Preparate i pop corn: arrivano Le iene!
Con tanto di rullo di tamburi al seguito, siamo a poche ore dalla tanto strombazzata trasmissione delle Iene, che tornano sul Caso-Rossi, con l’idea di fare riaprire i lavori della Procura (avranno trovato l’assassino, si immagina…): cioè si torna sul drammatico (come lo sono sempre, e tutti) suicidio del fu braccio destro di Mussari Giuseppe, format assurto ormai ad autentico cult del “migliore” giornalismo di inchiesta italiota. Cosa ci riserveranno stasera di autenticamente inedito, nuovo, mai visto-sentito prima, le Iene? Non ci resta che aspettare…
PREPARATE I POP CORN!
Essendo ormai l’agone esclusivamente mediatico (con contorno giudiziario: siamo ancora in attesa della Procura di Genova, i cui lavori – facile immaginarlo – slitteranno ancora, grazie alla funambolica puntata di stasera), è di questo che ci dobbiamo occupare, in attesa di visionare il tutto: ben lieti di farlo, tra l’altro. Stiamo occupandoci davvero di tutt’altro, come si immaginerà; stiamo scrivendo di tutt’altro (romanzo quasi alle porte): ma dobbiamo ammettere che, se è rimasto un singolo argomento – anche per la portata mediatica nazionale dell’evento – che potrebbe farci tornare a vestire i panni del giornalista di inchiesta o quantomeno dello scrittore di non fiction novel, beh questo è proprio l’Affaire-Rossi, non c’è dubbio. Per adesso, ci si limita a scrivere qualcosina sul blog e, soprattutto, a raccogliere materiale molto stimolante, poi si vedrà…
Stasera, nel prime time di Italia 1, tutti renzianamente con il pop corn d’ordinanza, dunque: vediamo di che orgia si discetta, a questo giro; quel birbantello di Acetello (che esiste solo per la Nazione, e viene bravamente colpito dalla censura sul Corriere di Siena, e non è difficilissimo immaginare il perché) ne ha fatta un’altra delle sue, anticipando quello che potrebbe – il condizionale è ovviamente più che di obbligo – essere il piatto forte dello show ienesco di stasera, cioè le dichiarazioni dell’attendibilissimo (sic, e all’ennesima potenza) teste brasiliano ammazza-prostitute.
Se Degortes ci ha azzeccato, con l’anticipazione temeraria, chapeau; se non ci ha azzeccato, sarà stato, per l’appunto, un azzardo, il suo. Senza però togliere alcunché alla “validità” dei testi (sic, e all’ennesima potenza) fino ad oggi propinati, nelle puntate precedenti, dalle Iene (sui quali vogliamo sperare che Giustizia sarà fatta): su questo, dubbi non ci sono. Qualunque cosa accada stasera.
L’unica cosa certa e garantita al limone è che le Iene squaderneranno un ampio servizio (il programma va dalle 21,25 alle 0,45!) in cui ci sarà soprattutto un bel riassuntino – montato e pompato ad arte – dei punti deboli (a loro dire) dell’indagine (ovviamente omettendo tutti quelli – coerentissimi, e clamorosamente concordanti – che portano alla tesi suicidaria), e poi – forse, magari, chissà – le Iene faranno conoscere all’orbe terracqueo la straordinaria figura del killer confesso della prostituta di Vallerozzi e dell’aggressore di anziana disabile. Nonché, fuori tempo massimo, frequentatore per sua stessa ammissione di festini (un altro “troio” con i fiocchi, per intenderci): l’essere un “troio” – va detto – è sempre un bel valore aggiunto, in quanto fa molto curriculum, e soprattutto audience…
Oppure – forse, magari, chissà – quello di stasera sarà un lavoro a 360°, in cui oltre al lavoro della Procura (poi validato dai Giudici terzi, andrebbe magari ricordato en passant), si analizzeranno le giravolte della famiglia, si approfondirà per esempio il tema dei taglietti autoinferti da David Rossi stesso, delle molteplici testimonianza che indicano il fortissimo stato di prostrazione del futuro suicida, et alia.
Eh sì, però poi l’audience? Su Rai uno, nel prime time c’è “Che Dio ci aiuti 5”, su Raitre “Chi l’ha visto”, su Canale 5 un film dal titolo promettente (“Non si ruba in casa dei ladri”), tanto per citare le cosiddette ammiraglie: stupiteci – amici delle Iene -, perché un’occasione così non vi ricapita più…
NEL FRATTEMPO, VIA AL MASTER!
Confermato dell’ottima Carolina Orlandi (soprattutto Rossi) che è entrata – senza alcun conflitto di interesse, si capisce – nel magico team delle Iene, il fratello di David Rossi, Ranieri, dal 28 febbraio 2019 è stato nominato Direttore del Master universitario di II livello in “Investigazione scientifica e Analisi della scena del Crimine” (Master executive); noi ne scriveremo fra non molto, per intanto lo pubblicizziamo (benché alla presentazione ci fosse quasi tutto il gotha di “Quarto grado”, ergo di pubblicità non ha certo bisogno, il professor Ranieri Rossi): cari criminologi in erba, affrettatevi, il tempo sta scadendo! C’è tempo solo fino al 25 marzo, e siamo già al 21, per Zeus; ed il 2 aprile p.v. ci sarà la valutazione dei curricula, perbacco.
Peraltro, se non si arriva a 15 partecipanti (numero minimo: 25 il numero massimo), “la prova di selezione NON avrà luogo e si procederà direttamente alla chiamata dei concorrenti per l’iscrizione”. Todos caballeros, per capirsi. E l’importante è farlo, costi quel che costi. Ah, a proposito: il tutto ovviamente non è gratuito (la qualità si paga, chiaro?): 3000 euroni, “al netto di qualsiasi onere ed eventuali commissioni bancarie”. 1500, subito, sull’unghia; gli altri, entro e non oltre il 1 settembre.
L’Italia – come si sa – era un Paese di Santi, poeti e navigatori; da qualche tempo, è anche diventata la Patria dei criminologi, quindi un’occasione da non perdere, date retta…
Ps Dopo il successo della presentazione di ieri (libro-guida sulla Francigena, scritto dall’ex Presidente del Cai senese Giani), stasera big event alla Comunale, alle 17,30 (in collaborazione con l’Accademia degli Intronati): si presenta la raccolta di novelle tozziane “Giovani”, con interventi dei professori Riccardo Castellana, Carlo Caruso, dell’ever green Romano Luperini, nonché della curatrice Paola Salatto. Un’opera di grande rigore critico, nonché di scavo filologico: non da prime time su Italia uno, per capirsi…
Fuori tema: da alcuni anni sono socio de La Lunga Gioventù, un centro anziani sito in via Pispini, e mi occupo di organizzare conferenze, relative a temi fra i più disparati. Abbiamo avuto relatori del calibro di Patrizia Turrini, Giuliano Catoni, Mario Ascheri, Alberto Cornice, Maurizio Bianchini, Duccio Balestracci, Paolo Neri, tanto per citarne alcuni, e martedì scorso abbiamo avuto il piacere, oltre ovviamente l’onore, di godere della presenza di Ciro Castelli.
Chi è Ciro Castelli ? Vi trascrivo la presentazione a cura del nostro presidente Andrea Franci:
Ciro Castelli, senese, uno dei maggiori esperti italiani di restauro di dipinti su tavola, ci parlerà stasera della sua decennale attività nel campo del recupero delle opere d’arte e illustrerà il restauro nella sua completezza.
Dopo essersi formato nei primi anni 60 presso alcune botteghe di falegnameria di Siena, Ciro Castelli ha iniziato la sua collaborazione con la Soprintendenza di Firenze per i primi interventi sulle opere degli Uffizi alluvionate il 4 Novembre del 66.
Dal 1972 ha lavorato per l’Opificio delle pietre dure di Firenze, una delle istituzioni più rinomate a livello internazionale nel campo del restauro delle opere d’arte, come Capo Tecnico Restauratore, dove ha svolto anche importanti attività di ricerca, formazione e consulenza.
Nel 1993 Encomio Solenne del Ministero per i beni e le attività culturali per l’intervento agli Uffizi in occasione dell’attentato in via dei Georgofili a Firenze.
Dal 2010 ricopre anche l’incarico di Formatore di Restauratori nell’ambito di una iniziativa finanziata dalla Fondazione Ghetty.
E’ stato insignito dell’onorificenza MAM, cioè Maestro d’Arte e Mestieri, riconoscimento che viene assegnato dai maggiori esperti di tutti i settori artistici italiani.
Nel 2016, a 50 anni dalla tragedia di Firenze, la RAI mette in onda uno speciale GR1 dal titolo “Scrutando l’Arno con Ciro Castelli”.
Nel Settembre 2018 gli viene conferito il titolo di “Genius Loci” per la Basilica di Santa Croce in Firenze.
Nel suo curriculum c’è una straordinaria collezione dim opere di storia dell’Arte da lui restaurate: Beccafume, Botticelli, Cimabue, Giotto, Masaccio, Raffaello, Leonardo, Caravaggio, Mantegna e tanti tanti altri.
Al termine della presentazione ho raccontato ai presenti della gioventù di Ciro Castelli, nato nel ’43 in via Roma, a pochi passi da casa mia, mostrando foto della terza elementare, della squadra del Castelmontorio, monturato tamburino di Piazza dal ’61 al 64.
Dopo di che Ciro Castelli ci ha descritto nella sua completezza il restauro di uno dei capolavori di Leonardo, dalla sua estrazione dal suo contenitore fino, passo passo, al suo reintegro.
Al termine, dopo più di un’ora di immagini e foto, ho ripreso la parola raccontando, con foto, di come Ciro Castelli non abbia dimenticato la sua Contrada.
Nel 2012 il Montone ha vinto il Palio, dopo un bel po’ di anni di attesa, e tutte le sere venivano organizzati dei “corteini” a tema, partendo dai Servi, giro di Piazza, reintro per la cena.
I corteini prevedevano che tutti avessero il cappello, una sera era prevista una campanina al collo, altre volte il ciuccioolo, e così via; una sera venne organizzato il corteino di 90 tamburi; Ciro seppe dal fratello di questa occasione e, a 69 anni, mise il suo tamburo in macchina, arrivò ai Servi, partecipò al corteino (ho due splendide foto a ricordo) e ripartì per Signa dove abita.
Gli applausi furono scroscianti.
Tutto questo per dirvi che si fa tanto parlare di cultura, a Siena, avevo spedito un invito a diversi personaggi Senesi, un blogger, un fotografo, un giornalista, rappresentati di istituzioni, ed altri.
Nessuno è intervenuto.
Pazienza, saranno stati impegnati.
Ma quello che volevo chiedere, e termino il mio forse troppo lungo intervento, è che sarebbe il caso che, almeno in certe occasioni, la città di Siena si ricordasse di quei suoi figli che le hanno dato lustro.
Magari facendosi carico, a chi compete, di segnalare Ciro Castelli al Concistoro del Mangia.
Sarebbe il minimo.
Grazie
La fauna senese secondo Ghigo Tozzi siete cambiati poco, punto.
i bei parenti dell Elena Spadi
Dallati a bastonate ravversato
che dopo segue l orme de su padri
Beppe nel manicomio lui nternato
credendo poi nel esistenza in sogno
dopo che pazzo l ebban battezzato
Stacchini avvelenatosi co’ un ragno
trattato da su padre com un ciuco
con la cognata che senti il bisogno
di farlo mettere dentro d un buco
e il giudice fenomeno senese
cervello punto e di giudizio poco
ch anonima denuncia lesto prese
da quella scombinata della Bice
che lo stacchini in terra distese
picchiandola ni capo co’ una croce
i pizzicagnolo Bernardo Lotti
e la vergogna anche di fa’ senti la voce
e i limonaio che un reggeva i gotto
l Annina matta la povera Franchi
co’ citti stronzi ed i su’ carretto
benche’ alla lista ancora molto manchi
pel resto dovrete legger Ghigo Tozzi
d esser come lui scrisse un sete stanchi
nessun meglio di lui pare vi sbozzi
animi e cori nascosti dentro i pozzi
a esser “normali” a siena sono i pazzi
ps i “giovani”si trovan anche in pdf aggratise
E sicche’, volendo anche questo post ,pone una scelta, cosa commentare?
un ps a margine che tratta di uno dei pochi vostri cittadini, che
abbian mai mostrato acume talento e sensibilita?
Oppure giu’ a diritto a condi’ l insalata con l’ acetello , per digerire
la iena lessa bollita ripassata in padella con la patatina rossa di monte?
Piatto impegnativo, che poi di certo fara’ veni’ su’ rutti e di pe’ giu’
altre ariose conseguenze.
Piatto che gradite da’ quando un grande chef romano ebbe l idea di presentarlo a sienina .
Ghigo di certo, conoscendovi ,prevederebbe una grande abbuffata .
Ghigo ,omo sensibile penalizzato da’ un ambiente dove emozioni e sensibilita’ son tenute a guardia, temute per le loro conseguenze, incanalate e sfogate solo in que’ du’ momenti che ben sapete. luglio/agosto
Momenti che guarda caso lui,i sor Ghigo mai ha preso in considerazione nei suoi racconti.
Momenti nei quali Ghigo deve aver sentito l avello dell artifizio ,della valvola di sfogo , della depressurizzazione delle umane caldaie senesi dove sensibilita’ e sentimenti son serrati sigillati e bollon senza sfiata’ se non in coro tutti nsieme a scaricassi senza averne coscienza
tra’ pianti urli commozioni e catarsi tufesche.
Momenti che tuttora danno luogo ogni anno ad un cimento in sonetti endecadillabici( d accatto) sull emozioni paliesche.
Ghigo ( gni do’ di tu’ pe i troppo rispetto che gni porto) l umana bestitudine un l ha descritta solo di siena, ma d ogni dove , di roma di
crispino sul lamone dove sbiciclettava su e giu pe i passo della colla di casaglia,ecc. ecc. , su’ siena e dintorni s’e’ dilungato per ovvie ragioni
di nascita e crescita .
L’aver notato che la bestitudine e’ un tratto e una caratteristica del umana specie in per ogni dove ,non l ha sollevato, non gli ha indotto il” mal comune mezzo gaudio” anzi semmai.
Ravanagli la filologia non m interessa , v ha e c ha ravanto gia’ dimorto
bene lui.
Sicche’ vediamo, s avete voglia di di’ la vostra su i’ Tozzi
O se v interessan rutti e curegge dopo ave’ mangiato e digerito la iena
tignosa lessa bollita .
Non ho certezze sulla morte di David Rossi, ma sul modo di fare televisione delle iene sì. La foto di un noto dirigente del monte mostrata al timoroso escort dopo la pubblicità è l’apoteosi della monnezza. Che schifo. Meglio spegnere e andare a dormire.
Ci mancava solo – pur non essendo una primizia – la chiacchierata con il sIOR Ettore Gotti Tedeschi da Piacenza.
Vendette di potere romano locale e ritrattini consunti di mediocri senesi nani ballerine e figlie di arrampicatici sociali da sempre…veritieri e ammuffiti. I Senesi…
Se questo micro tessuto sociale fosse stato meno strafatto, meno drogato di potere quattrini facili non sudati, inedia vizi, mediocri incapaci, signorine…mafia del sud e locale e contadini rossi inurbati…forse, dico forse, avremmo potuto evitare di comprare i pop corn…
Due interventi netti, lapidari ed ineccepibili, che sottoscrivo, Giovanna.
La morte violenta di un uomo è sempre un orrore e un dolore enorme. Soprattutto per una madre e per la famiglia. Ma Rossi aveva scelto potere e denaro. In una Banca di merda e di mafia.
Vedi Paolo, per il retail di MPS hanno designata Eleonora Cola, donna normale onesta colta milanese, laurea in Gourisprudenza alla Cattolica di Mi, tre figli. Che io stimo e conosco. I senesi?
Vedi Giovanna che a noi servirebbe ovunque proprio gente normale: i “fenomeni” purtroppo li abbiamo già provati sulla nostra pelle.
La senesità in sé mi pare abbia fatto già abbastanza danni, coniugata – per carità – al “grimaldello” venuto da fuori.
Unico comune denominatore, piaccia o no: l’appartenenza politica.
A mio parere – mi ripeto – non serve scomodare entità oscure massoniche o mafiose, che evocano inutilmente conturbanti ed imperscrutabili misteri, basta cercare in quello che fu il partito unico. Ce li chiappi tutti comunque.
Senesi o non senesi, però, a questo punto mi pare conti poco.
Globalizziamoci quanto basta, ma soprattutto cambiamo verso.
Ovviamente nulla so del caso di specie di cui parli
Paolo parlo solo della mia verità che vivo quotidianamente per…strada…Ma che conosco a fondo per molti motivi. Ce ne sarebbero centinaia di esempi simili alla dr.ssaCola. E forse nessuno sarebbe morto.
Ritrattini di mediocri, inedia, vizi , contadini rossi inurbati…
In pratica come gia’ scritto la fauna descritta da Tozzi.
Sempre meglio un libro delle iene.
Con Tozzi poi, un c’e’ gara.
Se un dna già ottuso usuraio medioevale massone ladro vero viene mischiato anche con quello meridionale mafioso…Federigo Tozzi è evidentemente obsoleto. Non servono le Iene. Basta vivere con questi.
come ben sai quando il corredo genetico di una popolazione si trasmette senza apporti esterni gli errori di trascrizione si accumulano senza poter essere corretti .
Ma come saprai anche i fattori ambientali( abitudini sociali incluse) sono responsabili dell attivazione o meno dei geni dormienti.
Sull esistenza di geni specifici dell usura ladroneria ottusita’ e altro
da te ipotizzato ,non ero edotto, hai dati certi ?
O solo osservazioni empiriche?
I dati certi, senza scrivere in modo ridicolo e troppo forbito, me ce li danno i fatti. Massoneria mafia e fallimento totale di tutto. Ti pare un corredo genetico cumulativo formidabile?
Caro Eretico,
ho sempre creduto nell’informazione libera come parte fondamentale di una democrazia e in questo giornalisti e blogger devono avere la possibilità di fare la propria parte.
Non ho mai preteso di avere la stessa opinione con chi scrive, perché penso che chi scrive potrebbe saperne più di me dell’argomento. Non ho neanche espresso opinione quando parlavi di mio fratello (sempre a mio avviso ben intendasi) senza esserti informato adeguatamente.
Però ora che sconfini nel lato professionale (e di tanti professionisti) vorrei consigliarti di informarti prima di scrivere, e ne hai sicuramente le capacità e la possibilità. Purtroppo mi pare che tu non fossi alla presentazione del Master che e’ stata fatta al Rettorato, quella forse era un’occasione giusta per informarsi e per fare domande se ritenevi fosse il caso.
Comunque, innanzi tutto vorrei farti notare (se non lo sapessi) che facendo una Master ci guadagna solo l’Università che incamera le tasse degli studenti, il resto viene utilizzato per pagare gli spostamenti dei docenti che vengono da fuori e pernottano a Siena oltre che al materiale di consumo utilizzato nelle esercitazioni. Per quanto riguarda i docenti, ancora non è previsto se e come ci sarà un compenso (peraltro minimo e che molti hanno già preannunciato che devolveranno per borse di studio agli studenti).
Poi se andiamo a considerare il titolo onorifico di “direttore” che mi è stato conferito, serve solo a designare colui che masochisticamente si sobbarca gran parte della burocrazia facendolo gratis. Burocrazia intendo quella a partire dal compilare tutte le schede del Master e inserirle nel cervellotico sistema di gestione chiamato “Simaco”, a metter su faticosamente un sito internet (pensi te lo faccia qualcuno) oltre a ottenere tutte le informazioni necessarie dai docenti del master e sobbarcarsi di tutte le richieste di dettagli specifici che fanno i futuri studenti. E questo e’ solo l’inizio, quando arriveranno gli studenti e inizierà il Master sarà ancora più dura. Mica pensi che ci sia una struttura dell’Università che si immola ti sta dietro a tutto ? Ho solo la fortuna di avere delle segretarie di Dipartimento particolarmente efficienti, ma che con l’organizzazione pratica del Master in questo momento non mi possono aiutare.
Spero che tu non voglia entrare nel merito della professionalità dei docenti del Master in quanto non credo che su questo punto ci sia da obiettare. Ho riunito i migliori professionisti del campo e messo su un Master con 35 docenti cosa unica, e difficile da gestire, proprio perché il Master deve essere Multidisciplinare per sua natura. L’unione dell’esperienza sul campo dei periti e professionisti esterni all’Università e delle competenze dei docenti universitari darà effetti sinergici.
Soffermati a leggere bene il titolo del Master: “investigazione scientifica e analisi scena del crimine”, e’ la scienza applicata alla scena del crimine, non solo il suo modo di applicarla sui vari casi pratici ma anche di comunicarla mediaticamente e nelle aule di tribunali. Puoi collegarti al sito internet del master (pagato di tasca mia e fatto con le mie mani per cui scusate se non e’ il massimo ma faccio altro mestiere): http://www.master-investigazionescientifica.it e vedere l’intervento del l’ex Comandante del RIS che spiega benissimo lo spirito innovativo del Master.
Nel Master su 35 docenti solo 3 sono di Quarto Grado, trasmissione che peraltro non mi pare fuori tema e sono dei professionisti del settore , non si chiama Master “David Rossi” e non si parlerà del caso. Se permetti poi, se pensi che io possa essere così ipocrita e meschino da sfruttare una tragedia come quella che è successa a mio fratello per qualche scopo lucrativo personale o di carriera allora mi offendo e questo offende anche gli altri 34 docenti del Master. Credo però che tu sia abbastanza intelligente da non fartelo pensare, al contrario di altri. Non ho capito perché tanta polemica ha suscitato questo Master quando doveva essere uno dei tanti Master dell’Università di Siena, Master che va a colmare l’offerta formativa in un settore che non era presente. Ci sono 25 docenti esterni all’Università proprio perché non e’ facile e logico trovare tutte le competenze necessarie all’interno dell’Ateneo. Sarebbe stato molto più facile mettere insieme solo docenti interni e fare un Master rabberciato. Anche il “todos caballeros” mi pare fuori luogo no? Se si possono iscrivere tutti quelli con laurea magistrale o a ciclo unico è quella la selezione fino al raggiungimento den numero massimo di posti disponibili. Avendo caratteristiche multidisciplinari non ha senso mettere sbarramenti sul tipo di laurea, la selezione semmai sarà dopo in quanto non è ovviamente automatico il fatto che se uno si iscrive abbia il tiolo di Master di II livello, deve anche impegnarsi nello studio, seguire le lezioni e superare esami. Qua non si dà un pezzo di carta vuoto ma si cerca di far imparare qualcosa. Scusa se è poco.
Ti invito pertanto, se vuoi scrivere del Master (di questo ma anche di altri) di informarti bene, lo puoi fare tranquillamente in quanto il mio numero e email sono pubblici sul sito dell’Università e sono sempre disponibile a confrontarmi, dare spiegazioni anche a chi non è d’accordo con me e con le mie iniziative.
Ringraziandoti comunque per l’interesse nel nostro Master (e di conseguenza anche della pubblicità) colgo l’occasione di ricordare che la scadenza per le iscrizioni non è il 25 marzo come erroneamente riportato ma il 19 aprile come ben si legge sia nella pagina del Master dell’Università sia in quella del sito del Master stesso.
Cordialmente
Ranieri
Caro Ranieri, a parte la prolissità (che non è certo prerogativa solo tua, sia ben chiaro), accolgo volentieri la tua precisazione, ed altrettanto volentieri ti rispondo.
Sarei venuto volentieri alla presentazione del Master, se fossi stato a Siena (ero in Normandia con la scuola, come da blog); ma veniamo al sodo: c’erano o meno delle figure che sono abitualmente ospitate dalla trasmissione Mediaset “Quarto grado”? E la succitata trasmissione, si è mai occupata del Caso-Rossi, di grazia? Detto questo, per me credo basti, ed avanzi: ognuno pensi, come sempre, con la sua testa.
A proposito dei blogger, sui quali hai iniziato il tuo intervento: come certo ricorderai, fummo accusati, a caldo, di avere in qualche modo spinto David al suicidio (allora, tutta la famiglia era convintissima della tesi suicidaria). Tu che ne pensi oggi, a sei anni di distanza?
Cordialmente, l’eretico
Ps Sulla trasmissione di ieri: minestra riscaldata, appena insaporita dalla stimolante intervista a Gotti Tedeschi (che però niente di niente aggiunge sul Caso-Rossi nello specifico): per una trasmissione durata dalle 21,21 alle 00,48, mi pare francamente pochino; per non parlare dei due testi “anonimi” sulle orge, la cui credibilità è già stata smontata da tempo…
Caro Eretico,
mi spiace per la prolissità ma come ti dicevo faccio altro mestiere.
Cerchero’ di risponderti in maniera coincisa. Nel Master ci sono Pierangelo Maurizio (giornalista Mediaset di Quarto Grado), Alessandra Viero (conduttrice e giornalista di Quarto Grado), Luciano Garofano Ex RIS ma non dipendente Mediaset dove viene ospitato come opinionista. Oltre a questi c’e’ il nostro avvocato che viene spesso ospitato da questa trasmissione che l’ha preso come punto di riferimento per la sua competenza anche per altri casi. Altri ci sono ma in quanto sono ospitati anche da altre televisioni in quanto massimi esperti del settore come Paolo Reale e Martino Farneti (mi pare positivo no?). Quindi non ho capito dove sta il problema. Su 35 docenti ce ne sono 5 che si sono occupati anche del caso Rossi, quindi? Per questo il Master deve essere sul caso Rossi o possiamo spiegare anche come si fa (correttamente) un approccio scientifico alla scena del crimine parlando di argomenti scientifici?
Per la seconda domanda come ho sempre affermato non ho mai ritenuto che i blogger fossero né causa del suicidio (omicidio) di mio fratello né delle sue preoccupazioni. Se poi mi trovi un mio post su qualsiasi blog (o altro posto) in cui affermo il contrario ne faro’ ammenda. Peraltro quando parli della famiglia distingui i vari membri perché io non ho mai ritenuto che di suicidio si trattasse né dai primi istanti né dopo e non ho mai fatto o detto qualcosa che lo potesse far pensare.
Ciao
Ranieri
Se ti sei perso la presentazione faremo incontro con gli interessati al Master agli inizi di aprile in data ancora da definire, puoi venire li’ magari ti convinciamo a iscriverti
Caro Ranieri, partiamo dalla fine: tu dimmi/scrivimi quando ci sarà l’incontro, ed io – se compatibile con gli impegni professionali e di biblioteca – sarò ben lieto di venire; sulla presenza di “quattrogradisti” – come già scritto – ognuno ragioni con la sua testa; sulla questione dei blogger, giusto il distinguere membro per membro della tua famiglia: resta il fatto che anche chi – diversamente da te – certe opinioni le ha espresse, eccome se le ha espresse (basta riguardare questo stesso blog, mazo 2013), per ora non mi risulta che abbia detto alcunché sulla speciosa situazione. Wait and see.
Comunque dopo che la Magistratura (soprattutto quella genovese) avrà messo certi paletti sull’utilizzo mediatico della vicenda, potremmo organizzare non un altro Master, ma un incontro polifonico – che NON c’è mai stato, e non certo per colpa dello scrivente, sia chiaro – sul Caso che riguarda tuo fratello.
Buona giornata, l’eretico
Eretico, vorrei ricordarti il tuo lingua in bocca con Mondani, all’epoca .. come ti faceva comodo. Ti vorrei anche ricordare che per quelle menzogne il buon Mondani, o meglio la trasmissione per cui lavorava ha dovuto chiedere scusa dopo un processo per querela, oltre a pagare salate spese..
Fai sempre gli stessi errori.. dovresti imparare a tacere.
Oh, finalmente torna in campo il buon “Pregiudizio”: e come al solito prende fischi per fiaschi, non sapendo di cosa parla…
La mia “lingua in bocca” con Paolo Mondani ci fu sul reportage “Monte dei fiaschi”, eccellente lavoro che seppe anticipare – eccome se lo seppe fare – ciò che sarebbe successo di lì a non molto (collaborazione del tutto gratuita, peraltro, la mia, e miei contributi personali censurati, pensa un pochino); quando Mondani iniziò, per primo, ad occuparsi del Caso-Rossi, io non ci misi proprio mano: zero di zero. Le scuse le ha dovute chiedere LUI, non certo IO: chiaro, o si abbisogna di disegnino all’uopo?
Mi pare invece che siano proprio Le Iene a riproporre la tesi – suggestiva, certo – dello IOR: chapeau, se avessero trovato documenti o prove. Cosa che non hanno individuato neanche di striscio…
A A.B.: concordo in toto con te, e credo tu l’abbia capito;
a Roberto, sul Ps: la ricerca di verità della famiglia va rispettata, ci mancherebbe. Ciò non vuol dire assolutamente essere d’accordo su tutto, però: anzi, ce ne corre, ed anche parecchio. Non siamo, tra l’altro, di fronte ad un Caso-Cucchi, come sfacciatamente qualcuno vuole fare credere. Nemmeno alla lontana, per capirsi…
Comunque domani delle Iene e del dibattito tocca tornare a scrivere qualcosina: la rubrica settimanale della Cultura – che con questo caso ha ben pochissimo a che fare – può dunque attendere…
L’eretico
Caro Eretico, cominciamo dall’inisio. L’incontro se ci riusciamo stiamo cercando di organizzarlo per l’8 di Aprile alle 16. La conferma a breve aspetto disponibilità di alcuni docenti, lo scrivero’ sul sito. Per la vicenda di mio fratello che esula comunque dal Master, lo ribadisco ancora, vedremo cosa farà la magistratura in base alle nostre richieste. Le tue idee le hai ampiamente espresse sia dal blog sia su trasmissioni televisive, ritengo che ognuno abbia il diritto di farlo e infatti come vedi non ho mai accennato ad alcuna protesta in proposito. Ti ho scritto a riguardo del Master in quanto non c’entra niente con il resto ed e’ qualcosa che riguarda la mia professione e quella di altri 34 docenti che si prestano a insegnare in questo Master. Quindi ti invito a venire ad ascoltare e informarti poi potrai scrivere e dare la tua opinione, non e’ facile da fuori capire certi meccanismi.
Ciao
Ranieri
Caro eretico non ti capisco più. Io non vivo a Siena, ma tempo fa capitai da codeste parti. Avendo un po’ di tempo a disposizione improvvisai un sondaggio informale. Su 5 persone sentite di diversa estrazione tutte mi confermarono che Rossi era stato ammazzato. Tutti sembrano pensare sia stato ucciso tranne te. Mah…
Caro Mario ,ti invito ad affinare le tue perplessita’.
( col senno di poi).
Col senno di poi ,come sta’ scritto su’ di un comunicato della procura
senese.
Col senno di poi ,mi viene da dire,che si sarebbero potuti raccogliere (O NB. CHIEDERE DI RACCOGLIERE) tabulati telefonici e riprese video,a suo tempo e in tempo utile.
Ma ora a siena esiste il master di criminologia e il senno invece che averlo e mostrarlo poi , su’ quarto grado o sulle iene,impareranno ed insegneranno ad averlo prima.
Dice, prima quando? visto che le indagini si fanno sempre dopo i crimini e non prima.
Prima, poi, dopo, quando , concetti che non tengon conto della circolarita’ reiterativa del tempus senesorum.
Circolarita’ simbolicamente espressa dall uroborus che ,visto che tiene la coda in bocca ,pensa ,sa’,ma’ non puo’ parlare, se parla gli esce la coda di bocca ,gli eventi diventano lineari e cominciano ad avere un capo e una coda, inizio e fine,prima e poi.
Un prima distratto ed ingenuo, e un poi,
criminologicamente consapevolizzato.
A proposito del senno di poi. Io non so se Rossi si è o è stato suicidato. Una cosa è certa: poche ore dopo il fattaccio, ovvero la morte di una persona coinvolta per il suo ruolo nella intricata questione MPS, già alla attenzione di stampa, magistratura, politica e opinione pubblica, il semplice buon senso avrebbe portato chiunque a chiedersi se tutte le videocamere avessero colto qualche immagine interessante per l’inchiesta. Invece dei professionisti delle indagini non hanno ritenuto nell’immediato di acquisire quelle immagini. Eppure è la prima cosa che fanno tutti gli investigatori, si pensi a tutti i casi che quotidianamente troviamo sugli organi di informazione di rapine, stupri, liti e quant’altro dove la prima cosa che si legge è che “le immagini delle telecamere di sorveglianza sono al vaglio degli investigatori”. Il rilevare questa stranezza non la ascriverei a mero senno di poi. Ma è una domanda che chiunque si pone e che resterà per sempre senza risposta.
Caro Roberto, l’unica telecamera che poteva avere un valore, fu ovviamente acquisita: questo è per tabulas (che bisognerebbe conoscere), il resto sono ienate…
L’eretico
Allora, siamo in due, visto che anche io penso che Rossi si sia ammazzato.
Sulla nuova trasmissione delle Iene che dire, dopo la premessa che certe grancasse hanno un po’ stancato?
Tutto trito e ritrito, con l’aggiunta della riabilitazione del Mussari – ci mancava!- e la performance di Gotti Tedeschi, ad evidenziare il marcio, notorio peraltro, di certi ambienti.
Sullo sfondo si staglia però, a mio avviso, l’atteggiamento della famiglia che non mi sembra faccia un bel servizio alla figura dell’estinto!
Dove sta la elaborazione, intima, del lutto ? Mah……….
Caro Mario,
in verità la tesi “omicidiaria” fa parecchio comodo al popolino sanese.
ecco la soluzione per la giustizia: fare un bel sondaggio popolare per ogni reato (o presunto tale). mi verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Ieri, fino al momento in cui in preda ai conati ho spento il televisore, ho visto ed ascoltato cose offensive dell’intelligenza umana. Un punto nodale degli errori investigativi, puntualmente elencati dai geni dell’investigazione di nero vestiti, riguarda i fazzolettini con tracce di sangue nel cestino dell’immondizia non fatti analizzare per l’esame del dna. Ora io mi chiedo se una persona normale possa ritenere credibile che i presunti assassini di Rossi, dopo una colluttazione nella stanza con lancio dalla finestra della vittima, si detergano le ferite con dei kleenex per poi buttarle lì nel cestino.
In realtà tutta la trasmissione ruota intorno alla vera evidenza: non esiste un movente, ne sono stati proposti mille, tra festini gay, IOR e bancarotte, e tra una “forse” ed un “potrebbe anche darsi”, non esce fuori niente. E senza movente non c’è omicidio.
non ce l’ho fatta a seguire tutta la trasmissione troppo lunga…..pero’ quella figura che nel filmato si affaccia al vicolo col cellulare all’orecchio da’ un occhiata poi gira i tacchi e se ne va resta nella memoria specialmente quando senti dire che non sono stati controllati i tabulati delle celle telefoniche che magari avrebbero consentito l’identificazione di quella persona…resta nella menoria l’orologio del deceduto…e l’asserito mancato controllo delle telecamere interne….suicidio? non e’ certo, ma certissimi i depistaggi e le coperture
Caro Raffaele
mi congratulo per il costante aumento delle presenze nella sala storica.
Ormai per trovare un posto a sedere libero conviene anticiparsi sull’orario d’inizio. Sono contento di poter rilevare la piena coincidenza fra intenzioni e risultati, obiettivi conseguiti in un ambiente aperto e patrimonio di tutti.
L’ultima iniziativa dedicata all’edizione nazionale dell’opera omnia di Federigo Tozzi conferma questa tendenza.
Permettimi quindi di riproporre la domanda fatta in quella sede aggiungendo una specifica integrazione che propongo come riflessione comparativa con il tempo presente.
Non voglio discutere sull’educazione sentimentale dell’umanità ma il genio di Tozzi potrebbe tornarci utile.
Sappiamo che era una sua dote rendere semplice, attraverso la rappresentazione, la comprensione dei sentimenti complessi.
Mentre oggi siamo specializzati nel rendere complicate anche le cose semplici.
Tuttavia oggi più che la complessità delle sfumature c’è lo svuotamento dell’esperienza. In altre parole lo svilimento preventivo della potenza, insieme a una sua mancanza. C’è troppa immediatezza e sterile esibizione.
E allora si vive di surrogati, oppure li si trasforma come tali.
Entriamo nel merito.
L’ombra della giovinezza, il testo che ci fa incontrare Orazio Civillini e Marsilia Brunacci nel loro innamoramento e nell’amore reciproco fino alla fine delle vicissitudini , parla proprio di questa condizione estatica.
Livio , il fratello che si impone su Orazio, è però oltremodo drastico : conservare la proprietà aumentandola con i matrimoni d’interesse è più importante che proteggere gli affetti (specialmente quelli veri e profondi) .
La verità e la profondità di un amore ,in questo caso, tuttavia non sono sufficienti per innescare la ribellione di Orazio.
La malattia , che altrove è fuga dalla realtà o incapacità di accettarla, qui si manifesta come rinuncia di sé ( il fratello decide per Orazio).
Non c’è – per intenderci – la rinuncia ascetica per la santità… ma c’è l’ abdicazione totale : la mancanza di volontà.
Marsilia invece, con semplicità struggente, comunica la sua volontà con le mani, stringendole.
E quando sarà lasciata ( da Livio non da Orazio…) non riuscirà nemmeno a urlare il suo dolore affogando nelle convulsioni del pianto (” il signore mi punisce…!”). La religiosità come criterio di giudizio al posto del Super-io.
E questo accade nonostante Tozzi riesca a farci capire la potenza dell’indicibile ben rappresentata dalla custodia e dalla segretezza delle lettere.
Quelle lettere che non sono state condivise con il fratello… a conferma dell’innamoramento.
Mostrare le lettere d’amore (al di là del pudore) le avrebbe svilite.
Qui la rinuncia ad esibire il sentimento diventa la forza stessa dell’amore, certamente la forza che non ha bisogno nemmeno di nominarsi (invano).
Tenere per sé ciò che non può essere posseduto…
Ed ecco la domanda integrativa (che si somma a quella sulla religione come malattia invalidante visto che il pregiudizio subito o inferto costituiscono in Tozzi la forza della cattiveria decisionale); una domanda che si lega a quel ” il Signore mi punisce” che Tozzi fa dire a Marsilia nel momento dell’estremo dispiacere.
Il quesito è sulla condizione dell’esperienza : oggi noi esibiamo sui social tutto quello che viviamo perchè non c’è più l’intensità di allora; o esibiamo tutto quello che sentiamo proprio per diluire quell’intensità (quasi sacra ?) che non sappiamo più gestire ?
Livio dice ad Orazio : non mi hai fatto leggere le lettere, se no ci saremmo divertiti insieme come con la serva…
La riservatezza e l’attesa erano il segno certo che si era innamorati.
La socializzazione e la condivisione illimitata (senza pudori) sono invece il segno che non possiamo più innamorarci come un tempo : cioè aspettando di sapere quello che non potremo mai capire.
Ed è così che il grido strozzato di Marsilia diventa eloquente metafora : l’indicibile del dolore è come l’indicibile dell’amore.
Poli
In chiusura orazio passa poi il tempo a belare sulla sua favaggine abbestiolata di pavido.
Pettoni spregiosi d ogni sentimento in pubblico ,che fanno della bestitudine vanto e orgoglio, e poi sui sentimenti pesticciati belan di nascosto .
Questa un ce l avevi messa Poli.
Manda l fratello e guarda pestare il mosto
poi su’ marsilia bela di nascosto.
Tozzi usa sempre delle belle figurazioni , mentre manda il fratello a stiacciare
i suoi sentimenti, Orazio va’ a veder stiacciare i mosto.
Facci caso , non e’ casuale .
Poli sdegna la iena bollita ripassata in padella, e preferisce i sor Ghigo
Uno su’ venti , poi dice che Tozzi a siena si sentiva solo , vedrai, semmai.
Dalle figurazioni tozziane ,quindi
pe’ un anno bolle non pe’ un solo mese
come fa’ invece in cantina ‘l mosto
bolle pe’ un anno ‘l popolo senese
la svinatura avviene a luglio/agosto
nel tino han sigillato i sentimenti
che provano soltanto di nascosto
a rivelarli c’ e’ da starci attenti
passi per pazzo o per un illuso
se quel che provi t esce for dai denti
mai raccontare a qualcun sul muso
cosa uno prova o che cosa sente
sopra l tufino questo non e’ d’ uso
solo col tufo n’ piazza certa gente
usa sfogarsi in coro e processione
ma’ mai vien fatto cio’ singolarmente
questa a sienina e’ la tradizione
ed alle tradizion so’ affezionati
bollono e dopo sfogan la pressione
dei sentimenti pe’ un anno abbuiati
nel tino chiuso ermeticamente
e a date fisse in massa rilasciati
e il calendario va’ tenuto a mente
pare che sia la cosa piu’ importante.
Ringrazio l’essere occulto per la nota aggiuntiva che amplia la luce sulla mancata ribellione di Orazio.
Il belato finale c’è e riassume bene la posta in palio…
Ho cercato di contenere al massimo le parole necessarie (non si finisce mai di imparare) ma vista l’occasione conviene specificare che qui, in questo testo, Tozzi anticipa addirittura la protervia dello squadrismo agrario : me ne frego del fratello figuriamoci del prossimo.
Gli altri servono e basta se un sono già servi.
Oggi ricorre il centenario della fondazione dei “fasci di combattimento”!
Perché non celebrare questo evento che ha formato lo spirito e l’identità di molti italiani con un bel palio straordinario?
Questa volta la lettera potrebbe arrivare all’assessore alla sicurezza!
Caro Eretico, da qualche giorno rimugino su questo post, sulla tragedia di David Rossi e sulle squallide iene che giocano senza pudore con il dolore di una famiglia ed i sensi di colpa di una città. Nel farlo ho provato un disagio latente leggendo lo scambio di opinioni tra te e Ranieri Rossi sul Master di II livello. Qualcosa non mi torna in questa vicenda ed alla fine penso di aver focalizzato le mie perplessità e nel proportele ti chiedo un parere: non pensi che in una città dilaniata da guerre intestine, sia stata a dir poco azzardata la scelta dell’Unversità di accettare e quindi proporre un master diretto dal fratello di David Rossi su un argomento che sin dalla denominazione suona come una mozione di sfiducia sull’operato della magistratura cittadina? Quanti magistrati sono docenti al Master e quanti tra gli eventuali fanno parte della Procura di Siena?
Insomma, il periodo è difficile, e non penso che sarà gratis la scelta del Rettore di aprire un nuovo fronte, provocando l’ennesima tensione tra comune, università, curia, fondazione, banca, prefettura.
Siamo la città del tutti contro tutti.
Caro Eretico, tu hai abbracciato la tesi del suicidio, e ne appari tanto sicuro che ritieni che tutti quelli che nutrono ed esprimono dubbi si inventino di sana pianta interpretazioni o addirittura si avvalgano di testimonianze farlocche, come quelle degli escort. Ma io mi chiedo, e te lo sarai chiesto sicuramente anche tu, quale sarebbe il fine di questi soggetti? È vero che ci sono delle sentenze, ma ormai dopo tanti casi, nessuno credo oggi possa giurare sulla infallibilità, ovviamente sempre in buona fede, fino a prova contraria, della magistratura.
Ps1. Io personalmente non ho nessuna tendenza a propendere per l’una o l’altra tesi
Ps2. Non mi piace che si critichino o si giudichino i familiari del povero defunto, in quanto hanno tutto il diritto di pensare quel che gli pare e di agire di conseguenza, perché sono quelli che hanno subito direttamente il lutto, e nessuno può permettersi di esprimere giudizi su di loro.
a proposito dei fazzoletti di carta: se ben ricordo la relazione della procura asseriva che le macchie su quei fazzoletti sembravano corrispondere alle ferite che D.R. si era inferto da solo…pero’ sarebbe stato ovvio chiedersi con che cosa si feriva da solo nel suo ufficio….e’ stato ritrovato un coltello tagliacarte forbici macchiate di sangue? non c’e’ parola di tutto questo …mancano prove oggettive che le lesioni fossero conseguenza di autolesionismo
In effetti, c’è solo la testimonianza della famiglia sui tagli autoinferti da David Rossi: la famiglia versione 1, ovviamente…
L’eretico
Caro Eretico,
seguo sempre la Sua pubblicazione, purtroppo non posso intervenire alle conferenze organizzate alla Biblioteca Comunale, sempre di argomento interessante, posso ormai uscire poco di casa, per motivi d’età e familiari e abito nel territorio delle ex Masse di Siena. Mi diverto a scrivere sonetti di argomento senese, me li pubblica l’amico Papei sul suo sito internet ilpalio di Siena. Se ha tempo e voglia, legga quelli che ho scritto sul caso Rossi, sono i nn.667, 668, 686, 721 731. Io credo si tratti di suicidio, ma non ne sono sicuro al 100%. Quando ne ha l’occasione, mi saluti il Suo babbo, che anni fa ebbi il piacere di conoscere e di incontrare più volte, forse si ricorda di me.
Con stima e simpatia
Beppe Pallini
“la testimonianza della famiglia” : se ben ricordo, della step-child…che comunque non ha prove oggettive riguardanti strumenti usati nel presunto rituale autolesionistico ossessivo…secondo la procura tale rituale(tagliuzzarsi e tamponarsi) era stato ripetuto nel suo ufficio poco prima dell’exitus ..e uno si aspetterebbe che nell’ufficio fosse rinvenuto lo strumento da taglio