Palio a rischio (e 2 Ps)?
Ci sono almeno due buonissimi motivi, per scrivere, in questa prima decade di giugno, di Palio, dal punto di vista giudiziario-politico-ordine pubblico (che è ciò che in questo blog interessa davvero, lasciando ad altri l’analisi delle questioni più note). Vediamo di analizzarli, perché entrambi sono argomenti della massima delicatezza.
Buona lettura, dunque!
L’ORDINE PUBBLICO
Ciò che è accaduto meno di una settimana or sono in Piazza San Carlo a Torino (abbinato all’ennesimo attentato marcato Isis, quello di Manchester, seguito a ruota da quello parigino et alia), non possono non fare riflettere, in vista dell’imminente carriera: e più di un lettore, infatti, ha scritto la sua, a caldo, in calce agli articoli pregressi.
La sciagurata serata torinese evidenzia ciò che purtroppo ben sapevamo (e – ci venga subito scusata l’autocitazione – avevamo scritto nel romanzo “2019”, uscito nel 2015): oltre all’eventuale kamikaze, c’è da temere la reazione scomposta, irrazionale, belluina, della folla. Basta poco, quasi niente, per provocare quello che abbiamo visto a Torino sabato notte: e Piazza San Carlo – a quanto ci ricordiamo – ha vie di uscite certo migliori e ben più fruibili che non il Campo in occasione del Palio o anche di qualunque prova serale (alcune delle quali, da tempo, raggiungono livelli di presenze altissimi).
La circolare di ieri, immediatamente operativa, del Capo della Polizia Franco Gabrielli è davvero cogente, e pare francamente difficile applicarla alla lettera in un contesto come quello del Campo, a meno di non cambiare davvero molto; per iniziare, nella circolare-Gabrielli si dice, in modo categorico, che se non sarà garantito “lo scrupoloso riscontro delle garanzie di safety e security”, se non ci saranno perciò “i requisiti imprescindibili di sicurezza”, l’evento pubblico – qualunque esso sia – non s’ha da fare.
Nella normativa, ci sono passaggi che fortunatamente non interessano in nessun modo l’evento paliesco (per esempio, gli ostacoli anti camion, pensati evidentemente temendo una sorta di effetto-Nizza); altri, invece, calzano purtroppo a pennello: la questione dell’afflusso e del deflusso, primo fra tutti. Avendo parlato anche con qualche persona che è nel settore, almeno una proposta concreta e condivisibile è venuta fuori: l’accesso al Campo da Via Duprè – su cui già si è lavorato, con il filtraggio, negli ultimissimi anni -, dovrebbe essere chiuso ben prima (le 15, per dire?). Non si vede francamente un altro modo (ma contenti di essere smentiti dal Comitato provinciale per la Sicurezza, sia chiaro), per potere effettuare al meglio i controlli dovuti (vedasi appunto la circolare-Gabrielli di cui sopra).
Nella circolare si parla esplicitamente anche di aree divise in settori, con corridoi centrali e perimetrali per l’accesso dei mezzi di primo soccorso: e qui, che si fa? Lo spontaneismo della Festa, poi (nonostante tutto perdurante, per Zeus), crea inevitabilmente momenti, e luoghi, non controllabili (la Contrada vittoriosa va in Provenzano, e quella festante fiumana – con eventuali annessi -, chi la controlla, e come?).
Considerazioni, domande alle quali il Prefetto – e gli altri componenti del Comitato provinciale per la Sicurezza – sapranno dare le migliori risposte, ne siamo più che convinti; i contradaioli-cittadini, da par loro, contribuiscano, con occhi aperti al massimo grado: il rischio di segnalazioni farlocche è ovviamente altissimo, ma forse mai come questa volta, è davvero meglio avere paura che buscarne…
PROCESSO BRUSCHELLI: ED IL COMUNE?
Per quanto concerne il clamoroso Processo a Bruschelli senior ed anche junior (oltre che al fantino Murtas), tutto rinviato al 20 luglio prossimo (tra una Paliata e l’altra, dunque: ironia del Fato…).
Il Gup Roberta Malavasi ha ammesso due delle tre associazioni animaliste che avevano provato a costituirsi Parte civile (la Lav può essere soddisfatta, e di certo non sarà una Parte civile anonima, si lascia agevolmente immaginare); respinta invece l’eccezione di competenza territoriale (proposta dal Superavvocato Luigi De Mossi, legale del Murtas), che provava a fare trasferire il Processo in Sardegna, perché in loco sarebbero avvenuti – secondo l’ipotesi accusatoria – alcuni delle falsità materiali contestate agli indagati.
Vedremo, quindi; come al solito, quando il gioco si fa duro sul serio, il Comune tentenna: prima annuncia ai quattro venti l’intenzione di costituirsi Parte civile (con pro e contro del caso, non c’è dubbio), dopodiché si aspetta, si attende il 20 luglio: che messaggio è, se non che le idee, e la strategia di fondo, non sono poi così chiare? Intanto si guadagna un altro Palio senza decidere, poi si vedrà: questo è il decisionismo valentiniano. Se c’è da prendere una decisione per un’intervista, si decide in un battibaleno; se c’è da decidere su ben altro (non solo su questo Processo), si guadagna tempo…
Ps 1 Rivista la puntata di mercoledì a Canale tre del programma di David Taddei (presenti Maurizio Montigiani, Romolo Semplici e Pierluigi Piccini); speravo non accadesse, ma en passant Maurizio Montigiani ha ritirato fuori che la richiesta di assoluzione per il duo Mussari-Vigni, da parte della Parte civile Falaschi (non citato), sarebbe una cosa falsa. Ora, qui nessuno la vorrebbe tirare troppo per le lunghe, e con l’avvocato Falaschi ci siamo anche presi un bell’aperitivo insieme: però se, oltre a NON arrivare le scuse, continuano anche le falsità, il problema è di chi continua a tirarle fuori.
Ps 2 Solo una comunicazione di servizio: visto che lo spirito di Montaperti è ben vivo in molti lettori e commentatori del blog, prego astenersi in questo caso (magari non solo in questo). Visti gli argomenti (specialmente il primo), e le eventuali ricadute (toccando ferro, ed ogni materiale possibile), mi pare il minimo, no?
Letto sulla Nazione del Comitato riunito: la novità mi pare quella dello sforzo dissuasivo per evitare l’ingresso degli under 12 in Piazza, mentre gli altoparlanti sono esclusi (altra figuretta del Primo cittadino). Speriamo bene.
Il problema non penso possa essere l’attentato diretto.
Lo scorso anno ho visto carabinieri e polizia perquisire chiunque si affacciasse soltanto alla piazza con la massima cura, come un pettine che passa e ripassa accuratamente la folla.
Che la piazza non abbia vie di fuga, però, è arcinoto, né può esserne dotata in modo significativo.
Infatti, anche eliminare i palchi che ostruiscono alcuni accessi risolverebbe ben poco.
Il pericolo, secondo me, dopo piazza S. Carlo è un altro: un falso attentato a costo zero.
Si diffonde in rete la notizia farlocca (un fake così di moda) che c’è un kamikaze in piazza pronto a farsi esplodere, essendo ormai tutti connessi, il panico si diffonde tra la folla e nel cercare la fuga succede un grande macello.
Un colpo a costo zero per i terroristi.
Devo dire di averci pensato varie volte quando ero in piazza al tempo delle brigate rosse.
Oggi, però, la rete, i social danno un’arma in più ai terroristi moderni.
Soluzioni praticabili?
Inibire il segnale ai telefonini innanzi tutto, visto che potrebbero anche essere usati per l’innesco di bombe.
Dislocare in mezzo alla folla il maggior numero di agenti in borghese.
Cercare la collaborazione attiva dei contradaioli, istruendoli in apposite riunioni operative contrada per contrada circa le tecniche impiegate nella sicurezza. Il Palio è dei Senesi.
Sperare in Dio …. uno tranquillo, però, anche Buddha se credete ….
idea condivisa quella del coinvolgimento delle contrade che potrebbero, ciascuna, mettere a disposizione venti-trenta contradaioli selezionati ed ben identificati, ovviamente disarmati ma istruiti da chi lo può fare, da distribuire nella piazza a mò di steward come negli stadi.
Risolutivo? No, ma può aiutare.
Ps ricordo che il glorioso e vecchio Pci aveva un servizio d’ordine di prima grandezza. Ogni Federazione aveva il suo responsabile, anche con regolare porto d’arma, che dalla fine degli anni ’70 in poi teneva una fruttuosa collaborazione (ufficiosa ) con le varie Digos. Chiedere a chi ne ha ricordo ed esperienza (non al Valentini che non sa riconoscere neppure un sidecar nazi)
Approvo incondizionatamente quanto proposto dal Sig. P. Panzieri nonché le valutazioni espresse al riguardo da Sicurezza e Palio.
Sono riflessioni propositive che calzano a pennello alla situazione paliesca in epoca di paura interconnessa.
Una sola considerazione: ma perché tutti quelli che sono al potere in Italia e nel mondo occidentale continuano a dire che “il terrore non l’avrà vinta e non ci lasceremo influenzare nelle nostre scelte di vita da gesti sciagurati e infami”?
Più condizionati di così come potremo esserlo?
visto che lo sai bene te hai fatto parte della cricca che ha portato Siena allo sfascio, vergognati
Caro Marco,
come ben vedi, ho pubblicato il tuo commento; ma mi piacerebbe – vista la gravità della situazione, che impone gravitas – che i commenti fossero più improntati alla dimensione dell’eventuale proposta, o di cose affini. Come tutti gli altri commentatori, ognuno a modo suo, hanno appunto fatto. Grazie.
L’eretico
Caro Eretico, sinceramente trasecolo.
Certe invettive sparate a ca…so sono inaccettabili sotto qualunque profilo: di sostanza, perché inconsistenti e infondate, e di forma perché….è superfluo sottolinearlo.
Senesediritorno ti segnalo a titolo solamente personale e senza entrare nel merito, che l’invettiva non era indirizzata a te ma, presumibilmente, a chi prima di te ricordava “il vecchio pci”. Ripeto: senza entrare nel merito dell’invettiva.
Caro Raffaele
il Palio a rischio, senza vie di fuga, è un tema dell’assurdo e quindi sul filo dell’assurdo dobbiamo trovarle, queste vie di fuga.
Per esempio con una fuga dalla realtà.
Mi spiego subito.
La via maestra potrebbe essere fissare i due assiomi principali.
Da un punto passano infinite rette ; fra due punti la retta è il percorso più breve.
E pertanto : il Palio è la Festa di Siena ; fra due Pali si può sognare il cappotto.
Lo dico con profondissimo rispetto (ragionando in modo assurdo) ma il Palio a questo giro , perlomeno sui fronteggiamenti e su quello che comportano, deve inventarsi qualcosa di sublime, qualcosa cioè che sublimi la passione, la fierezza e la libertà che ogni popolo vuole dimostrare in Campo.
Quella forza lo possiamo intuire è il legame comunitario per eccellenza: spalla a spalla, occhi negli occhi.
Questa ritualità però ha sempre richiesto una forma di lealtà , oserei dire di misura.
Lo dimostrano le testimonianze relative alla pugna, nate prima del Palio (relazione assurda ma comprensibile ed emblematica).
Dunque, c’è una battaglia, una violenza ritualizzata (e pertando confinata, arginata). Non è il caos, può sembrare assurdo… ma è il logos.
Dunque, come sublimare ulteriormente (con beneficio dell’ordine pubblico…) ?
Intanto ricercando un assioma sulla guerra che sia convincente, estremamente convincente.
Sun Tzu avrebbe detto che la vittoria più bella è quella conseguita senza combattere.
Ma Siena ha bisogno di una rappresentazione (perché è una Festa…).
Per evitare scontri e coinvolgere in forma inedita donne e adolescenti potrebbe nascere “la tradizione” senese dei palazzi umani, dove in ogni “piano” si deve comunque sbandierare.
Mi spiego meglio.
Intanto non è la torre di babele : questo è un palazzo di persone, ha un senso collettivo , va oltre il singolo, è una struttura, è un legame fortissimo : qui in cima c’è sempre una bandiera, c’è sempre la contrada.
Chi fa più piani lo fa comunque sbandierando.
Non ci si accarezza più… se non visivamente.
Continuare a sbandierare ai lati mentre si forma il palazzo e farlo con rapidità.
Questi i criteri per mostrare la propria potenza.
E chi pensa che sia facile non ha mai tenuto i propri figli sulle spalle.
Lo so che è una cazzata, ma anche “chiudere” il Palio lo è.
Noi andiamo verso il cielo e non c’è una persona in cima , ma la bandiera.
Noi siamo già in cielo e lo dimostra questo Drappellone… (siamo gli unici a poter chiudere il palazzo umano con questa seta).
Scusate se mi sono preso questa libertà assurda.
Ma non è assurdo quello che provo quando sento la rivalità nei canti (Festa sublime quella dei canti).
E poi non è affatto assurdo – anche per chi come me non c’entra niente con le appartenenze e le rivalità – avere almeno un’ idea, una parte per il tutto, se si può iniziare dal brivido che ti può dare una semplice comparazione, quella fra “purgherà e trionferà”.
E’ solo un esempio.
Se non sei al Chiasso Largo e non ascolti non puoi immaginare.
Non ho detto capire – il mio è un rispetto vero- , ho detto immaginare.
Si può solo immaginare quello che non si può vivere.
Io ci provo a leggerla, lo giuro, ma dopo la terza riga proprio non ce la faccio.
Strano, ab.
Non riesci a leggere quanto sopra ma avevi capito perfettamente, tanto da sostenerla, la riforma costituzionale di renzi, boschi, verdini (morgan ecc) e scommetto che avevi chiara anche la riforma della scuola!
Strano, ma forte!
Giacobbe, se lei è riuscito a leggerlo mi complimento, se poi è anche contento della situazione politica dopo il salvataggio della democrazia italiana del 4 dicembre mi complimento ancor di più (sicuramente tutti coloro che hanno votato no, quasi venti milioni, senza eccezione alcuna avranno letto parola per parola l’abortita riforma costituzionale e probabilmente potrebbero anche declamarla a memoria). Io sono coglione e ignorante, ho votato sì e non riesco proprio a leggere Simone Poli. Mi dica poi dall’alto della sua saggezza istituzionale che ne pensa della Francia e di Macron, presidente con poco più drl 20% e con la maggioranza in parlamento con il 33. Sono in un regime loro o siamo minchioni noi?
Caro ab
Penso che tutti quelli che avessero letto la riforma renzi boschi verdini abbiano deciso di non votarla, a meno che non fossero stolti o semplici o, peggio.
Su acron ho un solo commento….vive la France
Caro Raffaele
forse A.B. sta giocando con l’ eterogenesi dei fini.
E quindi ludicamente non servono nemmeno le regole d’ingaggio.
Quando uno non riesce a convincere se stesso (è amore !).
Quando uno persiste ( tesi : questo non si può leggere !) continuando a fare il contrario.
Quando uno – con tutto quello che ci offre il mondo (e c’è da impazzire soltanto a pensarci…) – è ancora qui a chiosare chi non merita la sua attenzione.
Quando quindi (musicalmente) non c’è coordinamento fra il pensiero e la volontà, conviene fermarsi.
In fondo è semplice : basterebbe scrivere nome e cognome , dichiarando ” non la leggerò più , comunque buona fortuna” ; e si badi bene non perchè la gentilezza sia ipocrita ma perchè quando ci si vuole bene, quando si vuole bene a se stessi, si sa dare l’addio a chiunque.
Lunghezza e larghezza, mai il contenuto, sono oggetto di un dileggio che non si riesce a fermare, dominare o ignorare.
Perchè ?
Mi viene la parola avvinto.
Perciò non resta che citarsi da una citazione precedente (che per l’appunto non essendo andati oltre il terzo rigo… non si è potuto leggere).
La vittoria più bella è sempre quella dove non si è dovuto combattere.
Dopodiché uno pensa alle battaglie vere.
E le battaglie vere hanno luogo nella realtà (e qui mi ricollego a quell’incubo originale, così definito proprio da A.B. che svolge un compito alternativo o come dice lui/lei di controcanto).
Nella realtà uno si alza e parla. E’ visto e sentito. Riconosciuto o conosciuto per la prima volta.Tutto si lega alla persona. Tutto è chiaramente esplicito.
Non si fanno calcoli, non ci sono menzogne.
Sono battaglie vere : cioè quelle che si devono affrontare come se si fosse già vinto.
Come se tu avessi già vinto.
Perchè hai già vinto , in effetti.
Hai vinto nel senso di pronto a morire, perchè quella battaglia interiore nel tuo foro (mi hanno sparato) nel tuo teatro (mi hanno difeso ed accusato) l’hai già combattuta e vinta.
Nel senso superstite della vita.
Hai scelto.
Hai scelto infatti cosa è giusto per la tua coscienza e cosa è possibile per la tua intelligenza al fine di essere seriamente responsabili (cioè realisti).
Hai unito le due etiche , direbbe M. Weber, quella della convinzione e quella della responsabilità (realismo delle fasi – intanto getti un sassone nel fiume per poterlo attraversare, prima o poi).
In Italia può capitare di essere pronti a dare qualcosa senza chiedere nulla (e questo è lo spirito magnifico del movimento 5 stelle).
E’ quello che dovrebbe fare l’opinone pubblica o, se si vuole, un banale spirito di cittadinanza.
Dare la propria libera opinione senza condizionamenti (passati, presenti, futuri).
Solo la propria libera scelta in base all’esistente comparativo delle persone e dei programmi.
Io esplicitamente ( l’ hai chiesto anche se non l’ho mai fatto per nessuno) pronuncerò un nome (non invano) : Pierluigi Piccini.
Del resto De Mossi non si candida e quindi la speranza è che l’esperienza rivendicata serva a trasmettere il vino nuovo (della vecchia vigna) nelle botti adatte.
Quelle che abbiamo visto all’opera di recente non hanno retto alla pressione del potere.
Tecnicamente : all’ebrezza del potere.
Piccini, non lo posso sapere ma confido che lui lo sappia, ha una sola ambizione : servire una causa con intelligenza , resettando le rendite di posizione.
Se qualcuno dimostrerà il contrario morirò in pace con me stesso.
Questa volta ero partito tonico, pronto a resistere, ma la sindrome della corazzata Potëmkin mi ha nuovamente colpito, questa volta alla 5-6 riga. Non si tratta nè di controcantare nè di disturbare, è solo che lei riesce nei suoi concisi commenti ad essere più pesante del tungsteno e più criptico di Ermete Trismegisto. Comunque mi pare di avere espresso in quel commento il mio pensiero in maniera sintetica ed educata. A mio parere la sintesi è semplicemente un segno di rispetto per il prossimo (a buon intenditor…).
Lei (A.B.) invoca la sintesi o brevità come forma di rispetto.
Io la offro subito con il mio nome e cognome.
Lei esige una conformità alla sua capacità di lettura.
E mi riferisco all’intero ciclo delle sue chiose.
Io non mi sono mai sognato di dirle come può o deve esprimersi.
Lei rispettosamente mi insulta definendomi una cagata pazzesca, ma poi si limita a questo (forse per la famosa brevità).
Potrebbe invece spiegarmi se sono il film, il rito apologetico, la convocazione di massa, il servilismo dei dipendenti, la mania del capo o addirittura tutte queste cose insieme.
Ah già , non lo può sapere visto che non mi legge.
Io sono Simone Poli e chi vuole intendere (buono o cattivo) può arrivarmi anche di persona.
Lei potrebbe riuscirci se fosse credibile.
E questo mi creda sarebbe sicuramente un piacere : il dialogo è bello quando è senza rete e senza protezioni.
Il dialogo.
In fondo , Lei chi è ?
Se ci pensa bene potrei essere pure io…
Ma l’unico a sapere con certezza che non lo sono, è solamente Lei.
Le sembra corretto ?
Rispondo anonimamente a me stesso per rispondere a lei, Simone Poli, che sicuramente si firma, ma non per questo rappresenta per me qualcosa di più di ció che esprime con i suoi scritti. Tutti noi siamo identificabili dal gestore del blog, e questo penso possa bastare a lei come a me. Per la prima volta sono riuscito a leggerla per intero, e noto con interesse che quando si altera riesce a rientrare negli argini. La corazzata era solo un riferimento fantozziano alla pesantezza, nessun insulto, anzi semmai mi sono dato io del fantozzi. Comunque, facendo uno sforzo di astrazione (cosa che mi pare le riesca bene), rilegga i suoi commenti pensando che li abbia scritti uno sconosciuto, e poi mi faccia sapere se li ritiene leggeri e chiari, ma evidentemente questi aggettivi non la interessano granchè.
Il problema di Torino sono state le bottiglie di vetro, che a quanto mi risulta all’interno dell’anello del Campo non vengono proprio fatte entrare: siamo un po’ più scafatii dell’Appendino. Penso poi che il famoso “controllo del territorio” per varie ragioni a Siena nei giorni del Palio sia altissimo. Quindi caro Raffaele keep calm e riponi le tue funeste previsioni.
Ho sempre evitato di commentare gli scritti di Simone Poli, troppo alto e aulico com’è per la mia cultura sempliciotta. Ma stavolta avrei veramente bisogno che qualcuno mi spiegasse, al limite anche con uno schema o un disegnino, cosa diavolo voglia dire il suo post. E soprattutto cosa c…o c’entri con la sicurezza circa l’evento Palio. Grazie in anticipo.
Caro Senesediritorno,
solo perché non è chiarissimo: chi è che ti fa trasecolare (e perché)? Giusto per saperlo, eh…
Nel frattempo, con intervista ad hoc della Nazione, Pierluigi Piccini scende ufficialmente in campo per il 2018; il problema (il suo) mi pare soprattutto uno: appoggiato, esplicitamente, da chi? E con tutto l’apprezzamento per l’intelligenza e la preparazione amministrativa, non è che sia una candidatura che profumi di novitas…
Buona (laicissima) domenica, l’eretico
Mi riferivo all’invettiva di tal Marco che con tracotanza e sicuramente sbagliando mira e scambiandomi per qualcun altro (io proprio non c’entro niente con la cricca e lo sfascio di Siena!!) sembra impartirmi “consigli” con l’educazione e la lucidità di un espulso da un’osteria.
Quel tizio già a metà dicembre del 2015 ebbe da sfottere il sottoscritto, sempre con il suo greve tocco di spirito levigato sulle lastre, a proposito di talune osservazioni sull’attività di collocamento di obbligazioni subordinate.
Evidentemente ha una gran coda di paglia.
Preciso quanto sopra, gentile Eretico, su Sua cortese richiesta di chiarimento altrimenti non avrei mai risposto ulteriormente alle considerazioni di tal Marco
Senesediritorno non ti sei accorto che Marco probabilmente non ce l’aveva con te ma con “Sicurezza e Palio”. La sua risposta infatti è stata messa sub lui (dopo te) e non sub te.
Beh, se fosse come dici tu chiedo scusa sinceramente….ma io – da iPad- ho visto e vedo ancora la risposta di Marco proprio sotto la mia…
Ciao Raffaele,
Io credo che la principale forma di sicurezza al Palio sia data dai contradaioli che vi partecipano .
Infatti quando andiamo in piazza o in palco, noi contradaioli, non siamo semplici spettatori come ad esempio coloro che assistevano alla partita a Torino, ma attori della manifestazione.
L’attenzione e la tensione in quella serata e anche, pur in tono minore,nelle serate delle prove, sono massime
Vi siete accorti ad esempio quanto ci guardiamo intorno?
Certo, lo facciamo prevalentemente per cercarci ma anche per vedere gli altri e osservare i loro comportamenti. E questo avviene da ben prima della minaccia terroristica, certamente da molti anni, da quando il Palio è divenuto un fenomeno che attira migliaia di spettatori.
Questa attenzione, questa consapevolezza di ciò che sta avvenendo, questa partecipazione a ciò che sta avvenendo sono le migliori forme di prevenzione. Anche i nostri comportamenti, se ci pensiamo bene, in quei giorni seguono precisi codici e chi esce da quei codici viene immediatamente notato.
Se questo per me rimane il principale elemento di protezione è evidente che la presenza di contradaioli che hanno ruoli in Contrada e che quindi sono ancor più allertati , di molti dirigenti e operai comunali, della polizia municipale, di forze dell’ordine solitamente guidate da persone che conoscono benissimo le problematiche e apprezzano e difendono ciò che sta avvenendo a Siena in quei giorni, sono altrettanti elementi che rendono il Palio un evento di piazza sicuro.
Negli anni molto è stato fatto per aumentare la sicurezza . Tanto per parlare di un elemento citato: l’ingresso dall’Onda.
Anticipata la formazione della fila, incrementati i controlli, anticipata la chiusura, migliorato l’afflusso all’interno della Piazza.
E’ continuo su questi temi il confronto fra Magistrato delle Contrade, Comune,Forze dell’ordine
Chiudo con un ultima considerazione che non è un invito ad abbassare la guardia anzi;le migliorie al Palio, quelle che hanno funzionato e che funzionano, sono sempre venute da persone che il Palio lo hanno vissuto intensamente e che ne comprendono il significato, mai da soggetti che lo vedono dall’esterno come se fosse un qualsiasi evento di piazza o una qualsiasi manifestazione ippica . Questo è avvenuto su molti temi, uno dei principali è la gestione della selezione e dell’addestramento dei cavalli, ma ve ne sono altri, vari e molteplici e vedrete che anche la sicurezza, pur con il doveroso rispetto delle normative di legge, sarà ulteriormente implementata se sarà valutata con attenzione dagli organi competenti, la capacità che ha il Palio di adeguarsi, pur rimanendo uguale a se stesso, al trascorrere del tempo, se sarà ascoltata la voce di chi il Palio lo interpreta non di chi vi assiste da semplice spettatore preoccupato
Ricordo infine che esiste uno studio realizzato dall’
Amministrazione Comunale nei primi anni 90 insieme all’università di Siena proprio sul deflusso da Piazza . Potrebbe essere , visto che è un dato scientifico e non una sensazione, un punto di partenza per discutere di certi argomenti
Grazie per l’ospitalità
Fabio Pacciani
Caro Fabio,
ringrazio te e i molti altri che sono intervenuti, financo firmandosi con nome e cognome.
Dello studio cui fai opportuno riferimento non so francamente molto, quindi se tu ci vuoi offrire (lavoro permettendo!) qualche elemento in più…l’invito vale per tutti, sia chiaro!
Vedo, di ritorno da scrutini defatiganti, che i pentastellati senesi hanno presentato una mozione di urgenza sul tema oggetto dell’articolo (riportato anche dal sito di Siena tv, per chi volesse).
Ne riparleremo (io anche domani in trasmissione), l’eretico
Scusate,ma alcune mi sembrano idee malsane e strampalate.I contradaioli devono fare i contradaioli.E poi c’e’una differenza enorme tra i giorni delle prove e la sera del Palio.Ed il pericolo esiste ed e’molto piu’reale di quello che crediamo.Ma non per un possobille attentato diretto.Questo purtroppo nessuno puo’saperlo.Anche se c’e’un lavoro da parte delle forze dell’ordine attento,professionale e per nulla imvadente.Questa e’una realta’.Ma quello che ha dimostrato Torino,presenza di bottiglie che sono state la causa della maggior parte dei feriti e’evidente,e’che la tensione tra le persone e’altissima e basta un attimo per far cambiare gli umori e innescare reazioni a catena.Non so se e’vero di un piano di deflusso ma sono scettico in quanto e’evidente che la logistica e’difficilissima,non vorrei dire peggio.Una Piazza chiusa su tutti i lati con sbarramenti molto resistenti ee non facili da togliere in tempo zero e’un vero incubo per chi deve prendere certe decisioni.
Allora, il problema gestione della sicurezza in Piazza è molto complesso.
Il problema principale non è solo il Palio, ma proprio la gestione di tutti i 4 giorni. Soprattutto il giorno del Palio Siena straripa di gente, sul corso letteralmente non si cammina e ovviamente non si può perquisire tutti…
Anche ipotizzando di perquisire chiunque entri in città il 2 luglio e il 16 agosto, niente impedirebbe a un eventuale attentatore di arrivare una settimana prima. Altra cosa che ho notato sono le perquisizioni (abbastanza sommarie) dei turisti che entrano in Duomo. Ma lo fanno anche con tutti quelli che passano per la Cappella del Voto? E lo faranno anche il pomeriggio del 14 (processione dei ceri), del 15 (processione della Selva) e la sera del 16? Sarebbe impossibile! Eppure sono proprio questi i momenti in cui il Duomo è più affollato, e quindi particolarmente a rischio attentati…
Approvo in pieno i commenti di Filipo Riccucci ed Elena Matteuzzi, sensati e seri. Nel concreto la situazione è quella da loro descritta, senza tanti giri di parole. L’idea del coinvolgere i contradaioli è secondo me assurda, quando si parla di temi così delicati affidarci all’improvvisazione è molto rischioso, lo avevo già scritto precedentemente “a caldo” dopo i fatti di Torino. Ognuno faccia il suo ruolo. Per finire, purtroppo la storia del secolo scorso ci insegna che negli anni drammatici dei 2 conflitti mondiali il Palio venne sospeso (le persone morivano al fronte o per le bombe, non certo per la mancanza del Palio). Non auspico questa soluzione, che potrebbe essere letta come una sconfitta ulteriore di questa città, ma solo uno spunto forte di riflessione (e forse provocazione), perchè a volte oltre a difenderci dagli attacchi esterni ci dobbiamo difendere da quelli “interni” e mi riferisco all’estremizzazione a cui abbiamo assistito almeno nell’ultimo ventennio. Solo per citare un argomento:fantini strapagati e Contrade che fanno debiti per pagarli,cifre esorbitanti e poco giustificate con conseguente perdita di alcuni valori,soprattutto nelle nuove generazioni. Tornare ad una realtà più semplice ed autentica farebbe bene a tutti.
A scuola le avrebbero detto che é andato fuori tema.