Rai: di Renzi, di più (e 5 Ps senesoti)
Se ormai financo Ezio Mauro – direttore dell’house organ non ufficiale di Renzi, Repubblica – inizia a scrivere di “Palude” a proposito del renzismo e delle nomine Rai (“semplicemente, la governance della più grande azienda culturale del Paese è al di sotto di ogni aspettativa”, 6 agosto), offrendoci giudizi trancianti sullo “statista” rignanese, vuole dire che sta arrivando – meglio tardi che mai – ciò che l’eretico auspicava da tempo: il momento cioè nel quale “renzismo” si possa sovrapporre a “berlusconismo” e, soprattutto, a “craxismo”.
Con le nomine Rai, finalmente ci siamo: dopo avere gettato in pieno la maschera sulla Giustizia (con la sua espressione sul Parlamento che non deve essere “il passacarte della Procura di Trani”, e con la Legge sul Falso in bilancio che fa davvero rimpiangere quella di Silvione), oggi anche la meritocrazia in salsa televisiva si rivela il bluff che ci si aspettava.
Guardiamo al Cda: rispolverato il Patto del Nazareno in tutto e per tutto; a parte Freccero (votato sull’asse 5stelle-Sel), che può stare simpatico o meno, ma ha un’esperienza ed una conoscenza del mezzo televisivo che pochi altri possono vantare in Italia, sugli altri scende l’imbarazzo generale; fra tutti – anche se ci dispiace tralasciare la figura dello spin doctor renziano Guelfo Guelfi, da Lotta continua a Renzi (parabola di molti, eh?) -, la figura imperdibile è di certo tale (fino a tre giorni fa) Rita Borioni.
Chi era costei, chiede il don Abbondio che è in noi?
Veniamo a sapere che si professa storica dell’arte, in quanto appunto laureata in storia dell’Arte; non c’entra ovviamente alcunché che sia vicinissima tanto al renzianissimo Andrea Marcucci (Presidente della Commissione istruzione e cultura del Senato), quanto all’ex dalemiano, bersaniano, attualmente renziano (per quanto ancora?) Matteo Orfini, Presidente del Pd.
Per la bellezza di 11 anni, la Borioni è stata collaboratrice parlamentare (non si possono usare altri termini, tipo “porta…”) diessina alla Camera, per poi diventarlo – per 5 anni – al Senato. Leggermente, impercettibilmente targata Pd, insomma.
Unica esperienza televisiva, Red tv (la televisione più dalemiana di D’Alema), ove condusse un programma – che purtroppo ci siamo persi, perdinci – dall’impegnativo titolo di “Stendhal” (forse un renziano ante litteram?).
Ma la chicca delle chicche, a nostro modestissimo parere, è la seguente: per cercare evidentemente una penosa captatio benevolentiae verso i precari della Rai, eccola dirci – in una delle tante interviste di queste ore – che “all’inizio della mia carriera ho lavorato anche gratis”.
Perdirindindina: la Borioni, l’esimia storica dell’arte, ha lavorato anche gratis; all’inizio della carriera (?), però: da assistente parlamentare, invece, veniva pagata. Da chi, di grazia?
Ps 1 Leggo degli animalisti europei (Pae, nisi fallor) che verrebbero a Sienina a protestare in occasione del prossimo Palio; bisognerebbe che qualcuno organizzasse una contromanifestazione, in cui – con il massimo della gentilezza, senza ironia – si facesse loro capire che la collettività senese spende TROPPI SOLDI per i cavalli: soldini che sarebbe meglio (molto meglio) destinare agli anziani bisognosi e ad altre categorie in difficoltà, come detto altre volte.
Ps 2 Tale Masignani, leader degli albergatori Confesercenti (Pallai, per capirsi), plaude incondizionatamente alla “Divina bellezza” di Civita. Chi l’avrebbe detto, o anche solo immaginato? Chissà che direbbe, se esistesse un Santa Maria funzionante, questo Masignani…
Ps 3 A proposito di Sms: il buon Sunto ha subito scovato la Determina giusta (numero 1201), che designa il profilo per diventare il Megadirettore galattico del Santa Maria. Deve essere un fund raiser e, soprattutto, deve essere un conoscitore di Siena, della sua arte e della sua storia: e sarà Valentini Bruno a certificarlo? Siamo alla farsa, e nemmeno divertente.
Ps 4 Unico Ps non senesota; in attesa di tornarci domenica, mi chiedo, e chiedo ai lettori: ma l’Alto Adige (non il Trentino, l’Alto Adige), bisogna proprio tenercelo in tutti i casi? Domenica vi dirò cosa ne penso, anche se i più vispi l’avranno già capito…
Ps 5 L’ottimo Santo ha ripreso l’intervista ereticale a Duccio Rugani, nel giornale da lui diretto; ebbene sì, l’Eretico non è lontanissimo dall’attaccare le scarpe al chiodo (rispetto al giornalismo d’inchiesta e di denuncia, non al blog in quanto tale), ma ancora un annetto a tutto bollore ci sarà, tranquilli…
ezio mauro vorrebbe una rai come repubblica..lottizzata no…completamente nelle mani del partito (in in questo caso,della parte di partito che più gli piace,cioè…sappiamo quale) sì.lottizzata no,monopolizzata sì. una nuova telekabul….anzi,telekabul no,famo telekandahar, in tema di talebanesimo. come sarebbe stato il cda rai ideale…santoro,travaglio,deaglio e tutta sta gente qua? e che pluralismo garantirebbero forse al massimo,del tipo come si diceva negli anni 60-70 “meglio COMUNISMO russo o cinese” ? (col solito ultramoderno che vedeva il superamento di questo dualismo,con l’avvento di quello cubano). gente la rai la pagano sia da destra che da sinistra. e se a ezio mauro non piace,forse…è la soluzione giusta.
Riguardo al PS 4 io sono sempre del parere che l’Alto Adige, il Sud Tirolo per poro, è un luogo di gente arrogante ed irriconoscente. Va bene che sotto il Fascismo furono trattati male e furono per forza italianizzati, ma non scordiamo che gli stessi hanno costituito molti reparti SS durante la seconda guerra mondiale e quindi si sono rifatti con gli interessi. E poi se non gli piaceva stare in Italia potevano andare in Austria, ma già, tutti i soldini che gli sono stati dati come Regione a Statuto Speciale non li avrebbero presi. Feci una gita da quelle parti per due settimane e dovetti subire la loro arroganza e presupponenza verso noi italiani, facevano sempre finta di non capire l’italiano e solo dopo essere trattati male capivano. Quindi per me i miei soldi non li vedranno mai più da allora. Quelli del Sud avranno tanti difetti, ma almeno hanno la cultura dell’accoglienza, dell’ospitalità, certe volte anche troppo esagerata e obbligante.
abolire subito il bilinguismo. siamo in italia,se voglio fare un concorso pubblico da quelle parti NON devo fare esami di tedesco…se lo so bene,ma se (conosco solo la parola ja) lo ignoro,son loro tenuti a non ignorare l’italiano. idem per la valle d’aosta per il francese. passato il confine in quelle zone,in austria,svizzera (canton ticino a parte) e francia,hanno il,bilinguismo con l’italiano,nelle zone limitrofe?
Il patentino di bilinguismo che attesti la conoscenza sia dell’italiano che del tedesco è obbligatorio per chiunque voglia accedere ad un concorso pubblico in provincia di BZ: i cittadini dell’AA/ST hanno il diritto di usare l’italiano o il tedesco nei loro rapporti con la Pubblica Amministrazione e di rivolgersi nella lingua preferita agli impiegati, che sono tenuti a rispondere in tale lingua. (Anche nei processi)
va abolito. sono i bolzanini a dover sapere l’italiano,non noi il tedesco.
Ps4. Una conseguenza della vittoria riportata dall’Italia nella prima guerra mondiale fu l’annessione del sud Tirolo alla Regno, ma la cosa non piacque agli abitanti di quelle valli perché si trovarono staccati dal resto della loro gente che risiedeva nel versante nord delle Alpi e che, quindi, rimase austriaca. I malumori continuarono per tutto il Ventennio, al punto che, il 23 giugno del 1939, ci fu un accordo fra l’Italia e la Germania (dal marzo del 1938 tutto il territorio austriaco era passato alla Germania) affinché con un referendum ci fosse la possibilità per i sud tirolesi di scegliersi la patria. Vinsero gli “austriaci” con una percentuale superiore all’80% e quindi fu loro concesso di espatriare, portandosi dietro tutti i capitali. Per via dello scoppio della seconda guerra mondiale, tuttavia, la cosa non ebbe seguito e i problemi si ripresentarono anche nell’Italia repubblicana. I sud tirolesi più convinti si dettero anche a degli attentati contro le caserme dell’esercito italiano e la cosa preoccupò non poco i nostri governanti di allora. Essendo, questi ultimi democristiani, quindi più furbi che strulli e molto ben consci del fascino del denaro, videro bene di zittire i bollenti alto atesini con delle defiscalizzazioni da urlo. Praticamente non c’era un lembo di territorio nazionale che pagasse poche tasse allo Stato come il sud Tirolo, sopratutto di molto inferiori a quelle che era solita pretendere l’Austria dai propri cittadini. Sotto l’Italia non si sta poi tanto male, devono aver pensato le genti di quelle belle valli e difatti si acquietarono riducendo, come spesso accade agli uomini, la questione di principio a un tornaconto di bottega.
Ottima analisi complimenti. Ma dato che si sentono tanto austriaci io li accontenterei, facendo il confronto tra il dare e l’avere risparmiamo qualcosa.
Caro vedo nero
Le popolazioni di quelle valli alpine hanno dei dialetti locali, in parte di derivazione germanica, in parte romanza. Quindi si sentono quello che sono.
Poco distante vi sono i Grigioni che andando a leggere il Malevolti nella Storia di Siena li definisce una popolazione Rasenna (etruschi). Bisogna considerare che per quelle montagne vi è l’aria fresca e qualche panorama che la natura ha fatto.
Non hanno mica gli archivi millenari di Siena, di Firenze e dei nostri comuni minori. Per saper bene da dove si viene.
caro Vedo Nero
Continuo con un esempio, per farti notare la forza dei nostri archivi.
Una volta mi ritrovai nella città di Sangallo Svizzera. E visitai il monastero con relativa Biblioteca. Vi era esposto l’evagelium longum. Dicevano che l’avesse fatto un monaco Totilo, prima dell’ anno mille.
In effetti giudicai che fosse prima del mille ma di fattura cristiano orientale. Una volta leggendo le dispense del Dalla Rena, traduttore di documenti antichi, Trovai una leggenda senza tempo in cui un vangelo dalle tavole d’oro si trovo’ nell’abbazia benedettina di marturi. Il documento dice che fu distrutto per ricavarne oro. La mia deduzione fu altra. Il vangelo arrivo’ in detta abbazia fra il 700 e il 900 poi fu portato via per ragioni sconosciute. Inoltre libri di quella fattura ne poteva esistere uno solo ed è ricomparso 700 km più a nord sulla via che portava in germania
Cari lettori, buona domenica da Toblach (Dobbiaco)!
Vedo che la questione Sudtirolese ha catturato l’attenzione, più della Rai e addirittura della manifestazione animalistica contro il Palio: bene così.
Ne parlerò nel pezzo di stasera: per intanto, Edoardo Fantini ha scritto tutte cose condivisibili, ma con un’omissione grande come una malga altoatesina. Che segnaleremo appunto stasera…
Mi butto verso il meraviglioso Toblacher see, per intanto!
L’eretico
Caro Eretico
La televisione pubblica dovrebbe avere un solo canale, gratuito. Per l’informazione estera si deve limitare a tradurre le notizie così come sono, senza aggiungere opinioni. Per quella interna idem. Le altre devono essere informazzioni precise e di sola utilità per il cittadino. Il resto deve essere venduto al miglior offerente e non deve gravare minimamente sulla collettività. Insomma le chiacchere , i films, le commedie, se uno le vuol senterire se li paga. Oltretto è anche antidemocratico mettere un canone e per giunta con recupero soldi se uno non paga. Insomma se una persona non è interessata perché deve pagare?
Ecco Caro Eretico. La vera opposizione si vede da queste cose , togliere ogni tassa
per finanziare servizi inutili. Queste tasse tolgono i soldi ai bisognosi per creare baracconi e darli ai ricchi….. non ti pare. I poveri hanno bisogno di informazioni corrette e forse se la possono cavare. Non di quelli che faranno diranno e daranno,
compresa la chiesa sempre pronta a dare quello degli altri.
Il bando per il supermegadirettoregalattico sembra fatto ad personam e forse per questa ragione ci sarebbe da chiedersi quanto sia legale.
Trattandosi a tutti gli effetti di un bando relativo alla direzione di un museo civico, il curioso e imprevisto obbligo per i candidati di avere almeno 5 anni di esperienza come direttore di un museo statale limita il campo al solo personale della soprintendenza (volendo il direttore del poldi pezzoli di milano, un museo che va molto meglio della statale pinacoteca di brera, per esempio non potrebbe partecipare) e il fatto di necessitare di conoscenze senesi sembra lasciare spazio a una sola persona, che si direbbe individuabile in chi per lungo tempo ha diretto la “visitatissima” pinacoteca, magari in previsione del tanto atteso passaggio della collezione da quella sede al vecchio ospedale, così che alla fine pure quel patrimonio finisca a disposizione di Civita (che ormai è nel cuore anche dei vecchi sessantottini, come ci dicono i rintocchi della martinella)!
Il futuro – sempre che i fatti di Monteriggioni continuino a non contare nulla per chi si occupa della giustizia – dirà se questa preveggenza è sbagliata…
L’alternativa è qualcuno che venga da fuori, verosimilmente a poco tempo dalla pensione e con la voglia di passare un paio di annetti di vacanza a Siena.
Si può comunque dubitare che ci siano le corse per partecipare a questo concorsetto: leggendo il bando, qualsiasi persona intelligente può legittimamente sospettare che il buon sindaco abbia già scelto il supermegadirettoregalattico.
Quanto all’attività di fund raising non c’è da preoccuparsi: morta la banca ai soldi ci penserà il partito; e per fare questo ci vuole appunto una persona fedele!
A Siena la frase “non può piovere per sempre” non vale: anche in estate e con questo caldo, sempre e solo atmosfere cupe e infiniti temporali.
fosse vero solo per quiel concorso…cero so’ ganzi: pur di fà un concorso ad personam (o ad piccolus gruppettus personorum et ad escludendum antipaticorum)le inventano di tutte: da avè almeno 5 anni di esperienza al non averne neanche un giorno (soli esami..formula tipica dell'”ad escludendum titolatorum antipaticorum”) dall’avere almeno un mese in particolarissime condizioni (tipo aziende miste a partecipazione pubblico-privata con una quota privata che non superi una certa percentuale…insomma,siamo quasi al dover avere,come requisito,lavorato in un nevoso ferragosto. (embè,se c’è da dare il posto ad un tizio che proviene dalla vetta del monte bianco…questo ed altro)
I Sud-Tirolesi, come amano essere chiamati costoro, non si sentono Italiani, si permettono di trattar male gli Italiani e si rifiutano di parlare Italiano (non venitemi a dire che non lo sanno, dopo un secolo che fanno parte dell’Italia…). Perché non se ne vanno con l’Austria? Perché gli Austriaci li vedono decisamente male, sono i loro “terroni” (passatemi il termine) e non li vogliono. Di sicuro non li coprirebbero d’oro come facciamo invece noi. Per cui, a mio modesto parere, sarebbe ora di tirar fuori gli attributi e farci un minimo rispettare. Come? Chiudendo i cordoni della borsa. Vuoi scommettere che allora comincerebbero a parlare italiano e pure volentieri?
Il trentino tutto,quindi alto Adige compreso, dovrebbe vedere revocata la qualifica di regione a statuto speciale. … un pacco di soldi risparmiati (ma tanti eh! ) e fine del chiasso!