Vigni Antonio, l’anti-Cincinnato
Lo show dell’uomo che sussurra ai cavalli (Musssàri Giuseppe), ieri mattina è stato preceduto dall’interrogatorio in aula di Vigni Antonio, il “coltivatore diretto” di Castelnuovo Berardenga – incidentalmente, ex Direttore generale di Mps – che niente sapeva (figuriamoci) della pericolosità di Alexandria (non è mica un tubero, no?).
Il Pm Nastasi ha più volte fatto emergere le incongruenze fra quanto dichiarato da Vigni nell’interrogatorio del 9 febbraio 2013; la tesi di Vigni (come quella mussariana, in sostanza) è stata che lui, un anno fa, era troppo turbato per ricordare: ora che, evidentemente, è molto più sereno grazie alla ritrovata vita agreste, può finalmente ricordarsi di non sapere.
La figura del “coltivatore diretto” Vigni Antonio è – se possibile – più inquietante ancora di quella mussariana, da un certo punto di vista: Mussàri può essere un’eccezione, per origini e carattere, nonché per il semplice fatto di non avere lavorato mezza giornata in banca in vita sua; Vigni, viceversa, rappresenta davvero il prototipo dell’homo senensis montepaschinizzato, e questo dovrebbe fare riflettere coloro che, con faciloneria autoassolutoria, vorrebbero fare di Mussàri e della sua alterità il capro espiatorio dell’affaire Mps.
Vigni è figlio di questa terra (castelnovino, con moglie di San Gusmè), della terra che dice di coltivare direttamente; ha fatto la sua vita e la sua carriera da travet per anni, fino al grande “balzo in avanti” con Mussàri nel 2006. Non è dunque un alieno, un extraterrestre catapultato per un mero accidente del Fato nel Senese: è figlio di questa terra, lo ripetiamo.
Il giorno dello scellerato acquisto di Antonveneta, ebbe a dire, tra il tripudio di tutti (in primo luogo, i sindacati, con i quali tutto filava che era un piacere, ai tempi delle grasse vacche):
“Era un’occasione unica, non è troppo cara…una nuova pagina da scrivere per la banca dove c’è veramente tanto valore da creare” (Repubblica, 10 novembre 2007).
L’eretico pensava che fossero le frasi più compromettenti mai pronunciate pubblicamente dal Vigni Antonio, ma si sbagliava: ieri mattina, infatti, fra un “non ricordo” ed un “non saprei”, il coltivatore diretto ne ha pronunciata un’altra, passata piuttosto sotto traccia.
A domanda del Pm Nastasi su quanto capisse il Presidente Mussàri di finanza, Vigni Antonio ha avuto l’ardire di rispondere, con quel suo sorrisetto un po’ sforzato:
“Beh, il Presidente seguiva molto il mercato, e ci capiva più di me”.
Mps quindi era davvero in buone mani, chapeau ad entrambi ed a chi ce li ha messi (sono quelli che hanno fatto “spietata autocritica”, come dice il Bezzini con involontario umorismo): uno dice che non era il suo mestiere (infatti era Presidente), quell’altro ammette di non capire un tubero di mercato (infatti era il Direttore generale).
I dipendenti della banca (esternalizzati o dediti a giornate solidaristiche che siano) hanno davvero di che essere orgogliosi, dunque (interessante l’iniziativa di Marco Sbarra, al proposito).
Il generale Cincinnato tornò alla sua amata terra ed ai suoi campi, dopo la vittoria militare in Patria (Roma), senza pretendere onori e danaro; Vigni Antonio, invece, dopo la sconfitta Mps, ha preso onori e 4 milioncini di euro, per poi tornare ai suoi amatissimi campi. Un eroe dei nostri giorni…
Ps1 Ieri Mussàri ha posto una riflessione stimolante, durante il suo interrogatorio: ha detto che l’avere sostenuto di NON RICORDARE un determinato evento, equivale in tutto e per tutto a dire di NON AVERE COMPIUTO quel certo fatto. Ne siamo proprio sicuri?
Ps2 Sabato pomeriggio (16,30, circolo Arci di Ponte d’Arbia), il maestro Fontani ripercorrerà i suoi 10 anni di “tribolazioni”, seguite alle sue pubbliche denunce sul malaffare in Val d’Arbia e non solo. Ad accompagnarlo nei meandri della sua vicenda, ci sarà l’eretico: il pomeriggio si preannuncia piuttosto stimolante.
ma l’associazione piccoli azionisti (o buongoverno?) MPS non aderisce a Sbarra/Avvocatone?
Al netto di errori , l’azione dei dipendenti è riservata ….appunto ai dipendenti…..non è detto che tutti i piccoli azionisti siano anche dipendenti, credo che mancherebbe la legittimazione attiva. Non so se per l’Ass.ne Piccoli Azionisti sia possibile un intervento “ad adiuvandum”.
Riguardo a Vigni , che dire…..!?!?!?! sposa la strategia mussariana …..Mussari Presidente…A SUA INSAPUTA, Vigni DG….A SUA INSAPUTA…..mentre di Alexandria….TUTTI SAPEVANO……l’italiano è davvero una lingua bizzarra.
ecco il link dell’Associazione….
http://www.associazionebuongovernomps.it/indicazioni-per-costituzione-parte-civile-processo-6-marzo-2014/
Pingback: Vigni Antonio, l'anti-Cincinnato - Eretico di S...
Quindi vigni il cui solo stipendio superava il milione di euro l’anno oltre i 4 milioni di liquidazione con la faccia che si ritrova si prensenta in tribunale per dire che non sapeva, non capiva, etc etc. Complimenti a quest’uomo veramente vanno i migliori complimenti.
Pingback: Rassegna Stampa – Un Presidente che non sa niente, un Direttore Generale che fa l’agricoltore… Ma allora chi ha distrutto il Monte dei Paschi? | IL SANTO NOTIZIE DI SIENA
Le iniziative contro questi furbetti sono tutte benvenute, ma mi chiedo perchè questo Sbarra ha aspettato tutto questo tempo a muoversi. Sono passati oltre sei anni da Antonveneta e due dalla nascita dell’Associazione Buongoverno che ha già intrapreso da qualche tempo la stessa azione che ora propone Sbarra. Forse sarebbe bene che Sbarra si iscrivesse al Buongoverno e desse una mano a loro.
Commenti tutti molto condivisibili, però voglio fare una precisazione.
Nessuna difesa per il PD, principale responsabile della rovina, ma non dimentichiamoci la complicità degli altri partiti, PDL in testa. E non permettiamo a certi furbetti di continuare a prendere in giro la città. Avete visto i firmatari del patto della nuova “destra” senese?
Prima di tutto tal Tacconi, che si dice sia stato assessore socialista ai tempi di Piccini, per poi transitare nel cosiddetto “gruppo della birreria” con tutti i fans di Mussari, poi Lorenzo Rosso di cui abbiamo solo notizie negative, poi un certo Berni prima alfiere civico e poi “attratto” dal MIR berlusconiano. Dopo questi è inutile parlare di altri. Come si può pensare che il PD possa perdere con un opposizione di questa fattezza? Ma un saranno mica d’accordo come sempre?
E’ un appuntamento da non perdere. L’odissea del maestro Fontani è emblematica del sistema di potere di questa città e quindi non scollegata, Fontani spiegherà perchè, anche alla vicenda del Monte, alla sua gestione, agli intrecci tra i suoi vertici e altri potentati romani. Quella di Fontani può essere interpretata come vicenda minore rispetto al tornado che ha investito Siena ma una volta tanto guardare il dito può spiegare molto di più che non osservare la luna
Silvia,
un’Associazione di Azionisti non è un’entità che può assumersi la rappresentanza legale dei dipendenti danneggiati negli emolumenti; li rappresenta come Azionisti in Assemblea. E gli azionisti non possono fare causa civile… qui si parla del VAP.
Le associazioni sindacali potrebbero promuovere quest’iniziativa e farsene portatori…
ma non lo faranno. Come chiederlo al PD… Ci sono solo il De Mossi e il Codacons.
Mi viene in mente il film “Qualunquemente” dove “Cetto” prometteva alla folla, radunata durante un comizio, che, se avesse vinto le elezioni a sindaco, avrebbe posto a capo della Chirurgia dell’Ospedale il suo compare Pino, perchè “come sfiletta i pesci lui……”. Come Silvio che ha messo ad amministrare la cosa pubblica “gente che aveva il fisico da assessore….!!!”(per rubare la battuta al buon Antonio Albanese)
Mi domando come un coltivatore diretto abbia fatto a diventare direttore generale di una banca secolare come il M.P.S. ma chi lo spingeva un incompetente così ? Ma forse era meglio se stava a Castelnuovo a curare le viti e gli olivi. E il boccoluto di Catanzaro, anche lui altro incompetente, lo mettano a guidare un istituto di credito che in 500 aveva reso la fortuna di Siena e della regione, quando di credito non ci capiva nulla. Non ho parole.
Mi riallaccio a questo commento per sottolineare un apsetto secondo me importante.
La parola magica è INCOMPETENZA.
Ti pongo una domanda Raffale :
Hai mai visto Vigni e Mussari calvalcare le grandi città della finanza ( Londra, New York, Tokyo, ecc… ) ? Li hai mai visti a copo di altre holding dove si svolgono compiti finiziare e ottenere dei ricavi importanti ?
Queste due persone sono due incompetenti messi li dalla politica per obbedire agli ordini.
In tribunale ci dovrebbe esssere il PD
Saluti
Contradaiolo ha ragione questo e’ stato l’errore pricipale, ma la spinta gliela aveva data la tessera del partito. Quando i palazzi si basano su fondamenta fragili crollano prima o poi. Quello di mps e’ un modello che ha mostrato le sue fragilita purtoppo dopo 500 annj. L’ignoranza fa fare errori e quelle persone che oggi sono imputate erano ignoranti che avevano in mano un giocattolo che a loro piaceva solo per il potere che gli conferiva e che loro hanno attraverso le leve giuste rincorso e ottenuto dopo tanti sacrifici nel partito e nei salotti della citta che contavano. Tutti erano ignoranti tranne uno Baldassarri, che pero oltre ad essere esperto di finanza aveva capito che ormai dopo antonveneta tutto era compromesso e quindi la cosa migliore da vare era trarre il maggior vantaggio dalla propria funzione (se cio che si dice della banda era vera). Questo e’ in poche parole cio che sec me e’ successo. Resta pero da capire come e’ stato possibile che nessuno li abbia fermati prima che fosse troppo tardi.. Questa totale liberta e mancanza di controlli e’ a mio avviso la cosa piu sconcertante. Banca d’italia non ha fatto quello che avrebbe dovuto fare purtoppo perche aime’ forse la politica arriva anche li su chi dovrebbe controllare.
Spero che siano condannati ma ascoltando le registrazioni ho paura che possano essere assolti. Baldassarri e’ persona furba che a mio avviso si era assicurato approvazione per ristrutturazione + btp dalle funzioni che dovevano gestire il rischio (risk) e che dovavo contabilizzare la transazione (funzione bilancio). Furbescamente aveva chiesto e ricevuto approvazione da queste funzioni via mail e aveva anche appoggio dei suoi capi ( vigni e mussari) cosa doveva fare di piu? Certo era ovviamente un’operazione in perdita che permetteva, attraverso la cessione di parte del rendimento dei btp per 20 anni a nomura, di ristrutturare il pericoloso derivato.
Banca di italia aveva notato la cosa e infatti mando dopo ispezione una mail a baldassarri e ai capi della funzione risk chiedendo lumi sulla gestione del rischio dell’operazione in btp. Ecco pero che baldassarri risponde giustamente a quella mail dicendo che era una classica operazione per massimizzare il margine di interesse della banca.
Perche dico giustamente? Perche effettivamente BdI non chiede perche e come mai quella operazione era cosi fuori mercato alla data di chiusura e perche il derivato pericoloso spari cosi magicamente, BdI non chiese nulla di piu e baldassarri non disse nulla di piu ovviamente pensando che per cio che riguardava i rischi doveva rispondere il capo della funzione preposta (ovviamente ben ammaestrato).
Purtroppo far cattivi affari non e’ reato anche se tutti noi condanniamo chi li conclude e speriamo che per la loro responsabilita e negligenza siano condannati.
La verita che il caso Mps cosi come tanti altri mettono in evidenza e’ che condannare un colletto bianco per un errore fatto e’ davvero complicaro e Baldassarri e’ davvero bravo a sgusciare a destra e sinistra.
Vorrei ranto ricordare tutti gli altri errori che si dice sui giornali abbia fatto.. Ad esempio me ne viene in mente uno.. Ma perche fece sto derivato alexandria? Ma non poteva comprare un btp tanto quell’alexandria non e’ che rendesse piu di tanto…
Buona fortuna MPS ve ne serve davvero tanta
allora magari il boccoluto l’avranno messo in sella se non per le competenze, quantomeno forse per il suo indubbio merito!!!
hahahahahh
oh cittini ma perchè anche come solo “avvocato” se non avesse “esercitato” in un foro perlomeno “singolare” come quello di Siena, senza tanti “grovigli armoniosi” pensate che sarebbe diventato ugualmente un “Grisham” de noantri… ????
Bezzini anzichè parlare delle “spietate autocritiche degli altri, faccia la SUA autocritica, preda la valigia e vada a casa ! E’ stato lui, insieme a Ceccuzzi a tutelare la carriera di Mussari ed a spartire con Monaci i posti della Banca e della Fondazione ecc. Uno a me (Mussari, uno a te (Mancini). Uno a me (Vigni) uno a te (Pietrangeli): Chi ha rovinato Siena non ha diritto di pontidicare:::il futuro ! A Casa !
Guarda, il Bezzini, come il Berni e tanti altri amichetti stanno cercando altre poltroncine, dato che la provincia sta per essere affossata.
Incredibile? Indecente?
Direi di no, perchè questi signori sono CERTI di essere piazzati ovunque decidano di candidarli (Colle, Torrita, Monteroni, ovunque).
E perchè ne sono certi?
Perchè, caro anonimo, la gente LI VOTA.
Non avete ancora capito che il sistema esprime ciò che la base consente?
Il popolo LI VOTA.
Basta che il partito li piazzi in cima alla lista E LA GENTE VOTA!
Scommetto la palla destra che a primavera questi qui ce li troviamo sindaci da qualche parte.
Scusa se vado offtopic ma non trovo niente sul bilancio della mens sana che doveva essere approvato il 29 gennaio.
Trovo solo notizie su minucci presidente di lega , sostenuto da molti club e ora anche ufficialmente da Sabatini e sul ritorno al dilettantismo della pallacanestro in Italia.
Sarà questa la trovata ?
In un sistema liberale ci sono dei gruppi di persone che costituiscono i cosiddetti “partiti politici”. Ognuno di questi si preoccupa di scegliere i suoi uomini migliori per andare a gareggiare con gli altri partiti in un competizione che si chiama “democrazia”. Ecco che cos’è la democrazia: un confronto fra i partiti che vincerà quello che avrà i numeri più grandi. Chi primeggerà avrà il diritto di andare a condizionare il comportamento del suo popolo per mezzo delle leggi e a gestire tutti gli aspetti della vita pubblica: gli ospedali, i palazzi di giustizia, i fiumi, le strade… Tutti i giorni la parola “democrazia” viene usata per suggestionare il cittadino che la ascolta o la legge: viene lasciata intendere carica di significati e tutti più che positivi, ma la verità sta nelle righe scritte prima, è una gara fra partiti finalizzata al potere parlamentare, il quale, una volta ottenuto non sarà gestito nel nome di tutti, perché deve logorare “…chi non ce l’ha”, ricordate? Dentro a questi partiti ci sono loro stessi e non la gente; e sono i partiti (non la gente) che nominano i Mussari, i Vigni e che gestiscono malissimo tutto ciò che è pubblico: gli ospedali che costano troppo e non sempre accontentano, i palazzi di giustizia coi loro tempi assurdi, i fiumi che basta una pioggia di due giorni e straripano e le strade piene di buche. Mussari è stato messo lì da un partito nel rispetto delle leggi ed ha avallato un’operazione allucinante perché “costretto” a farlo dai suoi superiori. E’ solo la prova della dannosità dei partiti politici: gruppi di persone ambiziosissime alle quali non sono richieste né la competenza né la capacità di saper fare ciò che andranno a fare. Un dodicenne per iscriversi alle scuole medie deve dimostrare di aver superato quelle elementari, Mussari per diventare presidente del Monte dei Paschi non ha dovuto provare alcunché: era un uomo di partito, uno di loro e ciò è bastato.
Quella che descrivi è partitocrazia, la democrazia sarebbe un’altra cosa. L’Italia repubblicana è stata sempre partitocratica oppure,con Berlusconi, monocratica.
La democrazia che viene sempre portata d’esempio è quella in vigore negli Stati Uniti. Faccio notare che là si spendono 700 miliardi di dollari (pubblici) all’anno per le spese militari ma la sanità è privata e le assicurazioni hanno un costo proibitivo. Tutto questo è fatto in ossequio ai cittadini?
Va bene Vigni non capiva di finanza e dunque non sapeva quello che faceva Baldassarri. D’altra parte Alexandria era stata comprata da Baldassarri nel 2005 quando Vigni non era ancora il capo di Baldassarri. Vigni se la ritrova sul “trattore”, per rimanere in atmosfera agreste, nel 2009. La cosa curiosa è che i banchieri di Nomura che ristrutturano Alexandria nel 2009, ” El campesino” è già Dg, sono gli stessi che l’avevano venduta al Monte nel 2005 quando lavoravano alla Dresdner, e sono gli stessi che, nel 2007, anche qui “El campesino” era già Dg, vendono al Monte, un’altra mezza sola. Insomma il Dg, oltre a non capire quello che comprava Baldassarri, non sembra essersi accorto “le sole” arrivavano sempre dagli stessi. Ultimora: convocate le assemblee plenarie di Coldiretti e Confagricoltori, un solo punto all’ ordine del giorno: cancellazione immediata dall’italiano del proverbio “contadino..cervello fino”.
Ecco hai capito (scusa il tu) come gira il fumo…. Anzi girava.. Capito che nn ci stava piu niente da bruciare baldassarri ovviamente era pure felice di essere defenestrato. Un po di scudi fiscali poi lo hanno aiutato a portare un po di soldi in patria e quindi tolto il dente di questo processo forse riuscirà anche a goderseli. Ma perché aveva questi MILIONI all’ estero uno che lavorava al monte in italia da anni? E perché’ scudarli ?
Ricordo la puntata di report quando un dirigente del monte di spalle diceva che baldassarri utilizzava dei broker esteri, persino koreani, per far transitare le sue operazioni, ma questi scudi fiscali dei quali ha beneficiato sono legati a queste cose?
Queste cose non sono oggetto del processo attualmente in corso su alexandria forse perché non riguardano la transazione in esame, ma mi domando sono stato oggetto di indagini per eventuali processi aggiuntivi o no?
Questo sarebbe un altro bel capitolo da esaminare..
Non ritengo che si giunga alla assoluzione.
Aver taciuto un contratto all’organo di vigilanza che aveva chiesto di acquisire i documenti sulla ristrutturazione è proprio il fatto contestato ai tre responsabili della banca.
Gli imputati hanno recitato le loro discolpe, stando peraltro attenti a non urtarsi tra di loro.
Ma il contratto cӏ, reca le firme di due imputati e un clamoroso exequatur del terzo.
Il fine, e anche il dolo, dell’occultamento sta nella rettifica di bilancio che l’applicazione di quel contratto ha comportato.
La pena è da 2 a 8 anni. La prescrizione scade prima dei btp 2034, ma in ogni caso si tratta di 12 anni.
Per quanto riguarda l’affidamento e la reputazione di cui i tre godevano vi è solo da aggiungere che la telefonata è stata chiesta e registrata da nomura!!!!!
Bla, bla, bla, bla, bla. Nient’altro che parole su parole. Poi nel seggio elettorale si vota i soliti. L’orticello, i figliolini, il voto a quello che ci puo’ mettere la buona parole e così via. Noi senesi siamo fatti così e non cambieremo mai. Ah già…grande problema…..quando la data dell’estrazione delle contrade? Si deve uscire eh! Si vince anche quest’anno eh! Ricordiamoci di farsi vede giù in contrada che è sempre utile qualche buona referenza per qualche parolina all’assessore amico del capitano.
Mi spiace, ma se tornassi indietro via via da questa città senza dignità. Pensate quanti soldi sprecati per cose inutili. L’avessero avuti altre città ho paura che l’avrebbero spesi molto meglio. La città è buia, strade piene di buche, asfalto al posto delle lastre, le amate mura piene di piante di capperi, ferrovia da quarto mondo, lontana da tutte le vie principali vie di comunicazione. E poi vorremmo diventare Capitale della Cultura? La solita storia per vedere di raccattare un po’ di soldi da distribuire tre le solite facce di bronzo. Si mispiace, io nato sulle lastre, se avessi previsot me ne sarei andato via molto tempo fa per non vedere questo disastro; avrei tenuto per me la vecchia immagine della Siena che fu. Amaramente illuso del passato e non cosciente del triste presente.
Leggo gli articoli sempre con qualche giorno di ritardo. Sarei stato volentiri a Ponte d’Arbia sabato.
Attenzione però… dubium sapientiae initium: vasa inania multum strepunt. Et… dissoluta negligentia, prope dolum est. (Rimasugli)
Dal Fatto Quotidiano
di Tomaso Montanari
E ora tocca a Siena. Dopo aver accompagnato Oscar Farinetti in giro per la città, il sindaco di Siena Bruno Valentini (Pd, di osservanza renziana) ha detto che il complesso monumentale del Santa Maria della Scala potrebbe diventare un mega-supermercato di Eataly.
E ora si aspetta che il sindaco risponda a una interrogazione, dei consiglieri comunali Andrea Corsi e Massimo Bianchini, che lo invita a render pubblico il progetto e ad aprire “una discussione sulla politica culturale del Comune di Siena con particolare riferimento al ruolo da assegnare all’antico Spedale senese”.
Dare un senso ai duecentomila metri cubi dell’ospizio che nel Medioevo accoglieva i pellegrini che percorrevano la Francigena, e che oggi occupa l’ “acropoli” senese è una delle sfide del governo di una Siena orfana del Monte dei Paschi.
Il progetto più sensato sarebbe trasformare la Scala nel Museo di Siena per eccellenza, portandoci la Pinacoteca Nazionale e altri musei, il dipartimento di storia dell’arte dell’Università insieme a varie biblioteche, da unire a quella di uno dei più importanti storici dell’arte italiani, Giuliano Briganti. Un progetto che non esclude certo spazi espositivi, caffè e altri luoghi pubblici. Un progetto capace di trasmettere un’idea forte di cittadinanza basata sulla cultura.
Ma fin dagli scorsi mesi ha preso quota un’alternativa commerciale. Molti segnali lasciavano pensare che anche la Scala sarebbe finita in mano a Civita, la più grande concessionaria nazionale di patrimonio culturale, presieduta da Gianni Letta.
Attraverso una sua controllata, Civita gestisce già il Duomo e la Torre del Mangia, e mira a conquistare i musei delle contrade e l’assai discutibile Museo del Palio da costruire nell’ambito della candidatura di Siena a capitale europea della cultura 2019. Ma ora le cose sembrano cambiare: un po’ perché la Procura di Siena ha aperto un’inchiesta sulla gestione del Duomo, un po’ perché il vento renziano fa volare la soluzione Farinetti.
Se davvero Eataly riuscisse ad aprire dentro uno dei più importanti spazi storici italiani, si tratterebbe di una importate svolta simbolica nel processo di mercificazione di quello che la Costituzione chiama “il patrimonio storico e artistico della nazione”. Il nuovo negozio fiorentino di Eataly viene reclamizzato sui giornali locali con intere pagine come questa: “Eataly Firenze merita una visita anche solo per gustare … il Rinascimento.
Antonio Scurati, celebre scrittore e professore universitario, ha curato in esclusiva per Eataly un percorso museale che racconta i luoghi, i valori e le figure storiche che hanno contribuito al periodo artistico e culturale più fulgido di sempre. Chiedi l’audioguida al box informazioni”. Ma se il progetto del sindaco di Siena andasse in porto, Eataly non avrebbe più bisogno di mascherare un supermercato dietro un museo inesistente: sarebbe il museo a trasformarsi in supermercato. E possiamo solo immaginare cosa ne verrebbe fuori: una specie di Mall del Gotico, una Gardaland di Duccio, una Las Vegas di Simone Martini.
Ora Siena è a un bivio, deve decidersi: i suoi straordinari beni comuni monumentali possono ancora servire a formare cittadini, o devono trasformarsi in una fabbrica di clienti? Il Santa Maria della Scala sarà una ‘piazza’ della cultura o sarà un supermercato? Se Eataly aprirà un negozio a Siena, i senesi avranno un altro posto in cui poter andare a mangiare. Ma se a Farinetti verrà consegnato il Santa Maria della Scala, allora sarà Eataly a essersi mangiato Siena, e i senesi.
Che Paese l’Italia: chi riceve una casa con vista…..non so da dove, chi fa il presidente dell’INPS con la laurea rubata, chi presiede una grande banca…..ma non e’ il suo mestiere, chi la dirige…..e non ci capisce niente……ma tutti prendono STIPENDI STELLARI!!!
Il coltivatore deve lavorare duramente, rischiare, soffrire e non puo’ assolutamente permettersi di sbagliare: i pochi soldi sono i suoi e sono sudati……non dei correntisti, non delle liquidazioni o pensioni d’oro!!!
Chiamiamo questi personaggi con il loro nome…..e non con quello della gente che lavora onestamente!
Viva l’Italia!