La domenica del villaggio: De Sanctis, un quiz, l’11 settembre
Eccoci all’appuntamento domenicale con la rubrica culturale del blog: si parte, a duecento anni dalla nascita, con una riflessione sulla figura del primo, grande, critico militante d’Italia, Francesco De Sanctis; poi, giusto due parole sulla televisione di oggi (in particolare su di un programma); infine, un commento sulle foto – appena desecretate dall’Fbi – sull’attentato dell’11 settembre 2011: quello al Pentagono, però…
Buona lettura a tutti, dunque!
DE SANCTIS, LA LETTERATURA COME IMPEGNO
Avrà avuto anche lui i suoi schematismi, e di certo le sue idiosincrasie, ma la figura di Francesco De Sanctis si stagliava alta, nel cielo della critica letteraria italiana, al momento della sua morte (1883), e forse – per tristissima comparazione con il presente – si staglia ancora più in alto oggi, in questo XXI secolo nel quale la critica militante ha perso in pratica ogni spinta propulsiva, fagocitata da un lato dalla evidente pochezza di chi dovrebbe farsene carico, dall’altra dalla comunicazione ipersintetica – e spesso lobotomizzante – dei social.
E che bello, quando a guidare la Pubblica istruzione, poco più che neonata, erano figure come quella giustappunto del De Sanctis, capaci di unire assoluta conoscenza della materia – certo, con le humanities avanti a tutto -, a qualche sano ideale mutuato dal migliore, e più genuino, Risorgimento.
Per chiunque concepisca lo scrivere come impegno anche (se non soprattutto) civile e politico, De Sanctis è un punto imprescindibile di riferimento: l’esaltazione di Machiavelli, contro il “particulare” guicciardiniano (antesignano dell’onnipresente familismo amorale, metastasi imperitura, ed attualissima, dell’Italia); la stroncatura – manichea, forse eccessiva – di tutto ciò che la Letteratura ha prodotto nel Seicento, Marino primus inter pares; la penetrante analisi su Leopardi, che De Sanctis aveva incontrato di persona, diciannovenne, durante il periodo partenopeo del recanatese (De Sanctis scrive di Leopardi – poco prima della morte del recanatese – che “in quella faccia emaciata e senza espressione tutta la vita s’era concentrata nella dolcezza del suo sorriso”).
Sì, parafrasando ciò che Lui scrisse di Machiavelli – negli esaltanti momenti seguenti alla Breccia di Porta Pia – sia dunque lode al De Sanctis…
72MILA EURO PER UNA AGNIZIONE: GIUSTO?
L’altra sera, facendo un moderato e non compulsivo zapping nella fascia dell’ access prime time (quella che traghetta verso i programmi di prima serata, per capirsi), mi sono imbattuto in un format dell’ammiraglia di casa-Rai: “”Soliti ignoti-Il ritorno”, condotto dal buon Amadeus (soprannome un pochino altisonante, eh…).
Ad un certo punto, ad un giovane concorrente (fiorentino, mi è parso), è stato chiesto di riconoscere se una vegliarda in studio fosse la madre dell’uno o dell’altro dei signori che erano a loro volta in loco; mettiamo pure che prima della scelta secca, il concorrente avesse fatto anche altro (anche perché in quel caso, il 50% di possibilità di dare la risposta esatta ce l’aveva comunque, no?). Il fiorentino (o giù di lì) ha indovinato, e – buonissimo per lui – si è portato a casa la bellezza di 72mila euroni, caldi caldi. Cifra che un giovane di oggi – stritolato fra lavoretti e rischio di apensionamento -, se non ricco di famiglia, mai potrà mettere da parte nel corso dell’intera vita lavorativa.
Veniamo al dunque, senza indugiare oltre: non ci scandalizziamo più di tanto per il denaro pubblico (si presuppone che con pochi passaggi televisivi – su Rai 1, in quella fascia oraria a fortiori -, la somma rientri), quanto per il messaggio veicolato. Sì, lo sappiamo: la tv non deve essere solo pedagogia, la fase bernabeiana appartiene al passato (e non era tutta luce, come si vuol fare credere oggi), e via discorrendo.
Ma è chiaro che dalla Rai, almeno QUALCOSA, nel senso della pedagogia delle masse, sarebbe legittimo attendersi: e magari, sarebbe bene che questo QUALCOSA non fosse confinato ai lodevolissimi – ma periferici – canali tematici, ed arrivasse financo all’ammiraglia, specie nel momento di massima audience.
Chiediamo troppo, forse? Sì, ma noi lo chiediamo lo stesso…
L’11 SETTEMBRE (QUASI) DIMENTICATO: IL PENTAGONO SOTTO ATTACCO
2602 furono le vittime (immediate) a Manhattan, 265 a Washington; con un’altra differenza, che va al di là di quella numericamente oggettiva, che è sotto gli occhi di tutti: i passeggeri del volo American airline 77, alle 9,37 si schiantarono sull’ala ovest del Pentagono, facendo deflagrare un enorme e devastante incendio, sostanzialmente con la stessa dinamica delle Twin Towers; quanto ai passeggeri del volo 93, abbattuto in Pennsylvania e verosimilmente diretti sul Campidoglio, questi furono ammazzati per una ragion di Stato da altri americani, non da terroristi di segno qaedista. Ragion di Stato quanto si vuole, anche legittima (verosimilmente sarebbero morti lo stesso, tra l’altro), ma il fatto resta, tutto.
Torniamo al Pentagono: era dal 1945 (Okinawa, Generale Simon Bolivar Buckner Jr), che un Generale Stars and stripes non moriva sul campo: a perire, l’11 settembre, fu Timothy Maude, 53 anni, vicecapo di Stato maggiore, “l’ufficiale che aveva dischiuso i ranghi delle forze armate ai gay” (Gianni Riotta, godibilissimo quando scrive non di Italia, sulla Stampa di ieri, pagine 6-7).
Osama Bin Laden, dunque, riuscì a colpire il suo Satana nel cuore del suo Potere, e proprio di quell’hard power che, tra odio ed amore, ci ha fatto da scudo per decenni (oggi, tutto è più fluido, magmatico): né Hitler, né Mussolini, né Stalin o Kruscev, né il nipponico Tojo erano arrivati a tanto. Se il Wahabismo qaedista si prefiggeva di entrare, in un modo o nell’altro, nei libri di Storia, l’obiettivo è stato del tutto raggiunto: non ci sarebbe stato neanche bisogno di colpire le Twin Towers, sarebbe stato sufficiente il Pentagono…
Ps 1 In settimana, ci ha lasciato lo storico della Chiesa Giovanni Miccoli (1933-2017); nato medievista, era divenuto, nei decenni della sua lunga attività, uno dei maggiori conoscitori della contemporaneità ecclesiastica. Fondamentale, fra gli altri, il suo “I dilemmi ed i silenzi di PIo XII” (uscito per Rizzoli nel 2000). Del ruolo di storico, diceva questo: “un mestiere che non ammette finalità allotrie, che ha della conoscenza del passato il proprio unico fine”.
Ps 2 A livello locale, ci ha lasciato Cesare Olmastroni, artista-artigiano, restauratore di pregio, autore di drappelloni (suo quello garibaldino del 1982); tutti coloro che l’hanno conosciuto, ne tratteggiano un ricordo positivo. E soprattutto pare che fosse assai disponibile verso gli altri artisti: cosa che – in questi ambiti della creatività – è tanto rara, quanto appunto da lodare.
Ps 3 Domani (libreria Senese, ore 18 in punto, perché cose da dire ce ne sono molte), stimolante appuntamento per parlare della Siena della prima metà del Novecento (e non solo): si presenta il libro dedicato alla biografia del “Sor Ettore” Fontani. Introduce e chiude lo scrivente; relazionano, da par loro, il dottor Enrico Toti ed il professor Daniele Pasquinucci.
Ps 4 Ultimo richiamo pubblicitario, infine, per la trasmissione ereticale di martedì prossimo, dedicata in modo monografico all’affaire dell’incendio in Curia (Siena tv, ore 22); a proposito, visto che il montaggio della puntata si avvicina: se qualcuno ha da suggerire una colonna sonora ad hoc, lo ringraziamo in anticipo…
Beh, I’m on fire del Boss (lo so, parla di sesso ma proprio per questo mi pare adattissima) e ovviamente Se bruciasse la città di Massimo Ranieri (meglio ancora nella versione di Nina Zilli).
https://www.youtube.com/watch?v=08WeoqWilRQ
(non capisco le canzoni in inglese e me ne scuso, ma il titolo promette…)
De Andrè/Angiolieri:
“S’i fosse foco, arderei ‘l mondo;
s’ì fosse vento, lo tempesterei;
s’ì fosse acqua; ì’ l’annegherei;
s’ì fosse Dio, mandereil’en profondo
s’ì fosse papa, sarè allor giocondo,
che tutt’i cristiani imbrigherei;
s’ì fosse ‘mperator, sa che farei?
a tutti mozzerei lo capo a tondo..”
Pezzo stimolantissimo e appuntamento domenicale sempre più imperdibile, caro Eretico!
Per quanto riguarda la musica per la colonna sonora, io andrei sul Classico: Bruckner, magari? Ma credo che più che la musica conteranno le parole..
Smoke on the Water dei Deep Purple.
El Cinico.
Bruci la città-Irene Grandi-
El Cinico(parte seconda).
Oppure:
Light My Fire(The Doors).
Caro professore
Negli stati uniti esiste Holliwood, dove si raccontano storie che sembrano vere. Dallo sbarco sulla Luna ad oggi. L’unica cosa vera sono i morti, pochi dei loro e tanti degli altri……. il resto…. lasciamo perdere.
fuoco dei new trolls
perché no la colona sonora del Padrino?
tutte le vicende senesi sono intrisi di “strani misteri” (inconfessabili?) e il “sacro fuoco curiale” è una tipica vicenda senese.Perfino un brav’uomo chiamato a testimoniare ciò che aveva veduto una domenica mattina presto fu tacciato,in camera caritatis, di “pettegolo”.
Per la legge pretina i panni sporchi si lavano in silenzio…
Francesco,dove sei?!!!
“Light my fire” mi pare la migliore, ma ovviamente non sono io a dovere decidere..invece sul De Sanctis una cosa da dire ce l’ho: grande figura, che meriterebbe di essere conosciuta e studiata di più. E rappresenta la dimostrazione che il Sud (era nato a Morra Irpinia) produceva nell’Ottocento fior di intellettuali (pensiamo a Croce e a molti altri). Oggi siamo all’onnipresente Saviano come massimo..
Io invece suggerisco di uscire un po’ dai soliti nomi e propongo il misconosciuto Arthur Brown in diretta dagli anni’ 60 https://youtu.be/en1uwIzI3SE Bellino vero?
“The Unforgettable Fire” by U2
Cari lettori, grazie degli ottimi suggerimenti: nella mente ereticale, in effetti la doorsiana “Light my fire”, ad ora, è la più gettonata, ma chissà che la notte non porti consiglio in senso contrario…solo lo Spirito Santo – cioè l’autore dell’incendio in Curia, come risaputo – lo può già sapere…
L’eretico
Camon BEPPE light my fire!!
Dicesi,ma io ovviamente non ci credo,che fu un atto PRETErintenzionale.
El Cinico(perplesso,anzichenò).
E invece la colonna sonora perfetta sarà questa:
https://www.youtube.com/watch?v=kw8ANXdiDTQ
Io proporrei ‘Un mondo di ladri’ di Venditti.
Fuori dal coro degli anglofili suggerisco il marziale e luciferino “Mein Herz brennt” (il mio cuore brucia) dei Rammstein, gruppo hard rock tedesco che il cinefilo Eretico ha di sicuro già sentito nel lynchiano “Mulholland Drive”
Rettifico, “Lost highway”, non “Mulholland drive…”
Messa da requiem di Mozart. Confutatis
Brucia Roma brucia Roma e il Parlamento
Brucia Roma El Vaticano col papa deentro!
Se si cita venditti mi pare più appropriata e augurale questa