Verso il 10 giugno (II): Fucito e Vigni (e 4Ps)
Nella seconda puntata del nostro programma del martedì – purtroppo oscurata nel prime time per meri problemi tecnici, ma ovviamente disponibile sul sito di Siena tv – abbiamo intervistato prima il candidato di Casapound, Sergio Fucito, e subito dopo Alessandro Vigni, di Sinistra per Siena (gruppo di Laura Vigni) e di Potere al popolo. Ragionando con la categorie classiche della politologia d’antan, le ali estreme. Vediamo di scriverne un pochino, dunque…
Buona lettura a (quasi) tutti, quindi!
SERGIO FUCITO
Giusto un anno e qualche giorno or sono, intervistammo – anche allora nella sede di Casapound, in Via Santa Caterina – il Generale in pensione Sergio Fucito, e – vista anche la non casuale concomitanza con il XXV aprile – venne giù il mondo (nonostante avessimo intervistato anche il professor Masotti dell’Istituto storico della Resistenza, per par condicio, in quel caso peraltro tutt’altro che obbligatoria). Passato un annetto, Casapound si presenta alle elezioni, con la concreta possibilità di portare in Consiglio comunale il suo candidato Sindaco, appunto Sergio Fucito; e a questo giro, nessuno alza più la voce sullo spazio che gli viene dedicato in tv: è la par condicio di legge, baby…
PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA
Ovviamente non dovrebbe pesare in alcun modo – sebbene la psicopolitica dica il contrario -, però il Generale Fucito è persona affabile e cordiale, dall’eloquio non sempre impeccabile ma efficace, a livello di vis oratoria; soprattutto, Casapound – a Siena come altrove – lavora a contatto con il territorio, coprendo ed occupando spazi e modalità relazionali che prima erano retaggio della Sinistra (che in Italia, a sua volta, li aveva ereditati dal Fascismo stesso: vedasi il discorso sul dopolavoro, e l’entrismo togliattiano in seconda battuta). Si può sorridere quanto si vuole sulla distribuzione di pacchi di pasta agli italiani indigenti, ma crediamo che i “progressisti” nostrani farebbero male a farlo: anche perché qualche cittadino del “soviet” senese, invece che chili di pasta, ha raccattato negli anni tonnellate di nomine.
Quanto ai punti di debolezza, a nostro modo di vedere – a costo di apparire politicamente corretti, cosa che non ci fa piacere – c’è ancora un approccio troppo soft, e soprattutto selettivo, su alcune, non emendabili, colpe del Fascismo: si elogia la mussoliniana Carta del Lavoro, e potrebbe anche andare bene: ma se lo si fa, ci si pone oggettivamente in un’ottica di parte, ed allora non si può non dire che tutto ciò che di buono ci fu, durante il ventennio, accadde nel contesto di una dittatura che conculcava in modo sistemico la libertà di pensiero (al netto di bazzecole quali l’alleanza con Hitler e la Shoah…). Forse Destra e Sinistra non esistono più (non ne siamo così convinti, peraltro), in ogni caso l’essere anche solo selettivi, su certo passato, è cosa da fare notare…
ALESSANDRO VIGNI
Assessore al Traffico fra gli Ottanta ed i Novanta, Alessandro Vigni – fratello di Laura, la storica che si candidò a Sindaco – viene dal Pci, ed ha ancora la facies del vecchio comunista. L’abbiamo intervistato in Camporegio, ove – davanti al più bel panorama di Siena -, ci ha ricordato, con malcelato orgoglio, che lui da lì le macchine, illo tempore, le aveva espunte, mentre oggi quel luogo incantevole sembra in effetti un parcheggio en plein air.
PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA
I punti di forza sono di certo l’attenzione per il sociale e per le periferie, per le tematiche ambientali (compreso il traffico), per le quali si possono giustamente sbandierare esperienza di lungo corso e credibilità personale; in più, Vigni è coerente con la sua storia personale, e non ha problemi – cosa davvero rara – a dire pubblicamente cose oggi assai impopolari: a domanda precisa sull’assegnazione delle case popolari – altro suo tema forte -, Vigni non ha avuto remore a dire che lui la priorità la darebbe a chi, per figli e censo, viene prima, senza alcun riguardo per la nazionalità di provenienza (in radicale contrapposizione con quanto detto da Fucito di Casapound, che privilegia in modo apodittico l’italianità, quanto a criterio di assegnazione degli immobili pubblici: dimostrando che, per certi passaggi, la Destra e la Sinistra esistono ancora, eccome se…).
I punti di debolezza sono essenzialmente due: il fatto che c’è chi potrebbe vedere una staffetta dal sapore troppo familiare fra Alessandro e la succitata sorella Laura (familiare, si capisce: non familistica); nonché l’essere un candidato certo non nuovo, nel panorama politico senese, soprattutto ancora troppo ingessato in un ruolo da vecchio compagno, con un appeal dunque naturaliter in fase discendente, a livello prettamente elettorale. Nonché senza grandi capacità aggregative: a parte Potere al popolo, infatti, niente più; non si esce dalla “Cosa rossa in salsa senese”, dunque.
Ps 1 Giulia Simi lascia consensualmente lo schieramento di Massimo Sportelli (intervistato la settimana scorsa), come scritto sul blog di Elio Fanali per primo; evidentemente la contrapposizione fra laici (la radicale storica Giulia Simi) e cattolici (presenti in gran quantità nello schieramento di cui sopra), alla fine, viene a galla: purtroppo, vedendo soccombenti i laici, ahimè…
Ps 2 Stimolante assai l’inizio dell’inchiesta dello Stanzino digitale sul termalismo senesota: leggere per credere!
Ps 3 Martedì prossimo (ore 20, Siena tv), gli intervistati saranno Chiti e Pinciani (in questo ordine): due liste per sottrarre voti al Pd nonché per contarsi, o anche altro?
Ps 4 Martedi 15 maggio (ore 18, libreria Senese), appuntamento a cavallo fra la Grande Storia e la Storia municipalistica: l’ottimo Gabriele Maccianti presenta la ristampa del libro ereticale (uscito ormai 15 anni fa, sic) “Una giornata particolare” (ristampato per l’occasione da Luca Betti), dedicato in modo monografico alla visita di Mussolini ed Hitler a Firenze, con tanto di omaggio di tutte e 17 le Contrade al Fuhrer ed al Duce. Sono passati 80 anni giusti giusti (9 maggio 1938), giusto dunque riparlarne. Appuntamento da non mancare, date retta…
Ps 4: ho l’impressione di aver già partecipato alla presentazione di questo libro, ma l’occasione è ghiotta per risentirla.
Sulla Simi, l’Eretico credo abbia detto una parte di verità, ma che ci sia anche altro: ricordiamo che la Simi è molto vicina ad Eugenio Neri, che non manca mai di elogiarla e di sperticarsi di lodi. E come mai nemmeno un posticino, allora? La favoletta che rappresenta un partito nazionale (il Radicale) non sta né in cielo né in terra, e comunque si sapeva sin da subito.
Per martedì, se riesco vengo molto volentieri: se non sbaglio è la primissima prova dell’Eretico come scrittore (il capolavoro extra moenia resta il libro edito dalla Kaos su Medjugorje).
Ma davvero c’è chi crede sul serio che la mancata candidatura di Furiozzi possa essere legata ad un’influenza di Piccini su DI Maio e Casaleggio, grazie all’aiuto di Verdini, delle iene e magari pure di Minucci?
Non sarebbe più semplice continuare a pensare ad una penosa resa dei conti interna dopo le scelte imposte dall’alto per le elezioni politiche e le critiche esplicitate ai media?
Se fosse davvero andata come ipotizzato dai bloggers senesi, a caccia di pistole fumanti, saremmo davvero al suicidio di un movimento che perderebbe con un colpo solo ogni ragione di essere votato (per chi le abbia mai avute).
Comunque penso sia fortemente necessario superare oltre ai grovigli armoniosi, anche quelli mentali.