La domenica del villaggio: Carrisi, Cassola, Fenestrelle (e 3 Ps)
Eccoci all’appuntamento domenicale con la rubrica culturale: si parte con la recensione del film “La ragazza della nebbia”, dal romanzo di Donato Carrisi, da lui stesso diretto; si prosegue con la figura di Carlo Cassola, in margine alla mostra senese a lui lodevolmente dedicata; si conclude con il “caso-Fenestrelle”: lager antiborbonico, o “semplice” galera sabauda, non rivolta solo agli appartenenti al disciolto esercito borbonico? Per chiudere, qualche Ps di un qualche (si spera) interesse…
Buona lettura a tutti, dunque!
“LA RAGAZZA DELLA NEBBIA”: UN THRILLER NIENTE MALE
Piuttosto anomala, la scelta di Donato Carrisi – prolifico e vendutissimo autore di thriller, molto apprezzati anche all’estero – di dirigere lui stesso un film da un suo romanzo, senza limitarsi al curare solo la sceneggiatura, come di solito avviene in casi come questi: ma scelta, nel complesso, del tutto riuscita.
Si entra in sala per vedere un thriller di qualità, e questo è ciò che viene offerto agli spettatori: senza fare mancare non pochi spunti di riflessione (rapporto media-inquirenti; spettacolarizzazione delle tragedie ad uso televisivo; narcisismo egotistico di figure istituzionali ed altro ancora). Bene così: anche se, in effetti, forse c’è sin troppa carne al fuoco, e la sceneggiatura non può approfondire più di tanto tutte le tematiche.
Con condimento di un gran finale (o, magari, di due?) che è come la classica ciliegina sulla torta, consumata alla fine di un buon pasto, tra l’altro con un cast di primissimo ordine, da Toni Servillo (straordinariamente monocorde, nel senso alto del termine), ad un appesantito ma sempre sornione Jean Reno (che non è doppiato), per finire con un convincente Alessio Boni (double face: con e senza folta barba), che interpreta la figura di un professore ambiguamente coinvolgente.
La nebbia è il correlativo oggettivo dei rapporti personali in questo immaginario paesino dell’Alto Adige: e questo correlativo oggettivo, fino al termine della pellicola, vi catturerà. Facendo cioè proprio ciò che un thriller psicologico di qualità deve sapere fare…
CASSOLA: UN INTELLETTUALE SENZA CHIESE
A margine della stimolante mostra appena conclusasi alla Biblioteca comunale sulla figura dello scrittore Carlo Cassola, una considerazione si impone su tutte, simile a quella dedicata ad altri personaggi in qualche modo assimilabili al poligrafo in questione: in Italia, chi nel Novecento non è appartenuto alle grandi Chiese (quella comunista e quella cattolico-apostolica), è stato destinato ad affrontare difficoltà ben maggiori rispetto agli ortodossi, e dopo la morte è stato esposto al rischio della damnatio memoriae (per questo, ulteriormente lodevole l’iniziativa senese).
Cassola la Resistenza l’aveva fatta davvero, ma nel fronte azionista; e quando, con il romanzo “Fausto e Anna” (1952), ci offre una visione amara e disincantata della Resistenza, peste lo coglie: è Togliatti stesso a mobilitarsi contro di lui, autore di un autentico crimen lesae maiestatis; poi sarà vicino al Psi, ma il Partito – allora lontano da suggestione craxiane – non gli darà più di un posticino al Consiglio comunale di Grosseto (troppo libero, l’uomo?); poi arriva il grande successo di pubblico (“La ragazza di Bube”, 1960), ed allora, al livore politico, si abbina quello legato al successo: difficilmente si perdona chi sa coniugare qualità letteraria e capacità di farsi leggere dalle masse (ecco la critica, assurda, di essere la “Liala del 1963”, con solo Bassani e pochissimi altri a difenderlo, non avendo appunto Chiese pronte alla mobilitazione); infine, il periodo pacifista, quello della Lega per il disarmo unilaterale dell’Italia (in cui imbarca anche un allora pieno di ideali Francesco Rutelli, sic): inutile dire che gli unici ad ascoltarlo sono i radicali, mentre gli altri o ignorano, o sghignazzano.
Morale della favola: l’Italia novecentesca, non è stata terra per intellettuali davvero liberi; l’Italia del XXI secolo – ahinoi, e con pochissime eccezioni – non è più terra di intellettuali tout court…
“IL CANTUCCIO DEL PROF”: FENESTRELLE
Uno dei problemi più cogenti nell’affrontare un tema come il Risorgimento a scuola, specie dopo la sbornia retorico-patriottarda del 2011 (150 anni da 1861), è quello di evitare uno sguardo agiografico sul processo storico che ha portato all’Unità di Italia; ben vengano dunque Bronte (il film di Florestano Vancini resta una pietra miliare), e benissimo venga il caso-Fenestrelle: l’enorme complesso carcerario piemontese, edificato nel XVIII secolo nel cuore della Val Chivona, in cui furono portati (o deportati?) molti soldati del disciolto esercito borbonico, dopo la Spedizione dei mille e in seguito a Teano (26 ottobre 1860: anniversario del tutto misconosciuto, fra i tanti).
La pubblicista neoborbonica – che si è guadagnata una recente copertina del Venerdì di Repubblica – presenta Fenestrelle come un autentico lager, in cui i militari ex borbonici sarebbero stati gettati nella calce viva non appena arrivati in loco (perché non sopprimerli prima, evitando un lungo e periglioso trasferimento, allora?). Un libro che viene distribuito in questo luogo – che raccomandiamo a tutti di andare a vedere, e dove lo scrivente portò i ragazzi alcuni anni or sono – pare ristabilire l’accertabile verità storica: quella che, oltre che con un pizzico di buon senso, si fa per tabulas, con i documenti disponibili (ben sapendo che un documento non è mai “innocente”, certo).
Ebbene, ciò che sostengono Juri Bossuto e Luca Costanzo in “Le catene dei Savoia” (Il punto, 440 pagg., 2012, con prefazione di Alessandro Barbero) è molto chiaro: gli ex borbonici vennero rinchiusi a Fenestrelle – certo non con gli agi di celle “grand hotel”, sia chiaro – , per iniziare un processo di rieducazione militare-ideologica, che ne avrebbe fatto dei soldati sabaudi. Più un qualcosa di attinente ad un lavaggio del cervello da maoista Rivoluzione culturale – pare di capire -, che non una Endlosung, una soluzione finale di stampo pre-nazista.
Questo dicono i documenti (di parte piemontese, certo), consultati con cura e metodo dai due ricercatori; quando ne arriveranno altri di maggiore credibilità scientifica, saremo i primi a prenderne atto: per ora, tant’è…
Ps 1 Il Comitato olimpico internazionale pare prendere sul serio la ridicola proposta di rendere sport olimpici quelle autentiche aberrazioni che sono le play station et similia (quando sarà, noi italiani rimpingueremo senz’altro il medagliere, fanculo all’Atletica: si accettano scommesse!): i giocatori sono tanti, in larga prevalenza giovani, e gli sponsor pagano bene.
Proprio come a scuola: invece di proporre modelli alternativi ai dementi-digitali (per cercare di salvare almeno il salvabile), noi li lusinghiamo, li rincorriamo sulla stessa strada. Non ci sono parole, se non di tristezza, autentica e profonda.
Ps 2 Martedì non è solo il giorno della triste saga di Halloween (l’unico momento dell’anno, in cui vorremmo essere cattolici tridentini), è anche il 500esimo anniversario delle 95 Tesi luterane: le quali – in un modo o nell’altro – hanno cambiato la storia del Cristianesimo, ponendo un prima ed un dopo, rispetto a quel 1517.
Riflettiamo su Lutero, certo; ma anche su Leone X: fosse stato un carattere diverso, il suo, verosimilmente anche Martin Lutero sarebbe stato riassorbito ed incanalato come un Francesco. Lutero – ricordiamocelo sempre – non voleva diventare luterano…
Ps 3 Martedì, finalmente, inizia la avventura della rilettura televisiva della Guerra di Siena (1552-1559): si parte con la storica senese Aurora Savelli, che ci illustrerà e sintetizzerà – in 10 minuti netti – il Capitolo 1. Siena tv, martedì ore 20: chi ama la Historia di Siena, non può davvero mancare…
Non so se avete visto “Le Iene” di stasera, ma il servizio sul caso Rossi David lasciava senza commenti e tanto amaro in bocca. Vedere lo scaribarile, l’omertà di tutti gli imputati e inquirenti (Viola, Bindi, prefetti vari ed altri), faceva capire che siamo in un paese senza speranza. Un altro caso irrisolto che si aggiunge a quello della stazione di Bologna, Piazza Fontana, Ustica e via dicendo. Mi facevano pena solo la vedova, sua figlia, addirittura sotto processo per calunnia e violazione della privacy.
Si, VedoNero, l’ho vista in diretta e l’ho riguardata anche ieri. E purtroppo non posso fare altro che associarmi allo sconforto che traspare dal Suo commento dal momento che neppure immaginare la rivoluzione è più possibile in questo Paese, addormentato dai bonus e dai poteri transnazionali che stroncano con la violenza qualsiasi manifestazione popolare di dissenso ( Catalogna docet!). Figuriamoci poi immaginarla a Siena dove l’oppio delle elargizioni del fu Monte ha spianato coscienze e senso della vergogna privata e pubblica Quindi che cosa aspettarsi se non che un procuratore rifiuti un’intervista, spalleggiato da un collega di altra città, mentre un Presidente della Repubblica e del CSM sembra soffrire di sordità, non concede ascolto ai familiari neppure tramite un burocrate precedentemente autorizzato a raccogliere un esposto dei familiari stessi, ben blindato da una dozzina di guardiani schierati a protezione! Impossibile pensare che Bindi, Viola e company abbiano un coraggio maggiore!
Come dice Vasco in Splendido Hotel: “..mi viene il vomito”
Solo una piccola correzione: la canzone di cui parli è “Stupendo” contenuta ne “Gli spari sopra”, mentre “Stupido Hotel” è una brutta canzone contenuta nell’omonimo brutto album.
Correzione giustissima!!! L’avanzar del tempo indebolisce la memoria….
ANCORA SUL CASO DAVID ROSSI…
QUASI INCREDIBILE…..che qualcosa si muova?
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È necessario “valutare eventuali profili di incompatibilità ambientale o funzionale” a carico dei vertici del tribunale e della procura di Siena. Lo sostiene Pierantonio Zanettin, membro laico del Consiglio superiore della magistratura, che ha chiesto al Comitato di presidenza l’apertura di una pratica in Prima commissione, cioè quella disciplinare, nei confronti dei magistrati che indagarono sulla morte di David Rossi, responsabile comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. E non sarebbe la prima volta, visto che la stessa commissione ha già vagliato nel 2016 la posizione del pm Nicola Marini e in questi giorni sta valutando quella dell’aggiunto Aldo Natalini, entrambi impegnati in passato nelle indagini su Rossi.
L’iniziativa del consigliere in quota Forza Italia nasce a seguito della puntata delle Iene della scorsa domenica dedicata alla morte di Rossi e in particolare all’intervista di Lorenza Pieraccini, ex segretaria dell’ad di Mps Fabrizio Viola, che ha affermato di non essere stata mai ascoltata dalla procura di Siena “nonostante pare evidente avesse molto da dire”, scrive Zanettin. Nell’archiviazione dell’inchiesta per istigazione al suicidio disposta dal gip del tribunale di Siena lo scorso luglio, tra l’altro, Pieraccini viene citata tra le persone ascoltate, pur non essendolo mai stata…..omissis…..”
Il resto si può leggere sul seguente link
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/31/caso-david-rossi-zanettin-csm-scrive-al-comitato-di-presidenza-valutare-incompatibilita-vertici-procura-di-siena/3948084/
Letto da poco il libro “Fausto ed Anna”, bella storia d’Amore e di Resistenza. Certo che gli anni del dopoguerra devono essere stati davvero anni particolari in quanto, a mio modesto modo di vedere, non c’è niente nel libro contro la Resistenza, che ci avrà visto di male Togliatti non lo so … Manca completamente la retorica autocelebrativa che con gli anni ha finito con lo svuotare la Resistenza dei suoi valori ma c’è dentro l’uomo, vero protagonista del libro, con i suoi pregi ed i suoi difetti.
oooh ma il”taglio del bosco ” ve lo sete scordati nelle citazioni,provvedo.
non era uno de’ grandi intellettuali
il sor cassola con quelli di tirli
dette la descrizione senza uguali
di chi faceva il nido come i merli
frasche e ginestre , come gli animali
e per du soldi per poter buscarli
a cetinare lecci e albatroni
capanno macchia , e niente padroni
ora si sa’ voi sete signoroni
e gente delle macchie dispregiate
il monte e’ ito gente a ruzzoloni
altro patrigno certo ora cercate
abituati a stare in ginocchioni
a fa’ gli inchini e le gran leccate
a siena non serve spina dorsale
meglio star nella macchia d’ animale.
ma’va’ ia pe’ piacere te e lutero.
ora m’ incazzo peso pe’ davvero.
lutero frate schifoso opportunista
di jacob munster aveva l’terrore
delle preposizion fece la lista
e dopo si trovo’ bon protettore
troiaio sudiciume scese in pista
pe’ fare a nobili grande favore
de’ contadini poco gl’ importava
mentre co’ papi molto questionava
fu sempre alieno alla gente schiava
che vada a fasselo tronca’ ni’ culo
mentre co’ nobili lui si strusciava
per il plebeo c’ era basto da mulo
vendette fumo ,molto concionava
fece come sa’ bene fa’ l’ cuculo
omo da poco fu’ lui funzionale
all’ ordine e all interesse padronale
plebeo e eretico vero, dedico alla sua laida memoria ,queste du’ ottave.
cattolici e protestanti ,stessa feccia umana ,pecoroni imbrancati.
che vadano n’ culo e stiantino,loro e tutti i su’ pastori.
stiantino l’ arconti,non prevalebunt.
e se un pubblichi questa ti vengo a chiappa’ al ristorante.
ps. che poi magari ci vengo uguale ,basta che un’sia roba da trippadvaisor.
Su questo esigo garanzie.
ps 1 ) vedo e rilancio ,bene caro professore , allora ,vediamo in do’ poi ,e hai i coraggio d arrivare.
Allora i tu’ ragazzi ,portali a vede’ come e’ messo i territorio , che Siena(maiuscola ,sforzo immane per me) e’ ,come ben sapeva e come rappresento’ i Lorenzetti, (allievo in quel di Fiorenza ,e li iscritto all’ ordine ,degli sp
continua ,problemi di connessionein val di merse.
ordine degli speziali) Siena appunto ,e’ citta’ e territorio ,e senza quello ,e ora senza il monte ,non andate da nessuna parte.
Sicche dio b..a basta minchiate , basta virtuale ,e se i tu’ ragazzi li voi rimette co’ piedi n’terra .
Portali ni’ territorio.
Da li e di’ li avete a ricominciare, che tanto ,cari miei ,sull artistico e il culturale ,con Fiorenza a un tiro di schioppo , potete al massimo esser secondi , ,mentre col territorio sete primi di du’ bestie .
Sicche, bimbini , mettete i piedi in terra , e smettete di raccontavvi minchiate.
Con affetto e schietta sincerita’. saluti.