La domenica del villaggio: l’Islam di Clint, l’addio a Rosi
Riprendiamo, dopo la pausa natalizia, la consueta rubrica culturale della domenica, con la recensione dell’ultimo film di Clint Eastwood, il lutto per la scomparsa del grande regista Francesco Rosi, per concludere con l’aforisma di La Rochefoucauld.
“AMERICAN SNIPER”: L’ISLAM SECONDO EASTWOOD
Mai film poteva essere di più cogente attualità dell’ultimo lavoro di Clint Eastwood: “American sniper”, visto subito dopo i fatti parigini del 7 e 9 gennaio, assume infatti una valenza in qualche modo duplice. Parla della guerra in Iraq (la sciaguratissima campagna del 2003, mai abbastanza condannata), ma implicitamente si riferisce anche all’oggi.
Preliminarmente, l’analisi della pellicola va divisa: da una parte, la qualità tecnico-formale-narrativa; dall’altra, l’approccio ideologico del regista, militante – sempre bene ricordarlo – del Grand old party.
Sul primo punto, niente da dire (di negativo): il film scorre, per i suoi 132 minuti, che è un piacere, con una tensione narrativa incessante; la perfezione formale è assoluta, con chicche registiche – di marca prettamente scorsesiana – tipo la pallottola che raggiunge, slow motion, il cecchino islamico.
Un po’ “Full metal jacket” (la fase dell’addestramento, soprattutto), un po’ “Il nemico alle porte” (la disfida fra i due cecchini: lì il sovietico contro il nazista, qui lo statunitense contro l’islamico), l’incredibile vicenda del “diavolo di Ramadi” si snoda tra il Texas e l’Iraq, fino alla sconcertante fine del grande tiratore (160 morti, in Iraq): ucciso il 2 febbraio del 2013 da un ex commilitone – reduce affetto da trauma postbellico – ad un poligono. I titoli di coda mostrano le immagini, toccanti, del funerale di Chris Kyle, in un tripudio di bandiere americane.
Resta da affrontare la questione dell’impostazione ideologica del film: senz’altro il più repubblicano, in modo più militante legato al Gop, dei film di Clint Eastwood.
Siamo – al netto della qualità registica, di cui sopra – ai livelli di “Berretti verdi”, il celebre film-manifesto sul Vietnam di John Wayne (1968): i green berets sono sovrapponibili ai Navy seals, e ai Vietcong si sono sostituiti gli irakeni con i loro accoliti. Gli islamici (invasi, fino a prova del contrario) sono dei selvaggi, infidi a priori.
Il buon, vecchio Clint ci aveva abituato anche a posizioni non ortodosse per la Destra Usa (si pensi allo straordinario “One million dollar baby” sull’eutanasia, fra gli altri). Stavolta, si può quantomeno dire che non abbia brillato in modo particolare per originalità.
Per concludere, una riflessione extra-pellicola, ma che scaturisce dal film stesso, pensando a chi – in questi drammatici giorni – vorrebbe bombardare l’Islam, indistintamente ed in quanto tale, facendo sfracelli: per combattere l’Islam in armi, ci vogliono politici davvero consapevoli della drammaticità e della complessità della situazione, ed una gioventù determinata a spezzarsi la schiena nell’addestramento, per poi andare a rischiare la vita, giorno dopo giorno, fra le macerie del Medio Oriente. Ad occhio e croce, l’Italia non pare essere fornitissima, né degli uni, né degli altri…
FRANCESCO ROSI: UN GRANDISSIMO CHE CI LASCIA
Una bella morte, quella del maestro Francesco Rosi: ultranovantenne, lucidissimo fino alla fine (pare leggesse ancora 4 o 5 quotidiani al giorno).
Ci lascia tanti film: tutti di alto livello, sebbene ovviamente con picchi in alto e in basso. “Dimenticare Palermo” non è certo un capolavoro, offre cadute (imposte dalla produzione, si pensa), ma definirlo “pessimo” come fa Fofi oggi sul Sole 24 ore è davvero ingeneroso.
Fra gli indimenticabili (ma come si fa a scegliere, con registi così?), ci permettiamo di ricordare “Le mani sulla città” (1963), straordinario pamphlet sulla cementificazione corrotta della Napoli del boom (per quello che vale, il titolo ha ispirato l’omonimo libro ereticale del 2009).
In “Uomini contro”, con il suo attore-feticcio Gian Maria Volontè (semper laudabitur), Rosi ha contributo a ridisegnare l’immagine collettiva della Grande Guerra, in un’epoca in cui narrare il 1915-1918 in modo critico ed antiretorico era davvero cosa notevole, e tutt’altro che scontato.
Per maestro, ebbe un certo Luchino Visconti; politicamente, è sempre stato un socialista riformista, ovviamente anticraxiano, e soprattutto uno spirito libero.
Fosse vissuto a fine Settecento, nella Napoli rivoluzionaria avrebbe certo avuto un ruolo di peso: almeno così mi piace pensare. Ed è un gran bel complimento, che gli faccio molto volentieri…
L’ADULAZIONE PER LA ROCHEFOUCAULD
“Se noi non adulassimo noi stessi, l’adulazione degli altri non ci potrebbe nuocere”.
Rosi …via Rosi:
http://www.ilcittadinoonline.it/lettere/il-codice-antonveneta-8-bonifici-e-4-mazzette.html/
…il secondo bonifico, come ti dicevo… e Mugnaioli non ci querelerà!
che sberla di “notizia” !!! lascia letteralmente storditi
AMERICAN SNIPER l’ho trovato alquanto noioso, rumoroso e….incompiuto !!
noioso per gli stessi motivi per cui l’Eretico ne richiama la perfezione formale: effetti già visti e rivisti che proprio per questo non sollecitano più di tanto la fantasia di chi abbia almeno mezzo secolo di pellicole negli occhi e nelle orecchie ..
rumoroso, va da sé! apocalipse now (mi si perdoni il paragone) è quasi un film muto al confronto! si, si, va bene il realismo ecc. ecc. ma il troppo è sempre troppo….sono invece convinto, anche io, che abbia risvolti che incitano al guerrafondaio…
e quindi qual’e il messaggio di quel film? relativamente alla materia trattata, mi sembra assolutamente banalizzante!!!
da Eastwood mi sarei davvero atteso (o comunque speravo) qualcosa di più consistente, ideologia GOP a parte !!!
assolutamente concorde su quanto scritto circa F.Rosi….dove si avverte benissimo l’afflato ereticale verso il grande maestro! nel suo “piccolo” (solo perché riferito alla piccola Siena, non certo per lo spessore della pubblicazione) l’opera ereticale del 2009 ne aveva già costituito un omaggio più che consistente e robusto!!!
Caro Eretico, perché non organizzare qualche riunione (non voglio essere lapidato, però!) tipo vecchi “cineforum” dove associare letture e commenti di qualche lavoro editoriale sulla Siena del “ventennio” in corso a qualche pellicola di valore indiscusso? in una Siena così dormiente potrebbe costituire un’occasione di risveglio….anche se la maggioranza sembra aver preferenze prevalenti per la letargia obnubilante
Sarebbe un’idea ottima, eccellente: se qualcuno organizza, assicuro presenza attiva!
All’organizzazione, però, bisogna pensi qualcun altro: est modus in rebus…
L’eretico
Non ho visto il film, non pensavo di vederlo, ma mi hai incuriosito.
Condivido – quasi – tutto.
Infatti, dopo oltre 20 anni di “missioni di pace” (1) i nostri militari professionisti non hanno niente da invidiare ai loro colleghi della Nato.
Quello che invece fa schifo in Italia sono solo i politici ….
Comunque se davvero l’Europa sospende Schengen ed ognuno si tiene gli immigrati suoi, magari respingendoci indietro tutti quelli che abbiamo “accolto” (2) quest’anno e poi “esportato” (3), ho idea che i nostri soldati serviranno in patria ….
Note:
1: Bosnia, Iraq ed Afghanistan sono missioni di guerra camuffate;
2: L’accoglienza come sinonimo di ospitalità presupporrebbe assistenza, e poi alloggi, lavoro (ci fossero !), non cooperative di scafisti denavalizzati ….. Quale accoglienza?
3: Per poterli far espatriare non li abbiamo neppure generalizzati, come avremmo dovuto! Non abbiamo quindi neppure un’idea di chi (o cosa)abbiamo introdotto in Europa … Irresponsabili buffoni.
Non sono molto d’accordo sul commento al film secondo me molto bello e crudo del cecchino più letale d’America. Il regista ritaglia il film sull’auto biografia scritta dal Navy Seal, anzi non stressa nemmeno troppo la fase dell’addestramento, concedendo qua e là licenze poetiche; il concetto di fondo che il film vuole esprimere così come il libro e’: il buono sono io i cattivi sono gli islamici, quindi io uccido per difendere i miei ragazzi e stop. Gli Americani nel bene e nel male grande popolo!
Un saluto
Certo Paolo, proprio un gran popolo i liberali americani. Dal 1600 a 1800 hanno portato centinaia di migliaia di neri dall’Africa per farne schiavi nelle loro piantagioni, poi hanno distrutto milioni e milioni di pellerossa per prendere la loro terra, alla fine del 1887 impiccarono quattro operai a Chicago, per degli scontri che i proletari avevano iniziato per protestare contro le dodici-tredici ore al giorno alle quali erano costretti a lavorare (da questo episodio prese origine la festa del primo maggio). Quindi sono venuti a spianare l’Europa, loro, mai attaccati da nessun altro popolo, sia in occasione della prima guerra mondiale e, sopratutto nella seconda. Hanno mandato al creatore centinaia di migliaia di civili indifesi con le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, dopo di che hanno condizionato l’umanità con il mercato del petrolio e il capitalismo finanziario, fino ai giorni nostri. Probabilmente questo popolo lo vedi grande perché non lo conosci abbastanza. Dai retta, ripensaci.
Gli Americani sono venuti a spianare l’Europa? Edoardo mi sembri quanto niente un po’ confuso!
E’ vero, non a spianarono tutta ma mezza. Confermo tutto il resto.
Appunto sei confuso… per me discorso chiuso
mi scusi, ma prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, nel 1941, in Europa c’era già stata, da parte nazista, l’annessione dell’Austria, l’invasione della Cecoslovacchia e della Polonia, poi del Belgio, dell’Olanda e del Lussenburgo, indi di Danimarca e Norvegia; c’era stata Guernica, ma anche la distruzione completa di Rotterdam, nonché il bombardamento di Coventry; c’era stata la battaglia d’Inghilterra, la sconfitta della Francia, il massacro di Katyn, l’attacco sovietico alla Finlandia, l’aggressione fascista alla Grecia e all’Albania, l’invasione della Jugoslavia, l’invasione dell’Unione Sovietica, Auschwitz e la soluzione finale, cioè lo sterminio della razza ebraica. Tanto per dirne alcune, e non delle più lievi. Come fa a sostenere che l’Europa fu distrutta…dagli americani!?!?!??
Caro Groppone, riguarda tutto il mio intervento e vedrai che non verteva esclusivamente sulla seconda guerra mondiale, ma sul sangue sparso dalle classi dirigenti degli USA, a partire da casa loro. Comunque le bombe americane nella seconda guerra mondiale, furono sganciate su tutta l’Italia, su tutta la Germania e, dopo lo sbarco in Normandia anche su gran parte della Francia. Quella terra, senz’altro, non rappresentava tutta l’Europa (e qui è stato il mio errore, peraltro già riconosciuto) ma, ad occhio e croce, almeno la metà. Per il resto: lo schiavismo sui negri, lo sterminio dei pellerossa, l’impiccagione degli operai, le bombe atomiche sul Giappone e la situazione attuale, che vede negli USA la totale mancanza di stato sociale ma con una spesa pubblica (non certo casuale) di 700 miliardi di dollari all’anno per l’industria bellica, ti dicono niente?
Luci e ombre si equivalgono, per me, nel film del Clintone … ben reso il dissidio uomo soldato patriota/pater familias americana.
Il concetto di difendere i miei ragazzi, in una fase di guerra, va comunque esteso ad ambo le parti in causa.
Difficilmente, nei conflitti dagli anni 60 in poi, si riesce ad identificare chi sta assolutamente dalla parte dei buoni e chi dalla parte dei cattivi, ci possono essere avvenimenti che letti in una chiave invece che in un altra portano ad attribuire la due categorie.
Caro Edoardo Fantini,non Ti conosco ma,talvolta(non sempre…!!) quando leggo i tuoi interventi,mi verrebbe voglia di abbracciarti!
…aaahhh avevo intenzione di vedere Il film in oggetto ma mi e passata la voglia…sara’ che e’ roba per cinefili!?
Ti ringrazio e ti scrivo che se in qualche intervento non sono abbastanza chiaro fammelo presente e proverò a rimediare.
“Il caso Mattei”, “Salvatore Giuliano”, “Luky Luciano”, “Le mani sulla città” da cui si possono attingere riferimenti in ogni paesino italico fra cemento e malaffare.
Si, un malinconico dolore la sua perdita da Uomo non contro, ma Libero.
Scusa Eretico,poi mi taccio veramente, ma sul farneticare del sig.Fantini non hai niente da dire? Il blog è tuo o no?
Non sai quanto mi fa arrabbiare, molto spesso: ma io – da buon pagano ed illuminista – rispetto le idee altrui, ed in linea di massima cerco di dare spazio a tutti…
L’eretico
Cari Paolo (non ce l’hai un cognome?) ed Eretico, visto che farnetico e faccio arrabbiare vi invito entrambi ad un dibattito pubblico sugli argomenti sui quali straparlo. Fatemi sapere.
Caro Edoardo, te lodevolmente insisti, ma mi sa che per parlare liberamente di certi argomenti deve passare ancora qualche decennio. Il racconto storico di quel periodo è oramai assurto a dogma indiscutibile( infatti si insiste per sigillarlo con la legge), siamo come nel 500, non si possono mettere in discussione certe verità.
ps:Come commentare, dopo oceaniche manifestazioni sulla libertà di espressione, quello che succede a Firenze dove i cosiddetti antifascisti(???) vogliono impedire l’ apertura di una libreria di Casa Pound?
Se si è sicuri della giustezza delle proprie certezze perchè volere tappare la bocca a chi dice il contrario?