Un saluto a Maurone Gozzini
E così se n’è andato anche Maurone il Gozzini: calciatore, allenatore, operaio, commerciante; selvaiolo.
Vita purtroppo non lunga (66 anni), ma con tante cose da inserire nel sacco che ognuno si porta dietro, quando è il momento di andarsene, magari per un combinato disposto di mali incurabili come nel suo caso.
Come sempre in questi luttuosi casi, parte il variegato caleidoscopio dei ricordi di chi scrive: se non ora, quando?
Da ragazzino, lo confesso: a me Maurone faceva letteralmente paura. Non gliel’ho mai confessato, ma così è: con quel fisico prorompente, con quei baffoni da camallo, con l’aria severa e burbera. Da una parte, qualche ragione ce l’avevo anche: immaginatevi voi – da portierini imberbi – trovarvi davanti uno che sganciava pallonate come fossero obici.
I casi erano due: o lasciavi passare la salaccata gozziniana, abdicando alla dignità del ruolo (e ti raccattavi gli improperi, e non solo, dei compagni), oppure cercavi di parare: magari tornando a casa con le dita delle manine – come dire – veementemente sollecitate. Quando arrivava Maurone al Costone, così funzionava.
Da attaccante che era, ormai maturo si era messo a giocare davanti alla difesa, come spesso accade; così come da operaio era divenuto in seguito commerciante, con il negozio di casalinghi che lui e Simonetta hanno tenuto fino a pochi anni or sono, in quel di Pantaneto.
Proprio nel calcio – parte così rilevante della sua vita – offriva il se stesso che era. Me ne accorsi qualche anno dopo, da adolescente: giocandoci insieme in qualche occasione nel Rinoceronte (insieme – mi sovviene – ad un pimpante Andrea Causarano), ogni volta che prendevo un goal che non fosse stato del tutto imparabile, temevo mi aggredisse fisicamente. Invece, a sorpresa, no: c’era una oggettiva discrasia tra il fisico ed il carattere, che era molto più mite di quello che l’involucro facesse pensare.
Maurone mi piace ricordarlo anche per un altro motivo: fu il primo personaggio che, diciassettenne, intervistai.
Renzo Corsi, allora dominus della redazione sportiva del Nuovo Corriere senese, mi mandò in missione da lui, sapendo che lo conoscevo: fu affabile e disponibile, contento nel rimembrare, con lo sbarbatello che si trovava innanzi, il suo glorioso (a livello dilettantistico) passato.
Era un sornione nato, Maurone: nel modo di camminare, nel modo di guardarti. Un sornione non sprovvisto di una sua simpatia. Sorniona, per l’appunto.
Gli piaceva mangiare, e far mangiare, bene, gli altri.
La malattia l’ha provato non poco, ed il trapasso dal Maurone fisicamente straripante a quello finale deve essere stato durissimo, e sommamente ingiusto.
Che la terra ti sia lieve, Maurone; è fradicio e c’è il fango? Se il pallone è gonfio, si gioca uguale…
Ricorderò sempre il tuo saluto dall’entrata del negozio di Pantaneto quando passavo tutti i giorni. Stai certo prima o poi ci ritroveremo tutti per parlare di calcio e di contrade. Ciao Mauro.
Temo sia saltato qualche commento al pezzo su Maurone (per esempio, uno di Guido Sani, visto in attesa, inavvertitamente cancellato); me ne scuso con gli interessati, invitando a rimandarmeli.
L’eretico
Mauro, più grande di me di qualche anno, me lo ricordo al Costone quando noi bambine (Patrizia, Elena, Rossana, io e …..) cominciavamo a tentare di giocare a basket con il Maestro come allenatore e tanti altri come simpatici spettatori. L’ho ritrovato poi, anni dopo, in un negozio in Pantaneto, non ricordo se Ilda (vendeva le borse) fosse la sua mamma, mi pare di sì. Ciao Mauro, riposa in pace
Bellissimo…
Bravo Raffaele
Michele
bella memoria, grande Raf!
Ciao Maurone,sono sicuro che questo ricordo che ti sarebbe piaciuto perché ti rispecchia molto bene..
Un selvaiolo
Ciao Mauro!!
ciao Mauro persona semplice e genuina,un senese vero
Riposa in pace mitico bomber
Toccante e Struggente
bravo Raffaele
grande, grosso ma buono come il bane, arrivederci Mauro
Sono senza parole non sapevo che era malato! Abbiamo giocato assieme tanti anni nel Lucignano, insieme a Causarano e Tripoli grande trio di Selvaioli io Torraiolo arrivato con la piena come diceva lui!
Un abbraccio alla famiglia mi spiace tanto
Mauro…
Un caro saluto a Mauro, mio negoziante di fiducia col quale amavo colloquiare
Riposa in pace grande Mauro
ricorderò sempre Mauro insieme al Donvi che ricuciva ennesimo pallone rotto dopo una” stormbola”(allora le
pallonate si chiamavano così) contro il muro della lavanderia,nonostante la grande usura di polloni il Donvi era contento e diceva “che gambe,che potenza,mai visto uno così”.
Ciao caro amico ,mi mancherai
Non lo posso negare…non mi era simpatico!!!!
Pero’ onore all’uomo, al calciatore e al Selvaiolo!!! Che la terra ti sia lieve Mauro !!!!!!!!!
Ciao bomber
innanzitutto complimenti per queste stupende parole e per i commenti di tutti, è vero il “mi socero” era proprio così un burbero nato ma con un cuore grosso come una capanna, una persona convinta della sua potenza e del suo sapere che ha accompagnato me e sua figlia Martina e le nostre/ sue piccine fino ad oggi. Io con il mi socero le ho fatte diverse a vedere il Siena a fare una cena nella mia contrada, oh viceversa io nella sua,con i suoi e mie amici di sempre e tante altre bellissime cose.Quando era con noi Maurone era come un ragazzo di 30 anni, questo era lui, il suo stare bene con grandi e meno grandi giovani e meno giovani.Un grande contradaiolo come ha detto qualcuno ma un nonno, un babbo e un suocero veramente fotonico… Non scorderò mai le sue parole quando mi presentava ai suoi amici e diceva loro ” oh questo è il mi genero, il babbo delle gemelle” e lo diceva con gli occhi pieni di sorriso e soddisfazioni, poi va be’ le parti a culo erano all’ordine del giorno me era così, ma quello era il suo modo di dirmi ti voglio bene. grazie ancora a tutti delle belle parole.
A tutta la famiglia vada il mio saluto ed il mio abbraccio, in particolare all’amico Valerio che lo ha vissuto più da amico che da genero e all’altro genero Carlo, mio compagno di banco a scuola. Ho avuto l’onore di averlo come Mister una stagione a Tressa ed il feeling e’ stato immenso, conservato da un rispetto reciproco vissuto negli anni nel mio passare “da capo a’ Pispini” davanti al suo negozio. Ci sono rimasto veramente male, voglio ricordarlo “col baffo che ride”, come ogni giorno! Sono sicuro, Mauro, che dove sei adesso i campi saranno bellissimi e pronti a farti scuotere la rete, come hai sempre fatto con i colori che hai indossato e con le nostre vite. Un grande, grandissimo abbraccio Mauro!
Non so come e perchè è venuto il nome Papero, Ti ho sempre conosciuto così fin da quando giocavi nei ragazzi del Siena con i vari Paccheo Bagnoli, Sportoletti e Mazzoni, sei sempre stato una persona leale e coraggiosa,e sebbene la tua preponderanza fisica, per limitarti un pò ci obbligasse talvolta ad “arragiarci” con le buone o meno, non abbiamo mai trasceso. Qualche giorno fa, fui fermato da Ciuccino Dainelli che mi informò o meglio mi chiese notizie sul tuo stato di salute. Purtroppo te ne andasti la sera stessa, ed io che non sapevo nulla ne fui addolorato doppiamente. Hai lasciato un bel ricordo, un abbraccio.