Vacanze senesi: Brenna beach!
Dopo tanta scuola e politica, finalmente parliamo di vacanze: in attesa di “impegni” ben più gravosi, l’eretico inaugura oggi una rubrica (“Vacanze senesi”) che ci accompagnerà tutta l’estate.
Non si può non iniziare con Brenna beach, la spiaggia fluviale dei senesi, un tempo; la quale, negli ultimissimi anni, ha subito una autentica trasformazione antropologica: lontani i tempi in cui gli unici stranieri erano i tedeschi (e le tedesche) alternativi o gli inglesi, più o meno radical chic, oggi il lido brennato è diventato (provare per credere!) un autentico melting pot della recente (ormai non più recentissima) immigrazione: gente dell’Est, balcanici e non, che si contendono i posti per il pic nic domenicale con la tribù andina, anch’essa molto ben rappresentata.
Trait d’union con il passato, l’assoluta economicità: del luogo unico posto nel Senese (temo di non sbagliarmi) in cui non c’è da pagare niente, neanche per parcheggiare. Incredibile a dirsi (speriamo di non avere fatto venire un’idea a qualche rapace amministratore della zona, che così ci zeppa subito il parchimetro).
La domenica, ormai, c’è la corsa selvaggia, un po’ fantozziana, all’accaparramento dei due tavolini ombrosi in zona parcheggio; arrivato alle 10,13 la scorsa domenica, l’eretico ha notato che erano entrambi già occupati!
In uno, tutto era già ben apparecchiato, con tanto di olio già pronto all’uopo sulla tavola, e il pater familias, dalla pancia ben dilatata, che si industriava per preparare il braciere. A lato – tipico elemento dei popoli dell’Est – una scacchiera.
Negli altri tavoli, già ben esposti al sole cocente dell’altro ieri, tre loschi figuri (romeni, a primo orecchio) si sgolavano le prime birre della giornata (che non promettevano certo di essere le ultime).
L’aria, nel dì di festa a Brenna, si fa dunque ben presto intrisa di carne e verdure, con il braciere che spande i suoi effluvi – quando in favore di vento – fino ai bagnanti che si trovano dall’altra parte del passaggio sul fiume (si dice “il” Merse o “la” Merse? La segnaletica è del tutto contrastante, se ci fate caso).
Pochi, molto pochi gli autoctoni, nel senso di italiani; ancora meno – a prima vista, ovviamente – i senesi. Buon segno o meno, questo?
“Eh, ma a Brenna beach non si può nuotare bene!”, dicono alcuni; che magari, a Follonica, si mettono la ciambella…
Questo luogo, negli anni 70, era un posto cult, per la sinistra di allora: quanta acqua (di fiume e non ) è passata sotto i ponti, da allora.
La crisi riporterà gente in loco? Probabilmente in parte sì, ma i risparmi familiari tengono, più ancora dei tafani e dei pollini per gli allergici, lontano il grande pubblico locale.
Abituati alle vacche grasse da welfare montepaschino, molti forse si vergognano di passare una domenica come 30 o 40 anni fa. Come sopra: buon segno, questo, o meno?
I nuovi italiani, invece, andini o balcanici che siano, non si fanno di queste fisime, giustamente fregandosene: al netto di qualche cartaccia a giro e della musica turbofolk che esce dalle macchine durante le abbondanti libagioni, chi può dar loro torto?
Si divertono e stanno bene come gli italiani si divertivano e stavano bene ai tempi del boom economico, assaporando il loro primo benessere.
Questi nuovi italiani, non sono intelligenti e scafati come molti di noi, che si accollano le rate anche per fare le vacanze sotto l’ombrellone…
Ps Se qualcuno ha dei luoghi da suggerire per questa nuova rubrica, è ovviamente molto ben accetta qualsiasi segnalazione al riguardo.