Zibaldone: due film, tre lutti…
Zibaldone ricchissimo, dopo la sosta pasquale, purtroppo anche di brutte cose.
Il film “Gigolo per caso” è un autentico gioiellino, un caso di sophisticated comedy da manuale: con un Woody Allen tornato ai vecchi tempi, ed un Turturro (anche regista) gigolo tanto valente a letto (Sharon Stone testimonia!), quanto facile all’innamoramento. Non professionale, in questo caso…
Frase cult del gradevole film, by Woody Allen:
“Se ho mai fatto sesso con due donne insieme? Sì, ma solo una volta, ed era nel 1977, durante il grande black out di New York…”.
Il giorno di Pasqua, ci ha lasciati (era del 1929) un grande uomo di cultura, cinematografica e non: Claudio G. (stava per Giorgio) Fava, straordinario divulgatore di cinema. Paolo Mereghetti lo ha definito il più grande “critico-attore”, credo con piena ragione. Oltre al cinema, amava la Francia, quella di De Gaulle e di Maigret.
Papillon sempre indosso, le sue presentazioni dei film su Rai notte hanno allietato tante notte ereticali, tanti anni fa: e di questo lo ringrazio, e molto.
Molto si è parlato e scritto della morte di Gabriel Garcìa Màrquez, in questi giorni: con piena ragione, data la caratura della sfaccettata personalità dello scrittore-giornalista.
Oltraggiamo il comune senso del pudore, se citiamo il Pasolini che stroncò “Cent’anni di solitudine”, scrivendo di “manierismo barocco latino-americano”, di “romanzo di uno scenografo o di un costumista”, definendo Gabo un “affascinante burlone”? A noi, stimola di più il Gabo giornalista, che dice che “la penna è la mia pistola”, che insegna giornalismo ai giovani.
Come qualità di scrittura, tanto di cappello; come amicizie (Castro, e non solo), qualche riserva è dovuta…
“Grand Budapest hotel” è uno straordinario pastiche del regista Wes Anderson: un po’ film drammatico, un po’ commedia, un po’ film sentimentale, un po’ pulp (con un Defoe che sembra uscito da un fumetto tarantiniano).
Atmosfere mitteleuropee, nell’immaginario mondo della fantomatica “Repubblica di Zubrowka”, in un caleidoscopico susseguirsi di situazioni, più o meno estreme. Il riferimento letterario esplicito è Zweig, ma si può allargare tranquillamente a tutti gli autori della finis Austriae.
Orso d’argento a Berlino: da non perdere, se uno vuol vedere una pellicola davvero impossibile da incapsulare in un solo genere.
Concludiamo con un’altra grande persona che ci ha lasciato: Rubin Carter. Aveva 77 anni, e, al culmine della sua carriera di peso medio, fu incarcerato ingiustamente. “Motivi razziali”, ebbe a sentenziare il Giudice che lo scagionò, nel 1985. Denzel Washington gli diede faccia e corpo in “Hurricane”, ed ancor prima Bob Dylan compose (era il 1975) uno dei suoi riconosciuti capolavori di grandissima musica di impatto sociale, con il pezzo “Hurricane”.
“Rubin Carter fu processato con l’imbroglio
l’accusa fu omicidio di primo grado, indovinate chi testimoniò?…
Nel vederlo così palesemente incastrato
mi sono vergognato di vivere in un paese
dove la giustizia è un gioco.
Ora tutti quei criminali in giacca e cravatta
sono liberi di bere Martini e guardare l’alba
mentre Rubin siede come Buddha in una cella di pochi metri
un innocente in un inferno vivente”.
Straordinaria canzone di impegno civile, di straordinaria attualità: a tutte le latitudini…
su Siena abbandonata in Facebook hanno caricato l’articolo di Repubblica della curia vs. Ascheri e Marco Bernardi ha commentato di grafie, di prove, ma chi non è introdotta come me non ci capisce. Tu vai a vedere, Eretico!
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“questa è la storia di Hurricane…lui che avrebbe potuto diventare campione del mondo”.
Grand Hotel Budapest è tante cose ma è cinema straordinario in ogni caso, concordo con il Professore.
Anderson ha fatto un altro film molto bello che consiglio a tutti “Il treno per il Darjeeling”. Davvero il cinema – in certi casi – non è morto.
Luigi De Mossi
Penso che Anderson (Wes, perché c’è anche Paul Thomas se non sbaglio) sia uno dei migliori registi in circolazione, e aspetto con ansia ogni suo nuovo film. Eppure quest’ultimo film mi ha deluso, e non poco. Non ho letto Zweig, e quindi forse è colpa mia se il film non mi è piaciuto, ma i personaggi macchiettistici mi hanno un po’ infastidito, così come la sceneggiatura leggerina. Nemmeno il film del treno mi era piaciuto, e poco mi aveva convinto il cartone animato con le volpi, sempre di Anderson, ma trovo I Tenembaum, le avventure di Steve Zissou e soprattutto Monrise Kingdom dei capolavori inarrivabili. Detto questo, de gustibus… ça va sans dire.