La domenica del villaggio: due film, Trump et alia
Eccoci all’appuntamento culturale della domenica; oggi scriviamo di ben due film (eravamo in arretrato, dobbiamo recuperare!), e dell’insediamento di Trump del 20 gennaio, notizia clou in Politica estera, e giornata che – volenti o nolenti – entrerà nei libri di Storia.
Buona lettura a tutti, dunque!
“ALLIED”, UN DRAMMONE NIENTE MALE
Personalmente, lo devo ammettere: pensavo peggio, molto peggio. “Allied”, di R. Zemeckis, non è poi così male; un autentico drammone di difficile categorizzazione (film di guerra, certo; ma ancora di più di spionaggio, giacché della vicenda di due spie si tratta; con anche – o soprattutto? – un’aria di inquietudine sul ruolo muliebre, con suspence – quasi alla Hitch – che si scioglie solo nel finale, come da prevedibile copione; nonché grande storia d’amore, con finale strappalacrime).
Fra Casablanca e Londra, si dipana la complessa storia amorosa fra due spie (il duo Brad Pitt-Marion Cotillard), nel contesto della Seconda guerra mondiale e della lotta al Nazismo; sentimento versus ragion di Stato (in tempo di guerra, tra l’altro): il conflitto sarà inevitabile, e dall’esito drammatico…
Il finale è da antologia, per cotanto drammone: anche il più algido fra gli spettatori, non può non essere toccato. E questo, in effetti, non può che essere ascritto a merito di Zemeckis.
TRUMP, UN PRESIDENTE JAZZ
Un noto analista, ha definito Trump un “Presidente jazz”: nel senso che procederà molto per improvvisazione, facendosi guidare dal suo fiuto politico (e facendo il contrario di quanto piacerebbe che facesse alla grande stampa).
D’altra parte, al netto di moltissimo altro, Trump rappresenta oggettivamente tre novità: il Presidente che arriva in carica come il più ricco che mai (ed altri molto benestanti l’avevano preceduto, ma Lui li batte tutti); il più anziano, fra gli eletti al primo mandato; infine l’unico a non avere maturato alcuna esperienza – né politica, né di gestione militare – nel suo Curriculum pregresso. Tre novità in una, dunque, tutte quante da metabolizzare. Se vi sembra poco…
Protezionismo all’ennesima potenza (“buy and hire American”, il grido di battaglia); isolazionismo spinto (non certo inedito, nella tradizione repubblicana che, sebbene in modo originale assai, è la sua); nazionalismo identitario ben marcato (non solo diretto ai bianchi, almeno da quello che ha detto nel discorso inaugurale); disinteresse, sfacciato, per le questioni ambientaliste: questi sembrano essere i cardini del Trump-pensiero.
Staremo a vedere, wait and see: non essendoci, da parte nostra, le straordinarie aspettative del 2008 con Obama, comunque vada la delusione sarà attesa, agevolmente profetizzata, molto facile da metabolizzare: dunque, molto meno acre ed invasiva…
“IL MEDICO DI CAMPAGNA”: ATTO DI AMORE ALLA PROFESSIONE
Se siete un medico o uno studente in Medicina, il film di Thomas Lilti non dovete/potete perderlo, giacché si tratta di un autentico atto di amore verso la professione in questione (non a caso, il regista è stato egli stesso un insider del mondo della medicina).
Un credibilissimo Francois Cluzet (che ci ricorda un po’ il Dudley Moore degli Ottanta, che peraltro interpretava film decisamente diversi!) è un medico di campagna nella Francia profonda, quella rurale e vandeana delle case circondate da oche (ma curiosamente, ad un certo punto, in paese si organizza una festa molto partecipata, in pieno stile country: il Maresciallo De Gaulle non avrebbe gradito, parbleu…); qualche volta, però, anche il medico – anche il medico amatissimo, in quanto al contempo psicologo e financo motivatore dei pazienti -, si ammala, si ammala di brutto, e allora comincia la sua odissea esistenziale: fermarsi, o andare avanti, finché si può, per l’amore che si prova verso i pazienti?
Se poi si presenta al suo cospetto, ad adiuvandum, una bella ex infermiera dal passato oscuro, solo da poco laureata in medicina, il tutto si fa ancora più complesso e sfaccettato (qui è forse il punto debole della pellicola, con l’iniziale fare burbero dell’uomo, che poi gradualmente si scioglie, come era più che prevedibile che fosse).
Un atto d’amore verso la Medicina, verso la missione di fare il medico anche in condizioni logisticamente non facili: un missionario laico, insomma, il Cluzet del film. Che non può non piacere…
Ps 1 A proposito di Presidenti USA, molti e quasi tutti stimolanti i commenti al pezzo di domenica scorsa sul capolinea di Obama; mi attendo pari prestazione da parte dei lettori su Trump: anche se poi, per giudicare, bisogna attendere i fatti. L’ha detto anche Papa Francesco, no?
Ps 2 Il 27 gennaio (venerdì), Giornata della Memoria (per la Shoah): domenica prossima recensiremo un magnifico libro che ci permette di capire – in modo storiograficamente definitivo – l’essenza profonda del Nazismo. Non resta che attendere…
Ps 3 Martedì, puntata davvero ricchissima de “Il martedì dell’eretico” (ore 22, Siena tv).
Si parlerà di Sanità: del 118, con un medico che molto bene conosce questa nuova situazione venutasi a creare; poi un’ampia finestra tutta dedicata a Bisi Stefano, in veste di Gran Maestro del Goi; infine, lunga intervista a Mario Vannini sulla questione della violenza nel Palio, e non solo.
Saluto il ritorno dell’Eretico come critico cinematografico, credo che molti lettori ne sentissero la mancanza. Sul film francese che era in programmazione al Pendola la settimana scorsa concordo al 101%, invece sul giudizio sostanzialmente positivo su Allied proprio no: è un drammone, certo, ma poco credibile e ti dirò che Brad Pitt liftato mi fa quasi sorridere…poi certo avere visto il film in un cinema come l’Odeon peggiora il tutto!!
Dato che al cine da quando un si può fumare,e da quando c’è il pieno di fave colle suonerie degli ipodde su social a stesa un ci vo’ più, tocca a ciuffo bello Trump.
Che s era venduto da sciupafemmine antisistema ,ma che poi ha rimbuzzato la su’ squadra di banchieri e generaloni.
C’è stato uno,anzi due (ma uno era quello pelato senza trapianto che gli garba ancora al Fantini)che in Italia si presentarono con lo stesso stile.
Uno ,quello pelato,era senza quattrini e fece parecchio danno.
L altro,il tricotrapiantato ,quattrini n’aveva ,e ha fatto discreto danno anche lui.
Gli usa ,alla storia del poliziotto buono ,e quello cattivo ,pare che ci siano affezionati dimorto,Obama raccontava di voler chiudere Guantanamo,senza
Però farlo, Trump dice che la vole ingrandire per metterci anche dei (o molti) cittadini usa.il risultato pare uguale.
In politica estera ,che a noi credo interessi di più,Obama ha sponsorizzato
Il golpe ucraino con l’appoggio della Mutti Merkel sua grande amica,e ha rimbuzzato gli arabi di armi ,ha destabilizzato, con il
Fomentare primavere arabe e rivoluzioni tribali libiche,medio Oriente e nord Africa.e bombardato coi droni gli afghani ,lasciando però che l Afghanistan proseguisse ad essere il primo produttore mondiale di morfina base,come da tradizione usa ,dove si affacciano loro il traffico di eroina si espande(vedi triangolo d’oro ai tempi del Vietnam)
Trump ora dice che vuole sciogliere la NATO ,e uscire dallo scacchiere medio
Orientale,e dichiara che la Cina (detentrice della fetta più grossa del debito pubblico usa ,assieme ai paesi del golfo)deve essere contenuta nel suo
Espansionismo e soggetta a pesanti dazi.dice poi che l’ euro e una manovra scorretta che nasconde la tutela degli interessi economici tedeschi.
A me ,così da rozzo pare che il poliziotto buono Obama,getti le premesse
Che poi ,il poliziotto cattivo Trump completa , ma guarda caso sempre a scapito dei potenziali concorrenti economici degli usa.
Obama il tenente Colombo,Trump l ispettore Callaghan.
Ma un film alla volta ,ovviamente ,e ad ogni attore il ruolo appropriato.
Peter Falk come ispettore Callaghan?Certo che no
Clint Eastwood come tenente Colombo?No davvero
Scusate la lunghezza saluti
Non vedo l’ora di vedere la puntata di domani sera dell’Eretico, a me interessa più la questione del 118 ma credo che anche l’intervista al Generale possa essere interessante.
Concordo con Senio su Allied: un polpettone, che non ha poi tutta questa suspence. Caro Eretico, sei stato troppo buono…
Ho letto da qualche parte una interessantissima intervista a Jack Ma, il boss cinese di Alibaba, sulla globalizzazione e sulla destinazione dei suoi proventi in favore delle multinazionali USA delocalizzate per lo più in Cina: 13 guerre (!), fumati in borsa nel 2008 o stoccati in vari paradisi fiscali da parte della elite finanziaria mondiale.
Tutto ciò al prezzo di fallimenti, chiusure di industrie nazionali con perdita di innumerevoli posti di lavoro.
Se le cose stanno davvero così (e se lo dice lui ..) ben venga un po’ di sano protezionismo.
Trump o non Trump.
Trump o non Trump il protezionismo ormai è solo una sciocchezza, solo pensarlo vuol dire che si ignora come funziona l’industria moderna, le cui linee di approvvigionamento e di produzione sono ormai internazionali.
Riportare certe attività negli Stati Uniti (ma anche in Italia, in Francia o in Giappone) avrebbe tempi e costi superiori ai benefici.
Tutto questo senza nemmeno considerare le reazioni degli altri paesi, che non starebbero certo a guardare l’America chiudersi entro i propri confini senza prendere contromisure.
Alla fine tutto si ridurrà all’apertura di qualche fabbrichetta di gadget in North Dakota o in Kansas per far vedere che si è fatto qualcosa mentre per il resto ci sarà il ritorno delle vecchie politiche repubblicane, con tasse basse per i ricchi, tagli ai servizi sociali ed un’inedito ma preoccupante attacco ai diritti e alle libertà civili.
Wait and see. Maybe. Maybe not.
La mia risposta è nel post successivo.
E bravo avvocato Panzieri, W Trump: con un Governo fatto di generali e di miliardari non competenti ( secondo Krugman, che incidentalmente è un Nobel), nessuna dichiarazione dei redditi da mostrare e misoginia da offrire. C’è da leccarsi i baffi…
Ho scritto “Trump o non Trump” …. non mi pare viva Trump.
Magari più correttamente potrebbe leggere: “nonostante Trump”.
Mi rendo conto che perfino all’inferno eravate per Hillary, e la globalizzazione, ma è solo un problema vostro.
Mi fa sorridere l’espressione “eravate per la globalizzazione”. Non è una questione di tifoseria, è questione di accettare la realtà.
La globalizzazione realta’ineludibile? O ,magari venduta per tale.
La globalizzazione c’è chi la crea ,e poi la vende come fatto naturale.
La globalizzazione e’ un fenomeno naturale?
O qualcosa di progettato a tavolino ?
La realtà…… Quale ? Quella che racconta il duo Bergoglio Boldrini?Ex trio
Obama Bergoglio Boldrini?
Accettare la globalizzazione ? Si Francesco(papa?)con l’ accetta, e ben affilata.
Secondo l’ultimo rapporto della Oxfam l’1% della popolazione mondiale possiede più del 50% della ricchezza mondiale. Nel 2015 il patrimonio delle 62 persone più ricche del pianeta ha raggiunto la cifra di 1760 miliardi di dollari equivalente alla ricchezza di 3 miliardi e seicentomila persone più povere, nel 2012 erano 388, nel 2014 88. Dal 2009 ad oggi gli stipendi dei top manager sono aumentati del 44% mentre i salari dei lavoratori sono stabili a fronte di un’aumento della produttività di circa il 20%, la libera circolazione mondiale dei capitali e la continua ricerca degli stessi di nuovi paradisi fiscali penalizza i redditi da lavoro, disincentivando l’investimento industriale soprattutto nelle nazioni ad alto tenore di vita, avvantaggianddo enormemente i redditi da rendita finanziaria. Capisco che questa sia la realtà del nostro secolo, ma il fatto di doverla accettare supinamente, pur non appartenendo alla schiera di quei 62 superuomini mi sembre più un problema da masochisti.
Bankor lo sai e’solo fiato sprecato
Cerar di svegliare il globalizzato
Da soros Boldrini lui ben fu plagiato
Or ci racconta che globale realtà
Sia il grande destino dell umanita
Dall’ iPod di certo lui fu educato
Abbi compassione per come ha parlato
Si può anche sorridere, Francesco, io ci sto sempre. Ma chi l’ha detto che ci si debba suicidare con le proprie mani?
Eppoi per cosa? Per arricchire ancora di più i soliti finanzieri d’alto bordo?
Se permetti io proverei almeno a sopravvivere, non so te …
Rispondo al volo e di fretta: il fenomeno “globalizzazione” non riguarda solo il sistema economico, ma in primis è dovuto a miglioramenti tecnologici che permettono comunicazione e scambi in tempi rapidi. Questi fenomeni sono ineludibili ed hanno enorme peso sull’economia mondiale. Personalmente non sono favorevole alla liberalizzazione selvaggia che ne è scaturita, ma di certo la soluzione non è arroccarsi e chiudere i mercati. Allo stesso modo noi occidentali dobbiamo essere consapevoli di essere minoranza privilegiata e che questo non potrà durare a lungo se non adottiamo una politica che intelligentemente riesca a cavalcare (e magari addomesticare) questi fenomeni. Le nostre migliori risorse in Europa sono la cultura e la tecnologia, fossi al governo punterei su questi due punti per rimanere competitivi.
P.S. per Manunta: devi sempre accostarmi al papaccio? Sappi che non è gradito 😉
Caro Professore
Son rientrato dalla Repubblica del Ticino, dopo due mesi di duro lavoro, ed ho preso magione presso amici della Val D’Elsa . Ed ho portato con me la mia dolce metà.
Ho trovato un governo nuovo, M P S in rianimazione con soldi pubblici. Tante persone in difficoltà finanziare, con un tenore di vita in declino. E tante buche per le strade.
Ma veniamo a quello che ho sentito dire durante le partite a scacchi a Lugano.
Per esempio mi diceva l’inglese che il Truppa è il segno dei tempi. I mezzi di informazione automatica stanno distruggendo, i posti di lavoro un tempo indispensabili e che sono: impiegati di ogni genere. Perfino quelli dei grandi centri commerciali. Oramai ha preso campo il commercio elettronico automatico.
Ma anche elettricisti e muratori e manutentori dato che gli immobili ad uso commerciale ne servono pochi. Ed oltretutto sistemati in svincoli autostradali adatti al commercio elettronico. Di conseguenza diminuiràanche la richiesta di abitazioni.
E continuò l’inglese noi dobbiamo mandare via qualche milione di comunitari.
Italiani Polacchi ecc.
Il peggio sarà per le nazioni che devono gestire simili rientri. Questi sono tutti in comunicazione e sanno fare e disintegreranno la vecchia politica.
E l’Italia e fra queste.
Penso che l’Inglese ci abbia reso chiaro il perché della Brexit e l’arrivo del Truppa.
Non so se interessa, ma stasera alle ore 18 alla circoscrizione di Via Petrilli ci sarà tutta la truppa comunale, con a capo il nostro ‘caro’ sindaco Valentini, per rispondere ai quesiti che gli verranno posti dai cittadini. Io ci andrò per sentire che ci raccontano e magari farò qualche domanda, tipo su quando finiranno i lavori in Via Peruzzi, sugli eventuali iniziative in corso nella zona, tipo cosa vogliono fare dell’ex-Alfieri. Insomma sarebbe una buona occasione per sentire cosa ci stanno preparando, a parte i noiosi brindisini e rassegne gastronomiche.
Francesco: su quello che scrivi adesso concordo al 100%
Il problema è che noi non “cavalchiamo” ed “addomestichiamo” nulla.
Subiamo e basta.
E sotto un manto liberista e buonista si nascondono soltanto sfruttamento e distruzione dell’ambiente.
Mi ha raccontato tempo fa un cliente che importa giocattoli dalla Cina che quando arriva a qualche chilometro dalla fabbrica capisce se hanno prodotto i modellini delle Ferrari: è tutto rosso terra, piante e animali ….
Si possono aprire le frontiere soltanto a condizione di reciprocità etica, ecologica e fiscale.
Altrimenti facciamo solo danno.