La domenica del villaggio: PPP, foibe, “Divorzio all’italiana”
Eccoci al consueto appuntamento domenical-culturale del blog, per celebrare degnamente la nostra Repubblica (come un grande vecchio del giornalismo italiano continua a fare, dopo avere però votato Monarchia illo tempore), con i tre argomenti principali: si parte con la questione delle foibe, sganciata dalle strumentalizzazioni politiche di ogni segno, a margine della presentazione di un libro alla Comunale; poi, spazio a Pier Paolo Pasolini, con qualche riflessione estrapolata dalla stimolante lezione che il professor Marco Bianciardi ha tenuto ieri mattina, sempre alla Comunale; per finire, per “L’angolo del prof”, una riflessione sul germiano “Divorzio all’italiana”, film che andrebbe fatto vedere – insieme a tanti altri, ovviamente – in tutte le scuole del Regno (scusate: della Repubblica…).
Domenica essendo, buona lettura a tutti, dunque!
LE FOIBE: I MORTI, GLI ESULI, I TRENI
Mentre il resto dell’Italia, più che legittimamente, festeggiava con un’autentica esplosione di gioia la fine della guerra e della dittatura nazifascista (una di quelle esplosioni che solo dopo un siffatto trauma, si può raggiungere), nel maggio del 1945, tra Trieste e la (attuale) Slovenia, si consumava la devastante (e duplice) tragedia delle foibe.
Merito precipuo del libro del giornalista-storico del Corriere della sera Dino Messina (“Italiani due volte Dalle foibe all’esodo: una ferita aperta della storia italiana”, Solferino edizioni, 2019), è quello di avere contestualizzato al meglio, e con equilibrio, il clima che ha permesso la mattanza titino-comunista; dando ampio spazio anche alla tragedia nella tragedia (i circa 300mila istriano-dalmati costretti all’esilio), e non dimenticando di sottolineare l’italianità – prima culturale che etnica – di quelle terre, con Dante stesso che, nel “De vulgari eloquentia”, cita l’istriano fra gli italici idiomi.
Fra il pubblico, a margine della presentazione del libro di Messina, anche un paio di persone che quell’esilio l’hanno vissuto sulla loro pelle di bambini; i quali hanno ricordato, fra le altre cose, di quel giorno in cui un treno speciale di profughi istriano-dalmati doveva passare dalla stazione centrale di Bologna. Proprio quel giorno, però, la CGIL annunciò lo sciopero generale, impedendo financo alla Croce rossa di aiutare e soccorrere i profughi, fra i quali non pochi bambini e neonati (allora – pensate un pochino – era invalso il curioso uso, fra gli italiani, di fare figli). I profughi erano tutti fascisti, a prescindere: così aveva sentenziato il PCI. Ad perpetuam rei memoriam.
I PASOLINIANI RAGAZZI DI VITA
Uscito per Garzanti nel 1955, cioè prima che Pasolini raggiungesse la notorietà (dopo avere vissuto almeno un paio di anni di sostanziale povertà, appena arrivato a Roma dopo lo scandalo che lo aveva riguardato in Friuli), “Ragazzi di vita” è il romanzo (picaresco, per certi aspetti) di cui il professor Marco Bianciardi ha discettato nella Sala storica della Comunale.
Un romanzo che mostra la quotidianità del lumpenproletariat romano, per meglio dire delle borgate romane degli anni Quaranta e inizi Cinquanta. Un sottobosco antropologico fatto di vita ai margini della società, ad ogni livello: sociale, familiare, financo cittadino (rapporto problematico assai, quello fra borgata e centro), fatto di mestieri che non rientrano nella classificazione marxista classica (i sottoproletari non sono né operai, né contadini: sono altro).
Come era giusto fare, Bianciardi ha poi allargato lo sguardo sull’ultimo Pasolini: quello che contestava la perdita di (presunta) purezza del succitato proletariato, quello della durissima polemica contro il consumismo che aveva già iniziato la sua inarrestabile, e del tutto vittoriosa, progressione, quello insomma che più si era allontanato dalle tematiche vicine alla Sinistra (compresa la durissima polemica dopo Valle Giulia, ergo contro il movimento sessantottino, oppure la rivalutazione estetico-morale di Sabaudia).
Cosa direbbe oggi Pasolini di questo slabbrato e tristo presente? Impossibile a dirsi, ma di certo – ha detto Bianciardi, e noi concordiamo – darebbe risposte imprevedibili, spiazzanti, “corsare”. Premesso che esiste anche il conformismo dell’anticonformismo (che è esso stesso da condannare), sarebbe un autentico balsamo per la mente, un pensatore da cui partire per ragionare delle cose e delle persone che ci circondano. Anche criticandolo, eccome. Non è che oggi abbondino, in giro, intellettuali di siffatta levatura…
L’ANGOLO DEL PROF: “DIVORZIO ALL’ITALIANA”
Siamo alla fine dell’anno scolastico, e come sempre si cerca (molto spesso invano) di arrivare in fondo alla programmazione, in questo caso di Storia; se per caso qualche collega – a differenza dello scrivente, per il quale si prospetta una settimana di interrogazioni a ritmo bolscevico – avesse tempo e modo, per far capire ai ragazzi cosa fosse l’Italia degli anni Sessanta (del Novecento, non dell’Ottocento), potrebbe per esempio fare vedere “Divorzio all’italiana”, uno dei capolavori di Pietro Germi (meritoriamente programmato da Raistoria giusto ieri, nel prime time); film che nel 1961 squadernava una Sicilia (un’Italia) in cui, non esistendo la Legge sul divorzio (introdotta nel 1970), era quasi quasi meglio fare direttamente fuori la moglie, per rifarsi poi una vita matrimoniale. Delitto d’onore (abolito solo nel 1981!), salvo sorprese 3 anni di prigione, e poi a casina.
Oscar, meritatissimo, agli sceneggiatori (lo stesso Germi, Ennio De Concini, Alfredo Giannetti ed anche Agenore Incrocci, non indicato nei titoli), quest’opera può fare capire lo scarto antropologico-storico impressionante non solo fra il 1961 e l’oggi, ma anche tra il 1961 e un quindicennio dopo, nell’Italia del nuovo Diritto di famiglia e del Referendum (vinto) sul divorzio.
Con un Marcello Mastroianni – nobile decaduto, dalle pose dannunziane – in stato di grazia; una bellissima Stefania Sandrelli adolescente, ma – consentiteci – una davvero straordinaria Daniela Rocca, nella parte della moglie, poi adultera: imbruttita e resa antipatizzante al massimo grado, vale forse la pena fare sapere ai lettori che la sfortunata attrice (devastata dall’infelice amore per lo stesso Pietro Germi, e morta nel 1995) era stata eletta, e con pieno merito, Miss Catania a sedici anni. Età perfetta, per l’appunto, per mostrare questa pellicola agli adolescenti odierni.
Ps 1 Sono trascorsi trent’anni dai fatti di Tienanmen (se uno è in Cina e cerca sul Google autoctono, gli presentano giusto le attrattive turistiche della zona, sic); premesso che sappiamo bene come pecunia non olet, ogni tanto, però, facciamo mente locale sulla potenza con cui trattiamo (cioè: con la potenza che ci colonizza).
Ps 2 Scintillante programma di giugno, alla Comunale; domani, lunedì 3 (ore 17,30, Sala storica), incontro incentrato sulla poliedrica figura di don Vittorio Bonci, a 20 anni dalla sua scomparsa; insieme allo scrivente, ne parlerà Alessandra Antonini, la quale ha avuto l’onore (e l’onere) di archiviare i circa 11mila volumi che il Donvi ha lasciato alla Contrada della Selva. Perché don Vittorio era anche un accanito lettore, e tante, tante, tante altre cose insieme…
Se codesto esimio prof. Mario Bianciardi , fosse un discendente di Francesco Bianciardi, mi tocca dirtelo Raffa, a non venire sabato
1/6 in S Agostino a sentire le musiche del suo avo avrebbe toppato
di brutto, piu’ ancora di te.
Che comunque piu’ che a discorsi,potresti emendarti , includendo qualche
concerto nei nuovi spazi in S Marco ,che lo zazzera ti ha affidato.
Ma fai te eeh , fai te.
Io con voi zoccoluti sanesi, vacui, vani e gingillosi , comincio a perdere
le speranze,
vedi un po’ l ultimo post, minchiate a nastro caci e pere e difensori
del gretinume.
Germi con voi avrebbe potuto fare un ciclo sul bestiovaccinume .
Divorzio all italiana/Favaggine alla senesota
Sedotta e abbandonata/Sedotti dall ignoranza e abbandonati dal uso del cervello.
Avete ancora la pinacoteca chiusa, e vi preoccupate del cacio e pere?
Bene, si fara’ con le associazioni culturali straniere, con voi e’
come tirare le fave nel muro e aspettar che crescano.
Ma di merda addosso ve ne rivoghero’ a palate , con tutta europa
lo devon sapere tutti che Dante vi battezzo bene e fu’ anche generoso.
Vi meritate gli stessi turisti vandali, gnoranti, infradituti, briachi e molesti,che hanno impestato firenze ,e gli avrete ,gli state gia’ avendo
e con la vostra becera accidia da bovi rincitrulluti, avrete solo quelli.
Il turismo di qualita’ andra’ pel territorio, e le mandrie di turisti gnoranti selfie dipendenti saranno il vostro giusto destino.
Che eri alla cena in selvina sabato?
Caro Manunta, purtroppo temo di concordare con il finale – apocalittico e realistico ad un tempo – che prospetti nel tuo intervento.
Quanto al sabato sera, non ero in Selvina (non che ci sarebbe stato alcunché di male, peraltro): ero, per l’appunto, a godermi per la 12esima volta “Divorzio all’italiana”, alla tivì.
Ho ben volentieri censurato “Pregiudizio”, perché francamente la critica è legittima anzi sacrosanta, ma le insinuazioni le rimando molto volentieri all’autorevole (sic) mittente.
L’eretico
Manunta, ma non ti sovviene il dubbio che ai giovani ed anche a parecchi anziani, ad un concerto di musica barocca, di madrigalisti o di canti gregoriani, possano cascare le palle, o che i suddetti possano piombare in una incoercibile catalessi. Ti devo forse ricordare il ragionier ugo fantozzi e la sua corazzata potëmkin (“il montaggio analogico!” “l’occhio della madre!”) o gli amici miei dei giganti Germi e Monicelli (“o bucaiola…”). Dai, un frutto selvatico della toscana maledetta che naufraga in un deriva intellettualista. Mi pari Benigni (ed ho detto tutto).
Aggiungo ,ab cazzo dici?
Sei vergognosamente ignorante ,mescoli i canti
gregoriani con la musica barocca? i madrigali ancora ancora, anche se nel programma del 1/6 non ve’ n era traccia.
Eccoli i fenomeni, eccoli i grandi intellettuali che votano” piu’ europa”
Ecco i liquami di fogna sorosiana che arricciano il naso verso i populisti
e non sentono il marcio fetore di neuroni putrefatti che emana dalla loro cadaverica presunta superiorita’ intellettuale , e citi Germi?
Pora creatura te sei roba da wertmuller
Ormai tribbiarvi mi diverte ,c ho preso gusto.
Te e l atri tre fenomeni burroni gretafan , riccardino, e il prematuro
settimio.
Siete roba da’tassodermisti, vi metteranno al museo dei fisiocritici,
al convento di s mustiola .
Oggi(ieri pomeriggio) fiamme nella pineta sopra cerreto merse, grazie ai tre elicotteristi risolto tutto.
Stanotte( forse) la protezione civile vegliera’ le braci, visto che oggi pomeriggio ad avvicinarcisi si cagavano in mano, e visto che il 110 dei pompieri aveva cazzato strada e l ho incrociato mentre scendeva da pornella , bellini i vostri vigili del fuoco , tipici senesi vanno su’ un incendio e nemmeno sanno da dove raggiungerlo.
poravvoi, confermo quanto detto da Mauro Corona, senza piu’ il CFS ( FORESTALI DELLO STATO) L incendi son gestiti dai volontari della protezione civile.
Gente comunque da ringraziare, almeno conoscono il territorio ,ma i forestali erano un altra roba.
Ab ,te pensa alle solite minchiate, mi raccomando….
Manunta sei veramente duro qualche volta, ho scritto canti gregoriani come potevo scrivere musica sacra medioevale, dodecafonica, lieder o quello che ti pare. Roba pallosa quindi, che attrae in amene cappelle o in suggestive location una selezionatissima accolita di intellettuali come voi, ma che mediamente distrugge i testicoli di una ampia maggioranza di bestie come me. Quindi è giusto che ci siano, ma penso che in una città turistica ci debba essere “l’alto ed il basso”, evidentemente il nuovo corso è “l’alto”.
Mi spiace se in Amici Miei c’era il coro dei madrigalisti, però così è ed il soggetto è di Germi. Vuoi che te ne dica altri, tipo Gassmann nel Sorpasso (“Bel regista Antonioni, l’hai vista l’Eclisse… io c’ho dormito, na bella pennichella”)o Alberto Sordi nel film Dove vai in vacanza (“tacet è in partitura”…).
Manunta sei penoso nel tuo affannarti, io invece sono solo uno normale, un italiano medio.
Quando ero giovane si diceva “fly down”, datte na regolata, che sei ridicolo.
Un cane lupo, ch’era stato messo
de guardia a li cancelli de ‘na villa
Tutta la notte stava a fa’ bubbú
Perfino se la strada era tranquilla
e nun passava un’anima: lo stesso!
Nu’ la finiva più!
Una cagnola d’un villino accosto
je chiese – Ma perché sveji la gente
e dai l’allarme quanno nun c’è gnente?-
Dice: – Lo faccio pe’ nun perde er posto.
Der resto, cara mia,
spesso er nemmico è l’ombra che se crea
pe’ conservà un’idea:
nun c’è mica bisogno che ce sia.-
suli cani e li bimbi scemi
c era n bimbetto nato settimino
natura lo segno’ fin dal inizio
rachitico di corpo e cervellino
appena nato era gia’ da ospizio
belava questo bimbo assai dimorto
c aveva questo dono e questo vizio
un cane lo scambio’ pe n tronco morto
e je piscio’ sulla testa a diritto
er bimbo scemo de cervello corto
penso’ che stesse a piove fitto fitto
chiese a su madre de daje l ombrello
a madre paresi che j abbia detto
er cane te sta a concima’ r cervello
Settimio questa era in endecasillabo e originale
sulla tua metti almeno il nome dell autore , nun ce coji mai !!!
attento settimio che se passi n val di merse er cane mozzica, e nun abbaja
Trilussa – Er nemico –
settimio si nun sei bbono manco
da solo a mette’ giu’ n sonetto
armeno mettilo nero su bianco
e dillo forte chiaro e puro netto
che da Trilussa rubbi e nun dichiari
ch ha fa’ le rime sei ncapace e inetto
quelli che d idee proprie son avari
nun e ch o fanno pe’ spilorceria
l idee e le rime nun so’ come i denari
so’ pe’ i cervelli de categoria
tu n sei capace manco de parla’
scrivi e all artri solo porti via
quel che da solo mai ti riuscira’
Ovvero settimio sei davvero senese docg, idee poche e quelle poche le rubi all altri mettendoci la firma .
Poro meschino ,due disgrazie, nascere premturo sul tufino ,roba seria.
Ma te manunta , non ho capito, che fai x gli altri a parte offendere e pontificare?
Metti a frutto il tuo scibile, la tua arrogante sapienza, la tua sicumera cultura in modo pratico invece di inveire tutti i santi giorni ( anche più volte al giorno) sul blog!
Sii esempio e modello x tutti i sinistroidi, ambientalisti, operatori della s uola che , a tua detta, erano di continuo!
Vediamo quello che sai fare o perlomeno quello che provi a fare….il are di mezzo, a sentirti, sembra un laghetto….
Sennò , almeno ogni tanto, fatti una vacanza dove in tanti ti invitano ad andare!
…e comunque guardati i Basilischi e poi riparliamo della Wertmuller. Manco di cinema capisci porco giuda.
Raffa ,nulla di male vi sarebbe stato a ire in selva, dato che c’ era
i Grande Paolini a suonare il sax tenore, sassofonista esagerato che spicina i cittini sortiti da’ siena jazz, sommo abbattitore di colombacci
e tartufaio a tempo perso, tartuchino doc, senese vero.
Omo ruspante e sanguigno un de’ pochi sanesi degni di quelli d una volta.
Del quale mi fregio d esser amico.
Pel resto confermo tutto.
Il sonno della ragione genera mostri.
Marie Sophie Hingst, storica e blogger tedesca, si era inventata di sana pianta ben 22 parenti tutti sterminati ad Auschwitz, la fondazione di un ospedale per i poveri in India a Delhi ed una attività di consulenza a favore degli immigrati siriani in Germania su come comportarsi nei rapporti con le donne tedesche. Tutto falso, come rivelato da Der Spiegel!
Nel frattempo, però, aveva conseguito il premio blogger dell’ anno della Golden Blogger 2017 e soprattutto una collaborazione col prestigioso settimanale Die Zeit….
http://www.ilgiornale.it/news/politica/blogger-che-ha-ingannato-shoah-non-ha-parenti-morti-ad-1706350.html
https://www.dw.com/en/award-winning-blogger-marie-sophie-hingst-accused-of-inventing-her-jewish-family-history/a-49035058
La banalità … del bene, cioè il conformismo e la superficialità, che spesso lo contraddistingue (nessuno o quasi si interroga mai a fondo su cosa in realtà possano rappresentare queste icone, che via via la vulgata ci propina), finiscono per avere effetti rebound paradossali e deleteri proprio per i valori, che si vorrebbero affermare e difendere.
Quindi, probabilmente sarebbe molto meglio astenersi da tali laiche, seppur quasi giornaliere, pseudo-santificazioni in vita e magari, ispirandosi all’esperienza millenaria della Chiesa, provvedervi solo post mortem (cioè a palle ferme, al netto di ogni tornaconto diretto per tale soggetto)ed esclusivamente all’esito di un rigoroso processo di beatificazione.
Ogni riferimento non è assolutamente casuale.
Non ho capito, una mitomane si inventa 22 parenti sterminati ad Auschwitz e questa cosa testimonia il sonno della ragione? Potremmo magari dire lo stesso per un ex socialista (ex tutto in realtà) che di botto si reinventa vergine e diventa capo gabinetto del sindaco rischiando di entrare in deputazione come rappresentante degli anti-groviglio, senza che nessuno apra bocca o che qualche concittadino che lo ha votato vada a tirare qualche ortaggio sotto al palazzo comunale (ma educatamente, senza dire parolacce, che sennò s’arrabbiano)?
Meno male che c’è chi non dorme…
Prende decisamente quota il duello fra A.B. e Manunta, e non ci dispiace; a Manunta però ho censurato uno dei due interventi sullo stesso A.B.: intervento che aveva un incipit davvero promettente (che invito Manunta a ribadire), ma poi sfociava su un attacco come dire “regionalistico” che – a parte che era potenzialmente da querela: occhio agli accostamenti fra personaggi, ci si batte spesso la bocca in Tribunale, sic -, che NON voglio alberghi fra i commentatori.
L’eretico
Con me non sbatte da nessuna parte, ce ne siamo già detti tante, ce la vediamo inter nos…
Riesordisco.
Ecco a voi il grande fenomeno intellettuale piu’ europeo ab
Prima si lamenta del rozzo populismo incolto ,poi cita il rag.
fantozzi ,con la birra da un litro la frittata ,la tele accesa a guardare
il calcio ,coperta di lana e rutto libero,dando una evidente descrizione di se stesso nella sua vera e intima natura.
Eccoli l intellettuali progressisti , il baco di sego Moretti con la sua dissociazione ecce bombica ,ne autoanticipava l essenza.
Ab ne segue il solco.
E non a caso l ottimo Panzieri ( pubblicita’ e quindi sconto in caso di bisogno di suo patrocinio) posta un gustoso esempio della menzognera melma
d ipocrisia di questi fenomeni.
Non contenti della loro dissociazione mentale ,prodromo di un delirio
cognitivo anticamera della schizofrenia, si inventano storie personali
false per poi salire sul podio a moralizzare il popolo, aiutati dai laidi giornali teutonici politically correct.
https://youtu.be/eOjAY9lpSxk
linko l intervista rilasciata da udo ulfkotte poco prima di morire riguardo
il grado di marcia falsita’ del giornalismo tedesco .
Vermi globalisti non prevarrete, l italia v andra’ profondamente ner culo..
tanto oltretutto vi garba sicche’ ne sarete contenti.
Manunta, si chiama commedia all’italiana,capolavori o film comunque da ricordare. Fingi di fare il contadino ma poi ti bei della tua grande, enorme, incommensurabile cultura. Ribadisco, mi pari Benigni, però tu fai ridere davvero.
Sulla musica,
quella vera ,
il meglio pezzo di bottega a Siena,
il meglio organista hammond d italia e uno dei meglio d europa , sta pian
piano uscendo da’ un problema di salute.
Cosi’ come due anni fa’ un altro dei migliori musicisti che avete
a siena, batterista jazz sopraffino usci’ da un incidente quasi fatale.
Nomi non ne fo’ chi a siena segue la scena musicale sa’ chi sono.
Son due grandi e due amici .
Il secondo l avevan dato per spacciato ,tutti, medici e conoscenti,
tranne io , che dato che son meglio dello strologo di brozzi ,dissi a tutti
Bimbi questo e’ di ferro ,e si risalda da se’ , gli avevan predetto lunga convalescenza, a maggio avvenne l incidente, a settembre era a recenza a mangiare costolette di daino, lo caricai in jeep e pe’ terapia riabilitativa lo portai a vede’ se nasceva du’ funghi.
Ora sta meglio di prima, e’ anche ingrassato.
Il primo invece , tocca ancora tenessi le palle, ma tanto anche lui sortira’ fori uguale e meglio di prima.
E si tornera’ a pesca’ anguille e a fa’ funghi in val di merse.
Sapete una sega voi,di musica barocca, cosi come di jazz o blues.
Quando si sara’ rimesso concerto , col trio storico
Ananasso , M., e Michelangelo, guest il Paolini, special guest l Inghisciano
( visto che quando era a siena jazz da pischello il fresu se lo voleva
mettere sotto l ala ,e lui gli disse: poro te, io a fare la fame come musicista jazz ?)
A Recenza , prevedo a fine settembre ,in tempo pe’ l equinozio
e se i Paolini non mi fara’ la versione selvatica di Equinox di Coltrane
si letichera’ e si verra alle mani.
Sicche’ lo so’, a settembre i nostro sara’ fuori dalle guazze , e la terapia riabilitativa gnene fo’ io.
Fosse un senese tremerei , ma a sienina c’e’ solo nato ,e da parte di madre
e’ un vichingo ,sicche’……..
Gli dedico
https://youtu.be/uZRGUiAF0SA
Mi spiace dirlo, ma questo blog è ormai alla canna del gas. Terreno ormai solo per le invettive del manunta tuttologo. Addio.
Ps.errata corrige…Un po’ la vista, un po’ la fretta….
Scuola
Errano
Mare
Scusate
Se mi dovevi censurare, o eretico, potevi togliere anche levata corrige….
Letto male, dopo.
Perdono.
Ricky ,erano o errano ?
Se avessi ritenuto la scuola utile ad altro che non il rimbecillimento avrei fatto come te, l avrei frequentata.
Tu ci sei andato ,e pare con ottimi risultati, siine fiero.
Ab come piu’ volte ribadito a me antonioni ha sempre fatto
cagare,
inoltre sarai forse medio ,ma sul normale …
direi piuttosto nome omen , mel brooks starring marty feldman ab ab ab qualcosa…..
abnormal. tagliato a misura per te ti ci sei ispirato
per il nick?
Vedi poro dissociato ,citi un film di Sordi dove interpretava
l operaio delle acciaierie in ferie, ferie intelligenti organizzategli
dai figli laureati, scambi i ruoli?
sei in transfer? ab quello da zappa e motosega sono io
non te, tu sei il cosmopolita laureato evoluto , ricordi?
Quello che vota la bonino, cerca di non confonderti.
sei tu quello va’in ferie in irlanda….
io son quello che le ferie le fa’ mentre lavora,e quando
son stanco della motosega ,mi faccio un tuffo in piscina.
Ciao buzzone,e occhio ai fish and chips fritti nella sugna
ti si alza il colesterolo, e poi devi prendere la cardioaspirina.
E a proposito, la musica vera non esiste. Esiste la musica, punto. È come le impronte digitali, ognuno ha le sue. La musica si può insegnare, alla musica si può educare, ma la musica non si può imporre. È impossibile.