Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Nitti, Camilleri, Borrelli (e Heller nonché De Crescenzo) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Nitti, Camilleri, Borrelli (e Heller nonché De Crescenzo)

Consueto appuntamento settimanale con la rubrica cultural-domenicale del blog, all’insegna del cosiddetto “coccodrillo” (almeno tutti sui novanta, via): si parte però con il centenario del Governo di Francesco Saverio Nitti, ingiustamente caduto nel dimenticatoio della Storia italica (cercheremo di spiegare il perché); per poi iniziare la lista dei necrologi con la scomparsa di Andrea Camilleri, il demiurgo del commissario Montalbano; andato in ferie “L’angolo del prof”, c’è spazio oggi anche per ricordare il magistrato milanese Francesco Saverio Borrelli, scomparso ieri. Infine, qualche parola su altre morti eccellenti della settimana: Luciano De Crescenzo e Agnes Heller.

Domenica essendo, buona lettura a tutti, dunque!

IL GOVERNO NITTI, UN’ESPERIENZA DA RIVALUTARE

Eccoci di fronte se non ad un gigante, di certo ad un intellettuale (economista) fattosi uomo politico e di Governo, del tutto dimenticato dall’Italietta nostrana (facile capire il perché: non aveva un gran Partito dietro, e le figure dei suoi due principali antagonisti – Mussolini e D’Annunzio – erano troppo più affascinanti, rispetto a quella del mite e competente economista e meridionalista).

Primo appartenente al glorioso Partito radicale ( anteriore a quello del dopoguerra) a divenire Primo Ministro, la sua esperienza durò poco più dello spazio di un mattino: dal giugno del 1919 al giugno del 1920, allorquando Nitti fu travolto dalla dannunziana impresa fiumana (che si protraeva dal settembre del 1919) e dalla virulenza degli attacchi concentrici da Sinistra e da Destra (si era nel pieno del biennio rosso, giova ricordare).

Ebbene, Nitti aveva capito molto del Mezzogiorno italiano (lui, lucano formatosi a Napoli), che i sabaudi avevano gestito come colonia tanto economica quanto elettorale (senza andare lontano, si pensi a Giolitti, di cui peraltro Nitti era stato consulente), senza però mai indulgere nell’autoassoluzione tipica del facile meridionalismo alla Pino Aprile, per citare un coevo nostro. Nitti avrebbe voluto – fra le tante cose – nazionalizzare le risorse idroelettriche, e fu il “Keynes italiano” anche nel prevedere che la pace cartaginese imposta alla Germania dai vincitori (Francia in particolare) avrebbe portato a nuovi focolai (che lui vedrà, morendo nel 1953, a Roma).

Antifascista convinto, dopo il “discorso del bivacco” del neo-insediato Duce, non fece opera di realpolitik come tanti altri pur nobili antifascisti (rivedasi Giolitti): se ne andò dall’aula, e poi dall’Italia, divenendo a Parigi un autentico magnete di teste pensanti dell’antifascismo. Del migliore antifascismo.

Triste la sua sorte: in quante città d’Italia, ci sono strade a lui dedicate? Poche, e non servirà a niente il centenario del suo Governo. Per noi, Nitti rappresenta l’Italia migliore: quella infatti che al potere non va mai; oppure, una volta arrivataci, dura non più di un annetto…

ANDREA CAMILLERI, IL SUCCESSO A 70 ANNI

Come per Luciano De Crescenzo – di cui si parla sotto -, anche per Andrea Camilleri forse la prima cosa da notare è l’ibridazione fra cultura alta e cultura considerata bassa: per De Crescenzo a livello di divulgazione filosofica, per Camilleri a livello letterario, romanzesco; premesso che di lui lo scrivente ha letto pochissimo, ed anche che si è trascorso non più di qualche mezz’ora televisiva davanti alla saga di Montalbano, fra le tante cose vergate in settimana da insiders, ci piace pubblicare parte di una lettera di un lettore ad Aldo Cazzullo (Corrsera di ieri, pag. 33), perché ci sembra cogliere il nocciolo del caso letterario impersonificato da Camilleri (arrivato al successo nel 1994, alla soglia dei 70 anni!).

A proposito di Montalbano, tale Maria Del Sano per l’appunto scrive: “Libero da impegni familiari, relazione affettiva profonda con una bella donna ma tenuta residente ben lontana, relazioni affettive ma fugaci con belle donne vicine, pranzo al ristorante con ottima cucina, cena pronta dalla fedele quanto brava cuoca, residenza vicino ad uno dei più bei mari del mondo, e potrei continuare”.

Merito di Camilleri, dunque, l’avere creato un personaggio in cui pochi si potrebbero davvero identificare, a lui paragonandosi; ma in cui quasi tutti (certo, pubblico dei maschietti in particolare) proiettano i loro desiderata esistenziali, il tutto con un pastiche linguistico-dialettale certamente originale e a suo modo brillante. Ipotesi di un successo, piuttosto plausibile. Chapeau alla lettrice, ed ovviamente a Camilleri.

FRANCESCO SAVERIO BORRELLI

“Ha servito la Repubblica”, è stato autorevolmente detto di lui, nel momento del primo ricordo; ma ovviamente, come per tutte le figure che amministrano la Giustizia nel Paese degli eterni guelfi e ghibellini (a prescindere dai fatti), la sua figura diventa divisiva: esaltata dal Fatto, condannata dalla stampa berlusconiana (e dai familiari dei condannati, guarda un pochino il caso).

Chi ha lavorato con lui (non solo il famoso pool, egemonizzato da Di Pietro) ricorda soprattutto un suo pregio: faceva lavorare – invece che fare insabbiare – i suoi Pm, e li sapeva difendere con vigore dagli attacchi esterni (soprattutto quando smaccatamente di parte).

Uomo di cultura (amava la musica classica, in particolare), gli va riconosciuto un altro merito: quello di non essere entrato in Politica, neanche quando aveva il vento decisamente in poppa.  Unico cedimento al narcisismo individuale, una famosa copertina del Venerdì di Repubblica, illo tempore, in veste di cavallerizzo. Noi, visto ciò che passa il convento oggi (a partire dalla Magistratura stessa, dai Palamara in giù o su), francamente ce la sentiamo di perdonargliela, quella lontana scivolata vagamente bonapartista…

Ps 1 Fra i vari lutti della settimana, ci ha lasciato anche Agnes Heller (90 anni): figlia di un deportato ad Auschwitz, allieva di Lukàcs, filosofa marxista (in modo autonomo, per taluni financo eretico), poi approdata a posizioni liberali (con veemente polemica sull’Islam integralista, tra l’altro), infine- tornata dall’Australia nella sua Ungheria – critica del potere autocratico di Orbàn. Nel 2016 (a Danilo Taino, Corriere della sera), aveva detto, dopo tanti decenni di riflessione sulle modalità di manifestazione del Potere: “Cambiano i modi in cui il potere si manifesta, ma la sostanza tende a restare uguale”. Come darle torto? Una curiosità, infine: nisi fallor, con una tesi proprio sulla Heller, si è laureato il Governatore Enrico Rossi, a suo tempo…

Ps 2 Se ne è andato anche Luciano De Crescenzo, anch’egli avanti assai con gli anni (classe 1928): napoletano veracissimo – ma con cittadinanza onoraria di Atene per i suoi scritti sulla filosofia greca – è stata figura davvero originalissima, all’interno del panorama culturale italiano. Ingegnere, 20 anni alla IBM, poi libri su libri (divulgazione filosofica e napoletanità antropologica, in prevalenza), nonché cinema e tv (con Arbore e la Laurito: epifanie memorande).  Il suo peccato maggiore? Essere stato capace di rendere fruibili e godibili i pensatori greci (in particolare Socrate, il suo preferito), disarcionadoli dall’esoterismo di gran parte del mondo accademico: peccato davvero mortale, per Zeus!

Ps 3 Chiudiamo con una bella notizia: il quadro “Il vaso dei fiori”, dell’olandese Jan van Huysum (uno dei più noti autori di nature morte del Settecento olandese), torna in Italia, in particolare a Firenze; la vicenda è stata lunga e travagliata, e non stiamo qui a sintetizzarla: constatiamo solo che, una volta tanto, l’happy ending ha trionfato.

21 Commenti su La domenica del villaggio: Nitti, Camilleri, Borrelli (e Heller nonché De Crescenzo)

  1. Quello di San Marco scrive:

    giusto Nitti ma pensa alla ‘dimenticanza’ dei 550 anni di Machiavelli!

  2. A.B. scrive:

    Io penso esistano due tipologie di scrittori, quelli naturali, che sentono fin da giovani l’esigenza di esprimersi e di raccontare tramite la scrittura, senza debiti nei confronti di coloro che li hanno preceduti, e gli scrittori di ritorno, quelli che arrivano alla scrittura in maniera tardiva, dopo una vita dedicata alla professione. I geni e gli innovatori fanno senz’altro parte della prima categoria, da dove origina la grande letteratura. Camilleri era invece un rappresentante della seconda, una vita professionale dedicata ad assorbire e rielaborare capolavori letterari e maestri del giallo ed un’ultima fase della vita nella quale con la scrittura ha fatto fruttare quanto rielaborato in precedenza. Nel suo caso però c’ha anche messo del suo, inventando un linguaggio che con equilibrismi incredibili, pur sembrando dialettale, riusciva a rimanere comprensibile per tutti, da courmayer a mazara del vallo. Io non sono mai stato un super appassionato di Montalbano, ma la serie ottocentesca (stagione della caccia, concessione del telefono e birraio di preston) è a mio parere una lettura talmente piacevole, tra il giallo, la ricostruzione storica della Sicilia post unitaria e la comicità (raramente mi è capitato di ridere a crepapelle leggendo tra le facce attonite dei compagni di scompartimento), da rasentare il capolavoro. Quelli, caro Eretico, dovresti leggerli, solo così potresti capire cosa si nasconde dietro al fenomeno Camilleri.

    • cherubino scrive:

      Concordo in pieno sulla “concessione del telefono” e, soprattutto, sul “Birraio di Preston” di cui ho potuto anche (un po’ di tempo fa) apprezzare un’ottima rappresentazione teatrale… comicità eccezionale, fine ed elegante e affresco della società Siciliana post unitaria superbo.

  3. Gabriele Maccianti scrive:

    Nitti meriterebbe una rivalutazione, concordo. Sarebbe però opportuno ricordare (in rapidissima sintesi) il principale motivo per il quale inciampò: la sua apertura di credito politico ai socialisti non fu colta dai destinatari – salvo i riformisti, in minoranza – convinti com’erano di andare al potere in breve tempo, e scontentò assai il mondo liberale al quale bene o male apparteneva, finendo così per trovarsi isolato.
    L’incapacità degli uni e degli altri (presunzione rivoluzionaria per i primi ed eccessivo conservatorismo per i secondi) nel cogliere quanto fosse cambiata l’Italia durante la guerra contribuirono alquanto alla fine del regime liberale.

    Quanto a Camilleri (del quale confesso di non aver mai letto un suo libro) in un’intervista raccontò di aver assistito a un Palio (nel Montone, credo luglio 1973. Forse era ospite del maestro Fulvio Bencini, che aveva realizzato un dramma su Santa Caterina che la Rai (dove lavorava Camilleri) trasmise in quel periodo. Se qualcuno (Alberto Bruttini, per esempio) ne sa di più di questa storia, si faccia avanti.

    • manunta scrive:

      Camilleri agli storici di sienina interessa perche e’ stato ospite d un palio nel pecoro, e tutti voglion sapere cosa disse bevve mangio’ e caco’ in tal occasione.
      Incastrarci poi santa testina secca , una vera ciliegina, la terra il sole la galassia l universo intero ruotano attorno al poggiolo sul tufino ,che lo si sappia perbacco.
      Sta’ agli storici far si che i sanesi ne conservino memoria.

      Grotteschi ridicoli patetici , Ghigo Tozzi vi prese troppo sul serio.
      Vedrai era del vostro stampo un ce la fece a zoommarvi.

  4. Marco Burroni scrive:

    Per la divulgazione della filosofia hanno fatto più certi libri di De Crescenzo che migliaia di professori di Liceo (che infatti troppo spesso lo snobbavano e lo sconsigliavano). Ma fu anche il primo a divulgare l’informatica in televisione, oltre ai miti greci; mancherà un personaggio multiforme e genialoide come lui.

    Camilleri invece non credo che resterà, anche se ha prodotto ottima letteratura popolare non credo sarà letto ancora tra 30 o 40 anni; la serie di Montalbano non mi è mai piaciuto più di tanto, molto meglio certi romanzi storici come “Il birraio di Preston”, “la mossa del cavallo” o il grottesco “La presa di Macallè” dove secondo me ha espresso il meglio del suo talento.

    • VEDO (di nuovo) NERO scrive:

      Penso che verranno ricordati ambedue. Pensiamo all’attuale panorama letterario italiano. Per fare un esempio, rispetto ad un iperletto Moccia i due sono giganti.

  5. Beppe scrive:

    Andrea Camilleri, santificato da buona parte della stampa italianae dalla TV , è stato senza dubbio un uomo di cultura, che ha raggiunto la notorietà in età avanzata grazie a una fortunata collana di storielle poliziesche, tradotte in un serial televisivo molto seguito, del tipo Il tenente Colombo,Il tenente Sheridan, l’ispettore Derrick ecc. . Accostarlo a Sciascia, Verga, Capuana, Brancati ecc. è per lo meno irriverente.

    • Eretico scrive:

      Caro Beppe, tante volte ci fossero dei dubbi: concordo in toto con la tua opinione; non a caso, gli autori da te citati li ho ben letti (purtroppo, mai abbastanza, e ti aggiungo De Roberto, per restare in Sicilia), Camilleri invece no. Ha ragione anche “Vedo (di nuovo) nero”, ma se la pietra di paragone deve essere Moccia, al buon Camilleri piacerebbe vincere troppo facile, no?

      Su Nitti (per Gabriele): l’apertura ai socialisti di Nitti, in continuità con quella pregressa di Giolitti, non fu colta, ma la colpa di chi fu? Erano tempi in cui non andava bene, ai socialisti che si avvicinavano non a caso a Livorno, neanche uno che voleva nazionalizzare l’acqua, sic…

      Su Enrico Rossi, infine: mi ero persa la sua intemerata social sull’assoluzione di Baldassarri, sic; temo che dovremo tornarci, in settimana…

      L’eretico

      • A.B. scrive:

        Caro Eretico, quindi dopo aver letto Montanelli, la Fallaci, Malaparte o Tozzi non dovremmo leggerti?

        • Eretico scrive:

          Caro A.B., che ti devo dire? Fai pure tu…
          Tra l’altro, in questa sede io (uno, nessuno e centomila) scrivo in qualità di blogger (non di scrittore, o, ancora, di giornalista), a differenza di tutti coloro – grandissimi, ognuno a modo suo – che hai testé citati.

          Ad majora, l’eretico

          • A.B. scrive:

            Parlavo dell’Eretico scrittore ovviamente, ottimo senza dubbi, ma applicando il tuo schema di ragionamento ci vorrebbero otto vite per arrivare a leggerti. Tra l’altro dato il riferimento pirandelliano, ti ricordo (molto bonariamente) che in una delle tue centomila versioni, quella istituzionale bibliotecaria, affermare di non aver letto Camilleri in quanto autore minore, non è proprio il massimo.

          • Eretico scrive:

            Caro A.B., il caldo lo sentiamo un pochino tutti, ma dove avrei scritto che Camilleri è “un autore minore”, di grazia? Non l’ho letto, perché nel mio pantheon ho ritenuto di dare la precedenza ad altri, ma mi sembra di avere tutt’altro che criticato, tantomeno demolito, il buon Camilleri, lievissima gli sia la terra.

            Grazie, poi, a Silvia Tozzi per la segnalazione su Nitti: inutile per me (avevo preso spunto anche da quel pezzo, per il mio piccolo contributo), ma senz’altro ottima per tutti i lettori.

            L’eretico

  6. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    Ho un vago ricordo di quella famiglia di siciliani che accompagnò Fulvio Bencini alla cena della prova generale del ’73. Ascoltò con interesse (?) le canzoncine che cantavamo lo Zambesi, Gianni ed io alle scale dei Servi.
    Poi tutto svanisce.

    Credo avesse scritto la prefazione al primo dei libretti del Bencini, ma anche qui tutto svanisce.

  7. Paolo Panzieri scrive:

    Confesso di non aver letto nemmeno io un libro di Camilleri, ma prima ho intenzione di farlo. L’estate di solito aiuta….
    Sui telefilm, che avevo inizialmente quasi ignorato, sono tornato dopo aver sentito raccontare la Sicilia di Paolo Borsellino direttamente dal Dott. Luciano Costantini e devo dire che li ho apprezzati, soprattutto per l’ambientazione ed il contesto, più che per l’intreccio giallo, talvolta quasi inesistente.
    In particolare, però, mi è piaciuto il giovane Montalbano, quello con Riondino, invece di quello col super celebrato Zingaretti.
    Ormai devo essere un po’ eretico anch’io …
    Uno Zingaretti che ho pure intravisto l’altra sera a fare Montalbano con capelli e baffi, travestito – a mio parere con poca fortuna – proprio da Paolo Borsellino. Lasciamo perdere.
    Ma i telefilm di Montalbano (giovane e vecchio) rappresentano senz’altro un prodotto di grande qualità nel panorama televisivo attuale.
    E Zingaretti Montalbano batte lo Zingaretti politico almeno 5 a 0.

  8. Silvia Tozzi scrive:

    Nitti del tutto dimenticato? Forse è rimasto ancora in Italia qualche seme di quella sua cultura minoritaria ma preziosa, di vero liberale radicale. Nonostante le censure e le amnesie qualcuno ne parla. Per esempio, chi è intervenuto il 21 luglio scorso su invito della Fondazione F. S. Nitti, per parlare del ssuo governo nella ricorrenza del centenario, a partire dai luoghi d’origine. La villa dei Nitti ad Acquafredda di Maratea, donata dagli eredi alla regione Basilicata, ha ospitato l’iniziativa. Ne riferiva un articolo di Paolo Conti sul”Corriere della Sera” del 19 luglio: “Una vita per il Sud e per l’Europa. Rivive in Lucania la sfida di Nitti”.

    • A.B. scrive:

      Incuriosito dal prezioso commento e dai ricordi d’infanzia della meravigliosa Acquafredda, sono andato a cercare notizie e immagini di Villa Nitti. Dimora di impressionante bellezza. Mi fa l’idea che oggi Nitti sarebbe stato quantomeno additato come “radical chic” dai nostri governanti neopauperisti, ma più probabilmente, come capita ai politici che incautamente acquistano ville o casali, gli avrebbero dato direttamente del ladro.

  9. Silvia Tozzi scrive:

    Correzione: l’articolo su Nitti è uscito nel “Corriere della Sera” di sabato 20 luglio.

  10. manunta scrive:

    raffa converso e novello ( anzi stagionato) giustizialista lecca giudici innalza peana al sor borrelli e Panzieri mordacchiato ricorda la sicilia di Borsellino ma nessuno dei due ricorda che il 19 luglio 92 zompo’ in aria Borsellino e la sua scorta.
    I frutti dell operato di Borrelli gli abbiamo visti ,con l analfabeta funzionale di pietro a far da ariete nella demolizione della prima repubblica.
    I frutti di Borsellino NON li vedremo mai, i Borsellino nella magistratura
    italiana non fanno scuola ,i palamara e i borrelli si.
    Dopo la commentessa retoricamente risibile del raffa sul caso Fontani,non si potevan avere dubbi ,viva sempre i magistrati italiani salvezza del paese.
    Viva chi nel caso Rossi decise di non acquisire immediatamente tabulati telefonici , e le riprese video di tutte le telecamere di rocca salimbeni.
    E qualcuno ha detto che la giustizia a sienina funziona come un orologio,
    Chi l ha detto????
    Provate a chiederlo al Fontani se nel suo caso ha funzionato come un orologio.
    Raffa ormai in discesa senza freni col motore in … folle.
    Posa il fiasco raffa un lo reggi ,in selvina datti alla perrier

    • Paolo Panzieri scrive:

      Caro Manunta,
      cerca di capire quello che leggi, pesa le parole, invece di far sempre polemica per la polemica e basta.
      Il Tribunale di Siena oggi, e non quando sono iniziati questi tre annosi processi, “funziona quasi come un orologio”, ho detto.
      Cosa vorrà dire mai cotesta locuzione? Che come tempi (orologio, hai presente?) adesso (e non prima …) di regola (ricorda il “quasi”, perché esistono sempre margini di miglioramento) è una macchina che funziona.
      E lo dico dopo 30 anni di assidua frequentazione, quindi penso di poter esprimere un’opinione.
      Le decisioni, poi, possono essere sempre giuste o sbagliate, si sa.
      E’ la Giustizia degli uomini …
      Ma ci sono l’appello e la cassazione apposta.
      Ho detto anche – mi pare – che una giustizia tardiva è sempre e comunque ingiustizia.
      Mi parevano concetti semplici, quasi banali, … nazionalpopolari.
      Se non li condividi argomenta pure.
      Ne discutiamo come al Bar dell’Orso, tra amici.
      Io quello che penso dico (scrivo).
      Mordacchiato mai.

  11. VEDO (di nuovo) NERO scrive:

    Riflessioni (molto) personali su Nitti. Era una brava persona, nulla da dire. E’ stato sottovalutato, è vero. Meriterebbe quindi più considerazione, più ricordo. Detto questo pensiamo a come è ridotto il nostro Paese, dove ti volti trovi scandali, omissioni, tangenti. A quei tempi c’era confusione, certo, ma a me sembra che nella ragione o nel torto gran parte credeva in un ideale, ora tutto questo non esiste più. Gran parte dei personaggi politici di allora avevano una buona cultura di base, gli attuali spesso non sanno nemmeno usare un congiuntivo e la loro caratteristica è quella di urlare sempre contro a prescindere. A quei tempi le parti erano più nette ora non si sa più qual è la destra o la sinistra, Appunto la sinistra attuale è veramente figlia della gloriosa Sinistra, dell’antifascismo? In teoria dovrebbe essere vicina alle classi più deboli, in realtà sembra che viva in una torre d’avorio; solo proposte buoniste, ipocrite perché con la scusa di difendere i troppi migranti dimentica i sempre più numerosi cassaintegrati, disoccupati italiani ed intanto si tiene i privilegi dei suoi deputati e senatori. Caso limite di un ex Presidente, comunista convinto, che vive con uno stipendio da pensionato superiore addirittura a politici come Obama e Merkel senza che non abbia mai fatto una proposta per una congrua diminuzione, alla faccia dei pensionati normali che prendono molto meno di lui. Per non parlare di una post femminista che tuona a destra e manca e quando era presidente del parlamento ha fatto spendere soldi (nostri) per una scorta personale, attenta più a discutere per una sua grammatica personale che per i tanti seri problemi sociali che ci sono in Italia. Ora finalmente s’è tolta di torno e ci ha lasciato in pace con le sue menate grammaticali. Una sinistra divisa, tutti contro tutti. Gramsci si rivolterebbe nella tomba. E la destra? Io mi sono sempre aspettato poco da questa parte politica, ma attualmente una linea più coerente ce l’ha e con avversari politici del genere è facile prendere voti. Anche il parallelismo con il triste Ventennio è inopportuno, è una destra molto diversa da allora, il panorama politico è diverso. Consideriamo, infine, che il problema italiano è solo una parte della crisi morale e sociale europea, perché il bel sogno di un’Europa unita sta svanendo perché non mi sembra che anche gli altri Paesi ci credano veramente Germania Francia, per esempio, hanno stipulato trattati economici esclusivi tra di loro alla faccia di tutti. Insomma è proprio un bel casino. E la Russia, gli USA ed anche la Cina godono e sono pronti a colonizzarci definitivamente.

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