Una tragedia natalizia (e 2 Ps)
Primo pezzo dell’anno Domini 2019, e si parte inevitabilmente con lo scrivere di un lutto che – tanto per la drammaticità intrinseca della dinamica, quanto per la giovanissima età dello studente deceduto – ha scosso nel profondo la collettività senese. Nessuna pretesa di dire alcunché di particolarmente originale, né tantomeno di dare scoop sulle indagini (cosa che, in casi come questi, non avremmo fatto neanche ai tempi del blog barricadero); qualche riflessione sparsa, però, è non solo consentita, ma crediamo anche doverosa: oltre alle ovvie condoglianze, per quanto tardive, alla famiglia del povero Arturo.
LA DINAMICA
Il focus dell’attenzione mediatica si è incentrato ormai sull’elemento dell’omissione di soccorso (se accertata); riflettiamo però su questo, scrivendo tanto in generale quanto nel particolare: certo che l’eventuale omissione è un’aggravante (come da Codice penale, peraltro), e francamente non si capisce come il conducente del furgone, pur tornato indietro, non abbia visto neanche una borsa da sport che poi è stata notata da altri, sempre buio essendo. Ma non dimentichiamoci, per l’appunto, di una cosa: il fermarsi dopo un incidente, è cosa da persone perbene, con piena dignità di human beings, oltre ad essere dettato dalla Legge; tutto ciò però non distolga dal fatto cruciale, che è prima di ogni altra cosa l’obbligo morale di prestare la massima attenzione alla guida: siamo arrivati al punto che ormai il parlare in macchina al telefono cellulare (privi di auricolare) è, sebbene proibito, quasi un comportamento positivo, virtuoso, stante l’abitudine – ben più pericolosa – di moltissimi di compulsare le chat ed i social mentre guidano, senza neanche lontanamente pensare che ciò che si ha in mano è una potenziale arma letalissima (come ben sanno i terroristi islamici, da quel 14 luglio 2016 nizzardo).
Ovviamente solo la coscienza del venditore di frutta sa la verità fino in fondo, su questo punto tanto specifico quanto cruciale (difficilmente gli inquirenti potranno eventualmente scoprire se il guidatore usava lo smartphone nel momento del drammatico impatto, pur augurandocelo). In ogni caso, questo dell’uso dei social durante la guida è oggi IL problema dei problemi, nelle odierne strade italiane.
PARTITA IVA, NON LICENZA DI UCCIDERE
Ricordiamo un vecchio pezzo sull’Espresso di Giorgio Bocca, che stigmatizzava lo sfrecciare, nella declinante Milano da bere, dei furgoncini che si sentivano investiti di una sorta di diritto supremo a viaggiare più velocemente degli altri mezzi, con la motivazione – di fronte ad eventuali rimostranze – che loro dovevano fare le consegne, insomma che lavoravano; da ciò che ricordiamo, Bocca criticava, con lucida asprezza, questa forma mentis legittimante ogni comportamento, in nome del produttivismo. Sapeva leggere il suo presente, ed anche essere profetico, il grande giornalista piemontese.
Vediamo che, anche oggi, l’avvocato del venditore di frutta che ha ucciso Arturo tira fuori la storia che il suo assistito è un “gran lavoratore”: e allora, di grazia? La partita IVA, con tutti i suoi annessi e connessi, non solo non offre a nessuno la libertà di uccidere, ma non rappresenta alcun tipo di esimente.
Sarebbe bene, molto bene, che fosse chiaro a tutti.
MORIRE A 17 ANNI
Che gran boiata scriveva Menandro, quando sosteneva essere caro agli Dei colui il quale muore giovane: che gran boiata. Se l’essere umano in genere è un coacervo di tanti elementi diversi, e la mente umana manzonianamente un guazzabuglio in cui convivono le cose più disparate, un adolescente lo è, da par suo, all’ennesima potenza; ed il fatto che uno specchietto (pensato per la sicurezza!), un maledetto specchietto di un furgone recida questo guazzabuglio di cose che saranno, anzi sarebbero state, beh questo non è accettabile.
Ai genitori e a chi ha conosciuto Arturo, restano due strade: la preghiera, se persone di Fede, oppure – ma la cosa non è in contrapposizione, a dirla tutta – la foscoliana “celeste corrispondenza d’amorosi sensi”, quell’osmosi post mortem che si crea tra chi non c’è più e chi resta.
Queste sono le uniche due strade: non per superare una salita purtroppo insuperabile, bensì per non andare del tutto a fondo in quella strada chiamata vita…
Ps 1 A proposito, in generale, dei botti del 31 dicembre: oltre a fare danni agli animali umani (non solo a chi scelleratamente li usa:vedi donna raggiunta al petto da un petardo a Sant’Agata dei Goti, in fin di vita), oltre a creare panico fra gli animali non umani (almeno 5mila quelli che muoiono la notte di San Silvestro, fonte WWF), c’è da aggiungere un’altra cosina, cui si fa poca attenzione: ci informa Marco Demarco (Corriere della sera del 30 dicembre, pag. 20), che “i botti esplosi in una notte tra Posillipo e Capo di Sorrento rilasciano una quantità di diossina pari a quella prodotta in un anno da 120 inceneritori”. C’è poco da commentare, diciamo così.
Ps 2 Lunedì prossimo, 6 gennaio, alle 21 su Siena Tv riprende “Il lunedì del villaggio”, dopo la pausina natalizia; puntata, a questo giro, tutta dedicata all’asse Siena-Madrid; da non perdere, date retta…
Le foto fatte al furgone fanno pensare che sia stato impossibile non
accorgersi di un impatto che ha sradicato lo specchietto e il suo sostegno
con discreti danni alla carrozzeria dove era fissato .
https://goo.gl/images/XSTuLZ
La strada ( che conosco bene)tra pian de mori e rosia,come molte in toscana ,pur avendo spazio ai lati,visto che costeggia i campi, non ha banchina percorribile e figurarsi pista pedonale/ ciclabile.
Sarebbero bastati , due metri di pista rubata ai campi e sarebbe vivo.
In quella strada o cammini nel fossetto (cosa impossibile)o sei a rischio
investimento ,visto che solo vicino a rosia, da castellare in poi c’e’ un percorso pedonale.
Vero, molti col telefonino mentre guidano fanno il cazzo che gli pare, e se risultasse dalla tracciatura del segnale che il guidatore stava chiamando mentre era in zona……
17 anni tornava dal calcio, morto
Per due metri di pista da rubare ai campi.
Come dice il Raffa , non e’ accettabile.
Pedoni bici? sembrano diventati solo intralci .
a proposito del ps1…lo dice il wwf ma io tutti questi cani e gatti morti per san silvestro non li ho mai visti
Ho sempre pensato che i drammi sono spesso legati ad una concatenazione catastrofica di eventi che presi singolarmente non comporterebbero alcun problema, colpa o dolo. Non penso che il tragico incidente di Ampugnano sfugga a questa considerazione, ma dovere di chi rimane è onorare la memoria di chi ci ha lasciato facendo il possibile per evitare nuovi lutti. Per questo penso che quanto hai scritto, caro Eretico, sulle distrazioni alla guida legate all’uso degli smartphone sia sacrosanto, e aggiungo che analoghe considerazioni andrebbero fatte sui pedoni, che spesso camminano in una distratta inconsapevolezza di quel che fanno, essendo immersi nel proprio telefonino. Rimangono altri punti che non possiamo far finta di ignorare, legati ai diritti che dovrebbero avere le persone che abitano e pagano le tasse in zone urbanizzate. Scendere da un autobus e camminare sul ciglio di una strada ad alto scorrimento, buia e priva di marciapiedi, con magari una torcia per vedere qualcosa, ha poco a che fare con la civiltà. La realtà è che mezza città, compreso il suo hinterland, si trova in questa situazione. Non faccio in questo caso nessuna critica alle amministrazioni attuali di Siena e Sovicille, ma mi chiedo come sia stato possibile costruire, pagando oneri di urbanizzazione, per poi trovarsi a vivere in lande desolate.
Insisto , Sovicille ha tre frazioni piu’ grandi delle altre, rosia sovicille e san rocco, piu’ due zone pian de mori e pian di rosia (gsk)
dove si concentrano le attivita’ lavorative.
Tutte queste zone hanno strade di collegamento che passano tra’ i campi e non esiste alcun percorso pedonale/ciclabile che le colleghi.
nemmeno da rosia alla gsk, anche li, tutta zona in piano tra i campi, sarebbe facile e poco dispendioso ricavare percorsi sicuri per chi
voglia fare passeggiate o raggiungere il luogo di lavoro a piedi e in bici.
Praticamente esiste solo il vecchio percorso sterrato ,tra stigliano e s rocco, per il resto spostarsi a piedi o in bici, fare una passeggiata, o un
uscita per il footing o in bici, a sovicille come in molti ,quasi tutti i comuni toscani ti espone a rischio investimento.
Smettiamola con la retorica , del non e’ accettabile solo quando avvengono
disgrazie.
Certe disgrazie non sono imponderabili ,ma’ dovute a cause derivanti dalla inaccettabile miopia inane di minus habens catatonici ai quali,in toscana affidiamo l amministrazione dei nostri territori.
Ho letto diversi articoli su’ diversi giornali e siti toscani di informazione sull evento in questione, nessuno dei quali poneva l attenzione sui rischi connessi alla pressoche’ totale mancanza di percorsi
sicuri per pedoni e ciclisti , poi quando a causa di tali motivi un ragazzo di 17 anni ci rimette la pelle , si parla e scrive di destino ingrato, di responsabilita’ dell investitore( ovvio che ci siano) e si tace sul fatto
che spostarsi a piedi/bici specialmente di notte nelle nostre zone, espone ,a causa della mancanza di percorsi ad una roulette russa..
E anche questo lo trovo inaccettabile .
Un pezzo di grande verità e sensibilità, caro Eretico: non ho niente altro da aggiungere ai complimenti più sinceri.
A proposito dei botti, la notizia è di oggi: ragazzo con quattro dita in meno a San Rocco a pilli (ma succede tutto nel Comune di Sovicille?).
Scrivo per esperienza personale, frequentando, abitandovi, la zona di Montalbuccio, Belcaro ecc.
Vi sono strade limitrofe alla città che vengono scambiate, anche da coloro che giornalmente le transitano, da circuiti di rally, nonostante si sappia che vi può essere il ciclista che vi transita, o il runner che vi corre……e se non succede la tragedia è un miracolo.
Le telecamere – è vero – limitano la nostra privacy e magari consentono potenzialmente al “grande fratello” di controllarci, anche di beccarci quando facciamo qualche marachella, comprimono insomma la nostra libertà di farci beatamente gli strafattacci nostri.
Ma senza le telecamere come lo beccavano questo ortolano volante che da Padova (?!) viene a vendere la sua verdura in agro di Sovicille?
Anche avessero avuto il DNA … magari sarebbe venuto fuori il solito Bossetti ….
Quindi, al diavolo la privacy, coi tempi che corrono e soprattutto con la gente che circola (!) occorrono telecamere.
Più telecamere, meno autovelox, oserei dire.
Oltre ai marciapiedi ed ai percorsi ciclabili naturalmente, come già rilevato puntualmente sia da A.B. che da Manunta.
Detto che sia A.B. che Manunta hanno ragione (incredibile ma vero), resta da dire che come sempre in Italia stabilire a quale ente compete cosa è impresa quasi impossibile. Qualora si cercassero responsabilità per la mancata messa in sicurezza delle strade un comune direbbe che spetta alla provincia che direbbe che spetta alla regione che direbbe che spetta allo stato che direbbe che spetta al comune e così via. Siamo il paese degli scivoli.
Quando si ragiona usando il buon senso , le comclusioni a cui si arriva,
pur partendo da punti di vista differenti, spesso sono le stesse.
E’ vero quello che dici sui rimpalli di competenze, ma’ dovrebbero essere
gli amministratori che meglio ( in teoria) conoscono il territorio locale
ad indivuduare certi problemi ,e a farsi almeno carico di richiedere certe
opere.
Un sindaco i problemi di sicurezza della viabilita’ del suo comune ,li dovrebbe conoscere prima e meglio di chi non e’ di quel territorio.
Idem un sindaco dovrebbe sapere ,quali sono i tratti stradali che potrebbero essere adeguati con minor spesa ,ovvero quelli in pianura e che
scorrono lungo terreni agricoli.
E un sindaco potrebbe avere il cervello per capire che gli espropri del poco terreno agricolo necessario a tali opere,potrebbero invece che essere
pagati cash , compensati con l esenzione ai proprietari delle tasse comunali ( nettezza , eventuale scuolabus,mense scolastiche,asilo nido imu ecc.) per gli importi a loro dovuti,ovvero riducendo le spese per il comune, i lavori poi potrebbero essere scomposti in piccole tratte da assegnare via via, a piccole ditte del territorio.
Confermo i sindaci,spesso sono dei minus habens
.Feccia partitocratica gentaglia che intende solo se il cittadini s incazzano e vanno a bussare all uscio del comune , pretendendo soluzioni e magari anche fornendole.
Ostrogorvsky sosteneva che ,i cittadini devono fare paura ai politici ,incalzarli, pretendere ,e avere la cosapevolezza di cosa pretendere.
Se non lo fanno ,la democrazia e’ solo un guscio vuoto.
Condivido ogni singola parola. Aggiungo solo che la confusione di competenze è un simpatico sistema creato ad arte.
Lo scrivo in questo post perché mi sembra la giusta collocazione, ho trovato stupenda e commovente la lettera di ringraziamento alla comunità cittadina della Famiglia di Arturo Pratelli. In un momento di così grande dolore, esprimere valori così alti e coesivi è un regalo che tutti noi dobbiamo saper accogliere.
fermo restando lo strazio per la morte di un giovanissimo ragazzo e la ferma condanna per colui che non si è fermato a soccorrerlo, percorrere a piedi quel rettilineo con 2 cunette tra il bivio per Ampugnano e quello per Sovicille oltetutto al buio, è come fare una roulette russa