Due o tre cose sul XXV aprile…
Domani è il 25 aprile, data in cui si celebra la Liberazione dell’Italia (settentrionale, per essere precisi) dal nazifascismo; correva l’anno 1945, ergo sono trascorsi la bellezza di 74 anni: di fatto, tre generazioni dicasi tre di italiani si sono avvicendate, da quel 25 aprile. Forse, anzi di sicuro, sarebbe arrivato il momento di parlarne/scriverne in modo se non del tutto asettico (impossibile, ed anche ingiusto), certo molto più ponderato, usando in quantità maggiore la testa (l’ippocampo, in modo specifico), ed attivando un po’ di meno la sfera emozionale. Insomma, tanto per essere ancora più chiari: meno “giacchette” politiche, in un senso e nell’altro, e molta, molta, molta più conoscenza storica, che fa sempre bene.
E per chi volesse saperne qualcosina in più (con sintetici rimandi alla letteratura ed anche al cinema), non facciamo altro che rimandare alla nuova puntata de “Il sabato del villaggio” (sabato prossimo, ore 21 in punto, su Siena Tv, as usual).
74 ANNI: SE VI SEMBRANO POCHI…
Come detto, 74 anni dividono l’Italia di oggi da quel 25 aprile 1945; solo per fare un paio di esempi fra i tantissimi: Francia e Germania, i grandi duellanti nell’Europa a cavallo fra il XIX ed il XX secolo, ci hanno messo molto meno a fare pace, fino ad arrivare a scrivere manuali scolastici all’insegna di una Storia condivisa (senza tacere torti ed errori reciproci). Si parla di due popoli che sono stati o in guerra aperta, o in una tensione fortissima l’uno contro l’altro, dal 1870 al 1945 (Guerra franco-prussiana, poi fortissime tensioni sulle colonie, dipoi Grande Guerra e Seconda Guerra mondiale: sempre l’un contro l’altro armati!), quasi senza soluzione di continuità. Meno di mezzo secolo dopo, si è conclusa un’azione di genuina ed intelligente pacificazione reciproca. I giovani francesi e tedeschi oggi studiano questi eventi su testi in parte condivisi: Mitterand e Kohl – in ciò davvero lungimiranti – hanno voluto questo.
Altro esempio: Stati Uniti e Vietnam, caso ancora più clamoroso; la Guerra in loco finisce formalmente nel 1975, e già nel 2000, solo una generazione dopo i drammatici eventi in questione, un Commander in chief USA come Bill Clinton, in visita in quella regione del Sud est asiatico, viene letteralmente acclamato dai vietnamiti, manco fosse Garibaldi dopo la Spedizione dei Mille. La consumer society targata USA ha vinto ancora, verrebbe da chiosare. Tant’è. Ma la pacificazione c’è, si guarda avanti. Senza per questo dimenticare le stragi dei civili vietnamiti, o il napalm in modo vigliacco inflitto: ma confinandoli alle memorie familiari, ed affidandone il percorso agli storici.
Due esempi, solo due esempi, fra gli innumerevoli altri che avremmo potuto (forse dovuto) fare; qui in Italia, invece, nella Patria dei Guelfi e dei Ghibellini fuori tempo massimo, siamo ancora a dividerci fra gli uni (i filo-partigiani: partigiani che erano dalla parte sacrosanta della Storia, certo), e gli altri (schierati, in modo sfumato o esplicito, a favore di coloro che erano dalla parte sbagliata, non c’è dubbio). Pacificare le Guerre civili è diverso che pacificare quelle con dinamica interno-esterno (in parte, la Spagna odierna ce lo insegna), ma insomma qualcosina di più, e soprattutto di meglio, si sarebbe potuta fare. Tutti uguali davanti alla morte (in quanto tutti italiani, tra l’altro), assolutamente non tutti uguali davanti alla Storia: sintesi perfetta, e per questo non accettata.
Irresponsabilità gravissima della politica – che drammaticamente pensa solo all’hic et nunc dei sondaggi, nonché a tenere buone e calde le rispettive basi elettorali, invece di porre le fondamenta per un corretto superamento di anacronistiche divisioni -, mischiata alla irresponsabilità di tutti coloro che, a qualunque titolo, arrivati all’inizio di ogni, singola primavera, soffiano sul fuoco della divisione, per galvanizzare il proprio pubblico di riferimento: questo il mefitico combinato disposto dal quale, anche questo anno, non si riesce ad uscire. Fatevene una ragione.
A noi, piace segnalare quanto detto dalla senatrice Liliana Segre sul Corriere della sera odierno: cioè che bisognerebbe che i politici sic et simpliciter conoscessero la Storia. Forse non tutte le strumentalizzazioni sarebbero evitate, ma certo si inaugurerebbe una strada nuova.
Nel 2009, giusto un decennio or sono, sembravamo quasi sul punto di farcela, complice il clima di solidarietà e di unione della Nazione in seguito alla tragedia aquilana (6 aprile): Silvio Berlusconi – che per un decennio era stato l’obiettivo politico e personale dei manifestanti – del tutto a sorpresa vestì i panni dello statista, commemorandolo con parole non indegne (tra l’altro, arrivando al massimo dei consensi della sua carriera politica, a livello di sondaggi). Dopo dieci anni, abbiamo fatto come i gamberi: tocca rimpiangere il Cavaliere, sic?
UNA CHICCA COMUNISTA
Come ricorda Claudio Pavone – del quale si raccomanda la lettura o rilettura del monumentale “Una guerra civile” del 1991 (Bollati Boringhieri, 828 pagine da leggere e da meditare) -, a caldo fior di antifascisti militanti usavano, con assoluta tranquillità, l’espressione “guerra civile”, soprattutto gli azionisti (ci sia consentito un commento, di parte: Giustizia e libertà fu la parte di gran lunga più nobile della Resistenza, non avendo padrini/padroni da omaggiare, in alcun modo): poi, arrivò il diktat togliattiano (nelle “Opere”, dedicate al periodo 1944-55): mai usare l’espressione “guerra civile”, per non dare neanche la patente di italianità a chi era dall’altra parte (sbagliata) della barricata. Togliatti agiva in due direzioni: quella appena detta (deitalianizzare alla radice la parte saloina dell’Italia); dall’altra, costruire un clima politico-culturale tale, da fare intendere che la Resistenza era stata portata avanti solo dal Pci, mentre tutti gli altri (cattolici, socialisti, monarchici, per l’appunto azionisti) al massimo, per la vulgata dominante, si erano palesati come lontane, pallide e spaurite, comparse. Che sarebbero potute anche rimanere a casa loro.
“La guerriglia in Italia – Documenti della Resistenza militare italiana” (edito da Feltrinelli, marzo 1969: l’editore e la data sono significativi assai, no?), è la chicca di oggi; questo libriccino (179 pagine) è un monumento straordinario, per capire come il Pci abbia creato a tavolino un certo clima ed un certo humus politico-culturale.
L’appendice è di un tale Lenin (uno che la Rivoluzione, almeno, l’ha fatta per davvero), ma imperdibile è soprattutto l’Introduzione, scritta da Pietro Secchia, il plenipotenziario togliattiano per la Resistenza sull’italico suolo: 11 pagine, scritte tra l’altro piuttosto bene e comunque da uno che la Storia la conosceva (perché i comunisti di allora erano settari al massimo grado, ma molto ben documentati), trasudanti però un grado di faziosità quasi incredibile, anche per stomaci avvezzi a tutto come il nostro.
Il passaggio non emendabile è quello antiamericano: giacché al momento dell’uscita del libello siamo nel cuore della Guerra in Vietnam (e, dopo l’offensiva del Tet, si capisce tra l’altro che gli americani non vinceranno), la polemica – sacrosanta – contro il comportamento USA nel Sud Est asiatico con l’escalation voluta da L. Johnson, si ritorce contro il modus operandi statunitense di soli 25 anni prima.
“Dall’Asia, all’Africa, all’America latina il movimento rivoluzionario di liberazione è andato sviluppandosi, assestando via via, possenti colpi all’imperialismo e a quello americano in primo luogo, che è alla testa della reazione e DI TUTTE LE AGGRESSIONI”. Come è notorio, l’Italia era stata invasa dagli States, no?
Quando si dice la sovrapposizione del presente (del 1969), con il passato (Seconda guerra mondiale): letto questo, il giovane studente/intellettualino comunista era a suo tempo autorizzato a pensare che fossero stati i partigiani, da soli, a liberare l’Italia dal nazi-fascismo (non a caso, nessuna parola viene spesa per gli eserciti stranieri liberatori: neanche una!).
L’onda lunga del tandem Togliatti- Secchia (combinata ovviamente con chi, da destra, colpevolmente ancora nega tout court l’importanza dell’apporto resistenziale in chiave antifascista), continua ad ammorbare pesantemente il XXV aprile. E grandi ecoincentivi contro questo tipo di inquinamento, in tutta franchezza, neanche in lontananza si vedono…
I miei complimenti, Raffaele, uno dei tuoi pezzi migliori di sempre.
E intanto, a pochi passi da piazzale Loreto, autentica feccia espone indisturbata uno striscione inneggiante al fetido dittatore che tanta rovina e morte ci ha lasciato, Tollerata, almeno sul momento, da chi quella feccia avrebbe il dovere di sbattere in galera. Il (sedicente) ministro dell’interno descrive il 25 Aprile come un derby tra fascisti e comunisti. E analisi e riflessioni si sciolgono come neve al sole. Prima, ci sarebbe bisogno di ribadire che c’è una parte giusta dove stare. Il primo a farlo dovrebbe essere lo Stato, in parole e azioni. Ma non succederà. Non più.
E ti sei battezzato davvero bene caro sempliciotto ,giusta/ sbagliata, bene/ male , buoni/cattivi e mi raccomando riga diritta nel mezzo a dividere per non confondersi eeehh.
Il male nato per autogenesi dalla feccia umana, e il bene puro immacolato
fonte di giustizia coi suoi eroi puri e disinteressati ecc.ecc.
Allora vediamone uno di questi eroi,Patton e i suoi eroici soldati paladini
del bene liberatori della trinacria.
https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Biscari?wprov=sfla1
Ma vediamone un altro ,il gen.Juin e i suoi eroici goumier marocchini che infransero la linea gustav .
https://www.lastampa.it/2017/03/16/cultura/la-verit-nascosta-delle-marocchinate-saccheggi-e-stupri-delle-truppe-coloniali-francesi-in-ciociaria-stDjcmY65lqhNlHtQjfyLL/pagina.html
Leggitelo doddo, abbadia s salvatore ,s quirico d orcia, murlo, strove, poggibonsi, colle v d elsa, leggi cosa combinavano i BUONI.
Solo i doddi come te ,(mi spiace dirtelo ma ultimamente sembri averci fatto l abbonamento ) vedon le cose in bianco e nero, e quando qualcuno, nel caso
presente il Raffa ,prova ad invitare a informarsi per uscire dalla retorica
manichea e manipolatoria, ecco che ti inalberi, e rivendichi il solito quadro descrittivo rozzo e semplicistico , da’ doddo mentalmente pigro, e nostalgico.
Gli eventi li fanno gli uomini con le loro scelte ,scelte personali, che solo i doddi come te continuano a voler inquadrare e giudicare ,alla luce
del bene/male con la riga nel mezzo a dividere ,schieramenti e fazioni.
Fabam lessae cum tonchio.
Democrazia = giusto
dittatura = sbagliato
Partigiani = bene
fascisti = male
Celebrazione della liberazione e della resistenza = legale
apologia del fascismo = illegale
Hai ragione, per me è tutto molto semplice
I partigiani del IX corpus titino ,il bene? Vallo a raccontare agli infoibati o ai partigiani dell osoppo.
Ragionare ( improprio nel tuo caso) all ingrosso , come ti garba….
Caro sempliciotto, nel caso specifico il IX corpus sloveno , autore degli infoibamenti nell settembre ottobre 43 e poi di quelli della primavera 45,oltre che della strage di Porzus ai danni della brigata partigiana osoppo,IX Corpus al quale togliatti affido’ il comando delle formazioni garibaldi giuliane e il controllo della venezia giulia per assecondare i desideri di tito e stalin , obbediva a due dittatori,( previa autorizzazione di un pezzo di merda: leggi togliatti )
mentre la osoppo obbediva al cln , organo del governo provvisorio italiano, quindi vedi bene che essere un ignorante e un mentalmente pigro, e non volere usare il cervello , per conoscere e valutare casi differenti,
ti porta a rifugiarti nel classico atteggiamento da’ citto doddo manicheo bianco/nero, bene/male.
Partigiani=bene
Dittatori=male
scrivi nella tua rozza dabbenaggine di scuola manicheo balzanico boncittesca.
Ma le tue due semplicistiche e doddesche equazioni poi nella realta’ entrano in contraddizione.
C arrivi? o ti ci vole la scala?
Macche’, un c’e’ niente da fare con te, aspettarsi che tu usi il cervello ,e’ come pretendere che un ciuco beva dal fiasco.
Ai ciuchi e ai pecoroni inutile chiedere di ragionare.
“Un giorno Giorgio Pisanò, incontrando Vittorio Foa, gli disse: ‘Ci siamo combattuti da fronti contrapposti, ognuno con onore, possiamo darci la mano’. Foa gli rispose: ‘È vero abbiamo vinto noi e tu sei potuto diventare senatore, avessi vinto tu io sarei ancora in carcere’. Ecco, ci rifletta. Ci rifletta un istante”.
Non deve troppo meravigliare che i comunisti tendano ad ingigantire i propri meriti resistenziali prendendoseli tutti. Ogni autoincensamento può essere foriero di incremento di consensi. Quando però qualcuno tenta di screditare la Resistenza tout court eccoli a rammentare che c’erano anche i repubblicani, gli azionisti, i liberali, i monarchici ed altri democratici tutti volti al ripristino della libertà. Se si riesce a vincere da soli, bene; se si ha necessità di alleati, meno bene ma pazienza. Perché meraviglierci di un tale comportamento?
Caro professore
Ora sei in una importante biblioteca, potresti fare una piccola ricerca e guardare dove venivano stampati i libri scritti in lingua italiana dal 1480 in poi. Vedrai che erano stampati dalla Lombardia al regno delle due Sicilie. Quindi l’Italia esisteva culturalmente prima di tutte le altre nazioni europee. Un popolo non lo determina un confine, ma una civiltà. Il risorgimento è importante ma ha fatto tante ingiustizie, se non altro imporre la burocrazia Piemontese.
Comunque ha preservato l’identità. Ora siamo occupati, e sotto il tallone straniero…. Fai te professore.
E’ chiaro che se il PCI è riuscito ad avocarsi il merito della liberazione, il 25 aprile è visto da chi non la pensa in quel modo come una festa strumentale e di parte. Io penso che l’italia sia stata semplicemente occupata dagli alleati (con l’aiuto importante ma non determinante della Resistenza)… e forse ci è andata di lusso, viste le alternative (occupazione tedesca, “liberazione” comunista).
Comunque non penso che del partigiano “Giacca” Toffanin (autore del massacro di partigiani non comunisti di Porzus, protetto da regimi comunisti europei e graziato da Pertini) si possa dire che fosse “dalla parte sacrosanta della storia”, nè che fosse un “cane sciolto” o un caso isolato, in quanto ben inserito un un contesto di episodi violenti finalizzati all’adesione forzata dell’Italia, o di una sua parte, al blocco Sovietico/Jugoslavo.
Un altro esempio storico di pacificazione sociale, e di come si possono superare (o attenuare) certi conflitti, sono stati i tribunali di riconciliazione in Sud Africa voluti dal Nelson Mandela.
I comunisti???
Quelli che a capo d ogni loro formazione partigiana avevano il commissario politico stile berija?
Quelli che sdoganarono il fascistissimo Gelli facendolo amnistiare?
Quelli( Togliatti) che a fine 44 incontrarono Gelli a roma scortato li da’
un commissario politico e due partigiani pistoiesi? ( brandolo e cintolo)
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/03/29/piduisti-uomini-oro.html
Quei geni che sulla strada di croce ai mori ,sotto il falterona spararono a due tedeschi della herman goering lasciandoli poi in mezzo alla strada e scatenando la rappresaglia di Vallucciole ,con 108 civili trucidati?
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/04/18/sessant-anni-dopo-orrore-giancarlo.html
quelli che a fine 44 misero le loro formazioni in venezia giulia agli ordini del IX corpus di tito?
Quelli li? Dalla morte di Gramsci in poi ,una banda di pecoroni scervellati guidati da’ quel cesso d uomo di Togliatti.
Nostalgici del guitto di predappio ,o del ” migliore” stessa zuppa, cambia
solo il colore.
Pecoroni rimbecilliti . Stiantassero tutti rossi e neri.
Il 25 aprile è la festa della liberazione da cosa? Dal nazifascismo. Da quelli che la libertà ai propri concittadini la avevano tolta. E ancora combattevano per toglierla. Quindi questa storia che c’era un altra parte, quella fortunatamente sconfitta, cui rendere in qualche maniera onore, non mi convincerà mai. Io posso capire le ragioni di tutti, ma non di quelli che difendono i regimi liberticidi, quelli che del manganello hanno fatto strumento di eliminazione di chi non si voleva piegare, e che hanno vigliaccamente caricato i propri concittadini sui treni per i lager.
………e la scuola cosa fa ? Non è una domanda retorica.
Quando andavo a scuola io, lo studio della storia si fermava alla fine della seconda guerra mondiale e su libri di testo ( mi ricordo quello delle superiori il “ mitico” Villari) politicamente orientati.
Da parte degli insegnanti non vi è un esigenza di apertura e approfondimento su eventi che hanno segnato la storia patria?
Cara Daria, scusandomi per il ritardo ti rispondo volentieri, dicendoti che della questione scuola-XXV aprile (e non solo) mi occuperò assai a breve; così come, ovviamente, mi occuperò della contestazione avvenuta ieri nel Campo di Siena, all’evento che celebrava, per l’appunto, il XXV aprile (di cui esplicitamente scrive anche l’ottimo Simone Poli, teste autorevole e molto ragionevole).
Nel frattempo, ricordo a tutti l’appuntamento televisivo di domani sera (Siena tv, ore 21), per conoscere qualche cosina in più sulla data in questione (il programma è stato registrato il 24, tanto per capirsi, ergo è del tutto slegato dalla contingenza dell’attualità: ma che in generale sarebbe stata una ricorrenza “calda”, era ampiamente nell’aria).
L’eretico
Caro Raffaele
ieri ho avuto problemi di percezione.
Probabilmente gli altri erano in anticipo ed io ero in ritardo (alle 16.30 è iniziato il corteo e non la cerimonia).
Chiamale se vuoi mancate sincronie o difficili sintonie.
Sta di fatto che il mio cervello non riusciva a capire quanto udiva.
All’ inizio del corteo ho sentito addirittura un “Tremonti fascista sei il primo della lista” e mi sono chiesto cosa ci facesse l’ex ministro a Siena.
Poi lo slogan è riemerso : De Mossi fascista.
Reiterato in Campo : De Mossi fascista.
De Mossi fascista ?
Lo chiedo in modo semplice, mi bastano due domande : De Mossi attenta al pluralismo ? De Mossi vuole il partito unico ?
De Mossi conosce esattamente la differenza politica fra un nazionalista e un secessionista, banderuola.
C’è parecchia confusione in giro.
Gli si rimprovera comunque la vicinanza con Salvini.
Ma si dimentica di dire che il paragone è fuori scala.
Il paragone fra Mussolini e Salvini – cioè fra un progetto liberticida, autoritario ma fondato sui doveri e sul supposto interesse della Nazione rispetto alla mera ricerca del consenso , irriverente sui diritti umani e insensibile sulla solidarietà – è esattamente il paragone che può esserci fra uno che è andato a giurare sulla Costituzione in calzini arlecchineschi (servo di due padroni) e uno che non avrebbe mai giurato (se non per convinzione o al più per gusto e scena teatrale).
Per gusto e scena teatrale dava ordini scritti assumendosene la piena responsabilità.
Non vaghi tweet, privi di chi, come, quando, dove e perché.
Il primo ha provato a coagulare le masse nelle istituzioni.
Il secondo sta dissolvendo le istituzioni nei social.
Leggo la Gazzetta Ufficiale tutti i giorni da 30 anni e Salvini ne è un coautore.
Certo, ognuno vede le cose gravi dove le vuole vedere (però io non mi invento nulla).
Diciamo che De Mossi ha trovato nel corteo analogo della sua vicenda politica dei compagni di viaggio che non capisce e non condivide.
Io lo dico.
Per quanto lo riguarda posso aggiungere che uno slogan infondato è uno slogan inoffensivo : però ognuno ha diritto alla sua sensibilità.
Al Sindaco si può e si deve chiedere conto di tante cose, ma non quella di essere un fascista.
Sulle tue osservazioni chioso brevemente con un’integrazione che ha anticipato (questa sì) l’opera monumentale di Pavone.
Nel carteggio Pavone-Bobbio c’è un interessante riferimento alla terza guerra : la guerra di liberazione, la guerra civile e la guerra di classe.
Quest’ultima è stata sublimata nella Repubblica.
Caro professore
Spero sempre che dedichi una ricerca sui libri stampati in Italiano, dal 1480 in poi. Faccio un esempio HISTORIE UNIVERSALI DE SVOI TEMPI DI GIUAN VILLANI fiorentino. Stampato in Venezia 1559. QUel libro era dedicato a tutta l ‘italia. Quindi a Venezia si stampava in volgare….
Questo per spiegare il concetto della ricerca che dovresti fare.
Ho preso il Villani perche presuppongo che qualche intellettuale moderno sappia chi sia. Chiaramente è una Giuntina, ma i Giunti non avevano i tipografi a Firenze e stampavano a Venezia. Per onor del vero presero a stampare il seguito a Firenze. Con Matteo Villani nella tipografia fiorentina nel 1581.
Caro Manunta chi perde una guerra, perde e basta. I vincitori comandano
I vinti stanno sotto zitti e buoni. I vincitori inventano una costituzione,
Bella, con tanti diritti, magari anche dei doveri, ma scritti in minuscolo.
In maniera che a furia di rivendicare diritti. Il popolo entra in contraddizione e finisce in povertà. Ma non scomodiamo il Macchiavelli, per chi lo conosce si sa….
Ma cambio discorso perché ieri ci ha raggiunto il nostro amico Russo
Da Zurigo e ci ha fatto notare che la benzina e rincarata.
Ed ha aggiunto che la crisi del 2007 e iniziata perche scarseggiava il petrolio buono. Ed ora siamo giunti a metà 2019 e comincia a scarseggiare
Anche quello medio. La crisi del 2007 non è mai finita, e ora peggiora.
Professore speriamo che non abbia ragione….
Te elvetico ragioni all ingrosso come sempliciotto ,stesso stampo.
Due aspiranti volpiculae in realta’ dodde e approssimative.
Su’ venezia e i libri ad esempio.
Venezia citta’ di stampatori ma anche prima citta’ italiana a pubblicare un indice dei libri proibiti ,nel 1549 ad opera del mugellano mons. della casa,all epoca soggiornante in quel di nervesa.
Arcivescovo,poeta sonettista commediografo ,ruffiano,opportunista, cortigiano e gran paraculo fu’ispiritao in tale opera dal consiglio dei dieci di venezia.
Autore il Della casa ,del famoso trattato sulle ” buone maniere”
L indice da lui redatto ,includeva le opere dei riformisti ex cattolici Ochino,Vermigli,Curione, e del polemista antipapalino Marsilio da padova,
oltre alle opere di Ariosto,Boiardo,Boccaccio e vari altri.
L indice veneziano precedette di nove anni il primo indice Romano valido
per tutti i paesi cattolici, che fu’ promosso nel 1543 da paolo III Alessandro Farnese, e completato e stampato nel 1558 sotto Paolo IV Giovanni Carafa.
Quindi caro il mio elvetico leccapreti ,sarebbe il caso che tu la facessi finita con la litania della chiesa custode e diffonditrice di cultura .
Cazzata epica di stile gesuitico, stile adesso assai in voga,non cosi fino a qualche decennio fa’ ,specialmente in svizzera che fino agli anni 70 aveva vietato l attivita’ dei gesuiti sul suo territorio, ma te poro citto in svizzera ci sei arrivato dopo e ….. si vede.
La chiesa ha sempre e solo diffuso il culturame che faceva gioco al mantenimento del cumulo di cagate e menzogne sul quale fonda la sua esistenza e opera.
Il tu oste fosse una persona seria ,arebbe dovuto tonfare una pennatata sullo schermo tv papasintonizzato per la consueta farsa grottesca pasqualina, ma datosi che evidentemente e’ indegno di definirsi toscano ,cosi come te……
magari dimmi ,vi c’ e’ scappata la lacrimuccia?
Vi sete messi in ginocchio devoti nel momento topico della rappresentazione?
Poravvoi.
Comunque ,a parte l ovvia e dovuta polemica, sarebbe interessante una serata alla biblioteca su’ tre best seller librari di autori senesi dell epoca , Arsiccio la cazzaria,
Mattioli Dioscoride, e Biringuccio de la pirotechnia.
Furono tre tra’ i libri piu’ stampati venduti e diffusi in italia ed europa
all epoca.
Tre serate magari, tanto per far ricordare cosa Siena e’ stata in campo culturale e cosa potrebbe tornare ad essere.
Qualcuno lo dica ai nostri politici: il 25 aprile come festa di riconciliazione – spiace dirlo – ormai è soltanto un’enorme supercazzola.
Infatti, i protagonisti sono quasi tutti morti senza rendersi neppure l’onore delle armi ed i loro (fortunatamente) pallidi epigoni (rossi e neri che siano) hanno evidentemente bisogno di questa ricorrenza quasi identitaria per ricordare al mondo che in qualche modo esistono ancora.
Una effimera illusione peraltro che già il 26 aprile fatalmente svanisce…
Quindi, rassegnamoci a tenerla così com’è: una festa asimmetrica e da sempre divisiva, celebrativa più di un’ordalia che di una rinascita.
Tanto la storia da tempo ha voltato pagina lo stesso….
25 aprile festa della riconciliazione!? Ormai tutti morti? Se quando so tutti morti il passato deve scomparire devi dire all’eretico che può smettere di insegnare la storia.
vi mando un articoletto di 25 anni fa: siamo riusciti a peggiorare?
http://www.academia.edu/32595895/ANTIFASCISMO_OK_MA_QUALE_1994_?fbclid=IwAR1I8y477pm5P68b9swAXvRGByPwrSYycPjYyw2odkWZwqaNz05okuOIj2U
Caro dott. Ascheri, il fascismo in Italia è quello storico e basta. I fascisti di oggi hanno come ispirazione unica Benito Mussolini. Quando Finì ha provato in maniera esplicita a rinnegare Mussolini ha finito la sua carriera politica. Se oggi chiedi alla Meloni o a Salvini (a titolo di esempio) di condannare il fascismo o di riconoscere l’importanza fondante del 25 aprile, questi fanno tanti giri di parole e supercazzole per evitare di dare una risposta chiara. Quanto alla riconciliazione, per me è una cosa senza senso. Non ci si può riconciliare con i propri aguzzini.
Sicuramente nessuno commenterà il post forzoniano!
O il comportamento ” istituzionale” ( ancora) del sindaco!
Ci accaniremo sui 4 gatti isterici che hanno offeso la fascia tricolore nel modo, posto, momento e motivo sbagliato!
Chissà cosa pensano ( quello che dicono non interessa) i vari avvocatoni, i Pontificatori tuttologi, le “gentili ” signore, i nero vedenti e tutti coloro che si vantano di aver liberato Siena?
E i sanguigni bloggers, santi o eretici o senza gloria….?
Si, forse il silenzio è meglio!
Caro Stefano, se, prima di criticare, tu almeno leggessi il blog su cui scrivi, avresti visto che rimando (a domani: penso tu possa aspettare) le mie considerazioni sul XXV aprile in salsa senese: e non rimando per fare pesare di più la cosa o per fare il prezioso, ma semplicemente per motivi di impegni (per esempio, stamattina passata tutta alla Comunale, per preparare alcuni dei prossimi eventi).
In ogni caso, per ritenere sbagliatissimo il post dell’avvocato Maurizio Forzoni sulla Rsi, non c’è bisogno di aspettare domani.
L’eretico
Sicuramente se ci tieni tanto a leggere commenti sul post di codesto leguleio dovresti mettere il link su’ dove trovarlo, non mi pare d averlo visto su’ questo blog.
Se abbai fallo sotto l albero giusto nini.
Allora per la gioia del compagno Stefano Pardi ,avendo rufolato su’
google ,trovo che il Forzoni ha messo sulla sua pagina fb un lapidario commentucolo in stile eia eia su’ junio valerio borghese ,e la di lui
x mas.
Il forzoni non ha fatto alcuna dichiarazione simile in consiglio,cosa che,se fosse avvenuta avrebbe quella si dovuto essere censurata dal sindaco.
Ergo ,compagno Pardi , ma di che ragioni?
Nel merito , un post che denota un veemenza nostalgica di probabile ( spero per lui)ispirazione alcolica .
Del resto ,viene da un fratellitaliota, formazione che recentemente ha rispolverato l ennesimo erede del liquame umano predappiese.
Tale caio giulio cesare mussolini ,che raccoglie per la gioia dei decerebratonostalgici il testimone della di lui cugina,la nota ex pornosoft
attrice ,erede del mascelluto e ipertiroideo duce itagliano.
La quadra mascella e l occhi sgranati dell alessandra m. in questione ,erano molto e piu’ assai simili alle lombrosiane fattezze del nonno di quanto lo sia la sciapa e filiforme fisicita’ del bisnipote .
Ogni tempo ha l eroi che si merita.
Comunque mi conforta pensare che con eroici vigili e abbaianti (alla luna)
mastini come il compagno Pardi ,anche stavolta durrutianamente s innalza
l ibarrurico grido presago di spasmodico impegno oltre ogni umano limite.
no pasaran!!!
A cui aggiungo la mia personale esortazione a destr e manca rivolta
Posate il fiasco, non lo reggete .
Molto singolare (e democratico) che qualcuno voglia (in realtà pretenda) di conoscere i pensieri degli altri … senza però farli neanche esprimere.
Quindi delle due l’una: o ti ritieni un paragnosta, oppure tieni ancora per la Stasi (che ovviamente non è la moglie del Mussari).
Ad ogni buon conto pur non avendo letto il post di Maurizio Forzoni (non uso FB, né seguo altrove le sue esternazioni) stavolta il mio pensiero coincide inevitabilmente col tuo.
A differenza di te, però, difenderò sempre il diritto di ognuno, anche del Forzoni, di dire o scrivere quello che pensa (soprattutto se non coincide con quello che penso io), assumendosene sempre – per carità – le relative conseguenze.
Per il resto mi permetto di aggiungere soltanto che non ci può essere un posto giusto o sbagliato, come sembri sostenere tu, per offendere “la fascia tricolore”: le istituzioni si rispettano sempre e gli avversari politici si battono nelle urne, senza bisogno di insultarli, utilizzando semplicemente argomenti migliori dei loro.
Ma questo – mi rendo – conto che per molti sarebbe ancora uno sforzo eccessivo di democrazia.
Compagno – credo – Pardi le gentili signore ti rispondono subito!
Il sindaco ha combattuto con i fatti per la democrazia in questa città e ha vinto le elezioni democraticamente, non rubando, votato da cittadini che evidentemente non la pensano come te. Questo ve lo dovete mettere nella testina e pensare, se vi riesce, che un po’ di opposizione male non vi farà.
Se da un lato le affermazioni del Forzoni sono censurabili, dall’altro come tollerare che venga offeso, come antidemocratico e fascista ecc., un sindaco che stava celebrando il 25 aprile e che, tra l altro, ha avuto il padre partigiano, bianco, combattente sulle Alpi ……E il suo ruolo istiituzionale ? Se il sangue scorre nelle vene , per me, ha fatto bene a rispondere per le rime. Risibili i commenti successivi dei soliti politicanti ( Piccini in primis):…. ma doveva fare di qui, non doveva dire di là…..
Il sindaco ha mostrato p…e ! E bene ha fatto
Già, come in altre circostanze…cene, riunioni, incontri…tutti celati!
Ma per la città ancora si è nato poco! A parte la multa , giusta, x le deiezioni cani e
Cara Daria,
Se il sindaco avesse avuto davvero le palle avrebbe espulso immediatamente il fascista selvaiolo anziché tergiversare e titubare! Troppo facile fare il forzauto coi ragazzini e il deboluccio coi forzoni!
Il XXV Aprile è la data simbolo della liberazione dal nazifascismo. Ma come hai ricordato, per vedere senza paraocchi anche la realtà della guerra civile vissuta in Italia. c’è voluta una ricerca controcorrente come quella di Claudio Pavone. E ben vengano gli studi storici a scoraggiare le semplificazioni. Ma poi ci sono le opere letterarie che ci avvicinano alle esperienze individuali e alle atmosfere di quella stagione tremenda.
Nel Sabato del Villaggio di oggi hai citato diversi autori famosi che hanno scritto nel Nord Italia. Ma ne voglio ricordare due che hanno scritto in Toscana. Carlo Cassola, il cui”Fausto e Anna” fu messo ai margini dal PCI perché incrinava certezze acquisite sull’uso della violenza e l’ideologia comunista in una formazione partigiana. Di Romano Bilenchi ricordo un bellissimo racconto- documento intitolato “I tedeschi”: descrive i giorni vissuti da giornalista de “La Nazione” a Firenze, con i gappisti uccisi a Villa Triste mentre stanno arrivando gli alleati, e i tedeschi (non tutto nazisti) in ritirata continuano qua e là a sparare. Con alcuni compagni armati, Bilenchi ne avvicina un gruppo vicino al Mugnone: “I tedeschi erano tre, giovanissimi, con la tuta mimetica, l’elmetto, armati di mitra, coperti di cartuccere. Sparavano contro le case, sulla strada. Rispondendo alle loro raffiche con rari colpi di pistola, li fermammo, piano piano li respingemmo oltre l’abitato. Ripararono dietro il cancello di una villa. Ogni tanto sparavano ancora…….Vedrai che quando avranno finito i proiettili se ne andranno…Così fu.I tre giovani ci voltarono le spalle. Camminavano lenti nel mezzo della strada, come se facessero una passeggiata, senza voltarsi indietro. ‘Li inseguiamo. Mi piacerebbe finire questa storia ammazzando un tedesco’ disse Bibi. ‘Ora sarebbe un assassinio. Lasciali tranquilli. Vanno a stare peggio di noi’gli risposi”.
esperienze, le atmosfere di quella stagione
Cara Silvia, ti ringrazio per l’integrazione letteraria: Cassola, Bilenchi, ed altri ancora, ho purtroppo dovuto tralasciare, a cagione dei tempi televisivi; bene hai fatto ad integrare il tutto, dunque.
E bene ha fatto il buon Manunta – in uno dei vari interventi – a ricordare il tenore ed il contenuto dei “complimenti” rivolti al Sindaco: ma di questo – e, se Zeus vuole, di altro – si scrive nel pezzo che andrà in stampa in giornata.
Buona – laicissima, financo paganeggiante – domenica a tutti, l’eretico
Allora ci metto questo raccontino vero.
Pontassieve era uno snodo ferroviario importante ,li si incrociavano
la linea roma firenze e la linea firenze faenza una delle sole due che varcavano l appennino in toscana oltre alla vecchia porrettana.
Sicche’ dal settembre 43 al giugno 44 subi’ 16 bombardamenti aerei alleati
eseguiti da quasi 500 apparecchi,totale il95% delle abitazioni civili spianate.
La mi’ famiglia stava a nipozzano sul poggio all incrocio tra’ valdarno e valdisieve ,posizione dominante a 400/500 metri slm , i tedeschi ci piazzarono due batterie della flak(antiaerea) con gli 88 rimpiattati tra i cipressi dietro il castello di nipozzano.
Appena arrivarono, l omini sotto i 40 si dettero ,per evitare d essere rastrellati e mandati sulla gotica(o peggio in germania) a scavare fortificazioni per la todt.
I tedeschi non fecero brutture ne’ molestarono le donne, ad eccezione di uno che una volta s era mbriacato peso e dopo che aveva cominciato a fa’ lo strullo con la mi nonna chiappo’ du’ labbrate dal su’ sergente che di poi
lo lego’ a un palo dentro il pollaio a smalti’ la sbornia.
Il mi nonno(nato nel 1905) era rimpiattato dentro le grotte delle cave smesse di monsano tra’ le palaie e nipozzano, una volta che era uscito a fa’ un bisogno ,i tedeschi lo chiapparono e lo tennero guardato da una sentinella dentro una camera del podere.
Quando furono per andarsene (i tedeschi) il sergente ando’ in camera dal mi nonno, e gli disse in un misto di francese e italiano(pare fosse un alsaziano) : domani si parte,stasera salta la finestra se non vuoi andare
in germania con la todt.
E cosi’ ando’ , totale dell occupazione del podere, galline sterminate,paperi ,anatre faraone coniglioli idem, bestie vaccine salvate
ciuco requisito quando se ne andarono, vino seccato.
Dopo qualche giorno arrivarono i sikh , i ragazzi tutte le mattine andavano a vederli quando dopo svegliati si mettevano a pettinassi i capelli lunghi fino a fondo schiena prima di abbitorcolasseli e fasciasseli
col turbante.
Ando’ peggio a chi stava a abbadia s salvatore,radicofani,s quirico d orcia,murlo,strove ,colle e poggibonsi, li ci passo’ il corpo di spedizione
francese e i goumier fecero un tribbiato ,donne ,omini a diritto chi c era c era.
Come in ciociaria.
Caro Manunta
Per ora sono sempre Italiano, non Elvetico. Anche se rimane difficile capire perché nessuno difende la mia terra come si deve. I sinistri hanno la fissazione di esportare la loro democrazia nel mondo, assomigliando Trotsky. Voleva il socialismo mondiale. Magari imponendo il Bykini agli Eschimesi. E non capiranno mai che ognuno di noi è differente da un altro.
Figuriamoci i popoli. Ognuno deve preservare le proprie peculiarità…. Ll’integrazione di qualcuno va bene ma l’integrazione di massa è semplicemente una violenta forzatura………
Ora parliamo dell’’indice emesso dalla chiesa intorno alla seconda metà del cinquecento Questo riguarda la controriforma. Che secondo la mia opinione fu una sciagura per i popoli latini e per la stessa chiesa cattolica. Oggi ne paga a pieno le conseguenze. Molti cattolici del cinquecento volevano una riforma . Ma non una riforma rigida come la Luterana. Uno di questi Fu Aonio Paleario che finì bruciato davanti a Castel Sant’angelo. Io ritrovai questa storia a Basilea. Esso scrisse delle lettere alla famiglia che furono riportate alla Badia a Coneo, dove abitava, da un frate Benedettino Vallombrosano. Le lettere dovrebbero trovarsi nella biblioteca di Siena, come dice il libro.
il primo Discoride in Latino fu stampato alla Badia a Coneo. I frati Vallombrosani erano, Medici, Farmacisti, amanuensi e stampatori e conoscevano il greco e il latino. Il libro è rarissimo ed è venduto nelle aste internazionali a molte centinaia di migliaia di euro. La controriforma fu per Colle Val D ‘Elsa uno stop alla sua industria tipografica. Il vescovo della controriforma Usibaldo degli Usimbaldi spogliò La Badia a Coneo delle sue reliquie e le porto nel costruendo Duomo. Pare compreso il Santo Chiodo…. Come vedi, Caro Manunta non difendo a prescindere la Chiesa Cattolica, ma quello che ritengo buono ,si. Per esempio ieri abbiamo fatto visita al convento Francescano di San Lucchese. Francesco risaliva verso il poggio e in località di San Lorenzo in pian dei campi incontrò Lucchese. Francesco si avvaleva dei frati Benedettini Vallombrosani come logistica ed aveva dormito a Badia a Coneo. Il fatto è che Lucchese e sua moglie maturarono un desiderio religioso. Francesco fece di loro i primi Terziari. Sono rimasti solo Beati. Pur essendo Lucchese rammentato in una pala d’altare a Washington e in una pittura a la Verna non ha fatto carriera….. I francescani sono cosa Buona. D’altra parte come detto in post trascorsi. A Poggibonsi la via maestra Volterrana si divideva. Una andava verso Fiesole e Spina. Una verso Arezzo Ancona. E Francesco era venuto tramite questa via diverse volte in Val D’elsa………..
Ora basta con i preti. Io volevo affermare che i libri antichi erano stampati in volgare in tutti i regni d’Italia, e che il popolo italiano era unito da una lingua, ancor prima di aver riuniti i confini.
.
Colligiano, tra’ ordini religiosi e preti c’e’ la su’ differenza( a parte
l ordini nati per imbrogliare e mistificare, leggi domenicani e gesuiti)
Ma se tu posti un commento come quello sulla messa pasqualina del canchero
gesuita, che vuoi che faccia? ti tocca.
Per il resto , guarda il Cacaccia su’ l Arsiccio tien banco, te su’ Mattioli dioscoride , sicche’ se poi il nipote del Cacaccia, ottimo ricercatore su’ montieri zecca e miniere volesse farsi avanti e ragionare
del Biringuccio , sarebbe da’ stuzzicare il Raffa per vedere se gli c’ entrasse di mettere in cantiere qualcosa sui tre libri alla comunale.
( cazzaria ,dioscoride/mattioli, de pirotechnia)
Datti da fa’ scotilo , anzi scotiamolo.
Ciao .
Rimanda, rimanda….ma qua do poi attieni, non “lacunare”….almeno te!
Mi tocca integrare la descrizione della sagra degli imbecilli .
Allora ci sono anche un paio di video in giro ,dove si ammirano
i fieri esponenti della locale colonna durruti ( o meglio du’ rutti dopo
il fiasco) omaggiare lo zazzera con i seguenti cori,
Avvocato degli stupri
odio la lega ( cantata male sulle note di i love you baby)
buffone
De mossi fascista sei il primo della lista
Compagno Pardi ,che c eri anche te??
Strana provincia Siena, danno le teatrate prima nei paesi ,e dopo in citta’, l anno scorso il sindaco di monticiano fu’ accolto dai s lorenzo
mersini arci alternativo resistenziali , a spalle girate e coro di bella ciao, per manifestare lo sdegno degli affiascati locali contro la nuova giunta neo eletta di cdx, il sindaco ex caramba e omo d una certa eta’ ne fu’ traumatizzato e c ebbe un mezzo malore.
Quest anno grande replica sul mattonato del campo, cori ,con soliste sciabordite a sgolarsi al grido di, avvocato degli stuprii!!!
Ma lo zazzera ha ben replicato, omo volitivo guerresco e sanguigno ,la cui chioma ricorda certi tagli medievali fatti col pentolo, non s’ e’ fatto metter sotto, fieramente e maschiamente ha tenuto botta, bravo bene bisse.
Il Fronzoni poi lo capisco, arebbe egli certo voluto replicare non a voce
ma a fogatura e capate nelle canne der naso, tenuta a freno la giusta rabbia,il giorno dopo i dirompenti eventi in questione ,ha dato fieramente
sfogo alla trattenuta indignazione evocando i suoi eroi preferiti su’ fb, a monito dei bolscevichi presenti e protestanti sul ammattonato.
Una bella rappresentazione teatrale nel grottesco e vano stile locale.
Complimenti a tutti , comparse e prime donne.
Avvertite se e quando ,per eventuali nuove performances, dal vivo e’ tutt’ un altra emozione.
Per la rubrica critica teatrale e’ tutto.
Love and peace .
sull’Arsiccio potrei parlarne io, e volentieri
Vediamo se l oberato Raffa raccoglie ,su’ Biringuccio omo d ingegno
giramondo ,e fonditore del liofante per la repubblica…..di firenze
ci sarebbe da raccontanne, il suo trattato de pirotechnia precedette
di qualche anno il de metallurgia di agricola,e fu’ il primo testo su’ mineralogia attivita’ minerarie, fusioni ,e leghe.
Scritto in volgare fu’ tradotto da subito in francese e tedesco .
L Arsiccio, la Floria fu’ stampata nel 1560 dalla Giunti
fiorentina
https://archive.org/details/image699TeatroOpal/page/n6
Su’ Mattioli e dioscoride lascio la parola all elvetico,
sperando che non sia rimasto strozzato dalla buzzata d ostie
che ha fatto a pasqua.
Bravi, belle risposte( alcuni…altri chissà ora vedranno grigio invece che nero…)
Ma se non stuzzicanvo, tutti zitti!
E poi il” forzuti ” si è quei 4 imbecilli no?
Su via…
E comunque sempre meglio compagno( che non sono) che camerata!
O peggio ancora pontificatori da tastiera!
Sai pardi (palle gonfie) con le bestie vaccine come te ,capisco che ad avere un minimo di cultura uno possa anche passare per pontificatore da tastiera.
Te nini invece con cosa posti? con google voice?
A leggere le cagate strafalcionate che posti potrebbe sembrare che tu sia uno che usa google voice dopo ave’ abusato del fiasco ,con relativa sbiascica.
Posalo nini, un lo reggi punto punto punto.
Il battibecco tra il sindaco e il gruppetto di facinorosi è durato cinque minuti e non ci sarebbe stato se De Mossi non si fosse lasciato coinvolgere. Lui aveva il microfono e la sue parole si sentivano benissimo in ogni angolo della piazza, quelle dei facinorosi no, bastava ignorarle.
Dopo ci sono stati discorsi saggi e interessanti, come quello della giudice sul ruolo delle donne nella resistenza, applauditi da tutti ( escluso il sindaco che non ha applaudito gli altri oratori) La stampa locale e il chiacchericcio in rete parla solo dell’episodio iniziale ignorando il resto della cerimonia.