Capitale della Cultura:il professore vuota il Sacco
Oggi dovrebbe essere finalmente il giorno in cui sapremo se il primo step della candidatura a Siena Capitale della Cultura sarà stato oltrepassato o meno: se va male, tutti a casa; altrimenti, la corsa continua.
Sia però consentito di dire una cosa: comunque vada, sarà un insuccesso, a livello di gestione interna. Clamoroso e roboante, se la città verrà bocciata alla prima selezione; nei fatti, anche se le cose andranno invece avanti.
Cerchiamo di spiegare il perché: l’idea nasce, un paio di annetti fa, dal think tank bisiano per un motivo molto chiaro (e dal suo punto di vista pienamente azzeccato): un’idea in sé forte, capace di catalizzare l’attenzione mediatica, per cercare di nascondere il marcio che sta per venire fuori. Classico esempio di argomento diversivo, insomma; che in una città addormentata come Siena, fa sempre la sua figura.
Non è tutto (anche se basterebbe): la gestione del professor Sacco della candidatura (con alle spalle tutti i castisti vecchi, più i nuovi) tende in re ipsa a perpetuare il Sistema Siena. Invece di puntare (nel settore culturale, ma non solo) ad una graduale palingenesi della mentalità, che iniziasse ad eliminare le scorie perniciose che hanno portato al tracollo la città (assistenzialismo, parassitismo, clientelismo), le ripropone tutte. Nessuno ha la ricetta magica (e le ricette le devono proporre i politici e gli amministratori, non il giornalismo di inchiesta), ma certo riproporre la ricetta appena fallita è da minus habentes (per dirla in modo culturalmente elevato…) o, magari, da furbettini della culturina.
Arrivano 400mila euroni? Bene, ma chi li ha presi? Arriveranno tanti altri dindini in città, grazie a San Enrico da Pontedera? Bene, e chi se li prende, e dopo quale selezione?
Dissanguata la Fondazione Mps, oggi c’è un nuovo erogatore, la Regione Toscana dell’indagato Rossi Enrico: uscita la Fondazione dalla porta, entra dalla finestra il nuovo bancomat. E tutti (compresi figuri ai quali della Cultura non è mai interessato alcunché) che sperano in qualche mancetta, a destra o a manca…
Così, ladies and gentlemen, si va a rifinire nello stesso buglione da dove non ci siamo mai mossi.
Veniamo dunque al professor Sacco: un po’ Umberto Eco, un po’ Enrico Beruschi (ognuno scelga).
Giulia Maestrini l’ha intervistato, sulla Nazione di ieri: a mio modesto parere, alcune sue uscite sono un’offesa all’intelligenza dei cittadini.
La chicca pare essere questa.
La cronista gli chiede del team, delle modalità di formazione (meritocrazia? Boh…). Risposta:
“Non c’era tempo per un’open call (perché no, aveva di meglio da fare? Ndr), quindi abbiamo scelto persone con cui si erano creati rapporti, che parlassero correntemente l’inglese…e avessero la capacità di reggere sotto la forte pressione della giuria: non è che fossero molti i candidati!”.
Il professor Sacco – mi venga scusato lo stilnovismo – ci prende per il culo. Prima dice di non avere avuto tempo per la selezione, subito dopo aggiunge che comunque non ci sarebbero stati tanti elementi validi. Più che un professore, un indovino, forse financo un aruspice?
Scelto e voluto fortemente da Franchino il Ceccuzzi, iperconfermato dal Valentini (piena continuità anche in questo, complimentoni), il professor Sacco ritiene dunque che le cose stiano così: in città, gente che sappia l’inglese e che non se la faccia addosso, nelle mutandine, davanti alla giuria? Quasi nessuno, diciamo solo gli amici suoi. E vai con la meritocrazia (a prescindere dai nomi: senza effettiva selezione, nessuna meritocrazia, punto e basta).
Mica scemo, il Nostro: ha già capito che come qui a Sienina, non si sta da nessuna parte, se si è nei giri giusti.
“Se la corsa a Capitale si chiudesse qui, ma ci fossero comunque le condizioni per lavorare seriamente nella cultura, io sarei disponibile sin da adesso”: nessuno ne dubitava, professor Sacco. Proprio nessuno. Meglio che qui, dove si sta? Mi raccomando: non facciamocelo scappare via, questo cingottino.
Appena reduci da un banchiere etico, si sentiva giusto il bisogno di un professore filantropo…
Ps Problemi tecnici, ieri sera, durante l’intervento ereticale con replica del professor Sacco, a Siena Tv. Anche io me lo sono perso, purtroppo. Guardate, se volete-potete, le repliche, ma il senso è quello dell’articolo. E grandi risposte, il professor Sacco pare non le abbia date…
leggo l’intervista pubblicata oggi dal prof. sacco (di siena) che , alla vigilia della decisione siena sì-siena no, tiene ad esaltare il lavoro di gruppo durante la presentazione di Siena capitale (ma de che?) aggiungendo un particolare che spiega tutto ovvero che durante quella giornata , parole testuali, ci siamo anche divertiti. Bon per loro e per lui che l’intervistatore non gli ha chiesto: ma che ci avete da ridere? Forse sarebbe stata l’unica domanda vera da fare. Davvero senza pudore
A me la televisione funzionava ieri sera. Il professor Sacco? Un gran furbacchione, che ha capito perfettamente dove è finito…
Un saluto
Ok prof. Sacco, per la “strategia della stalla” … ma ora, rispondere alle domande, no?
http://www.google.com.do/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&ved=0CCwQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.capitalicultura.beniculturali.it%2FgetFile.php%3Fid%3D24&ei=nVuGUqu2IdS0kQen1IH4DA&usg=AFQjCNH79dU2WG2ihTjh9HfiVyFLrofvxg&bvm=bv.56643336,d.eW0
esempio. Struttura del Programma della manifestazione:
1. Qual è la struttura del Progetto, che la città prevede di svolgere nel caso in cui sia nominata
Capitale Europea della Cultura (linee di orientamento, trama tematica della manifestazione)? Quale
durata avrà il Programma?
(questa risposta dovrà essere approfondita nella fase di selezione finale)
2. Quali sono gli eventi principali che segneranno l’anno 2019?
Si forniscano le seguenti informazioni per ciascuno di essi:
– descrizione dell’avvenimento
– data e luogo
– partner del Progetto
– finanziamento
(la risposta a questa domanda è facoltativa nella fase di preselezione)
Se non sbaglio fino a qualche tempo fa Sacco era sponsor anche di un’altra candidatura a Capitale europea della cultura. Forse appunto ha capito che ponti d’oro come a Siena non è facili trovarli altrove ed è diventato un senesone…
Tipico comportamento del senesone:criticare, e basta. Abbiamo lasciato la cittá in mano ad una massa di ignoranti mascalzoni, e tutti zitti. Abbiamo fatto ponti d’oro a questi farabutti, e tutti zitti, anzi ci dividevamo fra coloro che potevano dare del ” tu” al banchiere etico, e chi ci aspirava. Siena é fallita. Abbiamo l’occasione per poter tirare fuori la testa dalla mer..a e che facciamo: critichiamo , come sempre. Anche a me Sacco non piace, ma se riesco a “vedere un po’ di luce in fondo al famoso tunnel” , ben venga. Io che cosa devo fare? Controllare,partecipare. Non come abbiamo fatto con la gestione dei musei, ma l’esatto opposto. Questa occasione deve essere per noi senesi, per i nostri giovani. Usciamo dai gulag/ghetto delle contrade, e impegnamoci con la nostra fattiva presenza, non con il solito snobbismo senesota. Cerchiamo il futuro e lo vogliamo per noi. Ci sono tanti progetti nella “Siena capitale”: vogliamo gestirli noi, NOI, non la Carli e compagnia cantante.Partiamo da qui, impegnamoci.Dobbiamo essere piú vigili, meno menefreghisti.
Caro Pasquale,
sottoscrivo in pieno, soprattutto la seconda parte del tuo intervento.
Se ci fosse più trasparenza ed effettiva partecipazione, l’eretico sarebbe il main sponsor dell’evento del 2019. Per ora, però, purtroppo, non si è visto niente di tutto ciò. Ad majora!
L’eretico
Encomiabile la richiesta di Sacco di avere un team di persone “fluent in English”… Peccato che poi si siano lasciati scappare degli errori madornali in Italiano, come i totem dove campeggiano le scritte “Siena città CANDITATA” (anziché CANDIDATA) e “Piacere! Siena” (anziché “Piacere, Siena!”). L’ortografia e la punteggiatura non sono opinioni. Specialmente in un testo che comprendeva ben 8 (sì, OTTO) parole in totale!
Chi ha corretto le bozze? Chi le ha approvate, firmando un “visto, si stampi”?
Misteri…
Per quanto riguarda le domande poste dall’Eretico mi sembra che Sacco abbia risposto nell’intervista su Siena TV Ha detto che le persone dell’organizzazione sono state reclutate tramite un bando regionale e tramite la proposta spontanea dei candidati adottando come criteri di selezione i requisiti della conoscenza della lingua e della sopportazione dello stress (questo detto nell’intervista giornalistica). Mi sembra un po’ debole come risposta e contraddittoria. Lodevole, infatti, la volontà di non ricorrere ai soliti nomi altisonanti (tranne il suo!) e di valorizzare le risorse del territorio (visto che lo scopo di questo concorso è proprio questo) ma, proprio per questo, magari, avrebbe potuto rendere pubblica la richiesta di competenze, possibilmente specifiche, a tutta la comunità senese con particolare riferimento al mondo dell’imprenditoria/artigianato e al mondo dell’Università…chi glielo ha detto che quelli che ha scelto sono i migliori e che anche in questa città abbandonata da Dio non c’è qualcuno che avrebbe potuto avere quei requisiti. Ma, soprattutto, come fa la gente a sapere che te hai bisogno se non glielo chiedi?
Per quanto riguarda le risorse impiegate (“non sono finanziamenti” ha corretto l’Eretico) sono state esigue, quasi trascurabili verrebbe da leggere tra le righe del suo discorso, proprio a causa della scelta lodevole di risparmiare sull’aspetto marketing e puntare invece sui contenuti; comunque quelle risorse sono state appena sufficienti per le attività di preparazione e presentazione della candidatura (le marche da bollo, le graffette, ecc…per dirla in breve) e quindi non c’é niente da eccepire.
Sui contenuti Sacco ha puntato tutto ma non si possono conoscere, ahime, a causa della scelta strategica di non svelare la formazione all’avversario; lui l’ha definita in modo un po’ ruffiano e anche, secondo me, a presa in giro “strategia della stalla” come a dire: ” se non la conoscete voi questa strategia che ne siete maestri!!!”.
Il problema è che qui non si tratta di vincere il Palio o di farlo perdere a qualche altro, ma di come verrà impostata la politica culturale, urbanistica, produttiva, occupazionale della città nel futuro e si lascia tutto in mano a uno che non si degna neppure di dire alla comunità quello che ha in mente. Questo concorso non è qualcosa che riguarda solo la cultura ma potrebbe incidere su tanti o tutti gli aspetti che riguardano la vita di Siena; riguarda cioè ciò che dovrebbe fare la politica e che non è riuscita a fare abdicando al nuovo Commissario Sacco. Ammettiamo che si vogliano bypassare le responsabilità politiche, ditemi voi se la gente di Siena almeno è stata coinvolta: qui non sa niente nessuno e gli unici discorsi che si sentono sono quelli sulle potenzialità. Mi sembra il discorso del Santa Maria della Scala: tutti a dire che potrebbe diventare chissà che cosa ma poi non diventa mai niente.
Mah che vi devo dire!!!…facciamolo sindaco il Sacco!!!!
Questa volta non capisco o meglio intuisco il motivo della critica. Ma si deve riconoscere che per Valentini questo è un grande successo. Avere passato il turno dà una boccata di ossigeno alla sua giunta. Direi che forse potrebbe rappresentare un punto di svolta per la città. Una volta tanto c’è da essere contenti. Non vorrei che si fosse alle prese col solito atteggiamento disfattista tanto caro alla sinistra.
Chi gestisce il sito? Parliamo del sito, quanto costa, chi incassa…
A me questa storia della capitale della cultura sa tanto di supercazzola. Altri circenses per confonderci ed illuderci di rappresentare ancora qualcosa nel mondo reale. Vedremo.
Intanto è effettivamente una grossa boccata d’ossigeno per lo sventurato Bruno, il sindaco che verrà certamente ricordato dalla storia per aver accettato ed avallato la fine della fondazione, della banca MPS, dell’università e dell’ospedale, cioè tutte le malefatte delle precedenti gestioni targate PD, senza colpo ferire, senza nemmeno assolvere al minimo dei minimi: qualche costituzione di parte civile e pure qualche azione di responsabilità ….. tanto per fare scena.
Insomma, l’innovatore che non ha neppure cercato di salvarsi la faccia, ma quale campione nella continuazione del passato regime, forse riuscià a portare a Siena la capitale della cultura.
Sarà un pò come fare il G8 all’Aquila dopo il terremoto …..
Infatti, quando ciò si verificherà, se mai si verificherà, non troverà più nulla, perchè nel frattempo Profumo e la Mansi avranno completato l’opera dei loro predecessori in perfetta continuità istituzionale con essi.
Complimentoni, quindi, almeno un mangia d’oro se lo merita di già.
Ma mezzo lo darei anche all’ineffabile suo vice, più che il suo delfino, il trota della fonte Gaia.