Comunale, infatti, i cittadini della Germania dell’Est volevano sì che il Muro cadesse, desideravano più libertà (soprattutto di movimento) e uno stile di vita più occidentale, ma tutta questa voglia di unificarsi alla Germania federale non è che ce l’avessero (così come la Thatcher, Andreotti, Gorbaciov o molti stessi socialdemocratici tedeschi: ma era Helmut Kohl, a guidare le danze).
Per arrivare all’oggi, in cui per Romano c’è una drammatica crisi della democrazia rappresentativa (tema del suo ultimo pamphlet “L’epidemia sovranista Origini, fondamenti e pericoli”, edito da Longanesi), crisi che si concretizza nei sovranismi, le cui domande inevase resteranno anche nel caso in cui gli stessi si dovessero esaurire o comunque fare riassorbire (ed anche qui, Romano punta su due motivi, cari alla Sinistra, per spiegare il fenomeno: la crescita delle diseguaglianze reddituali, nonché la iperfinanziarizzazione della Economia).
Sorprendente, spiazzante, scintillante nella brillantezza dell’eloquio, Sergio Romano – per la prima volta in Comunale, dopo le tante lezioni tenute fino a qualche anno fa a Scienze politiche chez Giovanni Buccianti – in 40 minuti ha squadernato questi 30 anni che ci separano da quel 9 novembre 1989: “giorno in cui tutti quanti si ricordano dove erano e cosa facevano” (lo scrivente no, sic!), è stato l’incipit della sua lectio magistralis. Di altre tematiche, scriveremo in futuro, avendo preso appunti in abbondanza: più che doverosi, in questo caso.
Concludiamo con una riflessione, che abbiamo anche sottoposto ai presenti in Sala storica: nel gennaio 2003 (Governo Berlusconi), dopo le dimissioni del Ministro degli Esteri Renato Ruggiero, si parlò di Romano come possibile Ministro degli Esteri, ma poi la cosa non andò in porto; a chi scrive, quel Governo piaceva ben poco, però va riconosciuto che già il fatto che si potesse parlare di creare Ministro Sergio Romano – vista la comparazione con l’attuale titolare del dicastero degli Esteri – va sottolineato, e bene…
L’ALLUNAGGIO, 50 ANNI DOPO
Martedì è stata la volta della Luna: lo scrivente, all’inizio dell’incontro, ha dato un po’ di contestualizzazione storica sull’evento (da inserirsi al 100% nel contesto della Guerra fredda, di cui è un lascito senz’altro positivo), poi spazio ad Alessandro Marchini, il quale ha da par suo spiegato – con rigore scientifico e genuina passione da astronomo – tante cose: l’allunaggio, certo; ma anche il ruolo delle eclissi, il futuro del rapporto uomo-Luna (la quale potrebbe diventare una base d’appoggio per arrivare verso Marte), et multa alia.
Soprattutto, in un’epoca di negazionisti e di terrapiattisti, Marchini ha voluto sottolineare con determinazione la certezza scientifica dell’evento di quel luglio 1969, piccolo passo per l’uomo, grande per l’umanità: a chi obietta questo e quell’altro cavillo, oltre alle risposte della Scienza (gli specchi, per esempio), si potrebbe aggiungere il mero buon senso. Decine, anzi centinaia di persone a lavorarci sopra, e 50 anni di distanza: possibile che, in tutto questo lasso di tempo, nessuno si sia mai credibilmente proposto come gola profonda, dicendo che era tutto un bluff organizzato dalla Nasa e magari girato da Stanley Kubrik? Ed ancora, tornando alla sopra citata Cold war: se fosse stata una bufala a stelle e strisce, avete mai pensato la gioia irrefrenabile dei sovietici nel potere presentare al mondo la grande fake new servita dai loro antagonisti? Dopo lo Sputnik (1957) ed il primo uomo sullo spazio (Yuri Gagarin, 1961), Mosca avrebbe vinto ancora, inanellando un tris fenomenale.
Un grande passo dell’umanità, a 50 anni dall’allunaggio, sarebbe quello di tornare a pensare con la propria testa, ragionando a partire dai fatti…
COSIMO I, UN DITTATORE (ILLUMINATO?)
E siamo a mercoledì, allorquando a scendere nell’agone della Sala storica sono stati Ettore Pellegrini – che ha rievocato i passaggi salienti dell’Assedio di Siena tra il 1554 ed il 1555 (molto interessante la rievocazione dell’attacco a sorpresa dei fiorentini la notte del 26 gennaio 1554, con una Siena che ballava sul Titanic, invece di rendersi conto di ciò che stava accadendo in quella freddissima notte di gennaio) -, Giovanni Mazzini – il quale ha parlato della riottosità di parte della popolazione senese nel predisporre i preparativi della grande Caccia con i tori che si sarebbe dovuta tenere in onore dell’ingresso in Siena del trionfatore Cosimo I dei Medici nel 1560 (ma va detto, ad onor del vero, che balli, canti e feste ci furono, eccome) -, e l’augusto padre.
Il quale ha delineato un quadro che, per intanto, rinvigorisce la figura di Cosimo I, e ne esalta le capacità di governo: in generale (a parte qualche più che verosimile ruberia fiorentina…), ed anche nel complesso, e non scontato, rapporto fra vincitori e vinti, peraltro effigiato nel bronzo del Gianbologna in Piazza della Signoria. Cosimo fu feudatario di Siena, non dominus assoluto, avendo ricevuta la città da Filippo II Re di Spagna; e da feudatario si comportò, con durezza ed accortezza ad un tempo.
Postilla finale, venuta fuori appunto alla fine della relazione dell’augusto padre: un accordo segreto fra francesi e Paolo IV (Carafa, Papa dal 1555 al 1559) prevedeva che Siena dovesse passare sotto il dominio papale. A pensarci bene, tutto sommato, forse non è andata solo male, in quel 1555 (Paolo IV è il Papa che crea l’Indice dei libri proibiti, tanto per dirne una); e, di certo, poteva andare parecchio peggio: se non nell’hic et nunc di metà del XVI secolo, nel lungo periodo successivo…
Ps 1 In settimana, ci ha lasciati Claudine Auger (aveva 78 anni, è morta a Parigi): bond-girl, davvero strepitosa, in “Agente 007-Operazione tuono”; la sua sequenza in bikini sulla spiaggia, gareggia a pieno titolo con l’uscita dal mare di Ursula Andress, altra memoranda bond-girl. Nel 1958, la Auger giunse seconda a Miss Mondo, per dirne un’altra. C’è poco da aggiungere.
Ps 2 “Scusi, lei è favorevole o no?”, anno Domini 1966 (riproposto ieri sera da Rai Storia): un Alberto Sordi – anche regista – che, pur non smarcandosi dal suo abituale ruolo anche stereotipato, ci offre una satira irresistibile dell’ipocrisia catto-papalina dell’Italia che si avvicinava alla Legge sul divorzio (1970). Un’ipocrisia catto-papalina purtroppo ben lungi dal morire, peraltro, anche in questo 2019.
Ps 3 Nessuna rubrica scolastica, questa domenica (siamo in vacanza, no?); ma una gran brutta notizia, quella sì, purtroppo: la collega, in pensione, Giuliana Fanetti ci ha lasciato, una settimana or sono; docente di Religione, e soprattutto presenza sempre attiva e dinamica all’interno della Cecco Angiolieri. Fu anche responsabile dell’antincendio, e potete immaginare quante volte l’abbia presa in giro sul fatto che, in questa città, era meglio evitare il connubio fra cattolici ed incendi…era, tra l’altro, una persona a mio modo di vedere incapace di pensare male degli altri, cosa non scontata in nessun ambiente. La terra, davvero le sia lieve.
Ps 4 Cadeau natalizio dello scrivente: mercoledì 25, ore 10 in punto all’esterno di Porta San Marco (Piazzale Marcello Biringucci), con qualunque condizione atmosferica, ovviamente gratis (tante volte qualcuno avesse avuto il dubbio); chi vuole, potrà godersi 75 minuti di intensa camminata senese-culturale (argomento? Top secret: sorpresa natalizia), con lo scrivente a fare da cicerone. Passo almeno medio, ma con pietas natalizia per chi è un po’ più lento. Dopodiché, doccia e tutti ad ingozzarsi…
Anche voi amate a tal punto la Germania che preferireste fossero due? Non escludo che vi sia una percentuale di ostalgici ma leggete “Il muro di Berlino” di Frederick Taylor e poi ne riparliamo.
Caro instancabile Eretico, nel farle gli auguri vorrei cercare di saperne qualcosa di più: io il 25 mattina per lunga abitudine non mi muovo da casa neanche con le cannonate, ma se l’itinerario fosse particolarmente stimolante, vista la bella giornata annunciata dal meteo, potrei fare una eccezione…
Off topic: ho letto Il professor Ugo Popolizio”. Ora non voglio rubare altro spazio, ma posso dire che è un romanzo di denuncia, a tratti irresistibile. La descrizione della gita scolastica a Lucera l’ho dovuta interrompere dalle risate, pensavo di sentirmi male.
Caro amico, per intanto mille grazie dei complimenti: se ti ha fatto (anche) ridere, mi fa piacere, a maggior ragione che ormai è provato scientificamente che fa bene assai alla salute.
Quanto alla “Passeggiata del Presidente”, devo mantenere il riserbo, ma ti posso assicurare che l’argomento è di grande interesse: municipalistico ed internazionale ad un tempo. E ti confermo che la mattinata natalizia dovrebbe essere davvero aprìca, dunque ti aspetto: puntuale, eh, perché poi tutti abbiamo da farci la doccetta ed andare ad ingozzarci per l’orgia ipercalorica di rito. Questo è il Natale, no?
L’eretico
https://www.sienanews.it/toscana/siena/de-mossi-siena-mandato/
Lui Mossisi da cause e tribunali
convinto,cosa facile la fossi
di smagagnar sienina da su’ mali
volea sanar cimurri febbri e tossi
molto si prodigo’ pe’ le contrade
pe’ palii vinti da’ cavalli scossi
chissa’ quale sara’ delle tre strade
quella che ‘ mbocchera’ dopo natale
se resta si dimette oppure cade
certo par abbia fatto i conti male
quella serata ‘n casa dei tassisti
quando parti’ pe’ i’ fronte elettorale
battaglia ha perso co’ soldati tristi
con i morale a terra e sfiduciati
e co’ ufficiali inetti e opportunisti
di poi si sono visti i risultati.
la truppa un l ha saputa motivare
ma l’ ufficiali ,lui,l ha nominati
su’ questo ha poco da recriminare
s’ ora si sente come a caporetto
un faccia come cadorna ebbe a fare
ed ai su’ sbagli faccia i peso netto
e poi riparta con nuovi ufficiali
che siano gente dall animo schietto
di cambiamento dia veri segnali
e se di strategia cambia la chiave
se smette di pensare solo ai pali(i)
potrebbe riparti’ come da i’ piave.
berebe’ berebe’ berebe’ nana’
ps. Raffa, bada che prima del Carafa, il primo indice , per la diocesi di venezia l avea digia’ redatto i’ Della Casa ,quello del galateo, che poi fu’ nominato segretario di stato proprio dal Carafa,ergo l indice probabilmente , doveva essere una sua ideuzza, anche nel patto segreto tra francia e papa potrebbe esserci il suo zampino( essendo segretario di stato del papa) .
La fine era, o sotto il fiorentino Cosimo a mezzo spagna,o sotto il papa ( grazie agli inghippi d un altro fiorentino ,il Della Casa) a mezzo francia,
terza possibilita? La sublime porta.
Carafa fu’ quello che, sottraendo alle diocesi la giurisdizione sui casi d eresia,centralizzo’ il sant’ uffizio,con lui areste fatto un bel chiappo ,semmai.
A Cosimo vi toccherebbe di ringraziallo.
Il vostro cervello v arebbe ficcato in bocca al papa ……o ai turchi.
Da ghibellini a stiavi del papa , oppure meglio mi sento, col muezzin in cima alla torre del mangia.
Pietro aretino battezzovvi pinchelloni … esagerava???
mmaaahh
Manunta, grazie del link. Devo dire che per la prima volta De Mossi mi è piaciuto. Sia sul contenuto che nei modi. Ora si adoperi nell’operare secondo gli indirizzi che ha esposto. Ho sentito anche l’intervista: mi son piaciuti i modi. Mi pare gli si debba riconoscere l’intelligenza di aver capito che la gente si sta stancando davvero quel modo di far politica urlante e dai toni duri tipici del grillismo prima e del salvinismo melonismo attuale (eredità del celodurismo bossiano). La gente vuol vedere i fatti.
PS$: Auguri a tutti e buona passeggiata. Alle 10 io in genere mi rigiro a letto dall’altra parte. Odio svegliarmi presto ed amo fare tardi. Bella vita, a qualcuno doveva toccare no? Pranzo di Natale? Nessun strafogo, mangiare normale come tutti i giorni; perché è obbligatorio riempirsi di calorie e proteine solo perché è Natale? semmai faro il mio dovere minimo di buon cristiano andando la sera a Messa. Poi la sera tombola a sfinimento e divertimento.
Segue PS4 per le girate c’è tempo la sera tardi che c’è meno inquinamento e Siena ha un’ atmosfera più affascinante e romantica. Se fa freddo meglio che si smaltisce più calorie, basta coprirsi. Qualcuno ha criticato le luci sul Palazzo Comunale; a me piacciono. Se è buio qualcuno si lamenta, se c’è un tipo di luce natalizia un po’ diversa, non va bene lo stesso, insomma accontentare tutti non è mai possibile.
A proposito dei Medici, mando come al solito un mio sonetto, tratto da ww.ilpalio.org. Buone Feste.
Archivio di Stato di Siena: Domenica 15 e Mercoledì 18 dicembre 2019, in occasione del cinquecentesimo anniversario della nascita di Cosimo I de’ Medici, il Comune di Siena, con il contributo del Consiglio regionale, ricorda la figura del primo Granduca di Toscana attraverso un programma di eventi (visite guidate e approfondimenti) che ripercorrerà i suoi rapporti con la città nel delicato passaggio tra la caduta della Repubblica e i primi decenni della dominazione medicea.
Cosimo I
A me i Medici un mi so’ mai garbati,
questo Cosimo poi meno di tutti
perché da lui si venne assoggettati
e inflisse a Siena tanti gravi lutti.
Va bene che tant’anni so’passati,
ma io ripenso a que’ momenti brutti
dei senesi che furono assediati,
i nostri muri vennero distrutti
ed affamata tutta la su’ gente.
Costruì, poco fòri di città,
una fortezza davvero imponente,
oggi ci si respira l’aria bòna,
lui però ce la fece fabbricà
perché era Firenze la padrona.
Firenze che conquista Siena? Due servi della Spagna. Se dovevamo andare sotto a qualcuno forse sarebbe stato meglio andare sotto i francesi culturalmente molto più avanti ed in espansione territoriale r strategica. La Spagna dopo pochi decenni avrebbe avuto un’involuzione culturale economica e strategica. Dopo il Rinascimento era destinata a diventare, tranne Venezia, schiava dello straniero. Il secolo XVII è stato il peggiore, salvo poche eccezioni, in tutti gli aspetti per l’Italia, da essere il faro della cultura europea finirà per divenirne la cenerentola. Quindi sia Firenze, sia Siena dalla metà del 1500 ormai contavano quanto il due di picche.
E anche quest’anno è passata la festa dell’ipocrisia. Da domani si ritorna alla solita vita. Dopo la grande mangiata natalizia (io no), il solito discorsino buonista del Papa, a vedere al cinema il film buonista con una lacrimuccia per i migranti (io per niente), si ritorna alla solita vita. E non illudetevi per il 2020, Leopardi insegna. Intanto i nostri terremotati passano l’inverno sempre al solito scomodo posto, ma sono stati appena nominati, loro non fanno tendenza. Avanti con l’ipocrisia tanto non costa niente.
Sarà per le paure subite durante la guerra al solo sentir parlare tedesco o dei tedeschi ma io la Germania la preferivo divisa in due,anzi,meglio in quattro(nord-sud e anche est-ovest),perché 80 e passa milioni di tedeschi riuniti saranno sempre un pericolo per la pace europea.Esagero in pessimismo?speriamo che sia così.Pericolosa idea la mia e non umanitaria?Forse lo spirito tedesco ha dato prova di umanità nella Storia? Certamente gli equilibri politici mondiali oggi sono diversi da quelli degli anni venti del secolo scorso ma la voglia di imperialismo rifà capolino anche in una Europa dove quella del nord mal sopporta quella del sud ( brexit non dice nulla ?,e lo strapotere economico tedesco attuale?).
Il lupo perde il pelo ma non il vizio…
Buon Natale e Buon anno nuovo a tutti
Sono d’accordo non al 100%, mal al 200%. Da quando la Germania è unita l’Unione Europea è andata in crisi. E pensare che se non ci fosse stata la riunione la sora Angela Merkel sarebbe ancora nella Germania dell’Est a svolgere l’attività di anonima funzionaria del partito democratico (comunista) tedesco. La grassa walkiria era anche una comunista; camaleontici questi sinistrorsi!
Anche Mussolini era socialista. Camaleontico sinistrorso anche lui. A parte questo, io credo che l’odio viscerale che molti nutrono verso la Germania dipenda anche dalla profonda invidia e da un certo complesso di inferiorità che a livello di subconscio nutriamo verso una nazione capace di essere uscita distrutta dalla seconda guerra mondiale ed oggi è leader economico mondiale, grazie ad una grande organizzazione e lungimiranza, nonché un notevole senso civico della sua popolazione che noi ci sogniamo. Dovremmo prenderli ad esempio sotto molti aspetti.
La superiorità dei tedeschi viene accampata da diversi storici. Frederick Taylor nel suo “Il muro di Berlino” sostiene che la DDR era la più avanzata delle nazioni al di là della cortina di ferro pur costituendo una nazione dimezzata. A noi la cosa può non convenire, probabilmente non ci conviene riconoscerlo ma una cosa è la verità ed un’altra la nostra convenienza.
Caro professore permettimi un altro fuori tema per raccontarti la notte di Natale per miei 25 anni di matrimonio. Come promesso:
La sala per la cena era ampia con un tavolo in abete con prolunghe per 16 persone e una vetrina primi novecento. L’albero era accanto il presepe, vicino, il camino con un grosso ceppo acceso. La tovaglia bianca. Ci siamo seduti alle 21 e abbiamo iniziato con gli antipasti misti, salmone, uovo, noci ecc. Poi tagliolini al tartufo . Pesce arrosto con patate…Dolci, vino e vinsanto rigorosamente della casa. Alle 2300 è stata messa la musica e tutti a danzare, con valzer, tango, insomma tutto il liscio immaginabile.
Le coppie si scambiavano continuamente, finché il cugino, grande danzatore delle feste dell’unità, ha intercettato la mia dolce metà. Hanno iniziato un ballo figurato e piano piano tutti ci siamo messi a sedere. Gli ultimi tre brani, Romagna mia, il valzer della povera gente e tu scendi dalle stelle, sono stati un tripudio di applausi… Lei con quel vestito verde scuro e lui giacca blu con pantaloni color ghiaccio… bellissimo.
Tornati nella casa dei nonni per dormire lei mi ha domandato.
_” che hai pensato di me?”
io -” Ad ogni giro di valzer ho rivisto tante volte quando scendesti dal pulman .”
lei -“Già quell’abito verde!… Quando mi lasciasti a Firenze solo con un numero di telefono. Cominciai a domandarmi, forse non ero adeguata o forse ero vestita male?… Nei giorni che seguirono era diventato un tormento. Vidi quell’abito in un negozio di alta moda. il prezzo era due milioni di lire, rifinito per indossare in in 48 ore. Accettai…. Telefonai e partii con il pulman. Alla fermata di Volterra ti vidi con quegli occhi spalancatati . Cessò l’ansia, mi sentii serena…..”
io -” avevo solo quel numero di telefono. Il babbo, alla morte della mamma, lasciava spesso la casa del Valdarno e passava interi periodi dal fratello… Mio cugino mentre partivo per incontrarti al pulman mi dette ulteriori duecentomila lire. “Con certe donne non si sa ma quanto si spende” ”
lei -” Tuo cugino con certe donne!!….. Ma con certe altre, ha idee diverse… Il mazzo di rose sul cesto di melagrane che lasciato per noi in camera?… Le rose sono la bellezza femminile , le melagrane: La saggezza, la temperanza e la fedeltà. ”
Poi mi guardò con quegli occhi verdi resi dolci e profondi dalla velatura del tempo.-” sono felice perché ho scelto il compagno che il destino un giorno mi fece incrociare”
Saluto tutto il blog buone feste e felice anno