Giunta Valentini: il trionfo della Restaurazione
E così, la Giunta Valentini è alfine arrivata in porto. Nata il 20 giugno, all’inizio dell’estate, c’è da chiedersi se reggerà fino all’autunno, se cioè i “magnifici” (sic) otto arriveranno a mangiare il pan co’ santi o meno.
Il dato politico più evidente è la rottura di Valentini con l’ala di Albertone Monaci: nessun monaciano dentro, tantomeno quell’Alessandro Pinciani che, fino a qualche giorno fa, era stato dato come vicesindaco in pectore. La cosa, in effetti, ha piuttosto del clamoroso. Si potrebbe eliminare il “piuttosto” d’ordinanza, se Pinciani, o chi per lui, restasse fuori anche dalle nomine fondarole.
Ha fatto bene i suoi calcoli, Rodolfo Bruno Valentini?
Su questa strada, comunque, il neosindaco va applaudito (salvo appunto ripensamenti di luglio), ed anche ulteriormente incoraggiato.
Quanto al fatto, invece, di presentare la sua Giunta come una compagine almeno parzialmente non allineata con il Pd o satelliti, questo proprio no, ed una persona intelligente e preparata come il neovicesindaco, Fulvio Mancuso, lo dovrebbe suggerire al Valentini, forse fattosi prendere la manina dall’emozione del momento.
Degli otto (5 maschietti e 3 femminucce), non ce n’è mezzo che provenga dalla società civile, intendendosi per questa la parte della società non appartenente al Pd o alle sue ramificatissime gemmazioni.
Il professor Fulvio Mancuso ha al suo attivo la presenza nel Cda di Mps leasing; la Tarquini è targata Sel, a Siena sistematicamente portatore d’acqua al Pd, come tante volte scritto; il professor Maggi, addirittura, era una delle candidature ceccuzziane uscite dal cilindro piddino nel marzo pazzerello che ci siamo lasciati alle spalle; Leonardo Tafani significa i Riformisti, formazione ormai crepuscolare, comunque fedelissima di Valentini (ma almeno il Tafani è persona di sport); Sonia Pallai non ha mai fatto un passo fuori da Confesercenti, il che già la dice lunghissima (non a caso, è la Sharon Stone piddina, no?); Anna Ferretti rappresenta, da par suo, l’assoluta continuità (anche a livello di conflitto di interesse, pur essendo persona onesta) con la Giunta di Franchino il Ceccuzzi; Paolino Mazzini è un renziano-valentiniano che ha, fra le altre, la colpa, incancellabile, di essere stato in Deputazione della Fondazione Mps al momento del secondo aumento di capitale (2011), quello affossa-Fondazione: vi sembra poco?
Molto meno noto è questo Mauro Balani, presentato come manager indipendente: il quale Balani, però, venendo dalle fila di Etruria (cooperativa toscana di distribuzione alimentare), tutto è fuorchè non targato Pd o Sistema Siena. Per gli smemorati, si vuole ricordare che il futuro affossatore di Mps, tal Mussàri Giuseppe, ad inizio carriera era stato consulente proprio di Etruria.
Non ce n’è mezzo, dunque, che non venga dall’orbita piddina, che non sia stato beneficiato, più o meno lautamente, da quel Sistema Siena che ormai ha dato i suoi frutti.
Ad ogni buon conto, l’eretico augura ogni bene alla nuova Giunta, che comunque parte con un vantaggio fenomenale: peggio delle ultime, non è possibile fare, neanche impegnandosi h24.
D’altro canto, le urne questo hanno sentenziato: nonostante tutto ciò che è accaduto, non è tempo di autentica società civile, non è tempo di uomini (e donne) effettivamente nuovi, non è tempo di persone sganciate dai partiti (dal partito, per meglio dire).
La Restaurazione in salsa senese è dunque servita: il Risorgimento deve ancora attendere. Se mai ci sarà…
Ps Durante l’estate, questo blog si occuperà dei singoli neoassessori, o almeno dei più stimolanti fra gli otto. Che si fa, si parte dal gentil sesso o dai maschietti? Si accettano consigli, come sempre.