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L’eretico on the road: Matera (e 4 Ps senesoti, da non perdere)

Penultima puntata della rubrica estiva (l’ultima sarà davvero con il botto…): quest’oggi scriviamo della Basilicata, in particolare di Matera, la città dei Sassi. Senza – lo diciamo subito – entrare nell’agone sulla Capitale della Kultura 2019, passerella che è stata concessa ai lucani in cambio del laissez faire petrolifero (e che Siena – con la gestione fallimentare del tandem Sacco and Valentini – ha perso, senza attenuanti): è storia passata, di cui tanto ci siamo occupati. Per concludere, una messe di Ps senesoti, con uno in particolare particolarmente stimolante (su don Alfredo Pizzuto).

Buona lettura, dunque!

 

MATERA: DA “VERGOGNA NAZIONALE”A EMBLEMA DELLA DEAD TOWN

Negli anni Cinquanta, era la “vergogna nazionale”, il simbolo di una sacca di Italia ancora arcaica, semiprimitiva, fatta di pericolosa promiscuità fra umani e bestie, con ignoranza e povertà diffuse al massimo grado; oggi è il simbolo di altro, di tutt’altro: della “disneyzzazione” del territorio. Come Venezia, e tante altre città a noi vicine o vicinissime, ormai Matera – intesa ovviamente come la parte dei celebri Sassi – vive solamente in funzione del turismo: alto, basso o medio che sia. Set cinematografico in pianta quasi stabile (ciack, a breve si rigira un altro kolossal…), i Sassi sono abitati, abitatissimi: solo da turisti, però…

Gli infiniti bed and breakfast, qualche volta, non hanno neanche un nome: c’è il numero del cellulare da chiamare, bene in vista, e via; locali, localini e localoni accolgono i turisti, in ogni anfratto della zona; sopravvive giusto qualche bottega nella parte alta del Sasso barisano (un barbiere, un’agenzia di pompe funebri che tiene aperto anche alle 23, poco più): ultimi esempi di un tipo di vita, di una socialità che non c’è più.

Il primo sguardo ai Sassi, dall’alto, toglie letteralmente il fiato: un po’ di Puglia, e non a caso siamo su una gravina; un po’ di Gerusalemme, ed è per questo che un film su Gesù ci sta sempre bene; un po’ di Africa mediterranea, perché i colori sono quelli. Un primo sguardo resta indimenticabile, nessun dubbio.

Con la Cattedrale (innalzata a Basilica minore il 2 luglio 1962, da Giovanni XXIII) a troneggiare, dall’alto, su tutto il resto: meravigliosa nel suo sfolgorante Romanico duecentesco puro all’esterno; deludentissima, invece, nel tardo Barocco settecentesco all’interno, con tanto di pulpito tutto quanto dorato. L’interno che smentisce platealmente l’esterno: la Basilicata, terra di contrasti, no?

Non a caso, Potenza – città simbolo del Risorgimento antiborbonico, prima città insorta in loco, il 18 giugno 1860 -, non è forse tappezzata di manifestini – certo, clandestini – inneggianti al “Generale Carmine Crocco”, prototipo per eccellenza dell’anti-Risorgimento?

Ed il paesaggio stesso, viaggiando by car da Potenza a Matera, non è forse la quintessenza del contrasto fra modernità ed arcaicità? Quel che resta della pastorizia – che ancora sussiste, magari con il pastore a dorso d’asino che saluta gli automobilisti  -, abbinato a decine e decine di pale eoliche. Terra di contrasti, anche forti, dunque.

Nel caso di Matera, però, contrasti ormai livellati, omologati dal grande Moloch della monocultura turistica; che – se non adeguatamente gestita – rischia di trasformare qualunque realtà cittadina in un salvadanaio: ben capiente per i soldi – ben vengano, ci mancherebbe -, ma annichilente per la vita sociale…

Pier Paolo Pasolini – è cosa nota – l’aveva scelta per girare “Il Vangelo secondo Matteo” (1964): a PPP piaceva questa realtà che, ancora, non conosceva il mostro consumistico che lui tanto aborriva. Pasolini non riconoscerebbe, oggi, la sua Matera; probabilmente, meglio l’oggi, in cui gli abitanti vivono nella parte moderna della città, ed in molti guadagnano bene investendo sui turisti.

Forse è proprio vero che la poesia ha soprattutto un valore consolatorio: oggi, niente poesia, ma tanti soldini, in loco. Così va il mondo, e Matera – unica per i suoi Sassi – eccezion non fa…

 

Ps 1 In mezzo alle polemiche societarie e prima di una sconfitta casalinga, molto bella l’iniziativa per ricordare Lorenzo Guasparri. E di certo una cosa: lui sarebbe stato contento, di un evento come quello di ieri. Non è sempre così, ma in questo caso la breve cerimonia ha davvero rispettato il breve vissuto del celebrato.

Ps 2 Nei giorni scorsi, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per il tandem Viola-Profumo; verosimilmente il Gup sarà d’accordo: avevamo scritto subito che l’accusa era ben ardua, da provare. Ma ricordiamoci sempre: un manager si giudica dai fatti, anche se penalmente non censurabili. Dunque, Viola dovrebbe semplicemente dimettersi: un grafico del Sole 24 ore di ieri basterebbe a dimostrarlo, ed in in abbondanza (ne riparleremo)…

Ps 3 Politica senesota: Bastardo senza gloria ha lanciato, nelle scorse ore, la notizia del Patto Ceccuzzi-Scaramelli, con il deputato Dallai candidato a Sindaco (nel 2017, si spera), e il renzianissimo Scaramin Scaramelli in Parlamento. Ipotesi allettante: per essere sicuri della sconfitta del Pd a Sienina, e per levarsi dalle palline il sempre più boriosetto Scaramin.

Ps 3 Politica e Massoneria (toh). Sabato sera, a Radicofani, era previsto un incontro – organizzato dal Grande Oriente d’Italia – con ospite il Presidente della Provincia Fabrizio Nepi. Tutto a posto, viene da chiedere?

Ps 4 Chicchina finale, per gli “amici” della Banda della Curiana: prima di essere sfrattato, pare che don Alfredo Pizzuto abbia redatto un ampio e ben documentato inventario dei beni presenti all’interno della Rettoria di San Cristoforo, con tanto di foto. Perché – verrebbe da chiedersi – essere così malfidati, con samaritani come Buoncristiani ed Acampa? Misteri senesi…

39 Commenti su L’eretico on the road: Matera (e 4 Ps senesoti, da non perdere)

  1. Biagio di Montluc scrive:

    Mi dispiace che questa rubrica ereticale stia finendo, immagino per il rientro fra i ranghi scolastici..Matera, sì PPP la riconoscerebbe come fattezze architettoniche, ma non antropologiche. Va aggiunto che quando Pasolini ci girò il suo famoso film, in quel momento i Sassi erano forzatamente disabitati, dopo il noto intervento degasperiano.
    Sul Ps 4, a fidarsi si bene, a non fidarsi si fa meglio…

    Complimenti per tutto, aspetto il programma in televisione

  2. Nick scrive:

    A sentir parlare di Matera mi viene in mente Pasquale Ametrano nel film di Verdone dal titolo Bianco rosso e verdone! Da stiantà da ride!

  3. anonimo scrive:

    Caro professore
    Su Matera sento che hai un poca d’invidia. Metti in risalto dei contrasti, che ci sono.
    Dici che è una macchina per far soldi. Pero devi considerare che esisteva prima di Siena e se la persone ci hanno vissutona a modo loro fino a pochi hanni fa vuol dire che si può vivere anche in quel modo. E chi ti dice che sia meglio nelle ville di Hollywood, fatte per una vita finta. Ecco la grandezza di PPP, la verità. La verità non e la finzione, costruita come arma da guerra per immobilizzare le menti. Sei propio sicuro che i nostri vecchi negli ospizzi, o affidati a badanti abbiano più dignità di quelli che stavano nei sassi forse da tre millenni ? O i bambini dentro i muri degli asili siano piu felici? Il tempo lo dirà.
    Siena è una città bella quanto si vuole ma le tracce hanno forse 1100 anni e prima di scritti se ne trovano pochi e senza certezza ma tanta fantasia. Nata su una strada che portava a Roma. Secondo me raggiunse il massimo splenfore fra il 1250 e il 1350 e fini con l’uccidione dei templari. Poi fu un vivere e un progredire lentanente, ma non con impeto. La decanza iniziò con la prese del potere dei sinistri, passata la guerra, e da allora non si riprese più. Io la vedo così.

    • Pietro il Totto scrive:

      Scrivi veramente “bene”te!
      Propio…ospizzi…si,te mi sa che sei proprio di Matera!!

      Le scuole c’è le avete,oppure siete sempre alla terza elementare?

    • VEDO NERO scrive:

      Certo, Siena città nata da una strada, la Francigena, l’autostrada del Medioevo. Peccato che poi i senesi si sono fatti buttare, un po’ per colpa loro, dalle autostrade moderne. L’autarchia in cui ha vissuto fino a poco tempo fa grazie all’allora florido Monte ci ha in parte salvato dal nostro grande isolamento, ma ora che tutto è finito cosa ci resta? Pochissimo. La lezione ci serva ad essere più vispi nel futuro e trovare gli attributi per affossare la Casta, sinistrorsa e massone. Rispetto l’antichità di Matera, spero però che con la ‘Capitale della Cultura’ non ci sia il solito mangia-mangia a scapito degli onesti.

      • anonimo scrive:

        Caro Vedo nero
        In gioventù mi trovavo a Parigi e mi capitò di parlare con uno storico dei Templari e da ricerche che aveva fatto. Furono distrutti perché entrando in contatto con altre comunita cristiane, Caldee Siriache Greche non ortodosse, dell’asia minore, islamiche ecc. Queste notizie potevano mettere in dubbio la teologia della chiesa di Roma, per questo re Filippo ne prese volentieri le Ricchezze e il Papa mantenne il cattolicesimo romano. Inoltre il papa dette ad altri ospitalieri tutti i beni ed ospizi a lui fedeli. Ma erano solo una copia minore dei Templari. Mi disse anche che da un
        raro documento ritrovato aveva intuito che Siena aveva il terzo più grande ospizio Europa dei Templari, specificando con dei dubbi causa traduzione difficile del docomento sopra specificato. Di certo molta documentazione fu distrutta, come succedeva agli Eretici.
        Se le cose fossero andate così dovremmo reiventare i Templeri

      • Anonimo scrive:

        A proposito di autostrade: anzichè lamentarci sempre della deviazione fanfanianaretina dell’A1, cosa impedisce noi toscani dal costruire una vera bretella autostradale Firenze-Bettolle? Vivo in Veneto dove aprono bretelle in un amen, cercando sempre la via più breve per unire due punti. Una vera ed utilissima “Autochianti” non credo che sia poi tutto ‘sto dramma anche ambientalmente.

        • ghino di tacco scrive:

          a parte le fanfaniane prerogative politiche ,le autostrade quando non sono in pianura,e quindi di facile costruzione,di solito sfruttano i fondovalli dei fiumi (A22-A5-A32-A7-A23-A25-A16-A15)per il ns territorio finire la Siena-Grosseto ,sistemare e mantenere in maniera adeguata la Siena-Firenze consentirebbe di avere una alternativa gratuita alla A1 non indifferente,semmai l’errore si è già commesso con
          la variante alla S.R.429 da Poggibonsi a Empoli fatta a 2 corsie anziché a 4 .Questa ,secondo me, è la bretella fondamentale per la ns
          provincia e per la sua economia vista la possibilità di raggiungere sia il porto di Livorno sia l’aereoporto di Pisa.

          • quellodigracciano scrive:

            il Bezzini era superentusiasta all’inaugurazione…

          • Anonimo scrive:

            La Siena-Firenze ha il solo pregio di essere gratuita, per il resto è una stradaccia obsoleta che non rispetta lo standing delle due città. I tempi cambiano.

  4. VEDO NERO scrive:

    Stimolanti riflessioni su Matera. Riguardo alle manovre del PD locale penso che siano alla frutta, non c’era nessuno o quasi nessuno alle varie riunioni della pseudo Festa del PD, almeno io ci ho trovato sempre quattro gatti. Comunque vada è una delusione un Renzi per il ‘SI’ e un D’Alema, pessime credenziali di credibilità, per il ‘NO’. Come ci casca va sempre male. E poi se vincesse il ‘SI’, a aparte il discutibile risparmio sulla riduzione del Senato, non ci sarebbe l’abolizione di quell’obbrobrio delle 5 Regioni a Statuto Speciale, veri buchi di spesa senza fondo. Mi sembra una cosa gattopardesca: ‘cambiare perché tutto rimanga tutto uguale’.

  5. giacobbe scrive:

    Gentile vedo nero,
    Qui non si tratta di chi presenta il si o il no. È in gioco la costituzione. Se decidere di cambiarla come vogliono gli altri o se lasciarla com’è. Al di là del metodo con cui è stata elab se non ci capite niente cercate di farvela spiegare. Io lho letta, ci ho capito poco, me la sono fatta spirgare da chi sosteneva il si e da chi sosteneva il no.
    Ho fatto la mia scelta ( che credo si capisca bene)
    Buona leturaorata e proposta la riforma, di cui ho trattato altrove, è necessario leggerne le modifiche x assicurarsi che risponda ai bisogni dei cittadini come singoli e come comunità o se favorisce lobbyes, royaltyes e altri centri di potere .
    Leggetela, e

  6. giacobbe scrive:

    Tablet maledetto!

    • A.B. scrive:

      Non male leggere in serie vedo nero e giacobbe, preceduti da uno stimolante anonimo che non imbrocca un carattere che sia uno. Tra ricostruzioni storiche a dir poco originali (“l’autarchia ci ha in parte salvato dal nostro isolamento” è una perla di rara saggezza) e dilemmi costituzionali (tra il sì con Renzi e il no con d’alema cosa scegliere? Il forse con giacobbe) mi sorge un dubbio: non è che una partita di peyote, ma di quelle parecchio abbondanti, è stata dispersa nelle vasche dell’acquedotto del fiora?

      • giacobbe scrive:

        Cortese ab,
        Evidentemente mi sono spiegato male….ma , e pareva proprio in tua risposta, il mio criteriato contributo in materia referendaria accomagna le ragioni del no per questioni di metodo e di merito.ascoltando il pre del cons dei ministri in tv mi sono ancora piu convinto che la riforma sia sbagliata…e noto che più ne parla , meno ne rimane convinto anche lui ( la prossemica…)
        Riguardo ai pyote, preferisco un bel chianti!

      • VEDO NERO scrive:

        Autarchia nel senso che con il Monte bene o male garantiva il lavoro a molti senesi, la Fondazione finanziava molti progetti, qualcuno di dubbia utilità. Poi c’era l’Università, ancora immune da manovre politiche antisenesi, c’era l’indistria dolciaria, la Sapori e altri, che garantiva posti di lavoro. Eravamo viziati da questa realtà tranquilla, un’isola felice, pazienza che era sempre più difficle arrivare a Siena via treno o auto avevamo tutti qui. Purtroppo non si puo’ stare isolati a vita prima o poi il mondo ti raggiunge e ne stiamo pagando le conseguenze oltre ad avere dormito quando certi figuri hanno scippato la Banca ci troviamo svantaggiati a livello di comunicazione e recuperare in un Paese in crisi economica sarà molto difficile. Ricordo un articolo su ‘La Nazione’ anni ’80, stavano costruendo la Direttissima e la cronaca di Siena era accoppiata con quella di Arezzo, nella prima un tutolo a caratteri cubitali ‘PANEZIO CAVALLO DA PALIO’ in quella aretina ‘DECISO IL PERCORSO TOSCANO DELLA DIRETTISSIMA’, con tutto il rispetto per la nostra Tradizione, ma se i nostri politici si fossero interessati di più per qualche avvicinamento a Siena e se i media avessero evidenziato maggiormente la realizzazione della grande opera ferroviaria non sarebbe stato molto meglio? Il Palio bello, eccezionale, ma ricorda il nostro passato, grande, ma resta da solo senza un presente ed un futuro che sviluppi la nostra economia. E la Casta ci ha speculato sopra con i risultati che oggi vediamo. Basta sono troppo prolisso, ma spero di aver chiarito il mio concetto di autarchia che tante volte qualcuno alludesse al Ventennio non c’entra nulla.

        • A.B. scrive:

          Sinceramente stavo solo scherzando, comunque apprezzo molto lo sforzo che avete fatto per chiarire quanto avevate già espresso e ancora di più apprezzo il tono con il quale mi avete risposto. Per il referendum forse converrà aspettare che l’eretico apra le danze, già ho il prurito sulla punta dei polpastrelli.

  7. Paolo Panzieri scrive:

    Caro Raffaele,
    Tu dipingi Matera esattamente come la ricordo io.
    Senza un minimo di invidia (anzi) e con il massimo rispetto per Matera, mi chiedo, però, come si immaginerebbe un alieno sbarcato sul pianeta le altre città europee prendendo a paragone la loro attuale capitale della cultura.
    Come farebbe soltanto a figurarsi Parigi, Londra, Vienna, Roma o San Pietroburgo?
    Ma del resto pare proprio che il futuro dell’umanità sia purtroppo un fiorire ovunque di baraccopoli, favelas e ghetti, non molto dissimili, mutatis mutandis, dalle casupole e dalle grotte di Matera quando erano effettivamente abitate.
    Quindi si deve essere trattato di una scelta in prospettiva ….
    Molto Lungimirante.

  8. quellodigracciano scrive:

    Riflettevo su Renzi guardandolo e ascoltandolo a Porta a Porta….concetti da bambino delle medie,ansia di mostrare il più possibile l’iphone che aveva in mano,è uno che negli anni 80 al bar avrebbe avuto il collo rosso a forza di cotolette. Il problema è che ho paura che in quello che dice ci crede veramente,almeno Silviaccio lo sapeva di sparare cavolate.

    • giacobbe scrive:

      Gentile colligiano
      Come ho scritto sopra dai comportamenti e atteggiamenti si evince chiaramente che quanto il presidente del consiglio dei ministri sostiene, soprattutto sul referendum, non ci crede affatto, ma recita un copione scritto apposta per lui, seguendo uno schema abbastanza noto in psicologia dei media, alternando i registri se si rivolge ad un pubbloco generico, o ad un opppsitore diretto. In maniera migliorata e raffinata, ma credo dipenda dallo spossore del soggetto, ricorda il ministro gelmini che ripeteva a memoria, lei come un disco rotto , le ragioni della riforma della scuola.
      Suggerisco di rivedere tale intervento e , libero dai contenuti, osservare la gesricolazione, la postura e i, tono di voce.
      Eh si, qualcuno ha letto qualche libro…

    • bankor scrive:

      intanto iniziano le minacce
      goldman sachs:
      “il salvataggio di mps dipende dall’esito del referendum…gli investitori vogliono aspettare per capire come voterà l’italia….se renzi vincesse potrebbe salvare più facilmente la banca senese se non vincesse chi investirebbe nell’aumento di capitale in una situazione d’incertezza politica?….
      …se invece il governo renzi vincesse il referendum riceverebbe un via libera per il proseguimento delle riforme, così come richiesto dall’europa e auspicato dagli investitori”.
      Ricordate la campagna di stampa catastrofista sull’esito della brexit?
      oggi sono usciti i dati sulla produzione industriale del mese di luglio:
      UK + 0,2%
      germania -1.5%
      ma non doveva essere una catastrofe per UK ?

      • Cherubino scrive:

        Ecco, qualcuno finalmente coglie il triste senso dell’attualità politica (se così la vogliamo definire).
        Possiamo dimenarci quanto vogliamo, ma chi muove le marionette sono i grandi potentati della finanza: mega banche di investimento, fondi di investimento internazionali e quant’altro.
        Giusta l’osservazione di bankor (e di Giacobbe per esteso): la riforma costituzionale va bene se va bene a loro, mica al popolo italiano e ai suoi pseudorappresentanti,e laddove un Renzi qualunque si rifiutasse di sottostare a questa sorta di ricatti, l’aumento di capitale mostre di cui abbisogna Mps se lo potrebbe sottiscrivere lui per intero… con conseguente disastro economico e sociale per il nostro paese. Sì, perchè se salta Mps è un casino devastante!

        Certo che il Monte in quelle pezze non ce lo hanno messo i fondi di investimento, ma raffinati cervelloni nostrani

        • bankor scrive:

          infatti “le riforme che ci chiede l’europa” tradotto dal politichese significano deflazione salariale, smantellamento dello stato sociale, abbattimento della sovranità nazionale e drenaggio di risorse dai cittadini italiani verso le banche tedesche,
          prima monti nominato con lo spread a 600 punti poi il lettino(che adesso insegna politica a parigi) poi il bomba di rignano il climax della successione per il futuro prossimo suggerisce troika.
          Siamo tutti come la rana nella pentola con l’acqua tiepida e la fiamma al minimo; nessun margine di manovra ma ognuno a difesa del proprio orticello sempre più ristretto e la speranza ormai sempre più flebile che la gogna tocchi al vicino di casa.

    • VEDO NERO scrive:

      Renzi è un abile venditore di fumo, ma se penso che il suo antagonista è D’Alema il PD è messo proprio male! Dall’altra parte la destra non è messa meglio, il M5S sarà la nostra salvezza? Mah, vedo nero.

  9. Roberto scrive:

    Questo breve pezzo su Matera trasuda un certo senso di superiorità, e contemporaneamente di disagio dovuto probabilmente al fatto che non ci si aspetta tanta vitalità in una piccola città che sorge in mezzo al nulla, soprattutto confrontato alla realtà moribonda che viviamo tutti i giorni nella nostra città, di cui peraltro si lamenta lo stesso blogger.

    • Gostino(quello del colonnino) scrive:

      ci stiamo trasferendo tutti a matera,robertino!

      c’è già la fila alle Cerchiaia ed io vò a stà nel “Caveoso”.

      auh…Pora Sienina….chi la gode e ne dice male,avesse a fa’ la fine del maiale!

      • Roberto scrive:

        Io non dico male di Sienina, dico che è male amministrata. Se per te invece va tutto bene, buon per te. Goditi sto mortorio.

        • GOSTINO scrive:

          Amministrata da fare schifo ma sempre meglio che vivere a Matera dove la stazione ferroviaria più vicina è a Ferrandina e non c’è realmente da fare un cazzo nel raggio di 100km…poi fai te eh…basterebbe sgombrare di qua i SOLITI NOTI che è 70 anni rovinano tutto..

          • Roberto scrive:

            È come dici tu, e proprio per questo c’è da ammirare quello che riescono a fare pur essendo così isolati. Qui poco e niente.

  10. Fede Lenzi scrive:

    Posti che perdono l’anima… A Matera ci andai l’unica volta nel 2011, alla fine di vacanze pugliesi, e sinceramente ne ho un ricordo come di essere stato sulla luna. Non mi parve così turistica, ma piuttosto deserta, ed eravamo a fine luglio. Biasimai la gettata di cemento che tutto parea coprire, ma il ricordo è positivo, e prima o poi devo tornarci un 2 luglio, per la festa della Bruna, che secondo me deve essere uno spettacolo vero. Siena conserva la sua anima? Questa estate con mio grandissimo stupore mi sono trovato a bere un ottimo mohito in Pantaneto, ma proprio seduto ai tavolini fori. E appunto per Pantaneto di tavolini fori pareva ne fossero fioriti a centinaia. Che una macchina per passare, ovviamente a passo d’uomo, doveva fare una popo’ di gincana che nemmeno, e sinceramente rimasi basito. Perché dieci anni fa in Pantaneto se non si stava attenti si finiva sotto una macchina o un Pollicino. Ora si rischia di inciampare in un tavolino. Strada rivitalizzata? Ai lettori l’ardua risposta…
    PS
    Sempre quest’estate in un solo pomeriggio mi sono ritrovato a San Gimignano e Pienza : Sangi mi fa letteralmente cascare le braccia con tutti i suoi negozini inutili, e le fonti medievali in stato di totale abbandono. Pienza mi pare difendersi meglio dalle orde barbariche… e conservare un pelo più di anima.

  11. quellodigracciano scrive:

    Testuale pubblicato oggi sul profilo facebook di Sua Sanità governatore della Toscana Enrico Rossi:”Monte dei Paschi.
    Secondo le informazioni fornite dalla banca, il 70 per cento dei 24 miliardi di crediti deteriorati è stato concesso a pochi grandi imprenditori e non ad artigiani o piccole imprese.
    Di grazia, insisto, potete farci conoscere i nomi dei primi grandi cento beneficiari dei prestiti troppo facilmente concessi?
    Forse potremmo avere uno spaccato interessante di quel capitalismo di relazione che prende i soldi e non li restituisce.” SIAMO SU SCHERZI A PARTE?

  12. Simone Poli scrive:

    Caro Raffaele

    probabilmente Aliano (Carlo Levi) e il festival della paesologia (Franco Arminio) mi avevano predisposto alla meraviglia, tanto che la Lucania è rimasta in toto nel mio cuore.

    Tricarico, Pisticci, Tursi, la Craco fantasmatica.
    Un territorio ruvido che ti ammorbidisce gli occhi.

    Per non cantare la strada di notte che collega Potenza a Metaponto e che trasforma ogni paese in una grande navicella spaziale.
    Perchè una cosa distingue il loro territorio (e non è comparativamente soltanto il nostro portato della mezzadria disseminata) : loro hanno un’urbanistica semplice : c’è il paese e c’è la campagna.

    Di notte la strada a fondo valle vede i borghi in alto come astronavi imponenti : uno spettacolo che vale il viaggio da solo.

    E non aggiungo le persone (squisite e gentili) né tantomeno il mangiare (tanto, buono e a poco prezzo).
    Mi basta quel campeggio sul mare con la biblioteca.

    Matera è Matera, difficile oscurarla anche con il cattivo gusto dello sfruttamento.

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