La domenica del villaggio: l’Aquila, l’Italiano, Aldo Grasso (e 4 Ps)
Eccoci al consueto appuntamento cultural-domenicale del blog, con l’altrettanto consueto tris di argomenti: si parte con il decennale della tragedia aquilana, sulla scorta dei ricordi di un viaggio personale, anch’esso ormai datato; poi, in margine al Festival dell’Italiano (“Parole in cammino”), un resoconto della lectio magistralis di Aldo Grasso sui media del XXI secolo; per la rubrica scolastica, infine, sempre in margine al big event di “Parole in cammino”, qualche considerazione, rapsodicamente tratta dai miei interventi fra sabato e domenica (al Liceo Classico ed in biblioteca).
Domenica essendo, buona lettura a tutti, dunque!
L’AQUILA, DIECI ANNI FA…
Dieci anni fa ieri, dopo uno sciame sismico precedente il big one (che, poi, tanto big non fu: 6,3 Richter!), la notte aquilana fu sconquassata dal sisma che ben sappiamo: un centro storico fra i più importanti d’Italia (legato a Siena soprattutto per la figura di San Bernardino) si afflosciò drammaticamente su se stesso, con corollario di più di 300 morti.
Nell’agosto del 2011, arrivai a l’Aquila per una sorta di urgenza civile, prima ancora che giornalistico-bloggeristica: volevo constatare de visu come stessero effettivamente le cose, a più di due anni dal sisma.
Presi i miei appunti sul taccuino, parlai con molta gente per raccogliere testimonianze autoctone, mi commossi davanti alla ancora transennata casa dello studente sita all’ingresso del centro storico, divisi l’onesto tre stelle alle porte del centro storico con gli anziani che erano ormai, in quel modesto albergo, stanziali; più di tutto, però, mi colpì – come ebbi modo di scrivere a caldo sul blog – la militarizzazione del luogo (pericolo sciacalli, certo): c’è chi ha voluto vedere, in quella temperie, una sorta di prova generale di deriva autoritaria della società italiana (era in qualche modo la tesi della Guzzanti, in “Draquila”), ed è cosa esagerata. Certo che, però, entrare in una sorta di Londonderry o di Striscia di Gaza – senza nessuna guerra in corso, o specifico pericolo terrorismo – faceva davvero una certa impressione…
Furono tre giorni intensi, toccanti, certo non dimenticabili; dopo dieci anni (8 dalla mia trasferta), che cosa aggiungere, se non che quell’affascinante centro storico – che avevo già visto nel 1993 -, così denso di Storia e di chiese, freddo e a tratti cupo, oggi pare proprio che non sia tornato ad essere ciò che era stato. Questa, proprio questa è la più grande sconfitta di un’Italia che dà il meglio di se stessa – con il coraggio e l’abnegazione dei tanti che si prodigano – sempre DOPO, a caldo; mai, purtroppo, PRIMA…
LECTIO MAGISTRALIS DI ALDO GRASSO
Biblioteca aperta eccezionalmente la domenica mattina, quest’oggi, per il gran finale di “Parole in cammino”; tra i vari interventi (del mio, si dà conto sotto), il più stimolante di certo quello del noto critico televisivo, nonché editorialista del Corriere della sera, Aldo Grasso.
Doveva scegliere tre parole, per descrivere il mondo dei media di oggi: ha scelto CONVERGENZA, ESPERIENZA, ABBONDANZA; sulla convergenza: prima, fino al passaggio al digitale, i vari media erano separati, ognuno andava per la sua strada (e gli studiosi, non a caso, li studiavano settorialmente), poi è cambiato tutto, essendo arrivata per l’appunto la “convergenza intermediatica”; quanto all’esperienza, Grasso ha sottolineato come prima i media fossero considerati protesi di parte del sé (il telefono o la radio per l’orecchio, la tv per gli occhi), oggi invece sono protesi del sé in quanto tale, e c’è chi dice/scrive che sono autentici “ambienti” del nostro quotidiano vivere; l’abbondanza, poi: mai come oggi, abbiamo abbondanza di media (eccessiva?), con il concreto rischio, però, di quella che gli studiosi chiamano l'”algoritmocrazia”: un potere capace di condizionare, partendo dalla Rete, i nostri desideri, fino al punto da creare nuovi bisogni tout court. Il modello Amazon, per capirsi.
Una chicca finale: giusto oggi, sulla prima pagina del Corriere – nella sua domenical rubrica – Grasso maramaldeggia sul filosofo (autodefinitosi tale) Diego Fusaro; il quale è stato fra i relatori del benemerito Festival senese, giusto venerdì scorso: w il pluralismo, per Zeus!
L’ANGOLO DEL PROF: l'”INCURIOSA AETAS”
Il grande storico Tacito, nella biografia che dedica ad Agricola (98 d,C.), ad un certo punto scrive di “incuriosa aetas”, come simbolo della decadenza del suo tempo rispetto al mos maiorum da lui prediletto (Domiziano, per Tacito, era una sorta di Hitler avanti lettera…); una “età senza curiosità” (il che implica anche curiosità, dunque rispetto, per il proprio passato) è in effetti da considerarsi mortifera.
Ciò che ho provato a dire alle classi presenti nella Aula magna del Liceo Classico (sabato mattina), e stamattina alla Comunale (di fronte ad altri studenti, in maggioranza non senesi), è in estrema sintesi proprio questo: nessuna generazione ha avuto una siffatta offerta di dantesca “canoscenza”, così a portata di mano, e così straordinariamente superiore anche solo a quella a disposizione della generazione immediatamente precedente; al contempo, nessuna generazione – ovviamente con le tantissime eccezioni giustificanti la regola – ha dato l’impressione di essere così pigra se non refrattaria alla succitata “canoscenza”, purtroppo, in ciò, implicitamente lusingata dagli esempi di chi guida – e non solo oggi – la Nazione.
Come Eracle al bivio, dunque, i giovani del XXI secolo hanno davanti un’opportunità di scelta mai così radicale prima: librarsi verso il Sapere, oppure ristagnare nella semi-ignoranza, preludio di garantito analfabetismo di ritorno successivo. Che il libero arbitrio decida, quindi; con l’aggiunta, però, che a differenza di ciò che per secoli e secoli è accaduto, oggi l’ignoranza NON ha più alcuna scusa. Ricordiamolo, ai nostri giovani, qualche volta…
Ps 1 Ci ha lasciati l’avvocato Bruna Giannini (67 anni); storica paladina dei diritti delle donne, avevo avuto l’opportunità di conoscerla di persona, tanti anni or sono, per motivi legati alla sua professione (nel senso che era stata mia avvocato, ma non per questioni inerenti alla mia attività di scrittore-blogger-polemista): ho avuto quindi la fortuna di avere al mio fianco, a suo tempo, una professionista seria, capace di fare anche da mediatrice fra le parti – quando necessario -, capendo alla perfezione il contesto in cui si trovava ad agire. Donna davvero intelligente, e carica di umanità: parola del tutto generica, di solito; ma chi la conosceva sa che, nel caso di Bruna, la genericità del termine in questione si faceva concretezza di vita. Terra levis sit, ad una ex liceale che non c’è più.
Ps 2 Cosa buona e giusta in quel di Pienza: ieri è stato rimesso al meglio in sesto il monumento della Grande Guerra. A suggellare l’evento, fra gli altri, il sempre presente Gabriele Maccianti (che a breve tornerà alla Comunale, per parlare del 23 marzo 1919). Bene così.
Ps 3 Lo scrittore Massiliano Scudelletti ha vinto il Premio letterario Emotion (assegnato a Cattolica), per il suo “Little China girl” (pubblicato dal buon Luca Betti): non fiction novel sulla Mafia cinese in Italia, dallo scrivente e da Mauro Bonciani presentato alla Comunale qualche settimana or sono (in una delle poche serate con poca gente: gli assenti – come si vede – hanno sempre torto…).
Ps 4 A proposito di Comunale: domani inizia la settimana più lunga della biblioteca, con 4 appuntamenti in 5 pomeriggi (ed entra in scena l’Arte: contemporanea martedì, rinascimentale venerdì), tanto per gradire; domani, lunedì, si parte con Roberto Cresti, che parla della sua storia della Siena medievale (con Duccio Balestracci ad introdurre, insieme allo scrivente); ci permettiamo poi di segnalare e suggerire un eccellente romanzo (“Ana Macarena”, di Daniele Semeraro), che sarà presentato mercoledì pomeriggio, sempre alle 17,30: dalle fogne di Bucarest – fatte di droga e prostituzione -, l’odissea di una giovane donna che arriva in Italia (fino a Firenze). Senza, per questo, passare dall’Inferno al Paradiso…
Sull Aquila
Militarizzare le zone colpite per evitare sciacallaggi e’ un conto, militarizzare i campi sfollati e lasciarli totalmente in mano alla burocratizzata protezione civile anziche’ dare modo ai locali di partecipare alla gestione, e’ un altra cosa.
A l Aquila dopo l orario di cena agli aquilani non era permesso neanche di uscire e rientrare dai campi, campi RECINTATI e con le guardie ai cancelli.
Mala tempore QI in calo caro prof. ,inutile girarci intorno , calo vertiginoso a partire dai nati nella meta’ anni settanta, dati riscontrati in tutti i paesi occidentali.
https://www.repubblica.it/scienze/2018/06/13/news/scendono_i_punteggi_del_qi_oggi_siamo_meno_intelligenti_di_ieri-198900633/
https://www.esquire.com/it/lifestyle/benessere/a21286659/perche-il-qi-medio-sta-calando-in-tutto-loccidente/
Supporti elettronici all uso del cervello,causano inibizione della corteccia prefrontale, e’ inutile illudersi caro prof, la rete i pischelli
non la usano per fare ricerche e risparmiare il tempo e il denaro occorrenti ad avere e consultare una decente biblioteca, la rete i citti la usano per rimbecillirsi sui social, faccine, like, emoticon ,massimo du’ righe, e cervelli in pappa, sicche stangali e nun ave’ pietas, gni fai artro che bene.
Aaah ite a vede’” il pazzo e il professore ” bella storia , vera.
Oppure se volete l azione netflix “Highway men” sempre storia vera.
co’ woody harrelson( che fa’ sempre la su’ figura) e l’imbalsamato costner.
Concordo in pieno con Manunta, rinforzando che muso dell’elettronica inizia alle elementari aggravando il quadro clinico delle funzioni intellettive dei pargoli.
Ps. Ho rivisto il film “draquila” e ritengo che andrebbe proiettato nelle scuole!
Non è solo informazione, nascosta, ma anche storia politico economica dell’ agire politico , specialmente di una parte, italico.
Caro Giacobbe
La colpa e’anche vostra, educatori( presunti)specchio dei tristi tempi, che tollerate di tutto e di piu’ da pargoli e genitori, mentre vi sdraiate davanti a programmi e metodi educativi( presunti) atti al rimbecillimento
di massa.
Consiglio librario propedeutico a elementari/medie e licei.
L immenso Luigi Bertelli , dal “giornalino di gianburrasca”, all ” onorevole qualunqui” edizioni barion 2013
Ci metterei anche i sonetti apocrifi,edizioni fortezza livorno 1984, certo migliori di quelli del vs mons. sergardi/quinto sennato tradotti da altro pretaccio foglianese, ampollosi leziosi segomentali , specchio del senese
gusto pleonastico inane e vuoto come le zucche( vegetali e metaforiche).
Vamba ,il suo giornalino e’ il terzo romanzo italiano per ragazzi ,dopo
il Lorenzini e lo spappolatore piemontese d immature gonadi de amicis.
Inseritelo nei programmi di studio.
Senno’ zitti e non vi lagnate dei risultati , siete collusi, o quantomeno conniventi se non complici, gli fate da palo.
la vigna d ignoranza non si regge
senza i maestri che gli fan da palo
lo stato la prepara con la legge
e l obbedienza stupida e’ il regalo
degl asini che fanno l insegnanti
e nella scuola spesso fanno scalo
evitan di formare i ragionanti
fanno l lavoro che gli viene chiesto
poi belan come salici piangenti
chi del cervello provoca l arresto
dopo si lagna lui proprio di questo
E tocca rimpiangere Gentile e Pietro Leopoldo.
Gelmini fioroni fedeli bel trio, begli spartiti.
Meglio chi faceva scuola nelle stalle del mugello.
Cari maestri e prof,se propinate agli alunni
gli spartiti scelti dai tre dementi suddetti e fatti suonare dai nuovi ducetti/presidi , gli alunni, quello impareranno da voi , piegare il capo spegnere il cervello e adeguarsi ,adeguarsi a cosa?
Lo dicono i risultati dei test del QI , al rimbecillimento di massa.
Va bene esortare gli alunni alla” cognoscenza”
Ma
Tu esorti a seguire cognoscenza
esorti ma’ dal circolo*non sorti *circolo didattico?vizioso?
circolo che di cognoscenza e’ senza
la societa’oggi par che comporti
buttare ai besciolini rete o lenza
e poi co’ certi ami ben ritorti
pesca’ e buttare nella repaiola
quelli che co’ cervelli tardi e corti
escon contenti dalla bona scuola
zombi oramai coll intelletti morti
ma d esse n tanti questo li consola
e vanno poi a ingrandire le coorti
di chi su’ social i cervello immola
e solo i like par che gli faccian gola
a gratisse in via della sapienza?
o a pago in bona scuola d ignoranza ?
vexata questio in bona substantia