Eretico di SienaVe la do io l'America (II): Brooklyn, cash, subway - Eretico di Siena

Ve la do io l’America (II): Brooklyn, cash, subway

Visto che qualcuno di certo sta pensando di emigrare, stante la situazione italiota (della quale – come già scritto – scriveremo la settimana prossima: ora prendete queste bagatelle dalla ex Nuova Amsterdam come un divertissement di fine maggio), ecco qualche riflessione/informazione su alcuni dei luoghi da non perdere in nessun modo, in caso di emigrazione verso New York City. Nel frattempo – per restare agli Esteri -, un coraggioso giornalista è stato massacrato in Russia, ed un fanatico islamico – appena uscito di galera, peraltro – ha fatto una piccola strage a Liegi…

Buona lettura a tutti dalla neversleeping city, dunque!

BROOKLYN BRIDGE, PEDIBUS CALCANTIBUS

Ieri per la prima volta ho percorso a piedi il Brooklyn bridge, orgoglio dell’ingegneria urbana di NYC: inaugurato nel 1883,  il ponte unisce i due Burroughs di Brooklyn e di Manhattan, che fino al 1898 erano due differenti città, in tutto e per tutto; e c’è da dire subito una cosa, che si capisce anche dal ponte: i brooklinesi hanno ancora un orgoglio identitario forte; arrivati alla fine del ponte (cioè a casa loro, per capirsi), c’è subito un bel cartello (“Brooklyn, how sweet it is”) come captatio benevolentiae (come dire: bravi, che almeno per un po’ avete abbandonato i nostri cugini più noti di Manhattan…), e le strade sono piene di aiuole curatissime, al punto tale che pare di essere a Tokio con il suo ikebana. E che dire del Memoriale della Seconda guerra mondiale (per loro, 1941-1945), un enorme muro con due figure classicheggianti ai lati? Beh, per esempio che esso è dedicato ai morti di Brooklyn, non a quelli di NYC in generale: significativo, no?

Torniamo al ponte: rischiando l’insolazione (ieri era davvero caldo, trenta gradi), si passeggia fra una folla di autoctoni e di turisti; metà strada per i ciclisti, metà per i pedestrians. C’è scritto più volte che chi lascia “locks” (lucchetti), viene multato 100 dollari (ben scritto, chapeau).

Si vede bene quello che – nella seconda metà dell’Ottocento, al tempo dello scorsesiano “Gangs of New York” – era il principale porto del Continente. Sullo sfondo, Ellis Island, e lì accanto la francese Statua della Libertà. Quanti italiani sono arrivati fino ad Ellis Island (e quanti sono stati scartati, dai durissimi, spietati controlli USA)? Autentica onta nazionale, tra fine Ottocento ed inizio Novecento, la piaga dell’emigrazione italiana. Quando – citando un felice titolo di un libro di Stella – gli albanesi eravamo noi…

LA METROPOLITANA DI NYC

Nella prima puntata, abbiamo scritto qualcosina dei tassisti from NYC (dopo averne trovato uno Wasp!), dunque una riflessione la merita anche la subway, la metropolitana di NYC; sporca (forse meno di qualche anno or sono, ma sporca); con vagoni vetusti, in cui ogni tanto piovono curiosi goccioloni sui viaggiatori (aria condizionata in caduta libera?); “allietata” da homeless che chiedono denaro, in qualche caso in modo molesto (ieri un afroamericano sulla 86esima apostrofava chiunque non lo foraggiasse, forse contando sull’intimidazione del fisico, sic), ebbene una cosa che ho notato è che non ci sono più i buskers, i musicisti da strada: sperando di sbagliarmi, mi chiedo il perché chiudere a loro, e non agli accattoni? Perché frustare chi un talento ce l’ha, e lasciare spazio a chi chiede senza offrire alcunché?

In ogni caso, la metro è come il resto della città: rispetto a quella dei Settanta/Ottanta/primi Novanta, è molto più sicura. La fauna antropologica, pregna di ogni tipo di sfumature, quella però resta, eccome se resta: è nelle viscere della subway, che si invera il melting pot del simbolo dell’Occidente. Ricordando una cosa: guardando la gente nella subway di NYC, vediamo i noi stessi che saremo. Il nostro modo di vivere essendo intrinsecamente nutrito di american way of life, noi saremo fra qualche anno, quelli che loro sono oggi, in questo maggio 2018.

Magari, sarebbe bello che prendessimo soprattutto le cose positive (che invece restano quasi sempre prerogativa dell’élite), e trascurassimo quelle negative (che catturano invece, immancabilmente, la maggioranza della popolazione). Un paio di esempi, tanto per dire (non certo gli unici, purtroppo)? Il vivere indebitandosi, da cicale invece che da formiche: tipico della americanissima consumer society; l’invadenza del junk food, del famigerato cibo spazzatura, che ha innalzato il livello di obesità infantile anche in un’Italia che ne era quasi (quasi, eh) al riparo.

PAGARE? BENE; MA SENZA CASH…

Già mi era capitato lunedì, guardando il menù del ristorante del pregevole museo Neue Galerie (quello di Klimt, per capirsi); posto elegante assai, ambiente davvero esclusivo, in un palazzo storico del “Museum-mile”: brutto a dirsi, ma non mi aveva sorpreso, il fatto che NON accettassero soldi contanti. L’avevo trovata antipatica (di certo discriminatoria: i contanti, non sono forse anch’essi frutto del lavoro di una persona, per Zeus?), ma comprensibile, per mantenere una certa clientela: ma gli States, ancora una volta, sembrano fatti apposta per smentire le facili letture. Ieri infatti ho fatto cena in un locale messicano, posto senza alcuna pretesa: di quelli in cui ti preparano davanti agli occhi i tacos ed i burritos. Arrivo a versare l’obolo, ed ecco la sorpresa: no cash, only credit card!

Ancora più stimolante, il foglio che – trovato accanto ai tovaglioli di carta ed alle forchette plastificate – motivava la scelta, che non poteva essere in nessun modo elitaria; in estrema sintesi, i 4 motivi si possono ridurre a due principali, secondo me: senza cash, meno rischio di rapine (e su questo, come non essere d’accordo, sebbene il luogo in cui il messicano è ubicato – a due passi da Wall Street -, non sia certo classificato come pericoloso); il secondo, sapete quale è?

“Money is dirty and spreads germs”: il denaro è sporco, e diffonde i germi. Pecunia non olet, si diceva una volta (con la variante di Marcinkus, secondo la quale la Chiesa cattolica non poteva andare avanti ad Avemarie); oggi, nel cuore del capitalismo USA, la si butta sull’igiene (basso) del cash. Ah, tanto per dire: i tavolini del succitato mexican restaurant sono piazzati a circa sette/otto metri da un cumulo di immondizia (ben chiusa nei sacchi d’ordinanza, ma sempre rubbish, trash), cumulo che sembra fatta apposta per stimolare l’appetito insaziabile dei tarponi della zona.

Eh sì, perché a Wall Street ci sono i lupi – come risaputo -, ma anche i topi – posso testimoniare de visu – non mancano di certo…

25 Commenti su Ve la do io l’America (II): Brooklyn, cash, subway

  1. Senesediritorno scrive:

    La distanza tra la Grande Mela e l’Europa ha sicuramente indotto l’Eretico a dare una notizia affrettata: quella circa l’uccisione di un “ coraggioso giornalista massacrato in Russia”.
    Per fortuna si è trattato di una vera fakenews, come si può leggere da questo link e dalle notizie diffuse ovunque nelle ultime ore
    https://video.corriere.it/giornalista-babchenko-vivo-ecco-momento-cui-si-presenta-conferenza-stampa/937a99d8-6418-11e8-9b4c-0d37dd8c9cfa

    • Eretico scrive:

      Cari amici, grazie davvero della segnalazione, che avevo ovviamente ripreso dai siti nazionali (roba da Corriere di Siena dei bei tempi: ma come hanno fatto a non controllare?).

      Buona giornata dal Financial district, l’eretico

  2. Yama figlio di Mefisto scrive:

    Il giornalista anti Putin nel frattempo è risorto

  3. …ma sei stato anche alla redazione del Wall Street Journal?
    Parrebbe:
    https://www.youtube.com/watch?v=2a4MKK945_k&t=0s&index=3&list=PL336A4BA5004B0CBB

    😉

  4. Anonimo scrive:

    Oggi su la nazione c’è un articolo in cui si parla delle ricette e dei manicaretti preparati dai DETENUTI DEL CARCERE!!!
    DAVVERO UNA VERGOGNA RISALTARE LE PRESTAZIONI DI QUESTI SIGNORI…
    DAVVERO IMBARAZZANTE IL MODO IN CUI SI ESALTINO QUESTE RIDICOLE
    INIZIATIVE..
    QUESTI “SIGNORI” DOVREBBERO DAVVERO VERGOGNARSI…
    PORTATE RISPETTO A I CITTADINI ONESTI E NON A QUESTI SIGNORI….

    GIORGIO.

    • VEDO NERO scrive:

      Concordo pienamente. A forza di fare i buonisti si cerca di redimere i delinquenti trascurando invece le vittime.

    • Giacomo rossi scrive:

      Penso che chi ha fatto degli errori abbia il diritto di provare a redimersi, a trovare una strada alternativa è migliore a quella intrapresa.
      Se assecondassimo i pensieri istintivi del signor Aninimo( e di chi lo segue) chi uscisse dalla detenzione rischierebbe di delinquere ancora, non risolvendo il problema ma acuendolo

    • Fede Lenzi scrive:

      Ma l’anonimo è il Giorgio senese vero? O un altro? Mi sfugge che noia possano dare dei carcerati che cucinano, ma se serve a rendere meno opprimente la detenzione, perché no? L’anonimo Giorgio c’è mai stato in visita in un carcere? Forse gli farebbe bene. E per vedo nero, non giudico il mio intervento buonista, nelle prigioni italiane c’è un forte disagio, ma interessa davvero a pochi.

      • Veritas scrive:

        Hai ragionissima!
        Ho appena chiesto all’Onorando Priore della mia contrada di far venire il depezzatore di Macerata a fare un turno pizza in Contrada.

  5. VEDO NERO scrive:

    Pensierino sulle prossime elezioni cittadine: all’inizio sembrava un vento nuovo di rinnovamento, ma poi la puzza di vecchio ha ripreso il sopravvento. Pora Siena.

  6. Paolo Panzieri scrive:

    Alla luce delle ultime interviste realizzate (di gran lunga le migliori in assoluto), mi permetto segnalare tre cose che mi pare di poter ricavare: De Mossi ha imparato a farsi intervistare (speriamo non esageri e alla fine diventi davvero un politico … ci mancherebbe), l’Eretico ha imparato a gestire Valentini, che, intervistato con domande precise ed intelligenti, stavolta ha detto cose interessanti.
    Insomma, tra quello che finora mancava a questa città c’era senz’altro la capacità di confrontarsi realmente con se stessa e, comunque vadano a finire queste elezioni, mi pare che almeno questa ce l’abbiamo guadagnata.

    • Eretico scrive:

      Caro Paolo, grazie davvero – dal Financial district di Lower Manhattan – dei complimenti sulle due interviste a De Mossi e Valentini: anche dall’altra parte dell’Atlantic Ocean, a circa 6400 km. di distanza, fanno piacere.
      Vedo da Internet che questo 31 maggio (da noi è ancora maggio…) ha portato al nuovo Governo, che domani (per noi atlantici) giurerà alle 16. Valuteremo rigorosamente dai fatti, come è sempre giusto fare, a maggior ragione per le assolute novità: per ora registriamo che in Italia la situazione – come scriveva uno che sapeva leggere l’Italietta del suo tempo – può essere grave, ma difficilmente seria…

      Avendo ingurgitato, i quel di Staten Island, un ottimo meatball innaffiato da una sorta di pane all’aglio e da vino californiano, è arrivato il tempo di andare a dormire…

      L’eretico

      • Roberto scrive:

        Prof. Ascheri, “c’è l’abbiamo guadagnata” del sig. Panzieri poteva correggerla…..tanto per scherzare

  7. Anonimo scrive:

    La stretta di mano del candidato a sindaco de MOSSI con il pregiudicato, condannato in via definitiva x frode fiscale ed attualmente indagato x varie accuse , lo declassa a politicante di bassa lega.
    L’apparentamento con forze politiche nostalgiche dei giorni di sottomissione nazizsta e di metodo fascista, ed ora con il rappresentante di coloro che evadono le tasse, frodano il fisco( ed hanno sottoscritto tutte le operazioni che hanno rovinato mps) chiarisce una volta per tutte quali interessi vuole di vendere e promuovere il super avvocato, che francamente mi ha deluso dal secondo giorno dalla candidatura, cioè da quando ha iniziato a parlare…..ma adesso ha superato il limite di decenza e di onorabilità politica.
    Tutti vorremmo un cambiamento, ma in positivo. Temo che la brace sia peggiore della padella dove ci ha detto che siamo!

  8. antonio scrive:

    caro Eretico, che tristezza vedere le foto di De Mossi con Berlusconi dopo aver visto quella con Gasparri! e meno male che doveva essere il candidato civico….l’articolo in questione (sull’incontro con il Berlusca) dice anche che “Molta attenzione è stata poi posta sulla cultura e sull’agroalimentare”…. se questo deve essere il nuovo poveri noi.

    • Veritas scrive:

      Grande Antonio,hai ragionissima!!

      Il nuovo che avanza è quello che ha dietro Polifemo & Company!!

      Di su dai che lo voto anche io!

      • antonio scrive:

        quelli ha dietro il De Mossi sono parecchio peggio

        • Veritas scrive:

          Ha dietro i partiti di centro destra,mi pare chiaro senza bisogno di dare ulteriori spiegazioni.
          Il tuo pupillo,che ringraziamo per i 2 Palii vinti su 2,grande persona onesta,intelligente e fortunata,si affianca a personaggi che hanno già mangiato nel trogolo del potere masso-catto-comunista di questo paesone di contadini arrivati con la piena ed il postale,nei “bellissimi”anni ’60.
          De gustibus,ci mancherebbe altro,ma la tegamata si mangiava dal Bigelli!
          Parlo per me:al primo “giro” si da il voto ad un amico fraterno e ad un candidato che arriverà probabilmente penultimo,al ballottaggio si annulla la scheda perché comunque l’avvocato del Terzo di S.Martino che ci arriverà, non è sempre stato SUPER(o per lo meno non con tutti),dando il “voto”all’Ingegner Luigi Socini Guelfi.
          Semplice.

  9. Anonimo scrive:

    Non so se l’Avv De Mossi riuscirà a diventare sindaco, di sicuro, dopo tutte le comparsate dietro ai bigghe nazionali, vince per distacco il premio “Best wallflower 2018”.

  10. Anonimo scrive:

    Caro Professore
    NON TI INVIDIO. dell’America non mi piace niente. Non ci ritornerei nemmeno se mi regalassero una reggia. Mi da noia la loro lingua che è dissonante. E trasmette sentimenti errati.
    Vivono.di guerre e basta.

  11. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    Dedicato ad Anonimo (che sarebbe il caso firmasse con Nome e Cognome): non moriremo democristiani… ma, seddiovole, nemmeno comunisti !!!!

  12. GIORGIO-SENESE VERO MA NON IPOCRITA! scrive:

    Buongiorno, le persone che hanno bisogno di aiuto sono altre e non certo i carcerati…
    Lavoro all’ospedale e qualche mese fa i “signori ospiti” del carcere di Siena hanno offerto le loro opere(disegni e pitture)al reparto di pediatria…in pediatria!!!!!
    Ovviamente il tutto con cerimoniale e piccolo comizio con parole banali e ipocrite …
    Davvero imbarazzante fare certe iniziative, che servono solo a fare del finto buonismo…
    Fiero delle mie idee dico ancora VERGOGNA.

    GIORGIO

    • Anonimo scrive:

      Sig. Giorgio, non ipocrita, quale sarebbe secondo lei il futuro di chi ha commesso degli errori ed è stato agli arresti carcerari?
      Come ritiene che debba esser organizzato un istituto di ‘correzione”?
      Se mi risponde sinceramente, mi dovrebbe poi far la cortesia di comunicare in quale reparto lavora, in modo da poter evitare il suo supporto.
      Grazie

  13. Giacomo rossi scrive:

    Bello e partecipato il concerto di ieri sera. Nina Zilli brava e coinvolgente
    Francamente non capisco coloro che sparano fango su tutto… riguardo ai costi: sarà costato tanto ma in piazza c’erano veramente tante persone…si lamenteranno i commercianti?
    Quanto ritorno avranno avuto?

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.