Eretico di SienaMercoledì scolastico: Firenze val bene un concerto... - Eretico di Siena

Mercoledì scolastico: Firenze val bene un concerto…

- 05/02/14

 

La domanda delle domande è questa: meglio portare i ragazzi fuori, proponendo loro esperienze culturalmente stimolanti ed originali, o viceversa tenerli rinchiusi intra-moenia, a svolgere il normale lavoro della quotidianità scolastica? In attesa delle gite scolastiche primaverili (di cui daremo conto), ci siamo fatti questa domanda – per l’ennesima volta – giusto ieri mattina, portando i ragazzi di terza media della Cecco Angiolieri al teatro Verdi di Firenze, per ascoltare la prova d’orchestra di un concerto di J. Brahms, diretto (suonando il pianoforte in simultanea!) dal maestro Campanella.

La domanda, l’abbiamo fatta: il problema è trovare la risposta, però!

I contro: portare fuori i ragazzi, è come dare le perle a…chi non le merita; il 70-80% di loro, ovunque venga portato, è come lobotomizzato dai vari strumenti di ultima generazione, durante il viaggio e non solo. Si va per conoscere Brahms, ma si continua ad ascoltare quel drogatello di Justin Bieber.

In più, abbondano i problemi logistici, comuni ad ogni generazione: un esempio? Nel pullman ereticale, giusto il tempo di entrare nel cuore di Fiorenza, che un alunno ha visto bene, nelle retrovie, di liberarsi di un po’ di zavorra. Una delle colleghe, di carta munita, si è dovuta dunque improvvisare crocerossina, all’uopo. Vero, verissimo: abbiamo le ferie lunghissime, d’estate e non solo. Però chiedo, domando ai lettori: a parte il personale infermieristico, quante sono le categorie professionali dedite a questo tipo di poco gratificante attività con gli altrui figli, in caso di (frequente) bisogno?

Il concerto (la prova-concerto, meglio) è stata oggettivamente lunga, per i ragazzi, e gli applausi finali erano di liberazione, piuttosto che di reale apprezzamento. Tant’è.

 

I pro: molti, moltissimi fra i ragazzi, non erano neanche mai entrati, in vita loro, in un teatro in quanto tale, figuriamoci per ascoltare una prova di un concerto di Brahms; il fatto sic et simpliciter di stare per un paio di ore circa fermi, seduti e – più o meno – zitti, ha rappresentato forse un autentico unicum: provate a fare stare, per un paio d’ore abbondanti, un preadolescente di oggi fermo e zitto, se ci riuscite…

Qualcuno di loro (senz’altro una piccola minoranza, purtroppo) avrà in qualche modo apprezzato anche la musica, e l’atmosfera del teatro in generale: e per questa minoranza, questa mattina di inizio febbraio sarà una mattinata indimenticabile. Non è poca cosa.

Questo, in fin dei conti, è il difficile compito del docente di oggi: seminare una pianta rara, sempre più rara (la conoscenza), sperando che qualche minima percentuale del seminato abbia, in futuro, una qualche primavera. Consapevole che la malapianta attecchisce sempre meglio, e con maggiore facilità. Senza neanche bisogno di acqua, tra l’altro…

19 Commenti su Mercoledì scolastico: Firenze val bene un concerto…

  1. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Ti parla uno che in gioventu’ ha fatto molto concerti nell’Albione, terra promessa di tutte le musiche e con strumenti reali.Allora bastava cosi’.
    Oggi e’ tutto cambiato. Devo riconoscere che la musica fatta in studio al computer e’ di gran lunga superiore, perche’ si possono aggiungere riverberi, cori, ritmi, colore ed altezzaa a piacimento. Poi si ascolta con sistemi che hanno una fedelta’ enorme……Si puo’ dire che la Ferrari ha superato il calesse?

  2. SENESE CONTROCORRENTE scrive:

    Caro Eretico non ti scoraggiare, l’importante è seminare qualcosa di buono in quegli zucconi, che qualche buon ritorno ci sarà in seguito. Non arrendersi mai. E poi sapessi quanti coetanei capoccioni ho dovuto sopportare nei miei anni di studente (e mai rimpianti, sono stato molto meglio nel mondo del lavoro). Ecco, gli stessi ora sono interessati a tutto quello che odiavano in gioventù, letteratura italiana e straniera, lingue straniere (non solo inglese o francese, ma anche il cinese ed il giapponese), musica e altre attività culturali. Uno particolarmente ‘di coccio’ ha presentato uno studio sulla storia senese all’Università della terza Età con i complimenti dei docenti. Insomma come si dice non è mai troppo tardi. Da questi ragazzotti, se sollecitati, qualcosa verrà fuori di sicuro. Le cose della vita fanno cambiare tante persone. Quindi non arrenderti, continua così.

  3. Anonimo scrive:

    I professori, profeti del giudizio, e della retta via?

    Ma fatemi il piacere, il più grosso problema dell’insegnamento è proprio questo: LA PRESUNZIONE, caro professore,
    ascolta le Passioni dei tuoi “allievi” e falli partecipi.

    Hai mai ascoltato i loro desideri con volontà?, magari tra di loro c’è qualcuno che coltiva qualcosa, ma sicuramente non lo viene a dire a voi, tiomoroso di essere “bacchettato”.

    Uno dei problemi dell’Italia è l’educazione alle Passioni e alle emozioni.

    Oggi come prima, la scuola è sempre stata un luogo dove le “Passioni” non c’erano, educare alle Passioni e saperle gestire caro Prof.

    E magari un giorno la scuola sarà diversa, e i ragazzi si sveglieranno felici di andare assenti dall’essere giudicati.

    • Fede scrive:

      Commento (anonimo) di persona che a scuola è stata contrariata, oppure di cui sono stati i figli a essere contrariati. Se a tutti i ragazzi piace il drogatello bisogna far ascoltare il drogatello? Ma per piacere… esistono dei canoni di bellezza, e la scuola dovrebbe aprire delle finestre su quelli. Avranno tutta la vita, fuori da scuola, per ascoltare il drogatello

      • Anonimo scrive:

        Cosa c’entra il drogatello? Cosa c’entra? Si parla di educazione alle emozioni, alle passioni.
        Dovrebbe esserci una materia scolastica su tale argomento. I primi a frequentarla dovrebbero essere molti docenti.
        Solo con la passione si veicola un messaggio che sia una data storica o una capitale, una formula, quando questa cessa si dovrebbe smettere di insegnare e avere il coraggio del cambiamento personale in primis. La scuola é molto importante perché prepara il futuro di una società, io non darei sempre la colpa alla sola famiglia, io credo che la scuola non é stata in grado di svilupparsi di formare persone “interessate”.

        • Anonimo scrive:

          “Commento (anonimo) di persona che a scuola è stata contrariata, oppure di cui sono stati i figli a essere contrariati..” ?? ” Contrariato..Contrariati i figli”???????
          Guardi sono laureato e a scuola non sono mai stato bocciato e neppure rimandato, non ho figli.
          Sono riflessioni sullo stato educativo scolastico.

          • Fede scrive:

            Allora forse il problema è la distanza. La distanza dico dal mondo della scuola. Secondo il suo ragionamento a scuola bisognerebbe insegnare teoria del videogioco, italiano per mms 2.0, segreti del Fantacalcio e via dicendo. Così i ragazzi sarebbero iperappassionati. Io nelle scuole senesi di ogni ordine e grado per due anni c’ho insegnato teatro, e le assicuro che la stragrande maggioranza dei ragazzi era appassionata. O almeno credeva a quello che facevamo. Ma il teatro era una cosa in più. Ora insegno italiano in Francia, alle medie, e gli appassionati sono calati di brutto. Avevo fatto un ragionamento, ma mi sembra non lo ha colto. Perché dover rinunciare a proporre cose che sono unanimemente considerate belle? Perché Brahms deve passare per una palla? Guardi che la passione non si trova in farmacia e non si applica con intervento chirurgico. Spesso sono le persone che trasmettono le passioni. Sono d’accordo che un prof che ha perso ogni stimolo è un danno, ma ripeto, ci faccia un giro ogni tanto nelle scuole, e vedrà che non è proprio facile facile insegnarci.

          • Anonimo scrive:

            In riferimento alla risposta di Fede alle 18:48, non é possibile rispondere, rispondo qui.
            Mi spiega perché parla di videogiochi.. mms.. e fantacalcio…. ?
            Prima il drogatello invece, basta é patetico, mi sembra nelle sue parole riappare il giudicare, quando invece io parlo di insegnare ai ragazzi a educarsi alle emozioni al sentire, imparare a gestire il sentire, credo sia una cosa importantissima per l’evoluzione dell’individuo.

            Ma vedo che proprio non ha capito niente, questo é proprio il problema di molti insegnanti. Che poi insegnare non sia facile non credo, specialmente per chi sente l’insegnamento come passione, credo invece che molti si mettono a fare concorsi etc etc perché insegnare é l’ultima sponda per un posto sicuro, non come desiderio in primis.

            Eviti di sparare cavolate come ha scritto, apprezzerei che riflettesse su ciò che le ho scritto invece.

          • Anonimo scrive:

            “eretico” perché non hai pubblicato la mia risposta giorni fa a Fede e hai chiuso la conversazione??
            Non é proprio un comportamento eticamente “libero” ma da censore..

  4. Patrizio scrive:

    Appassionare forse? Appassionare. Ut sementem feceri ita metes. Come diceva il vecchio Marco Tullio.

  5. Cherubino scrive:

    Caro Eretico, secondo me la bilancia pende dalla parte dei pro e l’investimento di una mattinata di ordinario lavoro scolstico vale sicuramente la pena;
    la mia esperienza personale mi riporta alla prima liceo scientifico ,quindi all’incirca all’età dei tuoi didiscepoli, quando la nostra professoressa di francese ci portò al teatro a vedere Moliere ne ” Le malade immaginaire” in lingua originale, risultato: divertimento assoluto (nonostante la difficoltà e seguire il testo in lingua) e voglia di ripetere l’esperienza, cosa fatta negli anni a seguire grazie agli insegnanti di lettere appassionati di teatro che ci procuravano i posti per rappresentazioni classiche da Goldoni a Pirandello con punte (troppo impegnative a dire il vero) di tragedia greca Euripidea.
    Il risultato a lungo termine è stato far appassionare al teatro, con Pirandello al top delle mie preferenze, una persona che,prediligendo le materie scientifiche, con la letteratura in genere ha sempre avuto poca domestichezza (e voti bassini!) passione che tuttora provo a coltivare fra i vari impegni.

  6. WOLF scrive:

    Spesso non sono stato tenero con Raffaele, ma questa volta devo difenderlo. come si può pretendere che i professori in pochissime ore settimanali riescano a trasmettere la capacità di amre la conoscenza, di apprezzare il sapere per allargare con il bagaglio culturale anche la mente. Questo dev’essere un compito di noi genitori, facendo capire che lo scopo della scuola non è il 6 (come purtroppo ho fatto io), ma che quello che viene appreso sarà poi la base su cui costruire anche la propria persona e la propria personalità. figuriamoci poi nei tre anni delle medie, che sono un transito tra l’essere bambini e la pubertà, dove non si è nè carne nè pesce. Tieni duro Raffaele, dalla manciata di semi che hai gettato, qualche bella pianta nascerà sicuramente, e credo che moralmente sia la più grande soddisfazione di un insegnante.

  7. montessori scrive:

    vista l’importanza ed il numero di ore assegnate nella scuola italianaad una materia cenerentola come “educazione musicale” e simili, come aspettarsi che gli scolari si interessino a Brahms ? ma professore, i suoi preadolescenti hanno tutti l’ADHD? sara’ mica colpa della caffeina contenuta nella cocacola?

  8. fox scrive:

    le è piaciuto ascoltare Brahms?

    • Eretico scrive:

      Certo, ma avrei preferito Mozart (il maestro Campanella stava preparando anche il Concerto 27 mozartiano).

      L’eretico

  9. giacobbe scrive:

    Penso che 7nsieme ai ragazzi sarebbe stato opportuno e costruttivo far partecipare igenitori, molti dei quali delegano alla scuola ogni loro dovere salvo poi giustificare le lacune dei proli e criticare i precettori.

  10. Anonimo scrive:

    “eretico” ti leggevo a volte, anche con curiosità, adesso mi hai annoiato, sei il professorino che vuole saperla piú di altri, noioso. Vorrei sentire il parere dei tuoi allievi, ma credo annoi pure loro.
    RIPETO PURE:
    “eretico” perché non hai pubblicato la mia risposta giorni fa a Fede e hai chiuso la conversazione??? senza possibilità di risposta addirittura? la mia risposta non offendeva nessuno.
    Non é proprio un comportamento eticamente “libero” ma da censore..

    • Eretico scrive:

      Caro anonimo,
      non avevo CENSURATO: il suo commento si era disperso tra la posta elettronica. Di questo, mi scuso (ed ho rimediato adesso); per il resto, rispetto la sua opinione, ma le mie sono evidentemente un po’ differenti…

      L’eretico

    • Fede scrive:

      Questo discorso mi sembra profondamente inutile, quindi meglio chiuderlo qui. La lascio con la sua spocchia, e le ripeto, se conosce un sito o una farmacia dove vendono la passione me lo faccia sapere. Resti a filosofare, l’Eretico e il sottoscritto lunedì mattina andranno a scuola, e ci metteranno il solito impegno

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