La domenica del villaggio: Lenin, un film, un museo
Eccoci all’appuntamento cultural-domenicale: si parte con un film datatissimo (“Suss l’ebreo”), ma che ha ancora non poco da insegnare, in questo convulso 2017; poi una riflessione sui 100 anni dalla Rivoluzione bolscevica, in particolare sul Lenin scrittore; per finire, una visita scolastica alla più misconosciuta delle sale del Museo civico senese: quella del Risorgimento.
Buona lettura a tutti, dunque!
UN FILM DI 77 ANNI FA, CHE PARLA ALL’OGGI
Chi scrive, il film l’ha visto molti anni or sono, e ciò che più meravigliò fu la straordinaria qualità registica, abbinata alla più bieca propaganda antisemita: eh sì, anche questa fu la cinematografia voluta da Goebbels, come dimostra anche “Olympia” della straordinaria regista Riefensthal.
Quando uscì “Suss l’ebreo” (“Jud Suss”), era il 1940: già c’erano state le Leggi di Norimberga, e stava per iniziare la Soluzione finale (Endlosung); Goebbels voleva un film in qualche modo definitivo sulla questione ebraica: cosa ci poteva essere di meglio che una storia ambientata nel cuore del Wurttemberg, nella prima metà del XVIII secolo? Tanto per fare vedere a tutti – specie ai giovani – che la purulenta piega ebraica non era una novità polemica apportata dai nazisti, e del tutto funzionale a mostrare come gli ebrei siano maestri nel mimetismo sociale (Suss è riuscito a farsi nominare financo Ministro del Wurttemberg, prima di arrivare a violentare una bella – ed ovviamente biondissima – giovinetta autoctona).
Il Terzo Reich aveva dato precise disposizioni al regista Veit Harlan: bisognava che il film fosse il più antisemita possibile, ma sotto l’apparenza dell’oggettività storica (la vicenda – risalente al 1738 – era documentalmente dimostrata, infatti).
Torno su questo film visto illo tempore, a cagione di un denso e stimolantissimo articolo di Siegmund Ginzberg (Repubblica di giovedì scorso), in cui trovo anche una autentica perla (avvelenata): disturbante come è giusto che sia, autentico venenum in cauda.
“Non esitiamo a dire che, se questa è propaganda, allora ben venga la propaganda…un film di perfetta unità ed equilibrio…di stupefacente maestria l’episodio in cui Suss violenta la ragazza…”: chi ha scritto questo epinicio al film in questione? Un certo Michelangelo Antonioni (allora 28enne)…
LENIN, 100 ANNI DOPO
Per celebrare i 100 anni dalla Rivoluzione, ci siamo concessi un autentico lusso: una – parziale, e rapsodica – lettura di “Stato e Rivoluzione” (nell’edizione del 1974, editori Riuniti, con introduzione di Valentino Gerratana), il libello scritto da Lenin nell’imminenza dell’azione rivoluzionaria. Opera in cui c’è tutto il Lenin teorico, che si pone sulla linea di un’ortodossia legata agli scritti di Marx ed Engels, ed in polemica, diretta e frontale, con la linea dettata alla Seconda Internazionale egemonizzata da Kautsky, con il suo “socialsciovinismo” che aveva portato i socialisti o ad accettare la Grande Guerra tout court, o comunque a sopportarla all’insegna del “right or wrong, it’s my country”.
Segnaliamo, sul leader bolscevico, due pezzi stimolantissimi sul domenicale del Sole della scorsa settimana; nel primo, Mario Ricciardi ci ricorda come Bertrand Russel – arrivato come “osservatore” nel maggio del 1920 a San Pietroburgo, ed incontrato Lenin -, aveva avuto la capacità (unico del gruppo) di capire immediatamente i limiti e gli errori dell’esperimento bolscevico. Nel secondo, lo storico Emilio Gentile ci informa della possibilità concreta di un incontro face to face tra Lenin e Mussolini a Ginevra (marzo 1904), auspice Angela Balabanoff, in occasione dell’anniversario della parigina Comune.
In ogni caso, Gentile conclude scrivendo che “comunque, che ci sia stato o no l’incontro…è storicamente certo che nel decennio fra il 1904 ed il 1914, il russo e l’italiano, all’insaputa l’un dell’altro, percorsero politicamente vie quasi parallele”.
Non abbiamo spazio e tempo per dire altro, stasera, se non che Lenin – come tutti gli agitatori politici del tempo, Mussolini incluso – era un oratore ed uno scrittore di grande impatto ed efficacia: il suo stile è veemente e lucido ad un tempo, capace di abbinare l’analisi sociopolitica al sarcasmo verso i nemici. Era diretto, il suo libro, ad un grande pubblico: constatiamo che oggi – che la Rivoluzione è confinata nei libri di Storia, ma certo l’ingiustizia sociale non è terminata – un esperimento anche solo simile NON è più possibile; per tanti motivi, fra i quali questo: la odierna versione della classe operaia (i nuovi sfruttati), i precari trattati a pesci in faccia, verosimilmente non capirebbero ciò che gli venisse detto…
L’ANGOLO DEL PROF: UN TOUR RISORGIMENTALE
Venerdì scorso, ho effettuato con i miei studenti un Tour risorgimentale senese in tre tappe (e a costo zero, per non gravare sulle genitoriali tasche); prima tappa, la Lizza, con la nota statua equestre di Garibaldi (1896), opera di Raffaele Romanelli. Poi, sosta – con lettura e commento della lapide ad hoc – in Banchi di sopra (Galleria Odeon, allora albergo Aquila nera), ove l’Eroe dei due mondi arringò la folla nell’agosto del 1867, quando era fiducioso di prendere Roma.
Gran finale, il Museo civico, con la Sala del Risorgimento (o Sala Vittorio Emanuele II), inaugurata nell’agosto del 1890: la parte meno conosciuta del Museo, artisticamente inferiore rispetto al Martini o al Lorenzetti (pur avendo il Cassioli e l’Aldi piena dignità anche a livello di qualità artistica, sia chiaro), ma di straordinaria importanza storica. Andrebbe valorizzata meglio, e sfruttata di più: passata la sbornia per il 150esimo, invece, resta lì come una sorta di corpo estraneo, rispetto alla sostanziale omogeneità del resto.
Tra i tanti trekking urbani, magari anche uno risorgimentale – con l’aggiunta di 2,3 ulteriori tappe -, ci potrebbe stare proprio bene, no?
Ps 1 Martedì 7 novembre (ore 17, Palazzo Patrizi), conferenza di alto livello sulla Grande Guerra e su Caporetto in particolare: Laura Vigni ed il professor Nicola Labanca ne saranno i relatori. Appuntamento da non mancare, se possibile.
Ps 2 Martedì sera (Siena tv, ore 20), secondo appuntamento con “La guerra di Siena 1552-1559”: dopo l’apprezzatissima partenza con Aurora Savelli la scorsa settimana, il secondo Capitolo (quello concernente il primo tentativo imperiale di guerra contro Siena, nel 1553, con tanto di congiura medicea contro i Francesi in città, nonché con l’assedio a Montalcino et alia) sarà presentato da Alessandro Orlandini.
Caro ERetico, ancora una volta complimenti per il bell’articolo domenicale, che tra l’altro alleggerisce dai veleni della settimana. Su Lenin, vedo e refistro che c’è un dibattito sul fatto di eliminare la sua mummia dalla Piazza rossa: sarebbe anche l’ora..
Molto interessante l’idea del “Tour risorgimentale”, che dovrebbe comprendere anche una figura come Baldovina Vestri, la garibaldina indomita, e Niccolò Scatoli, il trombiettere di Valli che aprì la carica di Porta Pia. Anche a livello risorgimentale Siena ha qualcosa da dire.
Domani voglio vedere l’Orlandini: ho ripreso in mano – grazie alla tua iniziativa – un polveroso Cantagalli, il secondo Capitolo è davvero pieno di roba forte, anche decapitazioni. I francesi si stavano preparando al Terrore…
Bravo Professore
Finalmente vedi un poca di luce.
E finalmente l’hai intuito che il Russo e l’Italiano fra il 1904- 1914, all’insaputa l’uno dell’altro, percorsero politicamente vie parallele.
Ed io per chiarezza aggiungo che entrambi contribuirono a a distruggere i due imperi Cristiani: Dell’Austria e della Russia. Il primo con l’interventismo
dell’Italia nella grande guerra. Il secondo con la rivoluzione bolscevica.
Vi furono stragi inenarrabili…
In queste cose vi sono sempre dei finanziatori occulti che nascondono altro fine. Sicuramente la schiavitù dei più deboli…..
La Storia questa materia bistrattata. Ieri alla televisione hanno fatto vedere un servizio in cui venivano intervistati vari studenti, universitari e non, per sapere quanto sapevano della Rivoluzione di Ottobre ed annessi, il risultato che la maggioranza era decisamente ignorante della materia. Nello stesso servizio è stato chiesto del significato del 4 novembre 1918, con risposte tristemente lacunose. Nel passato le domande riguardavano la seconda guerra mondiale con risultato identico. Il dubbio che mi assilla è questo: a scuola ci si sofferma troppo sugli Assiri e Babilonesi e popoli antichi affini, per poi arrivare ai tempi moderni in ritardo col programma facendo tutto di corsa e tralasciando argomenti ed aspetti storici recenti che ci interessano più direttamente nel nostro vivere quotidiano? Sarà forse che parlare degli antichi non si rischia nulla, mentre parlare della storia recente si rischia di offendere qualche parte politica che non vuole che tante verità, ancora nascoste, vengano svelate? Una risposta potrebbe essere che la storia spesso la scrivono i vincitori e non i vinti e la perdita della memoria è utile a chi vuol manipolare a suo piacere il futuro delle masse. Il “Grande Fratello” è una realtà.
Caro vedo Nero
I libri di storia sono scritti per soggiogare le masse le masse. Quindi vengono mescolate le verità alle menzogne. Perchè se tutto fosse limpido, nessuno farebbe una guerra o una rivoluzione.
Comunque Caro vedo Nero basta battere su un motore di ricerca:
Chi finanziò il fascismo ?, chi il nazismo ? Chi il bolscevismo?
Vedrai verranno fuori molte risposte… Vanno valutate una per una; tenendo presente che nessun stato o associazione fa nulla per nulla e nasconde sempre un secondo fine… il profitto. E dietro la parola libertà. c’è sempre un guadagno per chi comanda e vince e povertà per chi sta sotto. Specie gli ultimi i creduloni.
Il giovane Antonioni plaudente al film nazista? E ce ne sono tanti di esempi simili, prima ed adesso. Un animale che rappresenta tanti italiani? Il camaleonte. Bravo a cambiare divisa all’occorrenza. A prescindere dai gusti che rispetto, a me i suoi film hanno sempre annoiato. Li vadano a vedere gli intellettuali e buona dormita. Tra l’altro, il tipo era anche di mano lunga con le attrici.
Mussolini e Lenin? Fascismo e comunismo. Due dittature. Ambedue genitrici di dolore, falsità ed ingiustizia. Il fatto che poi chi è succeduto a Lenin, Stalin, era ancora peggio. E pensare che tanti italiani, fino a tempi recenti, hanno creduto ciecamente in quell’ideologia sbagliata e dannosa creando per decenni false verità.
Eretico hai fatto bene a far visitare la Sala del Risorgimento nel Palazzo Pubblico. Sono dei bei dipinti, mi sembra di scuola “purista” fine ‘800. Da quanto sono rappresentativi, li troviamo spesso illustrati nei libri di storia; insomma è anche un piacere sia per la memoria che per la vista potere ammirare questi capolavori. L’argomento Risorgimento mi fa pensare anche che, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, se avessimo riportato la statua dell’Indipendenza, ora esiliata all’inizio di San Prospero, alla sua sede naturale in Piazza di Indipendenza, avremmo degnamente onorato la suddetta commemorazione. Se proprio questo non fosse stato possibile, dato il suo attuale stato di pieno abbandono, almeno una ripulita sarebbe stata un’ottima iniziativa.
Caro raffa ma se si ragiona di ministri delle finanze ebrei in germania(nella fattispecie 1930/40) ,che dire allora di jialmar shacht?
Diciamo?oppure si rischia di , essere derisi da qualche frasucola ,tipo l ultima tua sul complotto demo pluto giudaico?( Massonico no ,e ci mancherebbe , figurati se a sienina la massoneria conta qualcosa)
Tra l altro shacth ,era pure amico e frequentatore del conte kalergy, a sua volta finanziato dai Warburg.
E a me come ben sai , di fasciocasapoundiano non puoi darlo.
Ai tu cittini , gliele racconti certe cosucce ,o li porti solo a fare il tour delle glorie massonicorisorgimentali?
Obblighi da programma ministeriale?
ps. la puntata su’ scannagallo(dove a causa della pidocchieria bracciocorto senesota i mercenari franco corsi vi fecero ciao) ,e su’ capraia e il medeghino , quando la fanno?
o siete come al solito a raccontarvele , e a dar la colpa ai fiorentini,( fave che siete e eravate ,ne metteste uno a comandarvi)
Oh Manunta o che sei sempre ai guelfi e ghibellini? E’ stata la nostra rovina essere sempre divisi. Sono altri i problemi che ora assillano l’Italia, questi bisticci campanilistici sono ormai folcloristici. Va bene che i miei concittadini pensano troppo al passato e meno al presente, se si pensasse più a migliorare le comunicazioni ferro-stradali, dato che ormai si vive col turismo, sarebbe meglio, ma anche Firenze non ride. E’ una guerra tra poveri. Fattelo dire da uno che ha radici antiche a Pontassieve (quindi a Monteaperti le buscò), ma da qualche generazione è fieramente senese.
Caro Manunta
Una tiratina di orecchie anche a te. Casapound non nasce dal fascimo. ma dalle idee di un grande scrittore del novecento Ezdra Pound . Che condivise certe idee del fascimmo e non il fascimo. Certe opere del ventennio sono considerate valide o sbaglio?. Comunque lo scrittore ha pagato in prima persona le sue idee, fu messo in gabbia a Coltano e internato in un manicomio. Ad opera dei civili suoi concittadini. Un vero Martire e dai martiri nasce la fede e dalla fede il servizio al propio popolo. E questo sta facendo casa Paund.
Esdra non fuggi come certi democratici moderni. Che fanno massacrare il loro popolo e fuggono in Belgio. E ricordati caro manunta cadranno l’ideologie ma le fede no.
caro anonimo ,la fede? mai avuta.
paese che non si indebita fa rabbia agli usurai ,
condivido in pieno.
citta’ che si e’ indebitata ,fa felici usurai,massoni,e sconcerta i compagnucci rintronati.
ma caro anonimo ,ricorda chi il sor adolfo sicklgruber haidler, mise a fare il ministro delle finanze, ericorda xhe annorimberga fu uno dei pochi assolti.
Palazzo Patrizi 7 novembre ore 17 (era un’ora un po’traversa anche per dare l’assalto al palazzo d’inverno,conferenza sulla Grande Guerra e Caporetto: ma perchè non organizzarla ad orari un pochino più possibili per le gente normale?