Cinghialopoli: l’assoluzione ed i fatti
Nell’ambito dell’informazione locale (e non solo, a dire il vero) ancora molti tendono a fare un tutt’uno della questione morale e di quella penale: per cui – quando arriva un’assoluzione in Tribunale – solerti neofiti della Giustizia la spacciano per assoluzione morale tout court. Perché così fa comodo ai loro referenti politici (alludere, insinuare, non fare nomi: e se poi uno interviene perché si sente attaccato, è solo un malato di egocentrismo e protagonismo).
Questi solerti neofiti della Giustizia (alludere, insinuare, non fare nomi) hanno gioito per l’assoluzione dei cinghialai della Polizia provinciale, avvenuta lo scorso 31 ottobre: assoluzione di cui dare giustamente notizia, magari con comprensibile soddisfazione. Noi facciamo un servizio complementare: salutiamo l’assoluzione, pienamente da rispettare (aspettando le motivazioni); ma diamo anche il resoconto (ormai storico) dei fatti. Come facemmo illo tempore, mentre gli altri (alludere, insinuare, non fare nomi) stavano ben zitti e muti.
Queste famose “braccate” (caccia notturna con più cani al seguito) in riserve, ci sono state o no, insomma, da parte dei poliziotti provinciali? Certo che sì: evidentemente non sono state considerate contra legem (ripeto: aspettiamo le motivazioni). Ma i fatti restano: nudi e crudi ( proprio come i cinghiali ammazzati prima di essere cucinati…).
Dal gennaio 2004 fino al gennaio 2010, i vari Ceccanti Marco (fino al settembre 2009, vice Comandante della Polizia provinciale, poi Comandante), Terzuoli Carlo (coordinatore di zona e vice Comandante della Polizia provinciale) ed altri ancora della Polizia provinciale “eseguivano le operazioni di abbattimento (dei cinghiali, Ndr) procurandosi intenzionalmente un ingiusto danno patrimoniale consistente sia nel potere partecipare a delle vere e proprie battute di caccia “Braccate”…o alla cerca notturna a bordo di veicoli a motore con l’ausilio di fonti luminose sparando direttamente dagli stessi in movimento, all’interno delle suddette Riserve Naturali SIC-SIR sia utilizzando mezzi dell’Amministrazione Provinciale che mezzi privati, sia nel potere trattenere un quantitativo imprecisato di carne di cinghiale e/o cervo e/daino”… (fonte: Ordinanza del Gip Francesco Bagnai del Tribunale di Siena, 10 febbraio 2011).
In cambio delle loro allegre scorribande notturne, ai proprietari dei terreni lasciavano il privilegio di partecipare essi stessi alle suddette “Braccate”.
Scrive il Gip Bagnai (non l’Accusa, quindi, o uno al bar: un Giudice terzo), il 10 febbraio 2011:
“In conclusione è assolutamente chiaro che gli indagati sapevano perfettamente di agire in maniera illegale (in riferimento ad intercettazioni chiarissime su questo punto, nonché al tentativo del Ceccanti di “evitare che i rapporti venissero acquisiti dalla Guardia di Finanza”, cambiando l’intestazione degli stessi, Ndr).
Stabilito questo è opportuno precisare che il VANTAGGIO PATRIMONIALE PER GLI AGENTI consisteva nel fatto di avere in pratica a loro disposizione alcune riserve di caccia che potevano utilizzare a loro piacimento in maniera gratuita…
Non vi è dubbio quindi che ricorra il requisito penalistico della cosiddetta “doppia ingiustizia” perché alla violazione di legge si accompagnava anche l’ingiustizia del vantaggio ricevuto dagli agenti”.
Per i duri di comprensione ed i faziosi ad oltranza, procediamo con il Giudice Bagnai (e con i fatti, soprattutto):
“è ragionevolmente dimostrato che l’abbattimento di selezione è stato fatto in modo ILLEGITTIMO saltando alcuni passaggi della procedura, è DIMOSTRATO DOCUMENTALMENTE che in almeno alcuni casi venivano svolte le braccate e quindi sussiste (limitatamente a questi casi) il falso ideologico nei rapporti laddove si scrive invece che è stata seguita una procedura diversa.
è ugualmente dimostrato che questo modo di procedere era supportato sia da un adeguato elemento soggettivo, sia dalla intenzionalità di procurarsi un vantaggio patrimoniale e di procurarlo a terze persone, il tutto in un contesto di asservimento delle aree da tutelare a finalità estranee a quelle istituzionali, SFRUTTANDOLE COME RISERVE DI CACCIA PRIVATE” (proprio loro, che avrebbero dovuto vigilare sui bracconieri, Ndr).
Quanto al fatto, poi, che qualche fucilata in più ai cinghiali (tanti, troppi) ci stia proprio bene, si può anche essere d’accordo: ma che sparino coloro che possono e devono, per Dio!
Il 31 ottobre 2014, dunque, questi servitori dello Stato (tramite l’istituzione provinciale, sic) dediti alla braccate, sono stati assolti: aspettiamo le motivazioni dell’assoluzione, con grande interesse per non dire ansia.
I fatti però restano: questione morale (e fattuale) da una parte, questione prettamente giudiziaria dall’altra.
Forse, magari avrà prevalso la straordinaria tesi difensiva: che cioè i poliziotti provinciali si portassero dietro nottetempo, sì, una grande quantità di cani da caccia, ma poi ne usassero solo uno o due (così non è “braccata”), mentre gli altri li tenevano pronti alla bisogna, nel caso in cui quelli usati si fossero perduti nei meandri delle riserve di caccia (peccato che lo stesso Terzuoli, in un documento interno della Provincia, riferisca “che gli abbattimenti erano eseguiti anche con “braccata””, ma sono dettagli, si capisce…).
Ah, quasi dimenticavo: tanto per capire con quali servitori dello Stato stiamo parlando, c’è da aggiungere una postillina.
Nell’ordinanza compare anche, in modo indiretto, tale Alfio Sanchini, Presidente dell’A.T.C. 19, in quel momento. Pare proprio sia il medesimo Sanchini Alfio che – dopo essere stato arrestato nel giugno scorso con le accuse di Turbativa d’asta e Peculato – ha di recente patteggiato una pena: non per abbattimento di cinghiali. Direttamente per Peculato: ha usato soldi pubblici per cavolini suoi. Ha patteggiato: bene ripeterlo.
Ma di tutto ciò, un noto giornalista senese (alludere, insinuare, non fare nomi) NON ha mai scritto, nel suo blog. E siccome noi in questo pezzo non l’abbiamo nominato per nome e per cognome o per soprannome, se ora scrive per dire la sua, è solo un malato di protagonismo, che pensa che tutto il mondo ruoti intorno a lui: noi stavamo parlando di Filosofia degli ungulati, figuriamoci se lui c’entra qualcosa…
Ps 1 Restando in tema di Provincia, la prossima settimana riprenderemo in mano anche il caso del Direttore Generale della Provincia, dottor Stufano, autore della famosa (nel senso che ne scrisse SOLO questo blog) SBIRILLATA di Pian dei Mantellini.
Ps 2 Parlando di giornalismo d’inchiesta: per quel che vale (praticamente niente), massima vicinanza a Lirio Abbate (Espresso) e a Francesca Fagnani di Ballarò. Fatti oggetto di ripetute minacce, vanno avanti con il loro lavoro. Tanto di cappello…
Il dott Stufano? Altro personaggio meridionale presumo…
Caro Sandro, il dottor Tommaso Stufano (Tommy per gli amici, come vedremo) è in effetti meridionale, ma i servitori dello Stato di cui hai appena letto le gesta sono tutti senesissimi.
Fai tu…
L’eretico
Eretico come è possibile:
“procurandoSI intenzionalmente un ingiusto danno patrimoniale”?
com’è invece?
ottimo, tutto, avanti a tutta randa…
Cinghialopoli è solo uno dei tanti segni concreti dell’arroganza del potere della Casta di Siena: non è difficile credere che questi “servitori dello Stato” avranno avuto le loro buone e comode coperture politiche.
Ai buffoni che hanno il coraggio di gridare all’assoluzione direi di guardare al Sistema Siena: università, Mps, Mens sana, Robur, ospedale, Comune. Tutto a rotoli, ma nessuno è stato condannato. Quindi tutto a posto?
Allora W i “servitori dello Stato”, hanno fatto proprio bene loro: rispetto ai miliardi di Antonveneta, che sarà mai qualche cinniale fatto fuori…
Anche la Giulia Maestrini non e’male come giornalista inutile.L’articolo fiume di oggi sulla Nazione sul delicato argomento del Santa Maria ne e’un’esempio…..ma da una giovincella (tra l’altro di un radical chic stucchevole)che ha ospitato molte volte lo Strambi nel suo “spazio” per iniziative editoriali,che to vuoi aspettare?
Senza entrare nella questione (che mi sembra assai bagatellare), vorrei solo sottolineare che le ordinanze del GIP non aassodano alcunché, trattandosi di decisioni all’interno di un procedimento cge poi sfocia in una sentenza (la quale, invece, assoda). Io sinceramente questo articolo l’avrei scritto tra 90 giorni…
ha dimenticato l’Enoteca, che non è cosa da poco
bravo Eretico, ma non sei intervenuto sulla questione delle primarie: una volta tanto che il tuo babbo ti difende apertamente (e con buoni argomenti)!
Scusa Eretico, hai un documento firmato dal Giudice Bagnai dove c’è scritto che quelli abbattimenti erano illegittimi, ma dove non vi sono riportate le motivazioni dell’assoluzione? E’ un provvedimento a …puntate?
Il documento del Gip Bagnai – come scritto nel pezzo, peraltro – è del febbraio 2011, quindi di assoluzione per i cinghialai neanche l’ombra, in quel momento: il servitore dello Stato Ceccanti (di cui si riscriverà per lo “sbirillamento” del dottor Stufano), per esempio, fu in seguito a questo documento sospeso dal servizio.
Così, per dire…
A Luca Fantuzzi: a parte che la questione è bagatellare per i cinghiali (forse), non certo per la protervia assoluta che dimostra, aspettiamo certo i 90 giorni per le motivazioni. Ma i fatti restano: mi sembra improbo che si possa dire che queste “braccate” non sono mai esistite.
L’eretico