Le mail di David Rossi: dove sono i blog?
Più emerge materiale sul suicidio di David Rossi, più è assolutamente evidente che abbinare la sua morte prematura all’attività di questo (e di altri) blog è stata pura disinformazione: dopo avere affrontato le novità, di ciò parleremo.
Per intanto, cosa si evince dall’analisi delle mail (pubblicate dal Fatto, da parte di Davide Vecchi, ieri ed oggi stesso)? Ciò che era del tutto prevedibile: Rossi era sotto massima pressione, dopo la perquisizione del 19 febbraio (il suicidio è del 6 marzo). Non certo per vecchi articoli di questo blog, quanto per la paura, il terrore di essere arrestato.
Punto due: Rossi chiede aiuto a Fabrizio Viola (niente risulta su Profumo, dunque); il quale Viola, in quel momento in vacanza a Dubai con i figli (forse per festeggiare il momento felice della banca…), resta freddo (glaciale?), a fronte delle pressanti richieste di aiuto di Rossi, e della sua esplicitata volontà di suicidarsi.
Umanamente si può discutere fino a dopodomani del comportamento di Viola (e – credetemi – si entrerebbe in un ginepraio inestricabile), ma resta il fatto che ciò che gli suggerisce l’Amministratore delegato di banca Mps in seconda battuta è difficilmente contestabile:
“Ho riflettuto. Essendo la cosa molto delicata credo che la cosa migliore sia che tu alzi il telefono e chiami uno dei Pm per chiedere un appuntamento urgente. Qualsiasi altra soluzione potrebbe essere male interpretata”.
A rigore di etica comportamentale (non risultando Fabrizio Viola amico di Rossi, ma solo legato da vincoli professionali), risposta sacrosanta. A maggior ragione in una città in cui l’omertà vince quasi sempre.
Dalla Nazione (Tommaso Strambi) di oggi, veniamo poi ad apprendere altre due assolute novità, giornalisticamente parlando, di cui volentieri diamo atto al caporedattore:
1) esiste un’idea, da parte della famiglia Rossi, di agire per via civilistica contro Mps (per mobbing), nonché all’Inail. Il che naturaliter rafforza l’idea del mancato feeling tra Rossi ed i vertici della banca, fino a prova del contrario;
2) l’ex dirigenza Mps aveva erogato un finanziamento (“circa 650mila euro di SCOPERTO”) a David Rossi, per la trasformazione in casa di un rudere; quando fosse divenuto edificabile “si sarebbe trasformato in un mutuo di circa 800mila euro”. Non c’è da commentare oltre.
Conclusione delle novità di queste ore, la Procura (Pm Natalini), nel mentre procede a passi veloci per l’archiviazione quanto all’istigazione al suicidio, ha aperto un nuovo fascicolo, ancora in divenire, sempre sulla triste vicenda del suicidio. Staremo a vedere.
Quanto invece alle non novità, mentre ormai è evidente a chiunque l’inesistente legame fra i blog e la morte di Rossi (né il Fatto, né tantomeno La Nazione – emendandosi dall’atteggiamento del marzo scorso – ne fanno in alcun modo cenno), ecco che Stefano Bisi torna decisamente all’attacco (senza metterci la firma, ma poco cambia).
In un articolo fatto con il copia-incolla del pezzo del Fatto di ieri (lui, che accusava lo scrivente di avere scritto un libro solo basandomi sui pezzi di giornale…), ad un certo punto ripropone in pieno la tesi fatta propria, a caldo, anche dai media nazionali.
L’eretico, visto che qui si scrive di morti e si istituiscono arbitrari nessi di causa-effetto, ha dato mandato al Superavvocato Luigi De Mossi di procedere con le opportune verifiche legali: quando è troppo, è troppo.
Sentiamolo, il Corriere di Siena (pagina 12 di oggi):
“David Rossi era rimasto colpito nel corso dei mesi precedenti anche da molte illazioni che uscirono sul suo conto in vari siti internet anonimi o di blogger vari. Una situazione che aveva manifestato anche a familiari e persone a lui vicine, articoli che lo attaccavano per il suo ruolo di manager delle comunicazioni della banca, spesso anche con vere e proprie illazioni o diffamazioni”.
Non potendo più fare l’ideologo del “groviglio armonioso”, Stefano Bisi ha dunque cambiato professione: adesso sentenzia lui, in prima persona, cosa sia una diffamazione. Il Codice penale (articolo 595), applicato direttamente dal Corriere di Siena. Anche questo, dovevamo vedere…
Ps Ripropongo volentieri un passaggio, alato come sempre, del Presidente della Provincia, tale Simone Bezzini (venerdì 8 marzo, a poche ore dal suicidio di Rossi):
“Mi auguro anche che questa vicenda faccia riflettere seriamente sul clima di odio che è stato coltivato in questa città, anche attraverso il vergognoso utilizzo dell’anonimato”.
Avrà riflettuto per benino, Quello della Provincia, in questi mesi? Gli saranno stati sufficienti?
In ogni caso, qualcuno acquisti una copia del Fatto e gliela legga, per piacere.
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