La domenica del villaggio: il Sinodo, un film, il Gran Muftì ed altro…
Appuntamento culturale della domenica con molta carne al fuoco, as usual: un commento sul Sinodo conclusosi ieri; la recensione del film “Dheepan”; l’uso politico della Storia da parte del Premier israeliano Netanyahu; una riflessione terminologico-fitnica, per concludere.
Buona lettura a tutti!
HA VINTO PAPA FRANCESCO?
Dunque ieri si è concluso il tanto atteso – dai cattolici, ma non solo – Sinodo incentrato sulla famiglia, con tutti gli annessi e connessi. Ha vinto o no, Papa Francesco?
I filofrancescani a prescindere – vedasi lo storico Melloni, per fare un esempio – esultano, vedendo il passo avanti (indubbiamente tale) dell’apertura ai divorziati ed all’Eucarestia; i tradizionalisti anti-Francesco (primus inter pares Antonio Socci, oggi su Libero) esultano per il motivo opposto: Francesco è in minoranza, ed è riuscito ad ottenere un brodino caldo solo grazie a forzature procedurali.
In effetti, in questo caso obtorto collo dobbiamo dire che il giornalista senese ha ragione, in larga parte: a parte i toni e l’entusiasmo poco trattenuto (poi dicono dei bloggers…), come dargli torto?
L’omosessualità (che sembrava dovere essere tema centrale, o quasi), è stata del tutto abbandonata (stralciata), ed il caso del monsignore polacco ha dimostrato che la Chiesa è sempre la Chiesa: si può essere omosessuali, è sufficiente non dirlo…
Quanto alla Eucarestia, l’obiettivo (raggiunto con un solo voto!) è stato ottenuto, in base al già famoso “compromesso tedesco”, propugnato dall’Arcivescovo di Monaco Marx (ironia della Storia), autentico king maker del Sinodo stesso. Sulla base del “discernimento”, parola chiave dell’evento, ogni parroco – sotto l’egida vescovile – può decidere se comunicare o meno il divorziato/a. Pare del tutto evidente il rischio che si creino sacerdoti davanti ai quali si formeranno file di credenti separati, e preti che sbrigheranno il tutto in pochi attimi.
Un compromesso verso l’alto o al ribasso? Di certo, molto cattolico, come era forse inevitabile; ma allora, la carica dirompente della novitas francescana ha perso la sua spinta propulsiva?
Di certo, Francesco ha ottenuto meno di quanto si aspettasse, e la Chiesa è più divisa e lacerata che mai. Se il Pontefice in carica vorrà andare avanti – e solo lui lo potrebbe fare, stante la sua popolarità – qualunque soluzione sarebbe possibile. A Papa dirompente, novità dirompenti: non uscite da questo Sinodo, però.
Anche una scissione dei tradizionalisti, evocata da Socci. Il momento – chiunque lo può capire – è davvero storico…
“DHEEPAN”
Palma d’oro all’ultimo Cannes, l’ultimo film di Jacques Audiard è uscito nei giorni scorsi in Italia. Pellicola sull’integrazione, storia di una “famiglia” (in realtà, tre sconosciuti che si mettono insieme per fuggire dallo Sri Lanka infestato dalla guerra civile) che arriva in una banlieu francese (Parigi? Potrebbe essere qualunque altra città). Trovano lavoro come custodi di un grande caseggiato di case popolari, funestato da gang criminali dedite a spaccio et alia. Lui, inizia ad amare lei; lei, pare confusa, nonchè irretita da un boss locale, dal quale va a cucinare.
Il pre-finale, è una citazione da “Taxi driver”, con il protagonista che sale le scale come De Niro nel capolavoro di Scorsese.
Film ben girato, asciutto ed essenziale: si può dire che, forse, fuori dalla Francia non avrebbe trionfato come invece accaduto a Cannes cinque mesi or sono?
Postilla, come chiave di lettura del film (una delle): il peggiore dei maschi occidentali (il delinquente francese, bianco), ha più appeal verso la donna cingalese del migliore dei maschi di cultura indiana. Audiard questo sembra volere dire, e c’è da rifletterci.
ISRAELE ED IL NAZISMO
Clamoroso a Gerusalemme: il Premier Bibi Netanyahu ha detto che fu il Gran Muftì di Gerusalemme – massima autorità islamica, in loco – a consigliare Hitler ad andare verso l’Endlosung, la Soluzione finale. Il tutto sarebbe avvenuto durante un incontro del 1941.
Uso politico – dunque distorto – della Storia, al massimo grado: Habermas docet. E ciò che è più grave, è che la panzana del Premier di Israele rischia di fare passare come panzana anche ciò che tale assolutamente non è: cioè il feroce antisemitismo del Gran Muftì! Muhammad Amin Al Husseini fu infatti un antisemita feroce, amico di Eichmann, propugnatore della Shoah: ma certo non c’era bisogno di lui, per arrivare dove si arrivò.
Con una curiosità: il padre del Primo Ministro, è stato uno dei più ascoltati storici della Destra ultrasionista israeliana. Figlio davvero degenere, Bibi…
FITWALKING O NORDIC WALKING?
Concludiamo con leggerezza fitnica, dopo argomenti pesantini: oggi il Corriere Salute (benemerito inserto sulla Salute in uscita ogni domenica sul Corriere della sera) dedica un paio di pagine a magnificare le camminate all’aria aperta. Con noi (e speriamo non solo con noi) sfonda una porta apertissima: camminare fa bene al sistema cardiovascolare, ai neuroni, ai polmoni, all’osteoporosi per chi è avanti con gli anni, insomma a tutto. In più, praticamente è senza controindicazioni.
Poi, però, si inizia a parlare di Fitwalking e di Nordic walking; ora, a parte il solito eccesso di esterofilia sui nomi, osiamo domandarci, e domandare ai lettori della rubrica domenicale: ma che differenza ci sarebbe mai, tra le due cose, al netto dei bastoncini da Nordic? Chi me lo spiega, è bravo…
Ps Martedì 27 – come già scritto – alla libreria Senese appuntamento con “Una storia violenta”, il libro definitivo (per quanto di definitivo ci sia nella Storia) sul periodo 1919-1922 a Siena: nascita del Fascismo, e non solo. Anche una carrellata delle più importanti figure della Siena di allora, per esempio.
Ne parlerò con l’autore, Gabriele Maccianti, e con lo storico Daniele Pasquinucci; al termine, ovviamente, domande per tutti!
Quindi bocciato Netanyahu perché non conosce la storia del suo popolo. Eh caro Neta, dovresti saperlo che è esistito il nazifascismo ma non il nazislamismo, quindi che c—zo dici?
Vero: il “nazislamismo” non è mai esistito, ma è storia che ci siano stati reiterati, significativi contatti tra le due parti.
Compresa una poco conosciuta avventura Irakena nel 1941, finita male per l’Asse.
Inoltre la 13^ divisione SS “Handshar” era composta da mussulmani bosniaci.
Mentre la 21^ “Skanderbeg” era formata da albanesi.
C’erano anche una legione indiana, perfino un’altra inglese, la “Saint George England” e che i francesi della divisione “Charlemagne” abbiano combattuto fino all’ultimo sui ruderi della cancelleria del Reich a Berlino nel ’45, ma è innegabile che ci fossero numerosi punti di contatto tra le due parti e non solo sul tema dell’antisemitismo.
Del resto sono notissime le fotografie di Mussolini a cavallo con la spada dell’Islam.
Da Wikipedia: La Spada dell’Islam (in arabo: سيف الإسلا , Sayf al-Islām) venne consegnata a titolo onorifico da un capo berbero a Mussolini il 20 marzo 1937 nell’oasi di Burgara, nei pressi di Tripoli.
Mussolini si fece onorare col titolo di “protettore dell’Islam” (حامي الإسلام, Hāmī al-Islām ), e la cerimonia si concluse con le salve di cannone e con lo schieramento di 2.600 cavalieri. La spada, con l’elsa in oro massiccio, era stata fatta realizzare da Mussolini stesso dalla ditta artigiana di Firenze, Picchiani e Barlacchi. Fu poi portata da Mussolini in piazza Castello a Tripoli con la promessa che l’Italia fascista avrebbe protetto secondo le leggi del Profeta dell’Islam le popolazioni musulmane delle colonie italiane.
L’anno dopo, il 28 ottobre 1938, nel sedicesimo anniversario della marcia su Roma, fu inaugurato nella piazza di Tripoli un monumento in onore di Mussolini con un basamento in travertino che recitava:
« A Benito Mussolini pacificatore delle genti, redentore della terra di Libia, le popolazioni memori e fiere dove fiammeggiò la Spada dell’Islam consacrano nel segno del Littorio una fedeltà che sfida il destino. »
Caro Panzieri, concordo con tutte le informazioni che hai scritto e siccome mi sembri interessato all’argomento mi permetto di consigliarti il libro “Il fascio e la mezzaluna” di Manfredi Martelli, sangimignanese doc. Uscì una decina di anni fa e, all’epoca, lo trovai molto interessante e sopratutto ricchissimo di notizie. Se un giorno avrò tempo senz’altro lo rileggerò.
Grazie del consiglio Sig. Fantini.
A tempo perso mi interesso di storia.
Il mio periodo di riferimento preferito, però, sono le invasioni barbariche / l’alto medioevo.
Attualmente ho in atto un “piano quinquennale” per la (ri)lettura del Gibbon in edizione integrale, reperita (dopo anni di inutili ricerche) in e-book a 2 euro (!!). Bellissima – tra l’altro – la traduzione ottocentesca.
Mi resta, quindi, pochissimo spazio a disposizione per altri testi.
a che ora martedì, eretico?
Martedì alle 18 in punto, alla Senese!
Oggi persino Il Corriere di Siena pubblicizza l’evento: bene così…
A “Vedo nero”: è esattamente ciò che sottintendevo io. Mi pare che possano esserci SOLO interessi commerciali, dietro siffatta distinzione tra nordic walking e fitwalking.
L’eretico
Ottime analisi su tutti gli argomenti. L’unica osservazione è sulla differenza tra fitwalking e nordic walking; per me personalmente è la soita manfrina per pubblicizzare degli arnesi pseudo sportivi come i bastoncini, semplicemente superflui e costosi, ma qualcuno, le multinazionali sportive, ci vuole sempre guadagnare alle spalle di noi massa di consumatori potenziali. Camminare, camminare con calma e senza strafare, se stanchi riposare e bere tanta acqua di rubinetto non minerale, che quella di Siena è già ricca di suo in sali minerali, è un po’ ricca di calcio, ma questo è utile a prevenire l’infarto e la pressione alta e l’osteoporosi. Se poi il calcare rovina le lavatrici ci sono tanti prodotti per eliminarlo, i benefici sono sempre maggiori dei difetti.
Per quanto riguarda le differenze.. io appartengo alla corrente di pensiero che crede abbastanza fermamente, nel complotto. Quello messo in atto dalle lobby, …delle “scarpe comode”. Che si contrappone al più classico “movimento” trasversale, purtroppo in declino, del “mah,..io gli do un gotto, anche se inciampo”.
Ciao a tutti, una doverosa precisazione sull’uso dei bastoncini da nordic walking: se utilizzati correttamente – non come un bastone per andare a funghi nel bosco – garantiscono una perfetta postura, addominali in corretta tensione, e soprattutto fanno lavorare anche la parte superiore del corpo. Provare per credere! Ovviamente prima bisogna spendere una mezz’ora in compagnia di un istruttore qualificato che ne spieghi l’utilizzo, altrimenti sono soldi buttati!
Cara Babetta,
grazie davvero della precisazione, ma nessun desiderio di polemizzare con il nordic walking, anzi! Concordo dunque in tutto ciò che hai scritto, e ci mancherebbe altro: ma neanche tu mi hai chiarito la differenza – al netto dei bastoncini – tra n.w. e fitwalking…
Ps Oggi anche La Nazione – meglio tardi che mai – ha scritto della conferenza di stasera alla Senese sul libro del Maccianti: a stasera, dunque!
L’eretico
Per rendere ancor più “polifonico” l’articolo, vorrei portare il punto di vista (peraltro complementare e non contrastante con quello dell’Eretico) di un cattolico non particolarmente tradizionalista, ma un po’ sconcertato da Papa Francesco.
Parto dal Sinodo: l’idea di fondo di Bergoglio è sempre la stessa, e cioè che la Chiesa è un “ospedale da campo” che deve accogliere tutti, dunque anche i divorziati. Molto bene; faccio però due obiezioni.
1) Credo che certi cambiamenti profondi, pastorali o dogmatici che siano, debbano passare per un’elaborazione dottrinale approfondita, che tenga quanto meno presente il Vangelo e, nel caso concreto, il fatto che il “divieto di ripudio” è uno dei pochi detti gesuani sulla cui autenticità non ci sono quasi dubbi (al di là di Mc 10,2 ss., è particolarmente indicativo 1Cor 7,10-11). Il che non vuol dire che non ci sia spazio per interpretazioni meno letterali del discorso (basti pensare al divieto di giuramento: Mt 5,37 e Gc 5,12).
2) Se anche la Chiesa fosse un ospedale da campo, non è che per questo ai “malati” (uso questo termine solo per restare in metafora) non vada imposta nessuna terapia. Come è stato ben detto, questo è “l’aspetto forse più inquietante del magistero di Papa Francesco: far credere che vi sia un’alternativa insanabile fra rigore dottrinale e misericordia. Ma il Padreterno è prima di tutto giusto nel distribuire premio e castigo” (A. Gnocchi).
Più in generale, mi pare che Papa Francesco porti avanti un equivoco di fondo, che è quello di voler per forza piacere a tutti, al “mondo” (col risultato che gli atei lo apprezzano, ma in chiesa non ci vengono; i credenti, se ne vanno). Laudato si’, per chi l’ha letta, appare chiaramente come un testo politico ed ecologista, non un’Enciclica; ma così si rischia di cadere nella tentazione di Lc. 4,7: “ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo” (ecco, così mi becco una scomunica…).