La domenica del villaggio: Morris, Churchill, fake-news
Eccoci al consueto appuntamento con la rubrica cultural-domenicale del blog; in cartellone abbiamo questi argomenti: i 90 anni del grande zoologo Desmond Morris, autore de “La scimmia nuda”; poi, la recensione de “L’ora più buia”, il film biografico-storico incentrato su W. Churchill; per chiudere – a parte i Ps – un penultimo sguardo alla fine della Repubblica senese, con altre ghiotte cosine, specie una: le fake-news del 1555…
Buona lettura a tutti, dunque!
“LA SCIMMIA NUDA”: 50 ANNI E NON SENTIRLI
“Per me non è un messaggio degradante (il fatto di paragonare l’uomo alla scimmia, Ndr): è al contrario liberatorio e, per quanto mi riguarda, mi ha consentito di vivere la mia lunga vita senza sprecarne troppo in attività aberranti che sono estranee alla natura umana”. Così scrive (nella prefazione della nuova edizione del suo capolavoro, anticipata da Repubblica mercoledì scorso) il neo-novantenne zoologo ed etologo inglese Desmond Morris, a proposito dei 50 anni del suo libro certo più noto (“La scimmia nuda”, citato anche dal bravo Gabbani nella fortunata canzone festivaliera): opera a tratti provocatoria, capace di scandalizzare il mondo religioso come anche quello accademico, scandalizzato illo tempore dal linguaggio diretto e piano con il quale l’allora quarantenne Morris affrontava il rapporto fra l’uomo ed il suo principale “cugino” genetico.
Letteralmente schifato (come dargli torto?) dagli esseri umani che aveva visto in azione nella seconda Guerra mondiale, Morris preferì analizzare gli animali, divenendo un apprezzato zoologo ed etologo; poi – lo scrive lui stesso – iniziò ad interessarsi un po’ anche agli umani, i quali qualche punto forte ce l’avranno anche loro, no?
Per Morris, infatti, ciò che distingue l’uomo dalla scimmia, oltre alla mancanza di pelo (beh, dipende dai casi…), è questo tris di cose: le strategie del gioco, che “superano di gran lunga quelle osservate in qualsiasi altra specie del regno animale”; l’accudimento dei cuccioli (ma nel regno animale – aggiungiamo noi – non risultano essere mai state presenti Leggi simili a quella cinese sul figlio unico!), infine per il comportamento sessuale (e purtroppo, in questa nuova prefazione al libro che uscirà in aprile, Morris non offre altri particolari, al riguardo).
Beh, tanti auguri di ancora più lunga vita al professor Morris: il suo sguardo sul mondo animale – comunque la si pensi – è sempre assai stimolante. Animalescamente parlando, si intende…
FAKE-NEWS DEL 1555: ARRIVANO I FRANCESI!
Siamo vicinissimi a terminare il nostro viaggio nel tempo della caduta della Repubblica senese (1555), con una curiosità che lo storico Roberto Cantagalli ci offre nella sezione finale dell’ottavo Capitolo (quello – come già detto e scritto – che alla fine descrive il fatal 21 aprile, in cui a Porta Nuova ci fu il passaggio delle consegne fra gli sconfitti – Montluc in testa -, ed i vincitori, cioè gli imperial-medicei, capitanati dal Marignano).
Orbene, le ormai celebri fake-news esistevano anche allora, eccome se esistevano: e a dirla tutta, erano molto più difficili da smontare, essendo molto più arduo accumulare fonti plurime di riferimento, da gerarchizzare poi, in un secondo momento.
La situazione in città era più che disperata, dopo più di un anno di un assedio (iniziato nel gennaio del 1554), che si era incrudelito sempre di più (vedasi il caso delle “bocche inutili”, rimandate indietro con nasi ed orecchie mozzate); Enrico II di Francia aveva da tempo deciso di non intervenire più su Siena, gli bastava che si concludesse il Conclave che avrebbe creato Papa il senese Marcello II (rimasto tale per soli 21 giorni, meno del povero Giovanni Paolo I, peraltro).
Ecco che all’improvviso, il 7 aprile. superate le linee nemiche travestito da imperiale, entra in città da una delle porte non murate (Tufi, Laterina e Fontebranda tali erano) un emissario di Piero Strozzi, primus inter pares dei fuoriusciti fiorentini: dice di avere visto, proprio con i suoi occhi, 10mila francesi già a Pienza, pronti a marciare su Siena, e di avere saputo, da fonte sicurissima, che la flotta francese era arrivata a Porto Ercole. Citato dal Cantagalli, il Sozzini scrive che la gente diceva “Se ci vogliono dare queste carote, faccino almeno che le mangiamo col pane”.
Più si avvicinava l’ora della capitolazione definitiva (mancavano meno di quindici giorni, ormai), più la “ridda forsennata” di voci si susseguiva, incalzante più che mai. E che armi si avevano, in quel 1555, per smontare la suddetta ridda?
UN CHURCHILL STRAORDINARIO
Film certo di guerra, ma in cui non si vede sparare un colpo (se non in campo lunghissimo), e si osserva il tutto dal punto di vista di chi la guerra stessa la dirige, la guida, la incanala, prendendo anche decisioni tanto tremende, quanto inevitabili (quando si parla di morti, non è forse meglio fare morire 4mila uomini invece che 300mila, come per Dunkirk? Il problema, però, è dirlo ai familiari dei 3mila…).
Diretto con mano salda da Joe Wright, la pellicola si avvale della monumentale interpretazione di un Gary Oldman letteralmente irriconoscibile, ingrassato alla De Niro in “Raging bull” (Toro scatenato); esce un ritratto a chiaroscuri, dello statista inglese: grande, eccellente, talentuoso oratore (non a caso forgiato sull’oratoria ciceroniana), e capace di comprendere, meglio e prima di chiunque altro a Londra, il pericolo mortale di Hitler; ma anche politico, fino a quel momento, del tutto fallimentare (anche quando aveva avuto responsabilità militari, si pensi alla Gallipoli della Grande guerra), tra l’altro dal carattere certo non facile (anche in famiglia), nonché sostanzialmente etilista e tabagista (due dei tre grandi vincitori della guerra erano alcolizzati: curioso, no?).
Dal punto di vista storiografico, il film è meritevole anche perché fa comprendere bene le dinamiche interne della politica inglese in quel decisivo maggio del 1940 (quello di Dunkirk, per capirsi), unità di tempo della narrazione del regista: Churchill unico, fra i tories, a essere accettato dai laburisti di Attlee per un Governo di coalizione, con una fronda, variegata e tenace, che andava dai fautori dell’appeseament (parola che stranamente non risuona mai, nei 125 minuti del film) Lord Halifax e Chamberlain, per finire allo stesso King George VI, all’inizio pervaso dalla massima diffidenza ed antipatia nei suoi confronti.
“L’ora più buia” è un film in cui il buio – o il chiaroscuro caravaggesco – la fa davvero da padrone: tutto ambientato in interni, ha un impianto di fatto claustrofobico-teatrale. Ma quella di cui si narra, non è certo una commedia, bensì la peggiore tragedia da quando gli esseri umani hanno iniziato ad organizzare guerre sulla faccia della terra: cosa che nessun’altra specie animale – per tornare al succitato Morris – riesce a fare altrettanto bene…
Ps 1 Giornata della Memoria, ieri 27 gennaio; a livello locale – fra le altre cose – segnalo La Martinella, con un ricordo di Alba Valech Capozzi; segnalo poi, a livello nazionale, anche l’intervista di Fabio Fazio (tocca citare anche lui) alla neo-senatrice a vita Liliana Segre, in onda giusto stasera: esemplare per la lucidità e il senso di pietas che trasuda.
Ps 2 Martedì, all’interno de “Il martedì dell’eretico” (Siena tv, ore 20), autentica chicca (oltre al commento del programma “La caduta”, ed un “Faccia da schiaffi” davvero pirotecnico): la mostra su Ambrogio Lorenzetti – procrastinata fino all’8 aprile – introdotta e commentata da due ciceroni d’eccezione, Alberto Cornice e Mario Ascheri. Davvero da non perdere, vi assicuro!
Caro Eretico, non vedo l’ora di vedere i due ciceroni in azione: non proprio dei giovanotti, ma la competenza specifica credo proprio che ci sia tutta. Sulla Faccia da schiaffi credo che, con queste candidature, ci sia da sbizzarrirsi.
Su Desmond Morris, segnalo anche il suo libro molto bello sul gioco del calcio, che raccomando a tutti coloro che fanno i saccentoni del pallone…..
Ho visto l’ultima puntata e quoto l’ircocervo. Non posso proprio farne a meno….
Io vorrei soprattutto fare risaltare lo straordinario parallelismo, richiamato anche nella puntata di ieri sera, fra il Sindaco Valentini e Vito Antuofermo, grande incassatore. Chissà se anche Bruno diventerà un attore come il pugile di origine pugliese: la faccia ce l’ha tutta. Io saprei anche che parte fargli interpretare, ma non voglio fare avere ulteriori guai all’ottimo Eretico…
ma un Alan Minter per Antuofermo c’è?
= CERTIFICATI & TESSERE ELETTORALI = OFF TOPIC
I più anziani tra di voi si ricorderanno che un tempo, prima di ogni competizione elettorale, ci venivano recapitati puntualmente a casa i certificati necessari a recarci alle urne.
Si trattava anche di una specie di memo: guarda che ci sono le elezioni … il messaggio era chiarissimo.
Poi, casualmente all’epoca del Piccini Sindaco, fu introdotta la tessera elettorale … a punti.
Anche quella fu recapitata a casa e quando mi cambiarono la sede del seggio arrivò pure a domicilio l’adesivo, stile rinnovo della patente, da applicarci sopra.
Bene, dopo aver votato (per carità sbagliando) sempre, la mia tessera elettorale adesso è esaurita.
Non solo non ho vinto nulla, ma nessuno si è premurato, né si premurerà di sostituirla.
Dovrò quindi andare all’ufficio elettorale del Comune per prendere un’altra tessera a punti …. e ci andrò di certo, trovando il tempo necessario, perché nonostante tutto mi ritengo un bravo cittadino e penso sia realmente un mio diritto – dovere votare.
Ma si potrebbe davvero biasimare chi non trovasse il modo di andare a procacciarsi la tessera elettorale?
Ed ancora, mio figlio voterà per la prima volta il 4 marzo prossimo.
Non solo non ha ricevuto nessuna tessera elettorale, ma, da quanto ho sentito, dovrà recarsi anche lui all’ufficio elettorale a reclamare la propria tessera …
E se fosse un quasi millennial che non ha voglia di andarci e fare file per ottenere quel pezzetto di carta?
Insomma, i nostri politici nazionali e locali di ogni ordine, grado e colore (a proposito esisteranno sempre i colori o siamo tornati al bianco e nero?), che si scagliano sempre contro il dilagante astensionismo, pare che invece di mettere in condizione di votare il maggior numero di persone vogliano viceversa proprio scoraggiarle.
Un vero paradosso.
O forse l’ennesima furbata?
Se votano solo i miei elettori ultramotivati tutti muniti di tessera o quasi ho speranza di vincere ancora …. o comunque di non perdere troppo!
Vabbè che le elezioni in Italia ormai sono un optional e non si fanno per vincere ma per pareggiare l’hanno capito tutti….
Almeno, però, non ci prendiamo troppo in giro e magari andiamo al mare sereni.
Scusate lo sfogo.
Valentini sarà anche un VITO Antuofermo ma mi è sembrato che il pressing dell’Eretico lo abbia (seppur ovviamente in maniera opposta a quanto desiderato) decisamente agevolato nel suo incassare.
Domande sul fatto se si fosse sentito a disagio per non avere seguito l’esempio del Ceccuzzi nel non dimettersi di fronte a comunicazioni giudiziarie, insistere su processi ormai passati e conclusisi con assoluzioni o con la caduta delle accuse almeno in 5 casi su 6, e poi la “domandona” finale sul conflitto di interessi circa una (invero remota) parentela con il (vice)comandante dei Vigili Urbani, hanno offerto al Valentini l’opportunità di fare la figura del martire ingiustificatamente perseguitato, dell’innocente operoso e fecondo, con le mani pulite e nessuna responsabilità a suo carico!!! E,oltre ad auto incensarsi nell’incassare, gli hanno permesso di tirare anche un paio di buoni jab come quando ha domandato all’Eretico
se si sentisse un manettaro!!
Ai punti devo dire che -a mio avviso- ha vinto il Valentini.. che, non dimentichiamolo, “fa politica” da sempre, da quando faceva il Segretario della Fisac CGIL del Monte dei Paschi..
Per mettere all’angolo un tipo così non basta certo incolparlo di aver realizzato punti programmatici e comportamenti diversi da quelli annunciati nella campagna elettorale 2013!!
Con personaggi del genere o si possiede il colpo del KO o è meglio non misurarsi neppure….a meno di non voler fare propaganda in loro favore!!!