Il candidato ideale dell’opposizione
Eccoci dunque arrivati al day after della politica senesota, che ha consegnato la città nelle mani del nuovo Sindaco Rodolfo Valentini, che aspettiamo con grande attenzione e curiosità al varco della composizione della Giunta (l’unico nome che pare certo è quello della Pallai – Confesercenti – al Turismo: benissimo la Sharon Stone piddina, ma non si parli di società civile, please).
L’opposizione – come ieri già scritto – vive il suo senesotissimo paradosso: mai così vicina a vincere, mai così dilaniata ed incattivita al suo interno. Quante opposizioni ci sono, appunto? Per dare il senso del momento, non a caso ieri sono arrivati plurimi commenti al mio pezzo in cui si sottolinea che la compagine capeggiata da Eugenio Neri non rappresenterebbe neanche un’opposizione in quanto tale: come si vede, prima c’era sempre qualcuno che era più a sinistra di qualcun altro. Adesso, c’è sempre qualcuno che è più opposizione di qualcun altro. Questo – lo ripeto – per dare il senso del momento che viviamo. E non nascondiamoci che il rammarico da parte dei neriani verso gli astensionisti (soprattutto verso il fronte tucciano) è tale da non permettere una ricucitura: giusto o sbagliato che sia, è così. La cicatrice del 10 giugno forse non si risarcirà mai, anzi di sicuro; e l’opposizione locale continuerà a vivere di cupi rancori, fino alla prossima vittoria piddina.
Ecco che l’unica soluzione sarebbe quella di trovare un candidato dal basso, davvero della società civile, davvero senza un passato ingombrante, davvero senza nessuno sponsor più o meno compromesso, davvero voglioso di provare a fare ciò che non è riuscito a questa opposizione dilaniata da faide, controfaide e faide carpiate.
Questo blog (ma credo proprio anche l’ottimo Santo, il battagliero Bastardo senza gloria, Raffaella Ruscitto del Cittadino on line ed altre voci ancora: fino a prova contraria, visto che l’eretico non li ha interpellati) potrebbero e dovrebbero fare da garanti, nonché da sponsor ( certo non compromessi, mi sia consentito di dire).
Età, fra i 35 ed i 45 anni (consentito un minimo sforamento anagrafico); meglio donna (l’esempio di Laura Vigni dimostra che il candidato femmina riscuote un tocco di sincera simpatia trasversale in più); di buona cultura senza necessariamente essere un’intellettuale, e meglio se con una professione immune da rischi di ritorsioni; dotata di buona oratoria, pur senza essere una Pericle in gonnella. Assolutamente deideologizzata (il che non vuol dire certo non avere valori ed ideali, anzi!), cattolica senza essere baciapilesca.
La road map prevede che, dopo averla individuata, si chieda pubblicamente alla miriade di gruppi, circoli dopolavoristici, conventicole e sette sufiste che compongono l’arcipelago dell’opposizione, chi voglia sostenerla: di chi non ci sta, ci si farà una ragione. Nessuno ci perderà il sonno, tranquilli.
Operazione difficilissima? Non c’è dubbio; velleitaria ed a rischio flop simil 53100? Forse, forse. Dipende da quale candidato si trova, da quando ci si inizia a lavorare e da chi lo vuole sostenere (se non si fa avanti nessuno, vuol dire si farà nascere la diciassettesima lista civica…).
Ma l’elettorato senese – al ballottaggio più che al primo turno – ha dimostrato di volere cambiare, in un modo o nell’altro. E questa è l’unica via per bypassare i rancori (diciamo pure gli odi) che albergano fra gli oppositori, nonchè per presentare un candidato di cui nessuno osi mai scrivere:
“Sì, è brava, però dietro c’è pinco, c’è pallino ed anche, forse, il Mago Zurlì”.
Deve essere un candidato di cui non si possa dire che annovera alcun ingombrante padrino.
Si chiede troppo? Ripeto: forse sì.
Uno spettacolo come quello cui stiamo assistendo fra i vari oppositori al Pd, però, non lo vogliamo più vedere. Mai più.
Ps Ovviamente non sono certo i commenti in calce, a dovere designare il candidato ideale, dandogli nome e cognome; ulteriori, eventuali, suggerimenti sul profilo e sulla road map, però, sono certamente graditi.