Alle Scotte si risparmia o si sciala?
Tagli di posti letto, iperrazionalizzazione di materiale di base, problemi sugli straordinari da pagare: chiunque frequenti l’ospedale senese conosce queste problematiche, a meno che non voglia fare finta di non vedere ciò che ha davanti agli occhi, giorno dopo giorno.
Proprio in una fase congiunturale di tagli e di razionalizzazioni, però, a macchia di leopardo vengono fuori storie come questa: di certo non l’unica, altrettanto sicuramente la più incredibile che sia arrivata alle eretical orecchie negli ultimi tempi, per quanto concerne l’ospedale senese.
L’importante centro di nefrologia e dialisi è un fiore all’occhiello delle Scotte, secondo alcuni (di certo secondo il primario Guido Garosi, che lo dirige). Questo blog non ha nessunissima intenzione di contraddire questa tesi. Chapeau, anzi.
Resta il fatto che, da alcuni anni, si diceva che il suddetto centro aveva bisogno di un maquillage, di una sana ristrutturazione: ed anche su questa necessità, l’eretico non ha nulla da eccepire.
Quale sarebbe, allora, il problema? Eccolo qua: a fronte di una spesa di ristrutturazione prevista intorno ai 700mila euro (prima ipotesi, portata avanti per molto tempo), alle Scotte, a fine 2010, improvvisamente si è preferito sterzare, e di brutto. Niente sana ristrutturazione dell’esistente: diamoci all’opera faraonica! Ecco che dai circa 700mila euroni previsti, il costo è schizzato a circa 7 milioni di euro: così è, se vi pare.
Lotto 3, settimo piano: questo è il nuovo ponte sullo stretto di Messina in salsa senesota.
Gara d’appalto, gestita dall’Estav sud est, vinta dal tandem Gambro-Fresenius (cordata clinica: fornitura materiale specifico per i dializzati) e dalla ditta di costruzioni Febo Picciolini, per un totale di 6.953.764,20 euroni.
Determina 241 del 17 maggio 2012:
“Progettazione ed esecuzione dei lavori di realizzazione reparto UOC (Unità operativa complessa, Ndr) nefrologia, dialisi e trapianti dell’Azienda ospedaliera e contestuale fornitura attrezzature sanitarie, apparecchiature elettromedicali, arredi e materiali consumabili per 5 anni”.
Tra parentesi, quando si arrivò alla gara d’appalto, partecipò anche un tandem (Cooperativa Montemaggio più Bellco Srl) che offriva, ovviamente per gli stessi lavori, circa 1 milione e centomila euro in meno: tutto bocciato, per il punteggio qualitativo (vale a dire, discrezionale).
Chiusa parentesi, la domandina finale: tutto ciò che l’eretico ha scritto in questo pezzo, può essere agevolmente contrastato, da chi ha pensato e posto in essere questa opera faraonica in tempi gramissimi. Basta dimostrare, in modo chiaro e netto, che l’ipotesi di una sana ristrutturazione dell’esistente NON aveva alcun senso compiuto. Che non si poteva che affidarsi alla grande opera. Che altrimenti i poveri dializzati senesi sarebbero stati costretti ad andare altrove.
A quel punto, si chiede venia e tanto di cappello. Altrimenti ogni peggior pensiero potrebbe essere avallato…
Ps Ciliegina finale: per tutto il mese di maggio, i lavori alla faraonica opera sono stati fermi. I lavori sono iniziati un anno fa, e dovrebbero terminare entro il 2013. Problemi di pagamento, o che altro?