Il mercoledì scolastico: basta vacanze, siamo polettiani (e un Ps manzoniano)?
Molti hanno commentato l’uscita (certo non casuale, anzi) del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti sulle troppe vacanze estive della scuola italiana (segnatamente degli studenti): ancora una volta, il Governo Renzi ha il merito di porre sul tavolo una questione importante della scuola italiana; ancora una volta, però, lo fa in modo furbesco, mistificatorio e tendente a restringere i diritti.
Non a caso, è Poletti a parlare e quindi ad occupare militarmente la scena politico-mediatica, non la toplessata Ministro della Pubblica istruzione, alla scuola deputata (tale Giannini): vorrà pur dire qualcosa, no?
Proposta furbesca assai, dicevamo: chi è (lo scrivente per primo) che non si scandalizza nel vedere i giovani virgulti nostrani ciondolanti per tutta l’estate, invece che a fare qualcosa di utile, in primo luogo per se stessi? Qui Poletti sfonda una porta aperta (e ben lo sa: qui sta la furbizia), per genitori, docenti ed opinione pubblica in generale: il problema è COME risolvere il “ciondolamento” – che tutti aborriamo – dei suddetti giovanotti.
Forse recuperare certi caposaldi dei regimi novecenteschi (di destra e di sinistra) non sarebbe male, e scrivo sul serio; certo, più realisticamente, le scuole potrebbero-dovrebbero stare aperte anche a luglio, per attività didattiche ben programmate (magari con periodi di vacanza più lunghi DURANTE l’anno).
Di certo, la gran furbata polettiana (ragazzetti al lavoro d’estate senza retribuzione o con al massimo il 10% del salario) appare davvero inaccettabile, per come l’ha concepita il Ministro.
Qui si bypassa in pieno, e di fatto, lo Statuto dei lavoratori (1970), e più che le esigenze della formazione scuola-lavoro, sembrano prevalere quelle dell’esigenza imprenditoriale di avere lavoro a costo zero.
Salvatore Cannavò lo spiega molto bene sul Fatto di oggi (pag.10): la proposta polettiana è la prosecuzione del lavoro impostato dal Jobs act.
“Studiare meno, lavorare tutti”, sintetizza nel finale il giornalista. Potrebbe magari sembrare giusto, a prima vista: se vogliamo abbassare ancora di più il livello culturale e formativo delle nuove generazioni italiane, è la strada giusta. Reggeranno meglio il confronto con il mare aperto della globalizzazione, dunque?
“I miei figli (di Poletti, Ndr) scaricavano le cassette al mercato”, durante l’estate, ha detto il pater familias: sarebbe curioso sapere oggi che professione svolgono.
Poi ci si stupisce che uno come Maurizio Landini voglia scendere in politica…
Ps Prendendo spunto da una (stupida) provocazione di Umberto Eco (in sintesi:”Promessi sposi” da eliminare dalla scuola, così dopo, da grandi, gli ex studenti li leggono con piacere e non per obbligo), Renzi ha preso subito la palla al balzo, rilanciando la stessa idea del guru della semiotica.
Che non lo sappia Renzi, poco sorprende; che non ci faccia mente locale Eco, meraviglia di più: il capolavoro manzoniano, per la stragrande maggioranza dei futuri cittadini, o si legge a scuola, o sic et simpliciter NON si legge. Mai più nella vita.
Che debbano essere proposti in modo il più possibile accattivanti – magari cercando di attualizzarli -, non vi è dubbio alcuno; ma buttare il bambino con l’acqua sporca, quello proprio no!
La proposta di Poletti sembrerebbe solo una provocazione, e, nei termini proposti, nient’altro che una fornitura di manodopera estiva a costo zero per le aziende.
Riguardo ai Promessi Sposi, e’ stupefacente quante letture se ne possano dare, e ricordo in particolare quella del prof. Romano Luperini (“Un romanzo senza idillio”). Condivisibile o meno, apre senz’altro a punti di vista alternativi…
il ciondolare d’estate (anni 70-80) era bellissimo,ma allora i ragazzi uscivano,c’erano le compagnie,i bagni nel fiume,i gavettoni…..ora c’è feisbucche….
Invece di mandare a lavorare gli studenti. Incomminciamo a licenziare le genti che ai mensionato. Sicuramente le cose andranno meglio.
L’unico che mi piace e’ il fratello massone alessandro.
Gentile Eretico,
l’uscita di Poletti – che è grave per mille motivi: perché viene da uno che, come ex Presidente di Lega Coop, si espone a ovvie accuse di conflitto di interessi; perché si pone in palese contrasto con tutti i tentativi volti alla rivitalizzazione del turismo estivo interno; perché, come giustamente lei notava, rappresenta l’ennesimo sconfinamento di alcuni personaggi di governo rispetto alle loro specifiche prerogative – è soprattutto odiosa perché rappresenta evidentemente la continuazione del jobs act con altri metodi.
In questo, il Fatto Quotidiano ha ragione. Però spesso, il Fatto Quotiiano – e non solo il Fatto Quotidiano – si scorda di chiedersi perché sia stato approvato il jobs act, o perché si facciano proposte come quella di Poletti, al limite della provocazione, o ancora perché nulla si faccia per ridurre il flusso migratorio in Italia (salvo poi prendersela con Salvini se nota l’ovvio), cioè perché si persegua pervicacemente una politica di deflazione salariale, a detrimento dei lavoratori ed a vantaggio del grande capitale (meglio se estero).
Anche lei non se lo chiede.
Se se lo chiede, e si risponde, vedrà che questo intervento – in fondo – tratta dello stesso stessissimo problema affrontato a proposito della “vergogna” di sentirsi Italiani.
…ma sono rimasti gli azzeccagarbugli.
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/03/26/news/unicredit_brontos_prosciolti_profumo_e_altri_18_manager-110536843/
Eretico, perché? Il canone scolastico deve necessariamente essere immutabile? A che pro obbligare gli studenti a leggere un libro che contiene alcune delle idiosincrasie che saranno tipiche degli italiani? E’ per il bene dei ragazzi o per la nostalgia di chi su quel testo si è formato? Le Confessioni di un ottuagenario avrebbero potuto aspirare ad essere il testo fondante della nascente nazione italiana ed invece sono totalmente escluse dai programmi: che male ci sarebbe a rispolverare quelle anziché insistere su un testo che si studia con dubbio giovamento da quasi un secolo?
Caro Anticlericale,
ti rispondo molto volentieri dicendoti che – con tutto il rispetto per Nievo (da riscoprire) – il Manzoni dei “Promessi sposi” è a tutt’oggi (anzi, oggi più che in altri momenti) opera fondamentale da rileggere e far leggere, nonché capolavoro letterario assoluto.
E credimi: quando uscì la “quarantana”, molti esponenti della Chiesa consigliarono di non farla entrare nei seminari, in quanto opera denigratoria di CERTA Chiesa (don Abbondio e Gertrude in primis).
Io li sto rileggendo, come ogni anno da febbraio a aprile: ed il naufragar mi è dolce, in quel mare…
L’eretico