Mercoledì scolastico: il territorio si allaga, la scuola che fa?
La Geografia, sublime materia negletta spesso dagli stessi docenti che la insegnano, eppure di straordinaria importanza per capire la complessità del mondo attuale: come la Terra, sempre in movimento ed in cambiamento. Non c’è mai stato tanto materiale didattico a disposizione dei docenti, ma i ragazzi sono sempre più ignoranti, in questo campo (forse in proporzione ancora più che in altri, il che è davvero tutto dire…).
Ebbene, oggi cercare di insegnare Geografia ha un valore aggiunto di impegno civile, come e più di un tempo: al punto che oggi, la Geografia può stimolare prese di posizione un tempo riservate più alla Storia, o solo a quella.
Prendiamo l’attualità: mezza Provincia ha subìto danni enormi, il Sud soprattutto. Buonconvento – anche il lodevole Museo della Mezzadria, tante volte visitato con gli studenti – è messa davvero male, con l’Ombrone esondato. Si può non parlarne, a scuola?
Spiegare cosa è successo lunedì mattina è un dovere, e dobbiamo chiedere aiuto ai climatologi: questo Mcs (“mesoscale convective system”), questo sistema esteso di eventi atmosferici che transitano nel raggio di centinaia di chilometri (con contorno di 16mila fulmini in poche ore). Fino a qui, un po’ di sano aggiornamento disciplinare, e fine della fiera.
Ma c’è il secondo punto da sviscerare, “politico” quant’altri mai. Lo spiega (Repubblica Firenze di ieri, pagina 2) il professor di Pianificazione del territorio Mauro Agnoletti:
“Molti dei danni sono legati al venire meno di tutte quelle capillari opere di sistemazione agrarie e forestali che erano tipiche del paesaggio tradizionale toscano. Dai fossi, ai canali, ai terrazzamenti in pietra. Mantenuti dai contadini, erano in grado di assorbire anche fenomeni di particolare importanza”.
Veniamo a noi, dunque. I ragazzi, con il tempo, si sono abituati alla raccolta differenziata a scuola, così come a quel minimo di risparmio energetico che si può applicare nelle classi (quante volte le luci sono accese in modo del tutto inutile!); cerchiamo di insegnare loro che anche la cementificazione eccessiva (in loco, quanti esempi scellerati, a tal proposito…) è un danno devastante. Non c’è bisogno di organizzare gite scolastiche: basta uscire dalla scuola – da qualunque scuola – e fare una passeggiatina.
I politici, dell’ipercementificazione, non parlano nemmeno; o, quando lo fanno, toccano apici di falsità e di ipocrisia inarrivabili: non è populismo, è triste realtà della scena politica italiana.
I geologi parlano, scrivono, commentano: ma nessuno, o quasi, li prende in considerazione. Soprattutto chi ha in mano le effettive leve della questione.
Cerchiamo di rimboccarci le mani noi docenti, dunque: meglio farlo in classe, che in mezzo al fango…
aldilà delle neglicenze nella manutenzione delle campagne, quando piove come lunedì l’acqua non si para; sicuramente con un’attenta politica di mantenimento del territorio idrogeologico si potrebbero limitare molto di più i danni; purtroppo in questo momento le priorità sono altre
….ennesimo esempio di come la società “civile”(?) si concentri solo su effimeri e rapidi guadagni, dimenticando il territorio, la terra nutrice da cui veniamo,….ed alla quale ritorneremo……
Tutti dovrebbero riflettere, specialmente gli ipocriti politici e gli speculatori di ogni donde, che i loro lucri sono e saranno ben brevi se rimangono senza una terra, ed una popolazione…..miseri e meschini.
Caro eretico vedi un po’ come spiegare ai tuoi studenti che la mancanza di tutte quelle capillari opere di risestamazione agro-forestale, di cui parla il Prof. Agnoletti, è dovuta in larga parte alla bulimica iper regolamentazione del settore ambientale e forestale in base alla quale: se porti via le frasche dopo il taglio del bosco rischi la galera; se fai un fosso senza autorizzazione dell’ente preposto (che non si sa mai qual è) rischi la galera; se per sistemare un terreno devi trasferire un camion di terra in una particella catastale confinante rischi la galera; se modifichi leggermente il profilo di un terreno sottoposto a vincolo paesaggistico (praticamente lo è tutta la Toscana) senza che la sovraintendenza dia l’assenso (con i suoi tempi biblici) rischi la galera ….e potrei continuare fino a notte fonda.
Aggiungi a questo che le autorità preposte fanno ossevare questa selva fittissima di norme con rigore e furore giacobino (meno male che le ghigliottine sono sparite di circolazione!) ed ecco serviti i simpatici effetti collaterali dell’ambientalismo super burocratico di tipo Europeo.
Per carità la salvaguardia del nostro splendido territorio, molto meno cementificato di quello che si dice, è una delle poche cose che ci è rimasta, ma da qui a vedere i due lati di un’opera fonamentale come la variante di valico l’uno terminato (in Emilia Romagna) e l’altro fermo (in Toscana) poichè nessuno si azzarda a muovere un camion di terra, pena il carcere, ce ne passa!
Ora, può anche darsi che in Toscana i Dirigentoni pubblici si siano tutti formati alla stessa scuola di quelli senesi, ma secondo me il baco sta altrove….non ci lamentiamo se poi non ci sono alternative al lavorino in banca eh!!!
Sante parole.
Possibile che l’arbia sia esondata 2 volte in 15 giorni.?
Possibile che ci siano paesi tipo buon convento che continuano ad andare sott’acqua ?
Piani strutturali e piani regolatori fatti a caso.
Sono pienamente d’accordo con Eretico, più educazone ecologica fin dalla scuola. E poi meno consorzi che pelano solo soldi e non fanno nulla di concreto. Già, ma poi tutte quelle seggioline per sistemare gli amici degli amici dove vanno a finire?
Ho sentito trasmissione stasera che all’agricoltura vanno 55 miliardi di euro della comunità europea. Basta vedere solo una cosa ,le vigne fatte in maniera perpendicolare alla collina. Risultato distaccamento del terreno, perdita di humus, concimi chimici in abbondanza, fra cento anni rimane solo terreno sassoso ed improduttivo. La terra finisce nel fiume e produce i danni. Allora si mette la tassa sul fiume, in pratica si buttano via le migliori energie. I boschi andrebbero tagliati come prima e poi andrebbero ripuliti dal sottobosco, una volta dicevano ,stipare il bosco. Nelle forre venivano raccolte le acque in piccoli laghetti per abbeverare il bestiame ed i fossi correvano orizzontali alle colline, pieni di erba che filtravano le acque.
Oggi per tagliare un albero ci vogliono mille permessi e pensare prima il nonno quando tagliava la legna andava nel bosco e tagliava e così aveva fatto suo nonno, e avevano fatto bene. Dato che quello che si vede oggi è per merito loro. Vediamo
con la tutela della regione, con la forestale, con le vigne verticali alla collina, con le piante fatte in laboratorio, non troppo resistenti se non con i pesticidi, se fra del tempo sarà lo stesso.
Credo che l’articolo odierno di Raffaele sia da portare ad esempio, qui manca tanta educazione di base e credo anche tanta, ma tanta buona volontà. Ad esempio la manutenzione degli argini era sempre fatta dai proprietari dei terreni attigui, dai quali derivava il loro sostentamento, quindi l’allagamento e la perdita dei raccolti era una iattura tale che si provvedeva in prima persona. Ora tra in contributi all’agricoltura (i cosiddetti PAC) e la speranza che in caso di calamità ci sia chi rimborsa il danno subito, fa sì che la cosa venga presa molto più alla leggera. Io proporrei di non dare nessun tipo di contributo, nè di rimborso a chi non provvede a ripulirsi gli argini dei corsi d’acqua che scorrono nel proprio terreno. In un momento così complicato tutti devono fare la loro parte, dai dipendenti MPS che si sono visti tagliare lo stipendio annuop di varie migliaia di euro e che effettuano giorni di solidarietà a favore degli esodati, a tutto il resto della cittadinanza, studiamo i modi, ma diamo tutti una mano.
Come al solito tutti sono lì che aspettano che le soluzioni le trovino gli altri, ma la società siamo noi.
Caro Wolf,
hai ragione da vendere.
Ma teniamo presente quanto segue: le licenze per costruire, le danno gli amministratori (quindi il Pd); gli oneri di urbanizzazione (usati molto spesso per le spese correnti!), se li prendono loro, cioè gli amministratori di quel partitone…
Monticchiello, in sé, non era più scempio di altre operazioni, ma era una spia della volontà di ipercementificare per finanziare i Comuni e giù per li rami.
L’eretico
Non mi sembra proprio che nelle parti d’Italia e comunque nei Comuni dove non amministra il PD le cose vadano meglio, quindi, capendo l’acredine verso il PD per ciò che ha fatto in città, non credo che sia l’unico responsabile del dissesto idrogeologico del paese, è strumentalizzare. A memoria vado dalla Valtellina (ero presente….) al Messinese, la provincia di Avellino, nei giorni scorsi il Materano, la Calabria, la Lombardia con il Seveso, il Lambro ecc… e lì non c’è mai stato il Ceccuzzi, però le cose succedono ugualmente, o me le sto inventando??????
Dimenticavo la Liguria tutta, la Versilia e la Garfagnana, dove non c’è mai stata egemonia PD
Come la mettiamo allora con i cosorzi di bonifica, per i quali i cittadini (agricoltori in primis) pagano fior di dindini con tanto di costosissime elezioni, che come si vede dalle evidenze di questi giorni non servono ad una benemerita mazza! Sarebbero loro a dover “bonificare” per l’appunto argini e bacini idraulici ma, come sappiamo tutti sono soltanto l’ennesimo ente inutile creato per alimentare appetiti insaziabili…e si torna al punto di partenza del mio precedente post: l’ambientalismo super burocratico genera un sacco di posti di lavoro castisti ma contribuisce per assurdo a danneggiare l’ambiente.
Sono d’accordo sull’abolizione delle Pac e contribuzioni varie concepite in maniera idiota dai padri fondatori dell’Europa attuale.
…proposta: con tutti i carcerati che affollano le carceri, non si potrebbero mandare a pulire i boschi, i fossi, i torrenti, i fiumi e cose del genere, come sarebbe bello vedere il Mussari e il Vigni a tagliare la legna sulla montagnola tutta la vita, chiaramente tutti i loro beni confiscati e dati alla comunità senese come risarcimento danni!
Caro Cecco, durante il ventennio c’era questa legge in Italia: siccome non era giusto che gli onesti mantenessero i disonesti, i carcerati dovevano lavorare altrimenti non avrebbero dormito su un materasso ( che si deteriora “lavorando”), ma su un tavolaccio di legno e venivano nutriti solo a pane ed acqua, che è roba che costa poco, d’altronde non potevi farli morire di fame e sete. I detenuti venivano pagati e una parte dei soldi erano girati all’amministrazione delle carceri, una andava in tasse e una era per loro ed era impignorabile. C’era un patronato che doveva pensare alle loro famiglie e al loro re-inserimento nel mondo del lavoro una volta scontata la pena. Era la legge n.787 del18 giugno 1931, ne hai mai sentito parlare a scuola o dai miliardi dei relatori che nelle loro miliardi di trasmissioni trattano del fascismo?
E ridaglielo!!!!!! mancava la libertà, la libertà!!!!! Poi che ci siano state anche cose positive non lo nego, ma se la libertà è limitata anche nelle espressioni l’uomo non esiste più, diventa un soldatino, un automa. Governare con rigidità è tipico di chi non ha forza morale per far valere le proprie idee. Ovviamente a destra come a sinistra, ci mancherebbe.
Oggi va di moda tirare sempre in ballo l’eccezionalità dei fenomeni per attribuirgli la colpa di tutte quelle inondazioni, frane , dissesti, etc. che invece sono solo figli della trascuratezza nelle manutenzioni idrauliche e della cementificazione selvaggia del territorio !!
Per quanto poi riguarda i Consorzi di Bonifica penso che ormai sia chiaro a tutti che siano solo “poltronifici” e “mazzettifici” !!
Grazie Edoardo per avermi dato questa nozione di storia….che chiaramente alla scuola pubblica mai nessuno me ne ha parlato!
Vedi Wolf, le libertà vengono vietate dalle leggi, perciò ti dispiacerebbe indicarmi quali leggi erano liberticide durante il ventennio? Come vedi io nei miei interventi cito norme e date, quindi fai altrettanto e farai cosa appropriata, altrimenti non fai altro che reiterare chiacchiere e luoghi comuni. Non volermene…
…..LE LEGGI RAZZIALI,……PER ESEMPIO????……
…..IL DIVIETO DI RIUNIRSI IN PIU’ DI TRE PERSONE???……
….CARO EDOARDO, PENSA E STUDIA PRIMA DI PARLARE……
Coraggiosissimo Anonimo, le leggi razziali impedivano agli ebrei, che erano solo 60000-70000, di fare libere professioni ed impieghi pubblici; invece uno dei primi decreti democratici, del 26 maggio 1944, comminava da 5 a quindici anni e fino alla pena di morte per coloro che avevano partecipato alla marcia su Roma o reso effettivo il fascismo nei ventidue anni precedenti: erano pesantissime, retroattive di 22 anni e riguardavano milioni di persone. Le libertà vengono soffocate in maniera maggiore nel fascismo o nella democrazia?
Coraggiosissimo Anonimo, non so ( anche perché non lo scrivi…) dove hai letto del divieto di riunirsi in più di tre persone: se in un bar entravano in due e ce ne erano altri due, che faceva quattro, uno doveva uscire altrimenti era galera? Ma posso aiutarti, difatti il numero “tre” c’è nell’articolo 18 del ” Testo unico di pubblica sicurezza” del 1931 e recita: ” I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno TRE giorni prima, al questore…” e, sinceramente, questa è l’unica volta che si trova il “tre” in tutto il Codice.
Coraggiosissimo Anonimo, non posso dimostrarti quanto penso, ma mi è facilissimo farlo per quanto studio: prova a smentirmi dai…