Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Shoah, "Moti bestiali", Numanzia (e 4 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Shoah, “Moti bestiali”, Numanzia (e 4 Ps)

Eccoci al consueto appuntamento cultural-domenicale del blog, che nonostante l’afa estiva (o forse in virtù della stessa?) continua a macinare lettori, avvicinandosi sempre più agli articoli infrasettimanali; veniamo al sodo: si parte con la recensione di un libro definitivo sull’incontro-conferenza di Wansee, quello cioè prodromico all’inizio della Shoah; si continua con una segnalazione di una mostra che merita: “Moti bestiali”, all’interno del Museo di Storia naturale dei benemeriti Fisiocritici; infine, una riflessione su un passaggio di Tito Livio dedicato all’assedio romano della città spagnola di Numanzia: chi leggerà, capirà il perché dell’interesse. Per finire, qualche stuzzicante Ps, che sempre bene ci sta, no?

Buona lettura davvero a tutti, dunque!

WANSEE, LA PIANIFICAZIONE DELL’OLOCAUSTO

Peter Longerich, professore di Storia della Germania moderna, fondatore della benemerita Royal Holloway’s Holocaust research centre, è noto fra gli storici per le sue biografie di figure naziste (Himmler, Goebbels nonché Hitler stesso); Einaudi ha con merito tradotto la sua opera sulla conferenza di Wansee (“Verso la soluzione finale”, pagg. 210).

In questa lussuosa villa nei dintorni di Berlino (che nella quarta di copertina sembra in procinto di essere descritta nei dettagli, cosa che invece nel libro non accadrà), alcuni gerarchi nazisti – guidati dal primus inter pares Heydrich -, il 20 gennaio 1942 si riunirono, per decidere cosa fare degli 11 milioni circa di ebrei europei (peraltro, nell’allora URSS, l’ecatombe era già ampiamente in corso). Il pezzo forte dell’opera – per uno storico, diremmo irresistibile – è il verbale del succitato incontro (che a Norimberga – per dire – non era conosciuto); si evincono varie cose di straordinario interesse, fra le quali scegliamo le due che più notevoli ci sembrano, rimandando alla lettura integrale per il resto.

In primo luogo, la Shoah fu una tragedia  – LA tragedia, rectius – che si consumò in divenire: sulle modalità di annientamento degli ebrei, neanche Wansee fu chiarissima, a differenza di quello che si potrebbe pensare; in secondo luogo, anche all’interno dell’apparente monolite nazista c’erano articolazioni contrastanti: fra l’apparato amministrativo-burocratico del Ministero dell’Interno e le SS, per esempio (importante la figura di Wilhelm Stuckart, creatore del concetto di Mischling, cioè dei “mezzi ebrei”, che non potevano riprodursi e venivano sterilizzati); ma perfino all’interno delle SS, e addirittura fra Heydrich e Himmler: motivo del contendere, il quando iniziare la Shoah. Il primo – non certo per motivi umanitari, sia chiaro – voleva affrontare la Soluzione finale previa deportazione di massa degli 11 milioni di ebrei verso l’immenso territorio ad est degli Urali, il che voleva dire attendere la fine vittoriosa della guerra (per Heydrich, quantomai prossima a venire, nel 1942); il secondo, Himmler, voleva iniziare subito, senza indugi.

Prevalse il secondo, anche perché Heydrich fu ucciso a Praga poco più di 5 mesi dopo Wansee, nel più clamoroso attentato antinazista della Seconda guerra mondiale; e da allora partì, con l’Aktion Reinhard, la Shoah propriamente intesa. In onore di un nazista, che l’avrebbe procrastinata, se avesse potuto: gli scherzi del Fato…

“MOTI BESTIALI”: UNA PICCOLA, GRANDE MOSTRA

Inaugurata lo scorso 5 maggio al Museo di Storia naturale della benemerita Accademia dei Fisiocritici, solo in settimana scorsa siamo andati a gustarci la piccola, ma davvero densa, Mostra denominata dai curatori (Andrea Benocci, Fabrizio Cancelli, Giuseppe Manganelli), peraltro con arguta ironia, “Moti bestiali”.

Una rassegna su come si muovano – per terra, per aria, per mare – gli altri animali (intendendo, per altri, i non umani); se tutti sanno che il ghepardo è l’animale più veloce su terra, con i suoi 93 km (l’antilope, medaglia di argento, arriva ad 88, mentre il bronzo lo vince il levriero inglese, con 72), di certo in molto pochi sanno che l’animale più veloce in assoluto in Natura – ovviamente via aria – è il falco pellegrino: il quale, in picchiata, può raggiungere financo i 300 km orari! Noi umani – se ci chiamiamo Usain Bolt, però – possiamo arrivare intorno ai 45 orari, per dare un’idea comparativa…

Oltre a queste notizie di sicuro interesse, nella mostra – che chiuderà i battenti il prossimo 28 settembre, ed è ad ingresso gratuito per tutti – si trovano esemplari di animali sistemati davvero alla perfezione da tassidermisti di rango (inquietante un opossum volante maggiore, tra gli altri).

Abbiamo scritto dei più veloci, ma gli animali più lenti chi sono?  Bradipi e tartarughe, certo: ma le tartarughe, per dirne una, il loro mezzo chilometro all’ora lo macinano, zitte zitte. Più o meno, come certi umani, dai!

Un evento stimolante, dunque, per adulti e bambini; noi ci siamo stati una mezz’ora, purtroppo in splendida solitudine: speriamo sia stato solo un caso…

L’ASSEDIO DI NUMANZIA, ED IL MOS MAIORUM

La Guerra numantina (Bellum numantinum) è stata un episodio importante, per la conquista romana della Hispania; e l’assedio di Numanzia (133 a.C.), con relativa sconfitta dei celtiberi e distruzione della città da parte di Scipione Emiliano detto l’Africano minore, ne rappresenta il momento apicale, senza dubbio.

Fatta la dovuta contestualizzazione, quest’oggi vogliamo soprattutto evidenziare un aspetto del mos maiorum, dell’etica tradizionale cioè, dei Romani repubblicani: l’esaltazione della fatica militare, vista come elemento caratterizzante e forgiante in se stessa. Qualcosa di più di un ordinario allenamento pre-bellico, per intenderci: siamo verosimilmente al di là anche degli attuali Navy seals, o dei corpi scelti di Tsahal.

“Iumenta omnia, ne exornarent milites, vendidit”: l’Africano vendette le bestie da soma, per non disabituare al peso i suoi stessi soldati; che fossero i soldati, a portare sulla loro schiena qualche quintalata di roba. E prima – ci dice Tito Livio – aveva fatto sparire dall’accampamento il vino e le prostitute.

Nei secoli a venire, il sacrificio e la durezza militare si sono sempre accompagnati all’alcol, alle donne, e – ove possibile – al risparmio delle energie, per usarle al meglio in combattimento: per l’etica militare romana, invece, il miles, il soldato, doveva essere forgiato dalla fatica fisica, e da niente di altro. Tema stimolante, sul quale riflettere…

Ps 1 Fra i reportage della settimana, un posto di eccellenza lo merita senza dubbio quello sulla Bosnia-Erzegovina di Alessandra Briganti, sul penultimo Venerdì di Repubblica (pagg. 32-35, con commento di Paolo Rumiz); manchiamo dalla Bosnia da più di un lustro, ma certe tendenze le avevamo notate, e cercato di descriverle: questo pezzo ce le conferma in toto, anzi le cose vanno peggio di come ci si potrebbe immaginare. L’asse fra nazionalisti serbi e croati mira di nuovo a disgregare lo Stato bosniaco, consegnandolo peraltro nelle mani tanto dei corrotti, quanto dell’estremismo islamico. E l’Europa brilla ancora, come nei Novanta: per la sua fragorosa assenza, però…

Ps 2 Altra Mostra passata in rassegna in settimana, quella denominata “Scorci di Torre – Vedute e rappresentazioni di un rione in parte perduto”; grazie all’acribia di Davide Orsini e dei suoi collaboratori, in questa rassegna che ha ormai chiuso i battenti si è potuto vedere il rione prima del risanamento che in buona parte lo riguardò (conclusosi nella prima metà dei Trenta), con una chicca in particolare: la documentazione – fotografica, e non solo – di una chiesa che oggi non esiste più, nel cuore del rione torraiolo: quella di San Giusto, demolita nel 1936, su esplicita richiesta di alcuni abitanti del rione (!).

Nella voglia di nuovo, spesso si perde di vista l’importanza dell’antico; consola almeno un po’ il fatto che oggi – con tutta la strada ancora in salita che c’è da fare in questi campi, sia chiaro – una cosa così non sarebbe possibile neanche concepirla. Almeno questo…

Ps 3 Forse qualcuno si è accorto che in settimana è venuto a mancare Sergio Marchionne (l’ironia non è certo rivolta a lui, quanto all’overdose mediatica cui siamo stati sottoposti); in questa rubrica, non si entra nel merito di politica economica (il debito non è stato azzerato, come molti hanno detto/scritto; il ritardo sull’auto elettrica è davvero clamoroso, e la FCA è la settima compagnia mondiale, né più né meno).

Onore ai meriti che gli spettano (alcuni, non c’è dubbio), parce sepulto per il resto. Marchionne è sempre stato per “Fiat first”; e comunque, era appunto Sergio Marchionne, non Salvo d’Acquisto…

Ps 4 Ci eravamo persi, nel 2015, il bel film di S. Frears, “The program”, sulla vita del ciclista Lance Armstrong, passato in settimana su Raitre; film intellettualmente onesto, perché non nasconde davvero alcunché della complessa vita del ciclista (7 Tour de France vinti) Lance Armstrong: la caduta (per un tumore ad un testicolo), la rinascita (e la filantropia sincera per gli altri malati), infine la ricaduta per il doping, più fragorosa e definitiva che mai.

Non è solo un film sul ciclismo (sport che, purtroppo, mantiene un serio deficit di credibilità), è anche un film sul coraggio del giornalismo di inchiesta, anche in ambito prettamente sportivo: David Walsh, subissato di querele e di minacce, alla fine ha vinto, dopo essere stato inascoltato per anni ed anni nel denunciare lo schifo del doping sistemico della US Postal, la squadra di cui era leader assoluto Armstrong. Chapeau; per essere chiari: a Walsh, non ad Armstrong.

19 Commenti su La domenica del villaggio: Shoah, “Moti bestiali”, Numanzia (e 4 Ps)

  1. Giacobbe scrive:

    Bellissimo pezzo, o eretico, apprezzato ancor di più in terra hispanica( con approfondimento a latere!)
    Suggerisco, pro domo mea, il quantomeno raddoppio di tal rubrica( in luogo di becere e rissose diatribe politiche) per dar nutrimento ad intelletto e ragione.
    Buon lavoro

    • Eretico scrive:

      Caro Giacobbe, grazie per i complimenti: beh, per intanto dopo il pezzo di domani – tra vacanzine e ferie della politica tutta – ciò che leggerai durante l’ineunte agosto avrà un taglio culturale prevalente. E buone vacanze hispaniche, allora: dicci dove, a questo punto…

      Visto che siamo (volentieri) ad intervenire, stamattina ho letto (Il Messaggero) della rinuncia dell’attore civile per eccellenza del teatro italiano, Marco Paolini, ad una importante riconoscimento, dopo la tragedia che lui stesso ha involontariamente cagionato in autostrada lo scorso 17 luglio. Gesto nobile, che ritengo davvero sincero, non ipocrita; restano – come a molti – i dubbi sulla dinamica dell’incidente stesso (Paolini dice di avere causato l’incidente per un colpo di tosse, negando l’elemento smartphone): fino a prova contraria, gli concedo fiducia.
      E viene da pensare come siamo davvero legati al Fato: le riflessioni – da Appio Claudio cieco a Machiavelli, per dirne soltanto un paio – non si fermerebbero più…
      L’eretico

      • Giacobbe scrive:

        Dopo circa 3k km, terminò la vacanza studio in terra iberica, dove ho potuto rinforzare il mio spagnolo ma soprattuttovedere, conoscere e mettere in relazione l’esperienze dei ns cugini con le nostre.
        Un popolo dinamico, con una storia, passata e recente, molto simllè alla nostra, influenzata da ondate separatiste, anche cruente, è da riconciliazione.
        Sicuramente democratico, altruista e generoso come , è più, di noi.
        Moltissimi italiani, ma sopratutto quello che salta all’occhio sono le distese di pannelli fotovoltaici e pale eo,i che che, garantisco, funzionano alla grande, abbassando il costo dell’energia elettrica e fornendo i dipendenza.
        Passando dalla Gallia si notano medesime accortezze energetiche( un Po meno in quantita) accanto a centrali nucleari funzionanti, tanto qualche bis Hero che la compre l’energia c’è.
        Ecco, stimolato dall’ottimo ereticus, del quale condivido il 99% dei pensieri, i Vito ad una riflessione sui costi energetici nostrani e sulle modalità di produzione energetica.

  2. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    Fuori tema (non mi piace off-topic). Alcuni dei tuoi lettori-scrittori non sono a conoscenza che ormai da tempo si può parlare, vedersi e tenere video conferenze anche da paesi lontani (Hangout, Skype, LogMeIn) e che quindi certe decisioni si possono prendere anche senza essere presenti di persona. La giovane Clio quando potrà verrà, per ora è molto impegnata ma penso la potrete vedere di persona per il prossimo Palio. E’ non è un problema di natura economica il volo dagli USA a qua visto che non avete la minima idea di chi sia il nonno materno.

    A proposito: sapete dirmi che cosa ha fatto di interessante/importante la ex assessora alla cultura negli ultimi due anni ?

  3. Paolo Panzieri scrive:

    L’assedio di Numanzia…
    Di certo qualche versione ce l’hanno appioppata.
    Premetto di essere sempre stato istintivamente dalla parte dei perdenti e quindi di Annibale e se vogliamo pure di Catilina (l’ho già scritto), ma gli storici Romani dell’età imperiale quando vogliono esaltare i valori repubblicani (il famoso mos maiorum) proprio non li reggo e nemmeno credo a quello che scrivono, quando vogliono fare i fenomeni.
    Fatto sta che per sottomettere la Spagna ce ne volle e la guerriglia dei Celtiberi fu particolarmente efficace.
    Mi pare che l’ultima parola fu scritta addirittura ai tempi di Ottaviano Augusto, a prezzo di notevoli tribolazioni.
    Figuriamoci se Scipione (minor) si sarebbe mai potuto permettere di rinunziare alle bestie da soma, e pure al vino ed alle prostitute da campo (come i Marines ai giorni nostri in Afghanistan, mi è stato riferito) soltanto per temprare e mettere alla prova i suoi soldati …
    Totò avrebbe detto: ma mi faccia il piacere!
    Donald Trump, al solito, avrebbe tagliato corto: solo fake news.
    … anche se a ben vedere news non lo sono più tanto da diversi secoli.

  4. manunta scrive:

    Su Numanzia (arevaca)peccato che dell ottimo Polibio ellenico sia giunta a noi solo la cronaca degli
    eventi romani fino al 146 ac, nello specifico peccato, dato che il nostro
    fu’ testimone diretto di tale assedio 133 ac e ne rese cronaca ,andata persa.
    Peccato che la sua cronaca diretta non sia confrontabile con la apologetica versione del cocco di ottaviano, filoimperiale e filoromano oltre ogni dire Tito livio, che di quei fatti NON fu’ testimone.
    s
    Scriveva in epoca ottaviana, epoca nella quale fu’ riedificata la nova citta’ romana sulle rovine dell antica celtibera arevaca
    Ci vogliamo fidare di un noto apologeta romano ?
    Altre campane cercasi Sallustio? Strabone?
    Eretico, prof si puo far di meglio, saluti,dal noto disturbator in prosa e rime.
    ps.Burroni che dice? solo ei filosofeggia tassonomicamente ?

  5. manunta scrive:

    Cervantes? ne trasse bona tragedia (nell anni o giu’ di li dell opera dell arsiccio gia citata ), dalle cronache di ernan ocampo
    Non volle o non pote’ affidarsi alle cronache antiche .
    Due grandi successi letterari del epoca , temi e tematiche assai diverse.
    Ma due successoni di quell epoca.

  6. manunta scrive:

    Strabone geografia 17.2
    Sallustio ,nelle guerre giugurtine
    Di quest ultimo si trova in rete la traduzione dell Alfieri.
    pallosetta , poetizzata ma non messa in rima, e ci sarebbe voluto poco
    sall. op cit. VIII 2 ,X2,Xv1,xx1 per chi voglia approfondire.
    Garzanti se volete spender poco costava 14 000 vecchie lire nel 94
    testo latino a fronte trad. del Garbugino
    Ps si puo far meglio comunque , cari senesi ,io ve !o dico :

    botta di culo grossa vi tocco’
    un ligure venne a bloggheggiare
    E da gnoranza vieta vi cavo’
    oltre che a spendisi nell informare
    su’ fatti odierni di vostra citta’
    storia e curtura ama lui trattare
    servizio grosso citti lui vi fa’
    bene dice i giacobbe ,raddoppiare
    arebbe i Raffa pevvi ravversare

  7. gab scrive:

    Segnalo, per chi non lo sapesse, che sulla conferenza di Wannsee c’è anche un ottimo e accurato film, riproposto diverse volte sui canali Sky, “Conspiracy – Soluzione finale”, girato per la BBC nel 2001 e, come al solito, ben interpretato, ben diretto e anche privo di quei facili stereotipi in cui si cade facilmente quando si parla del nazismo. Mi lasciarono perplesso solo il Reinhard Heydrich interpretato da Kenneth Branagh – grande attore, per carità – ma non ‘sovrapponibile’ anche fisicamente all’uomo delle SS; e, per lo stesso motivo l’Eichmann di Stanley Tucci (troppo “latino”).

  8. Casmar scrive:

    Caro Eretico,
    In merito alla Shoah, mi preme sottolineare che l’organizzazione dei Campi fu presa pari pari da quanto giá applicato in Namibia in occasione delle guerre Herero.
    Inedia, schiavitù, esperimenti medici, tesi razziali. Si veda
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Guerre_herero

    • manunta scrive:

      Bravo casmar In namibia, i teutoni non contenti di sterminarli a fucilate
      ebbero con gli herero anche a sperimentare i campi di sterminio
      dopo avergli anche avvelenato pozzi d acqua,per costrigerli
      ad arrendersi, geniali esempi di efficentismo teutonico messi in atto da tal generale von trotha.(antenato del trota flius bossi?)
      Motivo? non accettavano di europeizzarsi e di sedentarizzarsi.
      La forma mentis dei laidi teutonici almeno dall epoca guglielmina, ovvero dalla loro nefasta riunione in nazione unitaria, appare ,a prescindere da mezzi ed epoche, sempre la stessa .
      Ziklon b, pozzi avvelenati, spazio vitale, razza eletta, bce, panzer divisionen.
      Cambiano i mezzi , non cambia lor natura.

  9. anonimo scrive:

    Ieri sono rientrato da Basel, e per tutto Agosto rimango nella mia amata terra. Ho preso in affitto un bilolcale in campagna, e mi godo la vacanza . E si caro professoe bella come la mia regione, forgiata dal lavoro dei miei antenati, non esiste niente al mondo.
    Ho aperto il tuo blog ed ho notato due punti, non so se li hai citati per combinazione o se lo hai fatto scentemente.
    1 )Numanzia l’avevamo trovata tempo indietro nella ricerca della più antica via europea. Quella che va da Varna, Seraievo, Ancona , Vada Volterrana, Tolone , Coimbra, Oceano atlantico.Ne avevano parlato due professori spagnoli che avevano ritracciato la suddetta via. Non fu una guerra facile per Roma. Durò del tempo e spreco di risorse, ma vinse perchè era strategica per l’impero.
    2) Bosnia dove si è combattuta una guerra assurda, di Religione ufficialmente. E pare che gli accordi non siano del tutto buoni.
    Ecco un’altro punto cruciale di importanza strategica, sempre sulla via più antica Europea.
    Bisognerebbe dire a quei popoli di mettersi d’accordo e riaprire quella via, con una buona autostrada. Sicuramente le merci camminerebbero dall’atlantico al mar nero, Con un forte sviluppo di quei popoli.
    Ora mi viene in mente la nostra televisione pubblica… Esiste un giornaliste che sa mettere insiema queste due cose……. E mettere le cose al suo posto: che per esempio il frejus e un opera quasi inutile. O che la giornalista, corrispiondente da wasinthon ci racconta cose che non ce ne importa nulla e meno che mai quello che fa il Truppa.

    • manunta scrive:

      Anonimo , offro collaborazione, ma non per itinerari religiosi.
      Partiam dagli inizi, le vie commerciali etrusche nel sud senese, direttrici
      roselle , populonia, vetulonia, klevsin,velzna

      possibili sopralluoghi in val di merse dove tre di queste transitavano ma non ora a agosto, che tafani serafiche e zecche ci mangian vivi.

      • anonimo scrive:

        Caro Manunta
        Ti sento volentieri. Oggi ho aperto tutti i giornaloni e son pieni di notizie che l’italiani son razzisti, o meglio fascisti e cattivi. Io come sai vivo in esilio volontario in Svizzera. E siccome non sono a carico del popolo Elvetico sono trattato in guanti Bianchi. E ho fatto dei soldi. In attesa di rientrare in una Italia libera da certe facezie. Questo governo dovrebbe sistemare almeno la tv pubblica, perchè la smetta di dare notizie chiacchera.
        Le vie di cui ho parlato sono state, le autostrade dell’antichità. Ed oltre agli Etruschi, sono arrivati anche i monaci. E caro manunta, i monaci sono state le seconda gamba della chiesa cattolica. Hanno risistemato le campagne, hanno tramandato il sapere. Ed erano anche medici. Poi con la controriforma la chiesa di Roma si secolarizzò, lasciando i monasteri ad una presenza ombra. Istituendo dogmi su dogmi. E non più al servizio attivo del popolo. ORA ET LABORA.
        Oggi la chiesa di Roma subisce la legge del contrappasso, Tanto cara a Dante e nonostante i concili non può fare niente. Ma la chiesa di Roma non rappresenta la Cristianità… Ecco caro manunta se uno vuole rivivere il percorso spirituale dei monaci sta facendo un servizio a se stesso e rende giustizia ai Cristiani.
        Io ho visto una signora atea piangere e correre a gettare un mazzo di rose bianche in un cimitero abbandonata di una Badia. Questo inseguito al racconto di un signore locale… E ti dico da allora non è stata più quella di prima.

        • manunta scrive:

          fulminata sulla via di sienina?
          Bella storia le quote rosa anche nelle conversioni, poi caro anonimo secondo il bon pietro (aretino) nelle sue giornate ,testo poco mistico
          ma assai realistico par che i monaci ………

          fosser di chiesa la seconda gamba
          ma adoperassero pure la terza
          la cosa forse ti parra’ un po stramba
          ma par che usassero bene la verza
          e non il cavolo ma’ pare il bamba
          pietro su veritade spesso scherza
          ognun ha pietra sua di paragone
          o l aretino o quei der seggiolone

          intendo er seggiolone vaticano
          nun me l arza’ le palle colligiano
          che puro si la cosa poi te spiaccia
          s arzi la palla poi manunta schiaccia.

          Dovuta conclusione in romanesco in omaggio ar sommo Gioacchino(non da fiore) che co l aretino …..
          su preti chiesa monache e fratocchi
          a molti fecen loro aprire l occhi

  10. Anonimo scrive:

    Caro Manuela
    In poesia sei imbattibile e utile per questo blog.
    Riconosciamo almeno che i monaci, Ora et Labora hanno fatto del nostro territorio una pittura. La quantità di gambe che usavano non lo saprei dire.
    Non ero prende ai tempi di Pietro Aretino. Oggi possono adoperare anche mille gambe, ma assomigliano ad un bruco millepiedi divorano tutto.

    • A.B. scrive:

      Manunta, “caro Manuela” non è male. Non è che l’anonimo miliardario svizzero nelle sue scorribande campestri mentre cercava antiche vestigia di vie di comunicazione preistoriche ti ha scovato in atteggiamenti equivoci? Oh scherzo che sennò mi becco ritorsioni naziste!!!

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