La Commissione d’inchiesta, primo vagito dell’inciucio (e Ps vari)
Pezzo odierno sulla Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, presieduta come risaputo dall’ex genero dell’ex principale azionista privato di banca Mps (quando era ancora senese, ma poneva le basi per non esserlo più): una autentica presa per il sedere, che purtroppo è una palla alzata per le tesi dell’ASTENSIONISMO il prossimo 4 marzo; ma come farsi mancare qualche Ps sulla politica locale e nazionale, visto che, per l’ appunto, fra meno di un mese si vota?
Buona lettura a (quasi) tutti, dunque!
Il “PRIMO VAGITO” DELL’INCIUCIONE
Tanto rumore non per nulla, certo per poco; ma soprattutto, una considerazione preliminare: mentre la Commissione regionale su Mps – con tutti i difetti più volte sottolineati, da me e dagli altri bloggers – NON aveva che blandi poteri, quella nazionale invece poteri ne avrebbe avuti, eccome se ne avrebbe avuti. Con ben grami risultati, però: oggi, dopo la votazione della relazione finale, lo possiamo davvero ben dire.
Dal punto di vista TECNICO-BANCARIO, la delusione è forte, e pensiamo per i 2-3oomila rovinati sia letteralmente intollerabile; si auspica che ci sia una maggiore collaborazione fra Consob e Bankit (e se non ci sarà, visto che nessuno ha pagato per la succitata non collaborazione?); si individua la necessità di sezioni speciali delle Procure tarate sulle banche (ottima idea, davvero: ma dovrebbe essere accompagnata da misure concrete di sostegno alla Polizia giudiziaria, mentre as usual si va verso l’opposto); infine, la beffa finale: si auspica l’introduzione dell’Educazione finanziaria negli istituti scolastici. Ora, che l’italiota medio sia ignorante di Finanza, è acclarato (come è ignorante di Medicina, di Storia e di Geografia, di Letteratura e financo di Cristianesimo, noi Patria del Vaticano); ma che una Commissione, che avrebbe dovuto in qualche modo (non finanziariamente, certo) risarcire i beffati, mandi il messaggio che, almeno in senso lato, chi ha perso i soldi se l’è quasi cercata per la sua ignoranza, beh questo fa capire l’impazzimento dei tempi. E l’arroganza della relazione finale.
Dal punto di vista POLITICO-ELETTORALE, poi, peggio che andare di notte; in primo luogo – come detto dalla vecchia volpe Calderoli – questa Commissione è stato il “primo vagito” dell’inciucione che ci sarà il 5 marzo, con Berlusconi e Renzi che – fatte fuori le ali estreme (Meloni e Salvini da una parte, Leu dall’altra) – si accoppieranno, finalmente alla luce del sole, dopo essersi frequentati in modo clandestino sin dall’inizio (e Denis il Verdini morirà di invidia, immaginiamo).
L’unico di centrodestra a mordere davvero in Commissione (su Renzi, sulla Boschi e non solo), il povero Andrea Augello, è stato clamorosamente trombato: NON è in lista, nonostante decine di candidati che una decenza minima avrebbe dovuto consigliare di non candidare. Uno dei pochissimi che non si dovrebbero vergognare davanti allo specchio, fatto fuori. Una autentica vergogna.
Pierferdinando il Casini, con il suo presiedere troncando e sopendo, ha avuto immantinente il suo premio: un seggio in uno dei pochi collegi strasicuri del Pd, tra l’altro nella sua Bologna. Un autentico schifo (non Bologna, sia chiaro…).
La Boschi, ammaccatissima ma non distrutta dagli esiti della Commissione (interessarsi alle sorti di Etruria, hai voglia; ma nessuno ha parlato in modo chiaro ed esplicito di “pressioni”, quindi…), si è per il momento rintanata nella ridotta altoatesina, donde approderà a Roma (facendo perdere voti in futuro alla SVP, pace…).
Per quanto riguarda la nostra Susanna Cenni, abbiamo già detto e scritto: magari un giorno spiegherà agli omini degli orti della Val d’Elsa – che ovviamente stanno per rivotarla in massa – cosa abbia fatto di notevole in questa Commissione, per meritarsi la nuova elezione.
Massimo Giannini ha scritto giustamente che la relazione finale della Commissione casiniana rappresenta una sorta di trionfo del compromesso doroteo (d’altra parte, di chi era stretto collaboratore, l’ex genero dell’ex principale azionista privato di Mps ai tempi di Antonveneta?).
La politica non ha saputo agire in nessun modo sullo schifo che essa stessa aveva alimentato: c’era forse da dubitarlo? In Italia, oltre che delle tasse e della morte, di un’altra cosa si può dunque stare tranquilli: sugli intrecci fra finanza e politica, Giustizia non ci sarà mai…
Ps 1 A proposito di cose in casa Mps: Eugenio Periti, punta di diamante della Direzione Private banking, è stato sostituito da Nello Foltran, già Capo area a Milano. I sindacati, con Coltran, erano stati molto duri, tre anni fa: adesso?
Ps 2 “Nel frattempo, con un comunicato molto chiaro e duro, i pentastellati senesi prendono vigorosamente le distanze dallo “strano candidato” Franci: e fanno bene assai a farlo, dimostrando in questo caso lucidità ed anche un po’ di coraggio politico. Aspettiamo la seconda mossa: prendere le distanze dal caravanserraglio sull’Affaire-Rossi”.
Ieri mattina, avevamo vergato quanto sopra: poi pare sia bastato un caffè, per sopire quasi ogni problema fra i pentastellati senesi e lo “strano candidato” Franci. Peccato, perché sarebbe stato bello, vedere qualcuno che aveva quel coraggio di resilienza che ogni tanto bisogna pur avere, verso scelte tanto assurde, quanto dettate dall’alto. Peccato, davvero.
Ps 3 Ieri, intervista “nazionale” a Minucci Ferdinando, dopo il lungo silenzio; avremmo tante cose da dire sulla stessa, per ora accontentiamoci di questa, che in qualche modo le comprende e le racchiude tutte quante.
Minucci conosce la sua gente come pochi altri, ed ha fiutato alla perfezione il vento smaccatamente revisionistico che tira in città; d’altra parte, se si può affermare – come di recente – che la città dovrebbe ringraziare l’operato, il lavoro di David Rossi, si può tranquillamente andare avanti su questa strada…
Sul ps3. Temo che per come stanno andando le cose, tra poco annacquano anche le malefatte del Minucci. Sul ps2, ho paura che anche i “pentastellati” si stiano allineando ai “soliti” partiti.
Eh si, continuiamo a farci del male.
caro Raffaele, sul vampiro gm siete arrivati tutti un po’ tardi: lo scoop, l’intervista originale è del Corriere della Sera di sabato scorso.
infatti mi stavo domandando come mai nessuno l’aveva notato…..
a me tale articolo ha fatto talmente schifo che mi sono rifiutato di leggerlo.
un reo confesso (così io lo considero, dato che ha chiesto il patteggiamento, e che patteggiamento….) per reati gravi a cui viene dato tanto spazio per piagnucolare; siamo veramente un paese di merda.
e noi poveri cristi silenzio, usati solo come bancomat e presi (da idioti) per i fondelli da tutto il sistema politico-finanziario.
poi lo credo bene che chi può se ne va…..
Caro Stefano, ti ringrazio della segnalazione: sabato scorso ero civis romanus (meglio ancora: vaticano), ed in effetti il tutto mi era sfuggito; grazie della preziosa segnalazione, dunque.
L’eretico
Stamani in città ho visto un ragazzino molto, ma molto mingherlino con un eskimo due o tre taglie più grandi, di quelli più o meno incoscienti di antica Gucciniana memoria, che su di una manica, invece della classica effige del Che, aveva ricamata l’ormai arcinota tartaruga frecciata.
Times are changin’ … ho pensato.
Devo dire, però, che, in barba ai nostri ormai avulsi governanti, non mi sono sentito punto minacciato, ma semmai ho provato – lo ammetto – soltanto tenerezza.
Non era, infatti, un bullo, uno skinhead palestrato, ma solo un ragazzino dei nostri, uno di quelli fragili, che con uno spiffero pare caschino in terra.
Ho pensato allora ai suoi genitori, ai suoi insegnanti, alle cosiddette istituzioni, al famoso regolamento antifascista….
Che si fa? Lo fermiamo, lo arrestiamo? E’ pericoloso?
Direi proprio di no.
Cogitationis poenam nemo patitur (nessuno può subire una condanna per i suoi pensieri) dicevano i latini.
Il fascismo, se Dio vuole, è finito nel ’45, ma le ragioni di questa persona di meno di venti anni – evidentemente – sono vive ed attuali e vanno prima di tutto capite, non condannate a priori.
Se non saremo capaci di capirle, ma soltanto di condannarle, avremo fallito come società, come democrazia.
A proposito, ma questa è ancora una democrazia?
Bene avvocato, allora me le faccia capire queste ragioni. Io, per dire faccio meno fatica a capire le ragioni per cui un esercito di disperati rischi la vita per attraversare paesi in guerra e poi il mediterraneo.
Io ho soltanto segnalato uno spunto rispetto a qualcosa che ho visto, non avrei creduto di vedere e che mi ha lasciato lì per lì senza parole.
Non sono certamente in grado di offrire risposte o soluzioni ad un problema, che però evidentemente esiste e va affrontato e non ignorato o peggio represso e basta.
In questo pertinente commento – peraltro – noto un preciso, esplicito collegamento, evidentemente non casuale, con un altro grave problema, che pure va affrontato, gestito e non certo soltanto subito passivamente, come oggi avviene.
A tal riguardo, aggiungere altro disagio ai disagi ed altra povertà alle povertà esistenti – a mio parere – è una specie di suicidio sociale.
Comunque, concordo: in questo caso le ragioni sono chiare, purtroppo anche di quelli che direttamente o indirettamente ci lucrano sopra.
Cleptocrazia