Mps: “adesso è tutto Clarich” (e 2 Ps caustici)
Appuntamento di fine settimana ovviamente dedicato a Fondazione e banca Mps: poteva forse essere altrimenti, con ciò che sta accadendo? Visto il tiro al piccione, viene una voglia matta di difendere il professor Marcello Clarich, di fronte ai tanti senesoti che cercano spudoratamente di rifarsi l’imene attaccando a testa bassa il Presidente della Fondazione Mps.
Ad ogni buon conto, arrivati al capolinea, diciamocela tutta (caso Montigiani compreso), e forse mai come in questo caso: Siena – come collettività – si merita tutto ciò che sta accadendo alla banca. Tutto il resto non è noia: è solo materiale accessorio…
W CLARICH: MARCELLINO PANE E VINO HA RAGIONE DA VENDERE!
Abbiamo contestato Marcellino pane e vino sin da mezz’ora dopo che era arrivato (mentre i soliti “tesserati” scrivevano – come minimo – di aspettare, prima di giudicare, a riprova che chi era servo negli anni d’oro, continua ad esserlo anche nella Siena defribillata); ci fece quasi addormentare nella sua interminabile conferenza stampa di insediamento, e poi è stato un crescendo di previste delusioni (la più indecente? Forse il non essersi presentato in Consiglio comunale, pur essendo andato al Pala 4gatti a sdottorare, di fronte a 3 o 4 piddini, di banca e Fondazione), ma la scelta è certo ampia e variegata.
Ciò che ha detto Clarich a Danielito Magrini, in fin dei conti, è la pura constatazione dell’esistente: certo, può fare impressione che lo scriva il Presidente della moribonda Fondazione, dopo il black january in cui la banca di riferimento ha perso il 47% del proprio valore (Camilla Conti sul Giornale di oggi). Sì, essendo la pura verità fattuale, in questa città è roba da blogger, più che da gente da Cda: ma forse non è il caso di sottilizzare, ormai.
“Adesso è tutto Clarich”, ebbe a scrivere il Superavvocato De Mossi, illo tempore. Come dargli torto?
Ciò che è davvero stomachevole è il succitato tentativo di rifarsi la verginità di personaggi che ben conosciamo (dal bisindagato Valentini Bruno in giù), i quali ritengono di avere voce in capitolo per fare dichiarazioni di ogni sorta: pensino alle proprie memorie difensive, che è meglio per tutti (soprattutto per loro). Se avessero a cuore davvero la città, si sarebbero dimessi da mesi: non da settimane, da mesi.
La crepuscolare Siena del bisindagato Valentini, dunque, combatterà allo stremo delle forze, farà barricate per salvare la Direzione nella città cardioprotetta; ci sono dunque da erigere le prime barricate Porta Ovile e Porta Romana, per evitare che la sede legale dell’Usl vada verso Arezzo.
Li vediamo già, i nostri eroi Valentini-Mancuso-Scaramelli, muniti di sacchetti di sabbia e cavalli di frisia, a puntellare i punti nevralgici della città contro gli aretini.
Sudati, senza neanche potersi fare una doccetta d’ordinanza, il tris – biciclettamunito – sarà subito dopo a portare conforto, materiale e psicologico, ai volenterosi senesi che staranno cercando di replicare il glorioso 25 luglio 1526, tra Camollia e l’Antiporto, per evitare che la sede della banca se ne vada da Siena (senza il rischio di tornarci, statene tranquilli).
Poi arriverà un manipolo di giornalisti tesserati, di quelli proprio dell’Ordine dei giornalisti e delle cene conviviali con il Vescovo:
“Bisogna tutelare la collettività, i lavoratori, le famiglie e l’indotto” (ci arriverebbe anche un ragazzotto delle superiori, ma tant’è…). E subito dopo, abbassando il tono di voce, la domanda che davvero importa: “Oh, ma quando saremo fusi o aggregati o comprati, noi a favore di chi si deve scrivere? Siamo abituati ad un padrone solo, ora è tutto più complesso…”.
Il Dominus dottor Viola passerà, con carrozza d’ordinanza, a vedere come procedono i lavori, e si godrà, da par suo, lo spettacolo; ma tanto, in cuor suo, l’ha già detto, che la colpa è del territorio, con i correntisti che tolgono i dindini dai forzieri Mps (digli scemi!). E che non apprezzano eventi di straordinario impatto come quello del vino in Piazza Salimbeni: roba che se uno avesse tolto i soldi dal Monte, lunedì ce li rimette subito.
Versione senesota della Marianna di Delacroix, il bisindagato Valentini – a pettorale scoperto – alzerà la destra, allontanandosi dal muretto eretto con i sacchetti di sabbia: “Dottor Viola, dottor Viola: io, alla mia consorte che era preoccupatissima, l’altro giorno gliel’ho detto subito di non levare i soldi dalla nostra banca!”.
A quel punto, il dottor Viola si avvicinerà al Primo cittadino, con superiore accondiscendenza, sussurandogli:
“Bravi, bravi, bravi figliuoli: continuate a mettere sacchetti di sabbia e cavalli di frisia. Bisogna farle bene, queste barricate! Semmai, con tutta questa polvere che c’è, mi si sono un po’ sporcate le scarpe: chi è così gentile da pulirmele?”.
Ps 1 Nel frattempo, il reprobo numero uno, il cagionatore della disfatta Mps, tal Maurizio Montigiani, è sotto osservazione, forse per crimen lesae maiestatis. Come hanno scritto già in molti (perché è davvero la cosa più clamorosa): ai dipendenti Scaramelli e Valentini, mai mosso nessun addebito, da parte di Mps? Ah, già: con loro, la banca è cresciuta. Forse anche troppo?
Ps 2 Grande attesa ereticale per domani: c’è il Family day, per Zeus! A questo giro, a differenza del 2007, non ci andremo: è un’esperienza che, fatta una volta, ti segna vita natural durante.
Un’unica domanda, in attesa di vedere il concreto svolgimento dell’evento (ci sarà una fiumana di gente, statene certi): il pio sacerdote di Taverne d’Arbia, don Andrea Bechi, sarà della giornata romana, a tuonare a favore della famiglia fatta di maschioni e femmine ligie al focolare domestico?
Se del caso, sarà in piazza con cappello o senza, come in quel memorabile ultimo dell’anno a Budapest?
Ma chi diavolo e’ tale dalla riva? chi ce l’ ha chiamata? Torna a casa tua e vai a lavorare
Siete i soliti disfattisti … il Wine&Siena è fantastico! Una simil serra in plastica in stile arte povera da fiera di paese, davanti al Monte , rende l’idea dei tempi …. si brindi a Mussari, Vigni, Ceccuzzi, Valentini, PD, e via dicendo …
dopo il mangia viene il bevi, poi non c’è più niente
Ma è decisamente meglio il MANGIA E BEVI nel Torrione!!!!!!
Maestro,dopo c’è il ruttino…
Prosit !
Tutto meritano. Del peggio che potra’ancora capitare. La superbia e l’orgoglio vanno a cavallo e tornano a piedi.
Certo! Senza certo giornalismo il PDs-PD non avrebbe potuto esercitare il ferreo controllo delle conscienze,tipo Pravda collettiva…e il Partito (e annessi) non avrebbe potuto provocare il disastro. C’è un certo nesso di causalità.
Ma veniamo all’attualità più leggera. Devi commentarmi questo passo del Corsiena di oggi sulla querelle obitorio; mi sono subito chiesto, ingenuamente: nelle camere dei vivi perché si può portare tutto invece? Procurati il Regolamento per favore! (il ‘libero da ingombri’ è per meglio far fare ginnastica ai defunti nottetempo? grande sensibilità):
“Il divieto fa riferimento alla sicurezza dei locali. Il direttore sanitario del policlinico Santa Maria alle Scotte Silvia Briani spiega i motivi che hanno indotto l’addetto a respingere quel gonfalone di Sorano: “II regolamento aziendale esiste e dispone anche il materiale che si può introdurre dentro alle stanze mortuarie – afferma il direttore sanitario delle Scotte – In questo caso non si contesta l’immagine sacra, ma il fatto che vicino alle bare non possono essere esposti oggetti di alcun tipo, neppure i fiori e le corone dovrebbero essere presenti. E’ una questione di sicurezza, perchè non rispondiamo come azienda dei danni che gli oggetti possano arrecare ai frequentatori all’interno dell’obitorio, gli spazi devono essere liberi da ingombri”.
All’augusto padre dico – se non lo sa già! – che c’era stata un’interrogazione in Consiglio comunale del trio Falorni-Corsi-Bianchini, in merito; ritenuta non urgente, se ne riparlerà sine die.
Personalmente, mi pare che vietare la presenza di oggetti importanti per il defunto sia una discreta bischerata (anche se bisogna vedere caso per caso).
Tornando all’argomento del pezzo, mentre arriva l’ora X per Mps (peraltro prevedibile), si sbevazza a go go in Rocca: non è forse straordinariamente significativo? Sarà (è) abusato, ma il Titanic è d’obbligo, quanto a citazione…
L’eretico
Il problema è che sul Titanic ci siamo noi. Lora hanno una bella scialuppa di salvataggio fatto di tanti ricchi premi di produzione (????) ed aumento di stipendi alla barba del risparmio predicato ai semplici impiegati.
Il giornalismo locale? Totale assenza di atteggiamento critico nel porgere le informazioni. Tono encomiastico e retorico. Appello alle emozioni del pubblico. Hanno studiato Chomsky (o qualche riassunto).
Noam Chomsky:10 strategie della manipolazione.
1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni.
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3- La strategia della gradualità.
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
4- La strategia del differire.
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini.
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno” (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.
Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti.
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
“La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti …
9- Rafforzare l’auto-colpevolezza.
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!
10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono.
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.
Chapeau sincero a Groppone: ottimo ed abbondante l’intervento, che rappresenta realmente un valore aggiunto (come altri, più di altri)!
Tutto stimolante, davvero: in particolare i punti 1-4-7, più il finale, in tutto e per tutto.
Quanto a Chomsky, temo che i nostri tesserati l’abbiano sempre frequentato ben poco, forse giusto qualche bignamino per dare l’esamino a Scienze delle comunicazioni. Che tristezza, che tristezza, che tristezza…
L’eretico
Celebriamo un cristiano requiem per la nostra Città e un vaffan…o ai suoi affossatori. Poi una cosa che ancora non ho capito, ma la Fondazione a questo punto a che serve? E’ un ente inutile, conta quanto il 2 a briscola sono una trentina di impiegati con la loro tesserina a smazzare l’aria e basta. Clarich e compagni dovrebbero essere licenziati e basta. Per quello che riguarda la Direzione Generale se ci prenderà una banca straniera sarà meglio che una italiana perché avrà l’interesse di mantenere una rappresentanza in Italia e chi glielo farebbe fare di spendere per spostarla in altra sede. Nel caso ci prenda una banca italiana addio Siena perché una sede centrale in Italia l’avrebbe la Banca dominante, che non saremmo certo noi. Strano, ma se ci si riflette è così. Comunque vada ormai per Siena non sarà come prima.
Caro Vedo Nero
Penso che in tutto febbraio qualcosa si chiarirà nel sistema bancario. Di certo non può essere mantenuto un sistema appesantito di personale come è ora. Quindi compri chi compri tirerà le dovute coclusioni. Certo vendere i debiti inesigibili può giovare. Ed in particolare a ditte che li possano ritrovare, anche se ben nascosti.
Vedrei bene anche qualche buon bail in. Si un buon fallimento aggiusta molte cose.
La legge europea è ben fatta. Salvare i depositi fino a centomila euro è una cosa sociale, ma chi ha di più si arrangi. Non puo mica la collettività salvare i ricchi.
Ed anche gli impiegati devono subire la sorte di qualsiasi società privata.
Sentiremo presto le urla dei difensori delle cause perse. Quelli che per difendere tutto stanno facendo crollare l’europa…. Bene indietro non si può tornare.
Scusi Anonimo le banche mica sono imprese qualunque, guardi cosa ha scatenato un “buon fallimento” come quello di lehman brothers. Chi vuole che compri il mps con 47 miliardi di sofferenze? Prima verrà attuato il fallimento interno(bail in), proprio secondo i termini di quella “buona legge” da lei citata, dato che i depositi sopra 100mila euro non esistono più da tempo, con azzeramento dei titoli obbligazionari(subordinati e anche senior), poi verrà fatto uno spezzatino delle cose di valore da regalare a istituti stranieri, magari banche tedesche già rifinanziate dallo stato(400 mld) illo tempore prima dell’approvazione della “legge salva europa” da lei citata, oppure da quelle spagnole risanate dal sistema ESM nel quale l’Italia contribuisce per una sessantina di miliardi, questo è quello che lei si auspica e sicuramente sarà accontentato, logicamente sempre per salvare l’europa che esiste da qualche migliaio di anni e naturalmente sopravviverà anche a tutti noi, compreso l’unità monetaria, il trattato di maastricht, quello di shengen, basilea 1 2 3…, la BCE di draghi, prodi, la merkell e renzi, duisemberg, bini smaghi, il senatore a vita monti, letta, …….e anche il bail in
Caro Bankor
Mi permetto di replicare. In tanto la crisi non fu innescata dalla Leman semmai fu l’effetto. La bolla dei subprime accese la miccia il resto è deflagazione. E non pensi che sia finita ce ne sarà minimo per un decennio. Quindi sarebbe bene che uno si attrezzi per resistere. Chiaramente facendo con la sua testa. Faccio un esempio:
La deflazione attuale è dovuta ai debiti e in giro per il mondo ce ne sono tanti. I creditori non li vogliono azzerare, intendo nazioni tipo la Cina, la Russia ed altri.
Quindi è del tutto inutile fare poliche espansive degli anni venti, tipo Keynes. O peggio stampare moneta. La nostra Europa si ritroverebbe senza materie prime.
Immaginiamoci le conseguenze del caso.
Meglio non dare retta ai nostri politico economi ho detto economi.
Riguardo al Mps stia tranquillo un matrimonio verra fatto, è presente in un territorio che fa gola a tanti. E in giro per il mondo ce ne sono tanti che 100 milirdi più o meno fanno lo stesso.
Un saluto perché devo rientrare a Lugano
A ogni ortografia corrisponde un’etica.
titoli di coda per la Siena “anomala”: ricca (come il miglior settentrione) e statalista (come il profondo meridione)..in futuro potrà essere solo una delle due
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…. dunque cerchiamo di ricapitolare:
sembra che fra non molto (eh sì, ora ci siamo davvero!), quelli che riscuotono i pingui stipendi piovuti più o meno dall’alto (giustificatissimi!!!… per carità di dio), se vorranno vedere l’accredito al 27 dovranno come minimo muovere il deretano dalla seggiola saldamente ancorata sulle lastre o dintorni, e il suddetto deretano se lo dovranno massacrare per benino.
Ah! .. dimenticavo: c’è anche la possibilità che il deretano di cui sopra sia fortemente a rischio nei nuovi scenari…
Ecco, forse qualcuno si sveglierà e comincerà a chiedere conto dell’accaduto.
Come dite….? Troppo tardi?
Noooo! ci mancherebbe ! per svegliarsi c’è sempre tempo…
Caro eretico,
Hai perfettamente ragione in tutto e per tutto!
La predica del codazzo connivente che ha permesso che da quesa città partissero 18 miliardi in 10 anni, è veramente disgustosa!
Mi viene comunque da fare una constatazione!
La banca e la fondazione sono state distrutte dalla politica, non dai lavoratori, quindi se ora c’è da salvare il salvabile – leva a Siena anche il reddito di chi lavora in Direzione e vedremo cosa rimane – chi, se non la politica, deve battersi le gambe nel culo e darsi da fare ?
Mi dicono i bene informati che le nostre penne in bianco (giornalisti con tessera e non), politicanti indagati e non, montepaschini superstiti e non, sono a caccia della cassetta (introvabile, pare) del film dell’Albero degli zoccoli(i finale, mi raccomando) del grande Olmi per apprendere i rudimenti del bergamasco doc. Ancora non sanno qualche sedere leccare (e forse non lo sapranno mai)ma intanto si portano avanti con la….lingua
Perfettamente d’accordo con te. Come puoi vedere avevo postato ieri mattina nel mio profilo Facebook una considerazione più o meno identica alla tua.
Come nel caso di Antonveneta, oggi criticata da tutti ma, al momento della decisione osteggiata da pochissimi, anche sulla Fondazione MPS ora sono tutti bravi a (s)parlare, anche quelli che sono stati sempre allineati o “adulatori porofessionisti”.
Per esempio andate a consultare i verbali del Consiglio Comunale e di quello Provinciale per vedere quali partiti e quali persone hanno sempre votato contro, o a favore, degli atti di indirizzo, anche dopo la scellerata acquisizione Antonveneta e i bilanci del MPS finti. Gran parte degli attuali “chiacchieroni moralizzatori” sono tra quelli.
Ma, come detto, la storia non si cancella, e noi siamo in possesso di tutti i documenti utili alla memoria storica.
Stasera durante il talk show a Siena TV condotto da Magrini il presidente di confcommercio Stefano Bernardini elogiando la manifestazione Wine&Siena continua ad usare una strana coniugazione del verbo andare ovvero “VADINO”.
Non osando pensare che cotal presidente usi dialetto poco forbito e considerando il fatto che il giornalista presente di indubbia cultura (Magrini) non ha fatto una piega, chiederei al professore blogger se di neologismo dalla smart city invece si tratti.
Caro Raffaele
non ho capito se ti irrita di più l’ipocrisia selettiva dell’informazione o se ti dispiace alquanto la persuasione tardiva del coro.
La musica sta per essere amplificata dagli eventi e mi sembra di sentire l’ouverture di Verdi nella forza del destino. Secondo alcune vicissitudini opera sfortunata ma il dettaglio che ci interessa si trova nel libretto.
Nella prima edizione un recitativo “fallì l’impresa” (per scaramanzia) fu poi mutato in “vana impresa” ( e la nemesi terminologica – in chiave senese- rimane comunque…).
Però c’è un’immagine in questo tuo ultimo testo che non mi convince (e secondo me ti è anche scappata). Riacquistare la verginità infatti non serve a nulla. Anzi.
Il passato conta, eccome se conta.
Ad un certo punto della storia ecclesiale c’è stato un pontefice che privilegiava la destinazione e non la provenienza, come se la provenienza non determinasse (influenzasse) la destinazione.
Li vederete dai frutti , certo , ma il mio albicocco non fa le pere (e come vedi sono riuscito ad evitare il peccato originale…). L’origine di tutti i mali però non è la mela, tanto meno la donna.
Perchè dunque utilizzi l’imene come sinonimo od equivalente di credibilità ?
Non dirmi che anche a te piace la retorica della madonna…
Ricostruire un dato naturale non significa necessariamente esprimersi sul merito della storia ed essere credibili (o dire semplicemente la verità). Che logica sarebbe il contrario ?
Se io dico una cosa vera e giusta questa non ha niente a che fare con chi la dice.
In sé e per sé rimane valida.
Se fosse vero quello che dici tu non avrebbe alcun senso discutere.
Parlare per rifarsi una verginità (scusa – ma non riesco a digerire la purezza di questa immagine…) è come pretendere un velo nemmeno tanto metaforico sull’esperienza delle donne.
E di velo in velo come sai si può inclinare in derive fanatiche (perché l’autonomia della donna fa paura).
Forse una donna che ha amato (oppure scopato) non è priva di ambiguità, ovviamente quando lo vuole essere ?
In termini più crudi e diretti : una donna (a maggior ragione : una mamma) non è degna di una parola autorevole e credibile ?
Ma che c’entra la verginità con la pertinenza ?
E se proprio vogliamo cogliere il segno della conoscenza…magari una donna d’esperienza avrebbe evitato certi incauti acquisti (pur essenso schiavizzata dal luogo comune dello shopping compulsivo).
Tuttavia non riesco a scegliere quale immagine mi vibri di più in dissonanza.
Nelle mie corde non c’è nemmeno la riunione conviviale.
Riconosco di essere fuori dal mondo quando penso che il giornalista dovrebbe evitare la confidenza perfino delle fonti (non ho detto la lusinga , ho detto la confidenza).
La lusinga non la puoi evitare (la ricevi) , la confidenza è il tuo modo di renderti vulnerabile.
Il giornalista in fondo è un solitario da redazione.
Poi certo c’è anche chi riesce a restare autonomo, ugualmente.
Che non significa essere un bravo giornalista (l’autonomia è il presupposto , poi c’è il metodo, la volontà , la capacità di documentarsi, di interrogare le fonti senza farsi strumentalizzare, se vuoi c’è l’arte più che la scienza).
L’esempio più clamoroso che ci viene in mente, pensando a Siena è – come hai ribadito più volte – l’assenza di domande. Se uno non sa capire, né chiedere, figuriamoci indagare, come fa ad incalzare chi non sa ancora nulla in chiave gestionale e politica ?
Perchè dopo le lodi iniziali è stato detto che nessuno sapeva nulla.
Si arriva a parlare di anime gemelle e poi si scopre che era un bidone bucato.
Perchè la domanda sul bidone bucato rimane irrisolta ?
Nessuno sapeva che era un bidone ?
Pollaggine e basta ?
L’autonomia è il bene più prezioso, stimola l’intelligenza e la capacità di raccontare e spiegare i fatti. E’ autonoma paradossalmente (lo dice Gesù) proprio una donna come la Maddalena.
L’autonomia dallo spirito del tempo si ricama senza ordito.
Tu dici : va dimostrata la libertà.
Certo che va dimostrata (io preferirei vissuta, semplicemente vissuta).
Ma si è liberi anche di seguire delle regole.
E allora ti chiedo : chi si è attenuto alle regole scritte e alle regole non scritte (opportunità) non è ugualmente libero ?
La libertà non è essere minoranza, la libertà è rivendicare quello che si sta facendo.
Prendi il magistrato (il suo ruolo).
Dovrebbe stare sulla torre d’avorio, impermeabile , imparziale.
Poi non ce la fai e come Canzio diventi la voce della Cassazione… : “La crisi del primato della legge impone innanzitutto al legislatore di esercitare l’ars legiferandi con sapienza, formulando norme chiare, precise, comprensibili, conoscibili, osservabili, precedute dall’analisi di sostenibilità qualitativa e quantitativa e di empirica verificabilità della fattispecie normata”.
Roba che se uno ha orecchie per intendere si dimette subito da parlamentare e da membro del Governo. Capisci ?
E ancora… “Sarebbe anche auspicabile che il legislatore evitasse d’intervenire con modifiche troppo frequenti, spesso ispirate a logiche emergenziali, poco attente ai profili sistematici dell’ordinamento, rendendo così difficile il formarsi di orientamenti giurisprudenziali di lungo periodo e per ciò stesso più stabili e affidabili”.
E’ l’Italia la vera bad bank.
Quello che si può dire comunque è che l’origine (culturale) delle persone determina il loro percorso e la loro meta.Il papa che chiedeva dove state andando dimenticava che stavano andando proprio perché stavano venendo. E noi stiamo venendo dall’abdicazione della sinistra.
A quelli che stavano venendo da una bellezza unica verrà normale rispondere che rimangono nello stesso territorio.
A quelli che stavano venendo da un potere ricco mancherà tutto.
La Siena ideale è la prima.
La verginità invece assomiglia a quel potere ricco che non sa nulla di se stesso.
Infine.
Quando parli della collettività senese io sento il bisogno di fare una distinzione ulteriore.
Schematizzando :
– se ascolti Aurigi (ho ancora gli originali delle sue pubblicazioni collettive) l’origine di tutti i mali è la privatizzazione e le sue modalità (coincidenti con le ambizioni e gli interessi dei protagonisti di allora).
– se ricordi gli avvenimenti successivi (avvenuti in forza di una legge che li ha determinati) ti accorgi che sono venute meno (per boicottaggio nazionale) le personalità in grado di traghettare questo cambiamento epocale.
– se ascolti Falaschi il dramma è stato far decidere l’ordine del giorno ai politici e non ai tecnici ( e quindi chi poteva essere una risorsa “visionaria” per la città – tanto da diventare un competitore temibile a livello nazionale e quindi da fermare con l’incompatibilità sopravvenuta – potrebbe aver agito senza prudenza e quindi, in definitiva, minando alle basi l’autoprotezione istituzionale).
Chi doveva preservare ? Chi doveva proteggere ?
La citta medesima ?
Se non sbaglio la quota di controllo non è mai stata oggetto di vera discussione (si sono criticati, dopo, gli acquisti improvvidi).
Quello che è certo dunque è che si è comprato qualcosa senza sapere cosa si stava comprando (e questa è madornale).
Ma se uno mi dice (parlando di anime gemelle) pensavo che fossimo tali, sono portato a riternerlo verosimile nella sua premessa.
Ma se dopo succede che i gemelli non sono tali (che ho comprato un bidone bucato) beh allora t’incazzi, pretendi spiegazioni, esigi la verità fino in fondo.
E’ tutto questo che manca alla collettività (mentre non sono mancate le voci critiche su quell’acquisto, basta riprendere “La Balzana” di quel periodo per averne contezza).
Ora siamo alla fine che però dovrà necessariamente diventare un nuovo inizio.
Non una nuova verginità.
Caro Simone,
intervento un po’ lunghino, ma sempre stimolante; per non tediare i lettori, la questione della verginità: converrai che è un modo di dire che – a livello di polemica giornalistica soprattutto – si utilizza più che spesso. Senza attinenza diretta al significato che ha nei confronti dello status di una donna…
A Riccardo, sul VADINO di Stefano Bernardini: ovviamente non è un neologismo della Siena smart (come dicevi con gustosa ironia), bensì è un errore macroscopico, e certo non casuale. Ma attenzione: non lo si può dire, perché il Bernardini è sempre dalla parte giusta, e poi – se uno fa notare certe cosette – è solo un radical chic…
Per concludere, Repubblica oggi spara l’indiscrezione del matrimonio di Mps con Poste italiane!
Buona domenica a tutti, dunque…
L’eretico
Ed è qui che ti sbagli, caro professore. Non si tratta di errore madornale, ma di citazione fantozziana. “Vadi, Fantozzi, vadi.” “Venghi, Filini, venghi.” Ricordi la mitica scena della partita a tennis? “Fantozzi, batti?” ” Che fa, Filini, mi da’ del tu?” “No, dicevo, batti lei?” Come vedi, è un gustoso e colto modo di esprimersi. Che tra l’altro, data la squinternata, laida e servile umanità descritta dai primi capolavori Villaggeschi, si attaglia perfettamente alla realtà di Siena e dei senesi.
Eravate voi, vasellinati e inebriati, a cacciare i “piccioli” che avevate messo, quali vostri risparmi, nella banca più antica e solida del Mondo. Come l’asse degli compari Rossi-Mussari-Bisi-Raffi, vi aveva convinto che fosse.
A Mario Ascheri del 29 gennaio h 23,20:
riferito al divieto di esposizione del gonfalone di Sorano nell’Obitorio delle Scotte per motivi di sicurezza, deve sapere che il 24 e 25 febbraio 2016 c’era la bandiera della Pubblica Assistenza, con tanto di grossa ASTA METALLICA, dietro ad un defunto esposto in una sala dell’Obitorio di Siena Scotte.
Questa non era pericolosa?
O è pericoloso solo quella che pare alla comunista Briani!
MEMENTO BISI……
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