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2 luglio 1987: il Palio di Fabio Rugani

- 10/05/14

Ieri sera serata speciale, nella Selva: dopo tanta cronaca giudiziaria e politica, una parentesi contradaiola ci sta proprio bene, come pezzo-cuscinetto fra una settimana (caldissima) e l’altra (chissà)…

Si apriva infatti la busta con la relazione del Palio del 2 luglio 1987, vinto appunto dalla Selva con Guido Tomassucci (Bonito da Silva) su Vipera. Il celebre Palio del ditino, per capirsi.

Visto che moltissimi sono i lettori non addentro alle questioni paliesche: veniva letta ai commensali una sorta di relazione sul Palio, scritta da parte di chi guida la Contrada sul campo ( scritta a ridosso degli eventi, tenuta nascosta per almeno 20 anni). Ovviamente, niente dirò o scriverò sui contenuti hard della serata (nel senso di cifre di denaro – allora in lire – elargite a questo o quel fantino o Contrada), ripiegando piuttosto su considerazioni di ordine generalissimo, proposte peraltro dallo stesso Capitano selvaiolo Fabio Rugani nell’incipit della sua lunghissima relazione (letta ieri sera con trasporto, e con qualche chiosatura personale, dall’allora Priore Flavio Mocenni, ed a lui consegnata dal depositario supremo dei documenti selvaioli, l’archivista Alessandro Ferrini).

Fabio Rugani intendeva il Palio anni Ottanta un periodo di transizione, una sorta di spartiacque tra un PRIMA ed un DOPO; nell’imminente DOPO, indicava il pericolo concreto di un allentamento del ruolo delle alleanze fra Contrade, destinate a diventare mere simulacri formali; guardava in modo tutt’altro che positivo all’inizio (nel 1987, si badi) dell’invadenza massmediatica interna (senese) nel mondo del Palio (ragione da vendere, ragione da vendere); intuiva, infine, i rischi di una partecipazione popolare alle Contrade dilatata rispetto al pur recente – per allora – passato (sono gli anni della grande crescita di alcune realtà, fino a pochi anni prima numericamente piccole).

Era (ancora per poco) il Palio delle prove di notte allo stato brado, all’insegna di una promiscuità tra cavalli e persone oggi inimmaginabile (una sorta di miracolo, che non ci sia mai scappato il morto, fra quelli a due zampe…); delle prese in giro post corsa, senza l’obbligo del troppo politicamente corretto, anzi…; era il tempo in cui i più valenti ed atletici, a pochi attimi dall’uscita dei cavalli dal Cortile del Podestà, riuscivano a uscire dalla Piazza ed a saltare, alla Nino Castelnuovo d’antan, sul Palco delle comparse, in barba ad una Polizia municipale quantomeno distratta.

Il Palio, per Fabio Rugani, doveva essere una giostra, più che una corsa di cavalli (di cui lui si intendeva non poco): una corsa giostrata, dunque. Ma comandata dai dirigenti, non certo dai fantini.

E tenendolo bene protetto, il Palio, da invadenze da parte di figure esterne alla sua realtà, ma potenti – a vario titolo – in città: lezione subito dimenticata da molti dirigenti degli anni a seguire, sia consentito chiosare…

 

Ps Ritrovarsi dopo tanti anni, sul solco di una memoria piacevolmente condivisa: questo il senso, azzeccato, della serata. Quel pomeriggio d’estate, io ero parte del “popolino” selvaiolo, in Piazza. Scendemmo (dal palco delle comparse), corremmo, esultammo: fra noi, anche chi oggi non corre più, perché è corso altrove.  Non doveva succedere, ma grazie a queste serate continuiamo a correre, in qualche modo, insieme a lui.

7 Commenti su 2 luglio 1987: il Palio di Fabio Rugani

  1. Il Santo scrive:

    era la mia prima volta da monturato nel popolino dell’Istrice. Se trovo la foto te la mando ci sei anche te!!

  2. ConteBerio scrive:

    Ricordo commovente di una persona che ci aveva visto lungo, anzi, lunghissimo. Chissà se quell’applauso tributatogli dalla Piazza la sera della prima prova del 29 Giugno 2012, peraltro contro il volere di Laudanna che non concesse il minuto di silenzio chiesto da tutte le consorelle, non esprima il desiderio di tanti contradaioli a “ritornare indietro”… chissà! ciò che è certo è che, di questo passo, certe cifre ai fantini non gliele daremo più, proprio perchè impossibilitati a farlo!

  3. fabio rugani era un grande scrive:

    Fabio Rugani era un grande e lo dimostra quel Palio, che ovviamente resta incomprensibile nella sua genialità ai contradaioloni del nuovo millennio, quelli che si sublimano nello spostare le seggiole e nella foto sul palco da inviare al corrierino e quelli che votano il priore del pd, con la speranza che gli trovi un lavoretto o gli faccia fare carriera. Gli uomini come Fabio Rugani sono diventati rari in una Siena tristemente popolata soprattutto da mezzuomini incapaci di intendere e di volere.

  4. Edoardo Fantini scrive:

    Eravamo amici, anche se io gli davo del Lei e lui, per motivi di età, mi si rivolgeva con il tu. Era intelligente e generoso, ma non in tema di Palio, perché avrebbe voluto farli vincere tutti alla Selva…Ovunque sia, a Lui un caro saluto.

  5. Alberto Bruttini scrive:

    Conoscerlo è stato un vero privilegio

  6. uno qualsiasi scrive:

    Per Fabio Rugani, mente di un altro passo, TUTTI IN PIEDI PER UNICO SINCERO E GRADE GREZIE!!

  7. Ferdinando scrive:

    Bei ricordi Raffaele, e tanta strada fatta da allora, molta in salita…
    Sui bei ricordi si può’, e si deve, costruire anche futuro, prendendo esempio. Di quel periodo non si deve pero’ pensare solo rosa e luccichi, le mani sulla citta’ ce le avevano già’ allora…
    Un abbraccio dall’America lontana, ripensando a quel ditino dell’87

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