Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Grande Guerra, Palio e tennis (e 4 Ps variegati) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Grande Guerra, Palio e tennis (e 4 Ps variegati)

Eccoci all’appuntamento cultural-domenicale del blog, ricco come sempre; si parte con una serie di considerazioni (più o meno finali) sulla Grande Guerra, che hanno come base la mia introduzione (e chiosatura finale) all’incontro di mercoledì scorso alla biblioteca degli Intronati, con Gabriele Maccianti e Massimo Bianchi; dipoi, un po’ di sport, tennis in particolare, per alleggerire il tutto; potrebbe mancare la rubrica scolastica? Certo che no, e la leghiamo alla presentazione del drappellone del maestro Montesano. Per concludere, qualche Ps di ordinanza, da Aznavour al Merolone…

Buona lettura a tutti, domenica essendo!

RIFLESSIONI (CONCLUSIVE?) SULLA GRANDE GUERRA

Quasi arrivati al solenne scoccar del secolo (per noi italiani, il 4 novembre), e riprendendo le tematiche toccate mercoledì nell’introduzione in biblioteca Comunale, siano contentite due-tre riflessioni conclusive (lo saranno davvero?) sulla Grande Guerra: riflessioni fra le più stimolanti che, razionalizzando i vari input, mi vengano in mente.

Il tema della colpa, per esempio: secondo molti storici o pensatori della Storia (Weber, fra gli altri), questa categoria non dovrebbe neanche fare parte del dibattito storiografico; volendola però introdurre: di chi fu la colpa della Grande Guerra? Beh, riprendendo in mano lo storico tedesco Fritz Fischer del 1961 – che tanto scandalo destò in una Patria, che ovviamente era non solo divisa ma traumatizzata dall’esperienza nazista – la colpa fu germanica, senza se e senza ma. Guglielmo II voleva bloccare sul nascere la incipiente modernizzazione russa, promossa dall’ultimo fra gli Zar (Nicola II): soffocare le velleità espansionistiche zariste sul nascere, per intendersi (mentre Francesco Ferdinando di Asburgo non avrebbe mai fatto guerra alla Russia, essendo un convinto filo-russo ed amico personale dello Zar). A differenza di quanto scritto, certro autorevolmente, dal Clark, coloro che avevano in mano le sorti dell’Europa non potevano calcolare del tutto i rapporti causa-effetto del post 28 giugno 1914, ma, forse, non erano del tutto “sonnambuli”…

Storia controfattuale, poi: e se avesse vinto lo schieramento degli Imperi centrali? Non è forse questa una domanda da porsi (lo si fa spesso con il Nazismo, perché non farlo per il 1918?)? Siamo tutti pronti a criticare a spada tratta la durezza di Versailles, partendo dalla magistrale lezione keynesiana contro la “pace cartaginese” contro la Germania, voluta dalla Francia in primo luogo, “pace cartaginese” che spalancò le porte alla Grande inflazione e quindi a Hitler: quel che è giusto, è giusto; ma chiediamoci anche cosa sarebbe accaduto con un secondo Reich vittorioso e – per quanto concerne l’Italia -, con un Impero asburgico trionfante: l’integrità territoriale italiana non sarebbe stata verosimilmente mantenuta (Lombardia e Veneto, per esempio, avrebbero avuto i mesi contati). Insieme al fatto che questa Grande Guerra l’abbiamo militarmente stravinta – con gli sforzi ed i sacrifici umani che sappiamo -, forse è bene riflettere anche su ciò che sarebbe stato in caso di sconfitta: virtual History, certo; ma molto, molto facile da prevedere realizzata…

IL TENNIS? SPORT NON ASIMMETRICO…

Un altro punto fermo della gioventù-adolescenza, in questo caso nel campo prettamente sportivo, che va ad infrangersi con le ultime novità della Medicina sportiva: il Tennis non sarebbe più lo sport asimmetrico per antomasia, capace di sviluppare un braccio – con tutti i suoi muscoli – più dell’altro. Lo si è detto/scritto/sostenuto per decenni: oggi pare che così non sia; Irma D’Aria (Repubblica Salute del 9 ottobre, pag. 9), dopo avere esaltato le note positive del tennis (intenso lavoro aerobico e di potenza, stimolo della concentrazione, lavoro sui riflessi, le circa 600 calorie bruciate in un’ora di partita), scrive quanto segue: “Sfatata ormai l’idea che si tratti di uno sport asimmetrico perché oggi è possibile giocare il rovescio a due mani, favorendo così il lavoro delle due braccia”.

E chi bimane non è, né vuole diventare? E sull’uso del dritto, in cui i bimani sono più rari assai? Mah, qualche crociano igienico dubbio francamente ci rimane: forse ab antiquo si esagerava, con l’asimmetria, ma oggi sembra davvero che si esageri in senso opposto. In compenso, nel pezzo si esaltano anche lo Squash, il Badminton, il Paddle (che sarebbe, di grazia), il Beach tennis e financo il Ping pong: 75 minuti di medio livello, a sorpresa 400 calorie bruciate.

L’ANGOLO DEL PROF: IL DRAPPELLONE DEL FANTE GALANTE

“L’angolo del prof”, questa settimana, è dedicato alla presentazione del drappellone, e ai giovani-studenti che erano presenti; partiamo dal Palio: che è piaciuto, e che, per quanto ci riguarda, soprattutto ha sorpreso, ha meravigliato, ha spiazzato, giacché da un iperrealista ci saremmo aspettati tutt’altro, mentre invece il maestro Montesano è andato a cogliere l’essenza del ritorno a casa dopo l’immane sforzo bellico, facendo immaginare la Guerra, senza doverla mostrare; con un approccio quasi stilnovista – comunque di piena galanteria – del fante galante verso la propria donna (l’unica cosa che francamente non si comprende è l’assoluta alterità della donna, ma Montesano voleva per l’appunto sorprendere e fare pensare, ergo…).

Il Cortile del Podestà era as usual strapieno, debordante di persone di ogni età, con i giovani-studenti molto ben rappresentati: visto che questo Palio passerà alla storia paliesca come lo Straordinario voluto dai giovani, a meno di una settimana dall’evento ci permettiamo – per l’ultima volta, per non diventare più pedanti di quello che già siamo – di insistere sul tema della dedica. Ci siamo divisi sulla liceità o meno del Palio (chi legge il blog, sa bene come la pensiamo); ora che c’è, usiamo questo big event municipalistico per una migliore conoscenza della Grande Guerra. Volenti o nolenti, non c’è niente come il Palio che sappia mobilitare i giovani/studenti: diamoci sotto, anche in questi ultimi giorni, magari con l’aiuto delle famiglie (fate vedere ai vostri figli “Orizzonti di gloria”, o anche “Uomini contro”, per dirne solo un paio).

Una sola Contrada vincerà, lo sappiamo; ma sarebbe bene che tutti i giovani uscissero da questa esperienza con qualche consapevolezza in più su questa drammatica esperienza collettiva: fra le altre cose, anche per rendersi davvero e fino in fondo conto di quanto siano fortunati a vivere nella pace, mentre tanti coetanei venivano mandati sul Piave. Aiutarli ad essere un po’ più consapevoli del loro status privilegiato: questa sarebbe la vittoria della comunità cittadina. Di tutta quanta, non di una singola parte.

Ps 1 Domenica scorsa abbiamo dedicato un Ps – purtroppo solo quello – alla scomparsa del piccolo, grande Charles Aznavour; ne scriviamo ancora, per sottolineare ancora una volta il legame che in Francia sono maestri nell’alimentare (è un merito, sia chiaro) fra gli artisti e la grandeur. Ai funerali pubblici del cantante, infatti, c’erano ben tre Presidenti (Macron, Hollande e Sarkozy), e sapete dove si sono svolti? Nell’enorme cortile dell’hotel Les invalides, a pochi metri dal mausoleo di un certo Napoleone Bonaparte. Chapeau ad Aznavour, ma anche a chi sa organizzare siffatti funerali.

Ps 2 Per finire la semi-overdose di Grande Guerra, salutiamo con piacere la notizia dataci dall’amico-collaboratore Gabriele Maccianti: la Mostra “Fotografi in trincea”, che al Sms ebbe lusinghiero successo di pubblico (circa 16mila visitatori) e di critica, sbarca in pompa magna in quel di Sassari. Un bravo a lui, a Laura Vigni e a Marina Gennari, vale a dire a tutti coloro che ci hanno lavorato, con cura e passione.

Ps 3 La rivista cult della Sinistra illuminista (così si autodefinisce, non senza una qualche ragione), Micromega, questo mese è in edicola-libreria con un numero monografico CONTRO il politicamente corretto: non è un giornaletto pentastellato o fascio-leghista, è appunto Micromega; chi ha orecchie per intendere, intenda…

Ps 4 Dopo tanta Grande Guerra, ed all’insegna dell’alternanza alto-basso sempre da perseguire, finalino a colpa di gossip: dalla casa del Grande fratello Vip esce Valerio Merola (ce ne faremo una ragione, ovviamente, ma un po’ ci dispiace, non fosse altro per il fatto che è uno dei pochi che conoscevamo); senza andare subito a sfruculiare su Google, chi è chi si ricorda, stans uno pede, quale fu il colpo di teatro che, in aula di Tribunale, gli valse l’assoluzione dalle gravi accuse che svariate ragazze gli avevano mosso? Correva l’anno 1996…

 

50 Commenti su La domenica del villaggio: Grande Guerra, Palio e tennis (e 4 Ps variegati)

  1. A.B. scrive:

    Una domanda per i signori della dietrologia: cosa ci fa nell’allusivo drappellone di Montesano, Stefano Bisi travestito da soldato della prima guerra mondiale?

    • Al-Mutanabbi scrive:

      Autoinsignitomi del prestigioso titolo di signore della dietrologia (un passo avanti rispetto a “complottista”, finally), ridomando ad A. B. : cosa rappresenta la donzella baciata da Bisi, a suo avviso?

      • A.B. scrive:

        Non eri il mio principale obiettivo Almuta, c’è dietrologia e dietrologia, la curiosità e la ricerca di concause da un lato e la sistematica, patologica costruzione di universi paralleli dall’altro. Tra l’altro mi piace, da tifoso di una squadra molto ma molto sfigata, schizzata incredibilmente in serie D quest’anno, il tuo modo di scrivere di calcio, con passione, tristezza, rabbia e ironia.
        Comunque a me ricorda la Giovanna Ralli di c’eravamo tanto amati, anche se avrei peferito dall’andy warhol copycat de noantri, er pomata montesano, un ricordo di Silvana Mangano, stupenda oltre ogni limite nella grande guerra di Monicelli.

        • Al-Mutanabbi scrive:

          Peccato. Ci tenevo ad elevarmi dal rango di complottista… E ripeccato, mi aspettavo altra risposta all’ipotesi della madama baciata dal Bisi. Ma sopravviveremo a tutto.

  2. Gabriele Maccianti scrive:

    Ho saputo (e poi preso visione) di alcune critiche comparse su un blog cittadino su alcuni argomenti trattati in una serie tv che aveva per oggetto Siena e la Grande Guerra. Argomento che, come qualcuno sa, studio ormai da diversi anni e che ha portato alla realizzazione della mostra “Fotografi in trincea” (ottobre 2016-gennaio 2017) organizzata gratuitamente al Santa Maria della Scala e visitata da circa 16.000 persone e in procinto – come ha anticipato Raffaele – di essere riallestita presso il Museo storico della Brigata Sassari (un reparto che non ha bisogno di presentazioni).
    La mostra è stata il frutto di un lavoro di ricerca negli archivi privati e pubblici di Siena (ma in parte anche all’Archivio Centrale dello Stato di Roma), durato un paio di anni che ha consentito di reperire oltre duemila immagini e molti archivi epistolari, diari e memorie. Nel lavoro di organizzazione mi sono potuto avvalere dei preziosi consigli del prof. Nicola Labanca. Il lavoro iniziò sotto l’egida della Commissione per il centenario diretta dal Prefetto Saccone. Dalla mostra è scaturita una piccola ma interessante pubblicazione “La lunga ritirata del sergente Bocci” (2017), una memoria della disfatta di Caporetto messa a confronto con i documenti custoditi presso l’Archivio dello Stato Maggiore dell’esercito. E forse altri piccoli lavori verranno alla luce nei prossimi mesi, condotti sempre con la stessa metodologia di lavoro.
    La recente decisione di correre un Palio straordinario (personalmente ho votato contrario nell’assemblea della mia Contrada, ritenendo invece assai più consona la dedica di un palio ordinario, scelta ahimè non adottata dalla precedente amministrazione) ha ridestato – e non poco – l’interesse in città sulla materia, e con questo scopo è nata l’idea di una trasmissione televisiva. Una trasmissione dunque realizzata in tempi stretti. Oltretutto, come tutti sanno, i tempi televisivi non consentono di approfondire argomenti e scelte di metodo adottate e che, per essere capiti, bisogna formulare frasi brevi e coincise.
    Ma veniamo al dunque.
    Nel blog, mi è stato contestata l’affermazione fatta nella seconda puntata che nella Provincia Radda in Chianti ha pagato percentualmente il tributo di sangue maggiore e Siena il minore. La mia affermazione era frutto di un’intuizione – da me ampliata e rielaborata – di Simonetta Soldani in La grande guerra lontano dal fronte in Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità a oggi. La Toscana (Einaudi, Torino, 1986, p. 352), che la studiosa aveva applicato proprio al caso della provincia di Siena. Se a qualcuno interessa, pubblicherò volentieri i dati e anche i criteri adottati per la redazione.
    Nella quarta puntata mi viene invece contestato di aver detto che la vittoria nella Grande Guerra era il primo successo militare dello stato unitario, omettendo il successo nella guerra di Libia. Peccato che io ho parlato di “prima grande vittoria” dello stato unitario, non considerando l’invasione della Tripolitania e della Cirenaica alla stessa stregua della vittoria conseguita contro l’Impero Austroungarico. (PS: da alcuni mesi sto raccogliendo memorie e documentazioni fotografiche su quella e le altre esperienze coloniali italiane: il materiale è già copioso, ma sono gradite le nuove acquisizioni! Grazie di cuore a chi mi segnalerà nuovi archivi privati).
    Quanto al paragone, che può sembrare ardito, tra la conquista della Dacia e la vittoria della Grande Guerra, ho ripreso, ampliandola a tutta la guerra, una considerazione formulata da Piero Pieri, grande storico militare (studioso che non ha bisogno di alcuna presentazione per chi conosce la materia), ne L’Italia nella Prima Guerra Mondiale (Einaudi, Torino, 1965, p. 117), che ritengo a tutt’oggi il miglior testo per studiare le operazioni militari sul campo. E stava a significare che dal tempo dei nostri progenitori romani non avevamo mai conseguito una vittoria di tale ampiezza. Liberi di dissentire, ovviamente.
    (PS: fino al 18 novembre è aperta a Roma, ai mercati traianei, la mostra “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”, che dicono, anche Settis sul domenicale, di notevole qualità).
    Detto per inciso, prima di discettare sulla storia culturale della guerra, sarebbe appropriato conoscere la storia militare delle vicende, da svolgere, magari, con visite sui campi di battaglia.
    Concludo: ognuno la pensi come vuole (ci mancherebbe altro: anzi il dibattito è cosa ben lieta), ma quando si discute non si può prescindere, a mio avviso, da due punti: il primo, per chi studia, di non sentirsi mai arrivati e di conservare sempre la necessaria umiltà; il secondo, per chi ascolta o legge, di rispettare le opinioni altrui. Sperando di esser stato chiaro, sono a volentieri a disposizione per qualunque chiarimento o dubbio.

    Mi scuso per la lunghezza dell’intervento,

    • Al-Mutanabbi scrive:

      Da storico, mi complimento. Sia per la argomentazione durante la serie tv, sia per ciò che scrivi qui. Trattasi di linguaggio scientifico, ossia corroborato da giudizio critico partendo dallo studio delle fonti. Aggiungo un terzo punto delle conclusioni. Il conservare sempre la necessaria umiltà deve riferirsi anche ai lettori/ascoltatori, soprattutto a quelli che si sentono bravibravi

    • manunta scrive:

      Ora, caro Maccianti, che tu abbia raccolto una mole di interessanti immagini, molte inedite e davvero belle, gia’ detto.
      Pero’ scusa se insisto e ribadisco, anche dalla tua precisazione,confermi che hai rovesciato i termini e il senso del paragone.
      Guerre daciche: un impero multirazziale,guidato da un imperatore nato per la prima volta fuori d italia(Traiano nato in spagna) con truppe di mestiere, visto che si era ben dopo la riforma Augustea,e di ogni provenienza(impero romano), che aggredisce un popolo (i daci),alleati solo ai vicini sarmatici jazigi e roxolani,e piu’ tardi ai marcomanni.
      Che tu (impropriamente)paragoni nella I gm. , ad un esercito di popolo, contro quello di un impero multinazionale con truppe , boeme,morave,bosniache, croate,ungheresi, austriache .
      Tecnicamente un paragone a termini rovesciati.
      Pieri , ha preso una cantonata, invece di nasconderti dietro all ipse dixit del grande storico,osserva le due situazioni e vedrai che ti tocca convenirne.
      Usa il tuo di cervello invece di farti scudo dei grandi storici ,visto che anche loro a volte cazzano.

      Aggiungo ancora, a critica dell improprio paragone, la colonna traiana celebra la vittoria in una guerra imperialistica di aggressione e conquista,che aveva solo il fine di impadronirsi delle miniere di oro e argento piu’ ricche dell europa di allora.
      I monumenti ai caduti, della I gm. commemorano i caduti per la riunificazione della popolazione italiana.
      Non ti ci incaponire, son due situazioni,e due motivazioni molto diverse, per rendersene conto basta usare il(proprio) cervello.

      Sul drappellone , stessa musica , il “maestro” montesano, sara’ maestro di pittura,(e di retorica) ma certo in storia…….. sto’ zitto, che e’ meglio.
      Comunque visto che e’ la celebrazione di un evento storico, un po’ piu’ di attenzione ,e attinenza storica non ci sarebbe stata male.
      Per commemorare l anniversario della fine della guerra in italia, mette un soldato con elmo tedesco ,bello contento, che fa’ il baciamano ,a una che per tre anni s era fatta trombare dai peggio imboscati , contento felice becco , bastonato , senza riforma agraria,( promessa e mai attuata), e disoccupato, che con la fine della guerra e delle commesse, chi come la Fiat, aveva diversificato ,camion,motori, mantenne i livelli occupazionali, ma altri ,come ansaldo , finite le commesse miltari mandarono tutti a casa.
      Cosa venne a seguito di tali situazioni lo sappiamo bene, chi non lo ricordasse ,guardi su ‘ raiteche ,”nascita di una dittatura “,di zavoli.
      , testimoni e protagonisti diretti degli eventi ,raccontano.

      Ps. Dagli aborti polacco/belgi,alla retorica con vaccate storiche , dice…… ma noi ci s’ ha la commissione
      che decide…….

      ab rocco pagliantini e vedo nero , siete dei plebei .
      w i commissarioni dalla roboante tapia tapioca tapiocapia.
      Accademici? ci scommetterei.

      .
      .

      • rocco scrive:

        Manunta…ti leggo sempre, raramente riesco a capirti. Ma sarebbe chiedere troppo ed il troppo stroppia; accetto (e benedico) i miei limiti e mi accontento. Avessi le doti, ti ci manderei in rima baciata. Ma poeta non sono, e si parla di Palio, tradizione popolare, e così spero tu accetti ugualmente l’invito anche senza quartine di incoraggiamento. Son certo che la strada non ti è nuova e saprai trovarla e percorrerla, tra un endecasillabo e l’altro, con quella leggerezza che da sempre ti contraddistingue.

        • manunta scrive:

          Gentile rocco toponasticamente
          l invito tuo declino lestamente

          possa guidarti il santo verso pilli
          e quando vicino sei mettiti quatto
          che forse ci troverai de’ boni billi
          rivolgo a te l’ invito che m hai fatto
          se miei discorsi tardo sei a capilli
          non mi fa’ specie e ne prendo atto
          te aspetta sulla strada pe’ ampugnano
          che forse lo trovi chi ti sazia l ano

          e visto c avevi inteso contromano
          a bordo strada gira ben la faccia
          che vadan forte oppure vadan piano
          c’ e’ rischio che qualcuno li ti stiaccia
          se ‘ntendi a rovescio e replichi invano
          tu fai come chi con i cane a caccia
          spara dove fagian preso ha rifugio
          e chiappa invece in pieno i su’ segugio

          e lo vedo vai che intendi poco e spesso a rovescio, devi ave’ un par di lauree, minimo, i sintomi ci son tutti.

          • rocco scrive:

            chi per mandare in culo fa tutti ‘sti panegirici ha parecchio tempo da passare (solin-soletto al pc) e poca vita da godere. Guardati qualche sito porno, non è come la realtà, ma ti mancan le basi e quelli t’aiutano. Se ti regge la pompa.

          • Eretico scrive:

            Allora, ora caro Rocco il buon Manunta chi lo tiene più, se lo stuzzichi in cotal senso? Diciamo che gli diamo la inevitabile replica e poi ci si ferma qui, tutti e due: mi raccomando, eh…

            L’eretico

        • manunta scrive:

          gentile Rocco grazie dell pensiero
          lo contraccambio di cuore davvero

          se dubbio c hai che mi regga la pompa
          io poco tempo spendo a rassicurarti
          vediamo se la tua prima la zompa
          augurio che non necessito di farti
          visto che prima che la mia si rompa
          potrebb’ esser tempo di commemorarti
          le basi poi le potrebbe constatare
          qualcun lasciata sol da consolare

  3. Rocco scrive:

    Hai visto il cencio? Qui lo vedi anche meglio… https://www.shutterstock.com/it/image-photo/german-soldier-kissing-ladys-hand-wwi-184698638?src=sPDSwuG50P2iGqeQmaFjXw-2-61
    onoriamo la Grande Guerra ispirandoci (copiando) all’immagine di un soldato… prussiano!!!! Praticamente chi sparava ai nostri soldati.

    • Eretico scrive:

      Caro Rocco, quando ho visto – in diretta e dal vivo – il drappellone, ovviamente non avevo alcuna idea dell’immagine di riferimento da cui è tratta l’opera di Montesano, venuta fuori qualche ora dopo; l’autore credo che farebbe bene a dire qualcosa sulla questione, non avendo ieri detto niente, in modo ufficiale.

      Ad A.B.: non sei il primo ad avere notata quella curiosa somiglianza con il Gran maestro, nostro modello giornalistico; questa – credo – davvero casuale…

      L’eretico

      • rocco scrive:

        non mi scandalizzo per la scopiazzatura. Basta guardare la sua produzione artistica per vedere che prende sempre riferimento dalle foto. Sicuramente mi aspetto, da un artista, e non da un mero copista, che abbia una tecnica, una capacità di trasfigurare la realtà e rappresentarla come vista dai suoi occhi ed interpretata dalla sua anima. Qui la tecnica è infantile ed il concetto – pur copiato – banale. Il baciamano ad una principessa disney per onorare la memoria della Grande Guerra, come se la nostra tradizione, la nostra storia, le mille storie italiane che raccontano la Grande Guerra non fossero abbastanza. Ma quello che mi sconcerta è il pressappochismo. Capisco che di tempo ce n’era poco, ma tutto, tutto mi sarei aspettato, tranne che – per quei capricci che solo la vita sa fare – il Palio commemorativo di quella esperienza atroce avesse come protagonista autentico un soldato prussiano, quanto di più vicino all’idea di “nemico” che quella guerra ha avuto. Mi fa sentire quell’amarezza che ti da il constatare che si è trattato di un mero disbrigo, di una commissione. Ma l’anima, quella proprio non c’è. Vorrei avere ora qui davanti tutti quelli che hanno sputato su l’opera, autentica, vera e verace che è stato il Palio di Agosto. Sincero e autentico, se non è piaciuto, la colpa non è certo dell’artista, che non si è svilito e non si è negato, ma è rimasto fedele a sé stesso. Comunque, come già dicevo a qualcuno, sono certo che quest’immagine così rassicurante, con ruoli ben precisi e soprattutto, ipocrita, avrà la benedizione del vescovo. E dunque, amen.

  4. Di questo Palio, di straordinario, forse passerà alla storia la poco originalità del pittore nell’aver preso spunto da un qualcosa di già fatto, togliendo dall’elmetto (della figura maschile) il tipico chiodo tedesco, e facendolo sembrare un casco da vigile e dipingendo la divisa di un altro colore.
    La presentazione del Drappellone, con quella sequela di paroloni antanati con cui fa fino intonacare le opere d’arte, rimarranno negli annali.

  5. Paolo Panzieri scrive:

    «La guerra non scoppia mai in modo del tutto improvviso, la sua propagazione non è l’opera di un istante» diceva giustamente von Clausewitz.
    Il cancelliere Bismark era riuscito a dominare la scena politica europea con la diplomazia, reclamando per giovane impero tedesco – in prepotente ascesa economica e demografica – un posto di primo piano.
    Purtroppo i suoi successori non furono così abili ed all’esito dell’attentato di Sarajevo, che fornì il casus belli, per effetto del gioco delle alleanze (non più così abilmente gestito come all’epoca di Bismark) la Germania si ritrovò praticamente da sola (l’impero Austrungarico in disfacimento era più un peso che un appoggio) a sostenere una guerra su due fronti che semplicemente non poteva sperare di vincere.
    Certamente, però, anche Gran Bretagna e Francia non mostrarono una grande lungimiranza perché di fatto non lasciarono altra scelta ad una Germania ormai isolata politicamente che tentare di conquistare il proprio spazio vitale, il famoso”lebensraum” teorizzato poi in epoca nazista, con le armi.
    Armi che si erano evolute dopo la guerra Franco-Prussiana in modo tale che, bisogna dire, nessuno dei protagonisti dell’epoca aveva valutato a dovere.
    Per questo ne scaturì la carneficina inutile che conosciamo e dalla quale per altro sono emersi, come dal vaso di Pandora, tutti i mali del ‘900: il comunismo, il fascismo ed il nazismo.

  6. VEDO (meno) NERO scrive:

    Piccola proposta per gli insegnanti senesi in previsione dei quattro giorni senza compiti in classe ed interrogazioni per i loro studenti. Dato che i gentili pargoli faranno una pseudo-vacanza, sarebbe utile farli spettatori di una serie di film trattanti la Prima Guerra Mondiale (“Addio alle armi”, “uomini contro”, ecc.) e magari un’appendice sulla Seconda con successivi dibattiti e scambio di opinioni dopo le proiezioni, oppure, in alternativa leggere brani dei diversi libri che hanno trattato l’argomento (Niente di nuovo sul fronte occidentale, Un anno sull’altopiano, ecc.). Sul drappellone ho molte perplessità, va bene che il Pittore ha quello stile freddo, statico, ma vedere quella dolce fanciulla che sembra uscita da una sfilata di moda stona sulle vere sofferenze, anche per molte donne, subite in quella sanguinosa guerra; poi il baciamano è fuori luogo, quelli che ritornarono erano di umore molto diverso da quel galante fante dipinto su “cencio”. Molti tornarono cambiati in peggio dopo quello che avevano passato in trincea, scettici, pessimisti e ostili verso chi era rimasto nelle retrovie. Comunque, sono 18 anni che non c’è uno “straordinario”, passiamoci sopra e speriamo che tutto vada bene a cominciare dal tempo. Che il sole splenda su Siena per un periodo sufficiente allo svolgersi di questo Palio.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Concordo sui suggerimenti didattici.
      La differenza tra la bella (a me la figura femminile del palio piace molto) ed il soldato, invece, secondo me è l’essenza dell’opera.
      Rappresenta la assoluta diversità di prospettiva (peraltro molto amplificata nelle guerre moderne dal Vietnam al Golfo) tra chi sta al fronte e chi resta a casa. Tra chi vive l’inferno e chi non se lo può neppure immaginare….
      Due mondi inconciliabili.
      Il fatto che si sia, poi, rappresentato un soldato semplice e non un ufficiale azzimato, probabilmente più adatto a cotanta dama, conferma l’intento dell’autore di sottolineare al massimo tale dicotomia.
      Significativo, infine, che questa laica madonna punti col dito lo stemma con scritto “libertas”.
      La libertà dalla guerra o la liberazione del Comune da un governo durato 70 anni, come diceva Emilio Giannelli sul vero significato del palio straordinario? Chissà.

  7. Gianluca scrive:

    Da forestiero appassionato di Siena e di Palio mi chiedo una cosa. Come si gestirà il fatto di avere il cavallo in stalla e un’ora dopo o poco più riuscire per la prima prova?
    Stessa cosa per la mattina del 20.
    Si sente parlare di 3-4 potenziali debuttanti, si rischierebbe di stressarli parecchio, almeno credo.

  8. Marianna scrive:

    Se affidi il compito di fare il drappellone del Palio ad un pittore che notoriamente fa copie di fotografie non ci si può lamentare se fa una copia di fotografia. Ci si può giustamente lamentare invece del fatto evidente che questa copia è sciatta, tirata via, approssimativa, sbrigativa, senza alcun riferimento alla città e al Palio Ci si può lamentare del fatto che Montesano non ci abbia messo un minimo sforzo per capire cosa stava facendo e per chi.Ci si può lamentare per il fatto che avrebbe potuto copiare di meglio, in giro ce n’è tanto. Ci si può lamentare che questa Cenerentola o Sissi, che dir si voglia, non abbia niente a che fare con il simbolo della Pace ( come qualcuno cerca di sostenere sfiorando il ridicolo)
    Di tutto questo spero ci si possa lamentare…o no?

    • Stefano Ricci scrive:

      No

      • Giacomo rossi scrive:

        Te invece Ricci ti sei potuto lamentare ma gli altri non possono vero?
        Voi leghisti siete la somma del peggio fasciocomunista!

    • Daria gentili scrive:

      Ti lamenti su una cosa – il palio, come pittura – su cui non puoi influire.
      Mi verrebbe da dire, ma di che ti lamenti?
      Il palio, com’è sempre stato, com’è questa volta e come sempre sarà, o non ti piace( legittimo) o ti piace.
      Tutto il resto è noia.
      Vedere poi sui social che i detrattori del palio, sono per lo più schierati tra i nuovi oppositori, fa veramente pena.

      • A.B. scrive:

        Ma non le fa più pena vedere migliaia di concittadini saltati senza pudore sul carro del vincitore? Ieri tutti ceccuzziani o valentiniani per quanto dubbiosi, l’altro ieri tutti cenniani, oggi invece compatti legionari di De Mossi. Apprezzi quei quattro gatti che difendono le proprie idee come fa lei con le sue e la pena la riservi ai voltagabbana.

  9. Francesco barellini scrive:

    Buonasera.
    letto e riletto l’articolo dissento sull’interpretazione data.
    infatti il fante prussiano va a salutare la dama prima di partire per il fronte, quindi interpretarlo come un ritorno a casa è piuttosto fuorviante.

    Da ciò si comprende che il grande artista elogiato con paroloni roboanti, Non solo ha copiato (anche Foscolo copio’, tra gli altri) ma lo ha fatto pure male.

    Saluti

    Fb

  10. sabrina pirri scrive:

    Da “Voce di vedetta morta” di Clemente Rebora (1917)

    ….
    Però se ritorni,
    tu, uomo di guerra,
    a chi ignora non dire;
    non dire la cosa,ove l’uomo
    e la vita s’intendono ancora.
    Ma afferra la donna
    un notte,dopo un gorgo di baci,
    se tornare potrai:
    soffiale che nulla del mondo
    redimerà ciò che è perso
    di noi, i putrefatti di qui;
    stringile il cuore a strozzarla:
    e se t’ama,lo capirai nella vita
    più tardi, o giammai.

    • Eretico scrive:

      Ringrazio tutti i lettori/commentatori (di cuore, non di fegato), per il loro contributo al pezzo ereticale (scritto ovviamente senza sapere della copia di riferimento); un plauso particolare alla Preside Pirri: le parole di Rebora – che non ricordavo – sono davvero pregnanti. Consiglio a tutti di leggerle ad alta voce, con la giusta cadenza: per assaporarle meglio, e tutte…

  11. manunta scrive:

    grazie ali professori, attacco dal giammai

    giammai se tu giudizio non avrai
    capir da guerra chi ne trae vantaggio
    sui banchi dentro la scuola capirai
    e qui qualcuno ne da’ bon assaggio
    dalla retorica certo non capirai
    che fu’ question di soldi non di coraggio
    poesie di nani ,ebeti sdolcinati
    su’ donne e sul ritorno dei soldati

    scuola mai ti racconta che sono stati
    da guerra gli strozzini avvantaggiati
    di pirro da’ version come vittoria
    inutil cosa per capir la storia.

    d.s.=docente senese
    p.f.a.=popolano fiorentino ascolarizzato

    d.s.:Boia ma te se sempre avvelenato con la scuola!
    p.f.a.:vedrai, ci rincoglioniscono la gente e poi si vantano anche del bel lavoro fatto!!!
    Cadenza????
    e un l ha codesto rebora ,mescola esametri novenari eptametri endecasillabi ,un porcaio di macedonia melensa .
    poesia in versi liberi ????
    slegata sospesa presuntamente evocativa di segucce mentali ,e mai descrittiva. roba da guardabellichi seriali.

    mira al bellico e fanne l esegesi
    narra de’ tu marasmi esistenziali
    evita modi che sian ben compresi
    sciorina futilita’ ,vola sull ali
    da terra staccati ,e con voli distesi
    evita sempre di realta’ gli strali
    sarai poeta e a poco servirai
    quella e’la tua natura ben lo sai

    poi stanne certo sempre troverai
    pubblico tonto a fartelo l applauso
    tra cicisbei e genti che giammai
    distinsero il reale dallo scrauso* * romanesco
    mai ‘ntenderanno la natur de guai
    e lo strozzino pensa: guerr’ io causo
    m ingrasso e poi un bischero n poesia
    dara’ version piu’ inutil che ci sia

    e a scuola certo i bravi docenti
    alleveranno branchi di dementi
    che prima o dopo saran massacrati
    dopo che a scuola furon manipolati
    remarque ne fece bona descrizione
    ma’ pochi hanno capito la lezione.

    saluti ai d.s. fate un bel lavorino ….. mi raccomando,vi pagan
    per quello.

  12. rocco scrive:

    Riporto, testualmente dal sito di Siena TV:
    “Interpellato questa mattina a margine delle prove regolamentate, il sindaco Luigi De Mossi è tornato sulle polemiche riguardo il Drappellone di Gian Marco Montesano, che a Siena Tv ha difeso il suo lavoro (LEGGI QUI: https://www.radiosienatv.it/drappellone-le-verita-di-montesano-la-mia-arte-e-copiare/): “Le critiche al Drappellone sono strumentalizzazioni sociali più che politiche, da parte da chi non ha capito che questo è un nuovo corso” sono state le sue parole ai microfoni di Siena Tv.”
    L’autore del blog, che è persona vicina al Sindaco, forse riesce meglio di me a intendere cosa il Sindaco avesse voluto dire. Non pretendo che l’Eretico faccia l’esegesi del pensiero del Sindaco, ma magari ha strumenti più adeguati dei miei per poter capire come esattamente la sciatteria e l’approssimazione siano segnali di un “nuovo corso” e cosa si dovrà fare per dequalificarsi ulteriormente per poter essere protagonisti attivi di questo “nuovo corso”.
    Ho letto le dichiarazioni di Montesano, e francamente non mi son parse degne di alcuna nota: ammette di aver copiato ma alla presentazione ricordo che ci deliziò spiegandoci addirittura perché aveva dipinto un orecchino, scendendo fin nel dettaglio della pietra… Un così tanto scrupolo meritava forse che il concept originale ne ricevesse almeno altrettanto, ma invece… Le critiche sono sul drappellone, non sulla scelta dell’autore del drappellone, e quindi traslabili sul Sindaco e la sua Giunta.
    Ma forse ho inteso male e per questo aspetto.

    • Eretico scrive:

      Caro Rocco, credo che tutto questo bailamme si sarebbe tranquillamente evitato, se l’autore del drappellone – domenica pomeriggio, durante la presentazione – avesse preso la parola, e avesse detto, fra le altre cose da dire, che si era ispirato a quella immagine (che concerne un soldato PRUSSIANO, non uno austriaco, come scritto da un ex Sindaco barbuto che, poi, ha financo il coraggio di fare le pulci agli altri). La polemica si sarebbe spenta sul nascere, anzi non sarebbe nata tout court: come detto anche da Robertino Barzanti a Siena Tv oggi stesso, peraltro.

      A Manunta: vari spunti molto stimolanti, anche cinematografici; ma i versi di Rebora – a parte la sua biografia – per me restano notevoli…

      L’eretico

      • manunta scrive:

        Notevole lo e’ la poesia in questione ,una notevole e manifesta incapacita’ di accordare le crude esperienze belliche col plagio educativo familiare e scolastico ricevuto.
        Un fastello di immagini impressioniste ,dove non puo’ e non vuole raccapezzarsi ,visto che il farlo sarebbe andato contro l escatologia
        patriottarda che s era bevuto , un caos d immagini senza un filo che le tenga insieme , finita la cui esposizione arriva l amor che tutto medica
        Un pecorone smarrito sui campi di battaglia,al quale i pastori avevan raccontato novelle e che lanciando poetici quanto disorientati belati vaga e al fin dichiara ,
        guerra fu’ come strega
        non ci capii na’ sega ,
        che fu’ io non mi spiego
        stringimi amor ti prego
        Un notevole esempio da conoscere…….. per evitare di ricalcarne i passi

        Rozzo e schietto.

  13. Giacobbe scrive:

    Senza polemica, propongo un seminario tenuto da manunta x d.s. ! Così, per avere, tra le tante e noiose formazioni, anche una visione diversa della didattica, magari in biblioteca, moderata dall’ottimo eretico!

    • manunta scrive:

      caro giacobbe
      Niun professore potrebbe dar fiato ad opinioni che pongano il legittimo dubbio sul fine del sistema scolastico pubblico ,sistema istituito guarda caso nel paese che si fa’ da sempre vanto di educare(ed e’ vero) i piu’ ottimi burgerer.
      Che poi nel paese che per primo istitui’ un sistema scolastico atto a formare dei socialmente perfetti burgerer, sia avvenuto l’ episodio piu’ disumano della storia moderna, beehh dalla vita non si puo’ aver tutto ,dalla scuola tantomeno.
      Potrei rozzamente ipotizzare l assioma, perfetto burgerer=perfettamente atto a farsi guidare acriticamente verso le piu’ bestiali e disumane soluzioni(finali)sociali, potrei ,ma potrebbe essere stato un caso(si vai semmai)
      Accontentati del blog ,e della tollerante(per ora) pazienza dell anfitrione (un grazie a lui )e se credi ,replica alle mie rozze e rustiche ipotesi.

      saluti

      • Giacobbe scrive:

        Peccato!
        Mi intrigava un incontro pubblico, in biblioteca con molti giovani e docenti coordi a to dalleretico!
        Sarebbe potuta essere una bella occasione di confronto!
        Pensaci eretico!

        • manunta scrive:

          A parte il ” peccato” caro giacobbe .
          Hai notato che il primo sistema scolastico statale, nasce in un paese( prussia) che dedicava il 70% c/a della spesa al mantenimento dell esercito,e che praticava una politica militarista di espansione ai danni dei vicini?
          Lo stesso paese del quale un secolo e mezzo dopo(1914) ,remarque narrava come appunto la scuola fosse protagonista della propaganda bellica.
          Lo stesso paese dove il sistema scolastico negli anni 30 , fu’uno dei cardini dell indottrinamento nazista.
          Il paese dove nacque e si sviluppo’ la teoria del popolo eletto , superiore
          agli altri popoli europei (in molti casi considerati untermenschen)
          Teoria che anche a livello storico fu’ spacciata da noti imbroglioni accademici(Theodor Mommsen) come verita’ storicamente provata .
          E gia’ ben prima dell avvento del nazismo. (si era a fine 800)
          Mommsen uno dei presunti padri della moderna epigrafia , presidente dell istituto germanico di roma, un cazzaro cosmico che confesso’ la sua scorrettezza volta a raccontare addirittura la galattica puttanata dell origine indogermanica degli etruschi.
          Mommsen che in punto di morte con una postilla autografa al suo testamento da divulgarsi per sua espressa volonta’ dopo trent anni dalla morte,confessava le sue scorrettezze commesse per conto di una nazione, che
          lui stesso in punto di morte definisce:
          Nazione dove il singolo ,anche il migliore, non riesce a liberarsi dalla catena del dovere e del feticismo politico uscendo dalle file amorfe della massa.
          Mommsen, tuttora uno dei numi dell accademismo archeologico.
          Mentre lui, accademicamente osannato, imbrogliava accademicamente in quel di roma,negli stessi anni un medico di campiglia ,Isidoro Falchi partendo dalla consultazione degli archivi di stato di siena, scavava e scopriva l etrusca vetluna(vetulonia) ,osteggiato da un altro cazzaro accademico del epoca,tal luigi milani, allora direttore dell archeologico di firenze.
          Queste sarebbero le storie da raccontare, caro il mio docente, e se come
          docente/i non le conosci/ete e divulgate……. pori voi , e pori i vostri alunni.
          Storie di accademici e di dilettanti.

          Saluti

          • Giacobbe scrive:

            Grazie manunta delle nozioni.
            Approfondirò l’argomento per poterne maneggiare meglio il significato e la forma.
            Io/noi cerchiamo di fare del nostro meglio per fornire uno spirito critico, è una capacità di scegliere ai ns ragazzi , in modo che non si lascino ammaliare o abbindolare e ragionano con la propria testa, difendendo ciò in cui credono con pe siero divergente e apertura mentale.
            Consapevoli che non sempre ci riusciamo, purtroppo.

  14. manunta scrive:

    https://youtu.be/OZz4UOIusG0
    ” a ovest niente da segnalare ”
    lewis milestone ,dal libro di remarque

    Dove fin dall inizio si punta il dito su’ docenti ebeti ,che usan la retorica patriottarda per inculcare nei giovani la smania di indossar
    divisa e andare reciprocamente a scannarsi.
    Il demente poetucolo citato dall esimia docente(rebora) , fu’ uno di loro, abbocco’ all amo scolastico e da li’ venne salpato dalle pacifiche acque,nella repaiola guerresca, dove il suo gia’ precario equilibrio mentale venne ulteriormente scosso da uno colpo di bombarda austriaca, a tal punto che in seguito fecesi addirittura prete.
    Fulgido esempio di manipolata idiozia a tutto tondo.
    Poetatore di versi sciolti e mescolati nella cadenza,rebora narra nella sua “voce di vedetta morta” il non aver capito un cazzo del perche’ della guerra e l impossibilta’ di comunicare a chi non ne abbia fatta l esperienza, il senso , senso che lui stesso pur avendone fatta l esperienza non afferra, visto che prentende pensa e spera, di far quadrare tale esperienza col mucchio di cagate retoriche che scuola e padre( massone e garibaldino ),gli avevano impiantato in testa riguardo a patria e guerreschi eroismi.
    Ben si adatta il rebora, ad esser citato da docenti, che, anche quando giubilati ,seguon imperterriti il solco ove coltrarono a lungo per impiantar nelle giovani menti , il seme di artefatte minchiate,atte al forgiare acritici idioti pronti ad accettare i piu’ barbari assunti ,fatti passare per educazione sociale.

    Tornando invece al film, lo uso come paragone ,tra l artefatte menti
    plagiate dall educazione scolastico/sociale(rebora) e la basica logica dei
    non scolarizzati contadini.
    Dal minuto 45 al minuto 48 ottima e basica sintesi,
    ove il remarque e il milestone ,pongono la questione centrale di film e libro, questione che ,ben si badi,(nel libro e nel film)
    viene colta ed enunciata non dagli studenti ,ma’ da semplici contadini ,dai
    quali le menti annebbiate dal plagio scolastico sociomanipolatorio ,avrebbero da imparare la logica di base e l’uso del buon senso ,che sembrano materie e prassi cassate dalle aule scolastiche.
    Aggiungo,….. non a caso.
    Tra i film sulla 1 G.M. questo giganteggia per lucidita’ e capacita’ di descrivere non solo la guerra, ma’ come la guerra venga fomentata , e come docenti verminosi insegnino ad amarla e considerarla nobile cosa.

    “Orizzonti di gloria” altro film da non perdere, dove invece si descrive
    in maniera impareggiabile , la bieca e vomitevole genia degli ufficiali
    superiori, vigliacchi dementi irresponsabili e opportunisti, maniaci pazzi furiosi e psicopatici,che sulle guerre basan la loro ambizione e smania di carriera.
    Tutti ,tranne rare eccezioni.

    Ps. fanculo le guerre ,chi ne tre vantaggio, chi le scatena,chi su’ quelle costruisce la propria carriera professionale,e chi ne da’ versione eroica grondante di retorica,per coprire cio’ di cui le guerre in realta’ grondano, sangue miseria e distruzione , a pro’ dei soliti noti( banchieri,industriali, generali) .
    Noti, ma ignoti nelle versioni scolastiche della guerra.
    Pps. vergogna cada su’ quei docenti responsabili di cio’.
    E sono molti,la maggioranza, non tutti ma’ molti… troppi, che poi in realta’ son quelli che ben svolgono il compito assegnatogli dalla societa’, gli altri,i pochi, tecnicamente sono dei sabotatori dell ordine sociale, a loro …. un grazie.
    Magari non diventeranno mai presidi , ma, non lo ritengano un fallimento,
    casomai una conferma della loro rara e preziosa utilita’.

  15. VEDO (meno) NERO scrive:

    Montesano ha copiato? Non è una novità. Molti grandi artisti moderni lo hanno fatto, ricordiamo Andy Warhol con le sue copie infinite di Mao, la Monroe, ecc. Anche Picasso nel passato lo ha fatto e spesso i suoi lavori erano migliori di quelli copiati o meglio, diciamo, fonte di ispirazione. E’ una polemica sterile di chi ha perso la poltrona, rosica ed ora cerca in qualche modo di rifarsi.

  16. Giacobbe scrive:

    Di qua e di là si sente,cantare allegramente che il palio è dedicato alla fina della prima guerra mondiale.
    Non mi risulta.
    La motivazione per la quale la giunta ha ammesso la fattibilità dello straordinario è altra, è chi di dovere( amministrazione) dovrebbe sottolinearlo in maniera chiara, altrimenti si perpetuano le menzogne.
    Buon palio a tutti.

  17. pino mencaroni scrive:

    Raf, Mandi.. come si dice da queste parti.
    Anche qui sul Collio (Friulano, Ribolla Gialla, Re Fosco e Schioppettino) il “cencio” clonato, spacciato per inedito, non ha fatto una grande impressione, e non avevano bevuto nemmeno un tajut….

  18. A.B. scrive:

    Diario dell’enterprise
    Pianeta Siena, data stellare 18 ottobre 2018, II giorno del Palio straordinario.
    La città e in festa. Giovani e adulti si aggirano per la città con fazzoletti e felpe multicolori. I motorini sfrecciano ad ogni ora per le strade della città guidati con incoscienza da piloti ebbri di gioia che inseguono ad alta velocità un cencio che regala felicità. Le macchine sono abbandonate in quadruplice fila in ogni anfratto cittadino, che tanto c’è il Palio e le regole non esistono. Io come tutte le mattine mi sveglio alle 5.45 per andare a lavorare, mi preparo ed esco di casa alle 6.30. Come tutte le mattine passo davanti all’autovelox del raccordo per Grosseto, quello con l’assurdo limite di 70 km/h, ma oggi mi distraggo per qualche secondo e non freno. È un attimo e sono beccato, 85 km/h, soldi e punti che si volatilizzano. Così mentre guido, ormai incazzato, comincio a pensare al sindaco che aveva promesso di togliere gli autovelox succhiamulte, poi penso anche che con quei soldi ci sta pagando il fortissimamente voluto palio dei giovani, un obolo per un divertimento spensierato fuori stagione. Ma sono le 6.45 e sto andando a lavorare, sono proprio un coglione!

    • Eretico scrive:

      Caro A.B.,
      grazie del tuo intervento: sul discorso dell’autovelox si può discutere, con pro e contro; di certo, il lasciar fare verso l’anarchia veicolare nei 4 giorni l’abbiamo sempre duramente stigmatizzato, e lo stigmatizziamo oggi. Si tratta di un argomento che bisognerebbe avere il coraggio di affrontare: ottimismo della volontà, senza bisogno di scrivere il resto…

      L’eretico

  19. manunta scrive:

    E sempre per i sor giacobbe ,che pare abbia voglia di confronti.
    Sarebbe forse meglio e piu utile ,parlar in biblioteca di storie
    storie di senesi, visto che Raffa aveva proposto di far serate
    a tema scientifico , bene rilancio, scientifico storico
    Biringucci e Mattioli , du’ giganti senesi.
    Stessa epoca a cavallo del 500 , l epoca della fondazione degli intronati.
    Ammesso che ci siano in siena accademici o titolati docenti con voglia di spendersi e capacita’ divulgative atte a dar dei due personaggi in questione ,non un arida tassonomica e trombonesca narrazione , ma una versione di lor opera e storia che possa interessare il volgo e indurlo
    a far poi da solo piu’ completa conoscenza di tali titanici esemplari d una genia che pare ora nanescamente evolutasi dall epoca del fonditor di ciclopici leonfanti e del dioscoride traduttore.

    Saluti scintille e fiori (violacciocca).

    ps. violacciocca , e non il dioscorideo moly che con quello rischiate
    di diventar cani o maiali , leoni vedo poche probabilita’,sara’ meglio metter bandiera del capitan del popolo all uscio per tentar d evocarli.

  20. manunta scrive:

    due simboli siena ha pe’ bandiera
    negra gnoranza e argento di montieri
    oppur leone del popolo la fiera
    gnoranza e argento c eran fin a ieri
    vediam se novo corso ora s avvera
    se vane genti tornan a esser fieri
    di loro storia e tradizion passate
    invece che di cavalli e altre minchiate

    tra le bandier ch in piazza sventolate
    la meglio e non e’ idea balzana
    ha lei leone sicche’ ricordate
    bandiera del popolo capitana
    se intorno a quella ritrovate
    fierezza e non ignoranza vana
    siena ritorna ad esser cio’ ch e’ stata
    e che par d essersi dimenticata

    • Roberto scrive:

      Bravo! Sinceramente.

    • VEDO (meno) NERO scrive:

      Con tutto il rispetto Manunta, ma io oggi ero in Fiorenza ed anche in questa fiorente città, bello il gioco delle parole, ci sono dei bei casini per il traffico. C’era proprio bisogno di fare la costosa tranvia, non era sufficiente aumentare i mezzi pubblici -magari a metano-e relative corsie preferenziali senza rimettere delle rotaie con annessi sbancamenti e posizionamenti di fili e pali elettrici? Poi se uno si trova in quel di Novoli non puo’ andare direttamente a Rifredi, ma deve fare un bel tratto parziale a pedana, i mezzi pubblici vertono tutto su Santa Maria Novella insomma anche voi non siete perfetti. Comunque questa è una pagliuzza rispetto alla trave che pesa su Sienina nostra. Passato il Palio e tornata la dura realtà è in arrivo una bella gatta da pelare col Monte Paschi ex di Siena che ha rischiato il matrimonio con le Poste Italiane, ma qualcuno lo vorrebbe aggregare con qualche altra Banca. Si rischia l’esodo della Direzione Generale da Siena ed il problema è che se tutto va bene evitando, nuove sedi come Milano, Bologna, Roma o all’Estero, quella più favorevole sarebbe proprio Firenze, strana la vita, una vera e propria nemesi storica. Oggi ho visto con disappunto che il Monte ha chiuso una sua agenzia in una posizione strategica come la stazione di Santa Maria Novella; stiamo arretrando su tutta la linea. E’ questo il vero problema per Siena; altro che il Palio con la polemica del “cencio” copiato montata da quelli caduti (non quelli gloriosi della Prima Guerra) dal seggiolone comunale, nonché espulsi dalla “stanza dei bottoni” e che ora fanno i critici rosiconi a tutto campo. Si avvicinano tempi poco allegri, speriamo che il nuovo corso politico riesca a riportarci ad un periodo più sereno.

  21. Roberto scrive:

    Interessanti tutte queste elucubrazioni su guerra e palio (inteso come drappellone) . Ma penso che i popoli in questi giorni pensano a tutt’altro. Sabato sera sarà tutto finito e si torna alla dura realtà.

  22. Anonimo scrive:

    Vergogna. Mps e di nuovo in difficoltà e i Senesi di cosa si occupano? Del Palio. Non meritate niente dovreste tornare al commercio equo e solidale. Buffoni

    • rocco scrive:

      tralasciando il mio giudizio sull’opportunità del Palio straordinario, che potrebbe essere pari a quella di usare le bacchette per mangiare il brodo, sapresti indicarci esattamente cosa dovremmo fare, darci un esempio? Mi sembra che le difficoltà di MPS e delle altre banche in questi giorni, siano dovute alla frenetica attività di governo “del cambiamento”. Al commercio equo e solidale, di questo passo, ci andremo tutti, stai sereno. Oppure “HASTATORENZI” anche questa volta?

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