L’anatra zoppa Valentini vince, il Pd tira un sospirone di sollievo…
Bruno Valentini, detto Rodolfo Valentini, è il nuovo Sindaco di Siena; margine risicato (meno di 1000 voti), percentuale del 52 contro il 48% dello sfidante. Astensionismo che ha battuto forte, con una percentuale di votanti che ha solo lambito il 55% (al primo turno, era andato a votare il 68%: disaffezione o piuttosto indicazione data dalle altre opposizioni? Diremmo entrambe un pochino, impossibile stabilire se più l’una o l’altra cosa).
Rodolfo Valentini vince, dunque, ma non convince. Ma soprattutto si presenta come un’autentica “anatra zoppa”, una lame duck che sarà assediata dalle falangi ceccuzziane e monaciane (declinazione Alberto): come i Presidenti statunitensi dopo avere perso le elezioni di medio termine, sempre Presidenti ma in minoranza nel Parlamento. Valentini è, di fatto, in minoranza all’interno del suo stesso Consiglio comunale. Se vi sembra poco. Franchino può staccare la spina come e quando preferisce.
Primissimo banco di prova, la composizione della Giunta, attesa per i prossimi giorni. Non a caso, niente di niente è trapelato, fino al voto. Non a caso. Già da lì, si capirà quanto spazio di autonomia potrà ritagliarsi l’ex Sindaco di Monteriggioni.
Strada in salita, in salitissima: una pettata tipo Giuggiolo, potremmo dire. Stasera si goda legittimamente la vittoria (senza ipocrita sobrietà), perchè del doman non v’è certezza…
Eugenio Neri. L’eretico l’ha incontrato a caldo negli studi di Siena Tv: era ovviamente stanco, ed altrettanto ovviamente incazzato. Una vittoria, che sembrava impossibile, si è invece rivelata molto più vicina di quanto si potesse pensare fino a ieri.
Non si deve essere laureati con lode in Scienze politiche per capire che un’opposizione più coesa avrebbe portato ad un differente risultato finale: l’abbiamo scritto così tante volte, da farci venire a noia solo il pensare di riparlarne.
Il candidato sconfitto, da par suo, avrebbe dovuto essere più incisivo nel proporre la sua squadra prima del voto, con i nomi di buon livello che avrebbe potuto fare, a quanto sembra: ha fatto solo, fra i nomi, quello che invece si sarebbe potuto risparmiare di fare (Alessandro Piccini futuro vicesindaco).
Però Eugenio Neri ha avuto l’indubbio merito di fare la voce grossa sul Monte dei Paschi, sulla linea Piave del 4%, adesso più che mai prossima a cadere, e sull’inadeguatezza, assoluta e comprovata, di Gabriellone Mancini in Fondazione.
Lo aspettiamo (Eugenio, non Gabriellone!), con sincera fiducia, alla prova dell’opposizione. Difficile anche quella, visto appunto la lacerazione della stessa. Con il paradosso cui assistiamo: opposizione mai così vicina a vincere, opposizione forse mai così divisa al proprio interno. Un regalo al Pd, ovviamente.
Questo voto, poi, ripropone un antico, ma mai così evidente, dualismo, quello tra voto intra-moenia ed extra moenia: nel centro storico, ha vinto Neri, in alcuni casi in modo anche netto. Sarà riduttivo – me ne rendo conto – ridurre tutto alla questione degli “omini degli orti”, ma questo dato elettorale conferma in pieno la necessità della sottolineatura del fenomeno. Giustamente un amico piddino, tutto galvanizzato dallo scampato pericolo (hanno avuto almeno sincera paura di perdere, a questo giro…), diceva, in un capannello in Piazza del Campo, che aveva proprio ragione il Valentini:
“Bisogna allargare il perimetro comunale fino ad Asciano e poi verso nord, altrimenti la prossima volta si perde davvero!”.
Due sono stati i protagonisti fondamentali della vittoria del Valentini, oltre a quelli che tutti possono cogliere (cioè che il Pd, a Siena, può oramai fare qualunque disastro, dopo questa tornata elettorale: vince lo stesso, per la già richiamata Sindrome di Stoccolma):
1) la presenza di Maurizio Cenni nella coalizione neriana, mai abbastanza rimarcata. Pochissimi voti portati (quantificabili in un centinaio), a fronte di non sapremo mai quanti fatti perdere al solo evocarne il nome o le buffe e variopinte fattezze. Un suicidio politico che l’eretico non riesce ancora a spiegarsi. Appelliamoci ai posteri.
2) la Procura di Salerno, con l’avviso di garanzia a Franchino il Ceccuzzi dei mesi scorsi. Quante volte l’avevamo detto e scritto, ma come si fa a non ricordarlo oggi? Con Franchino candidato, trionfo assicurato. Degli altri, però.
Ed ora, vai con altri 5 anni targati Pd: tanto il Duomo – come disse Mussàri Giuseppe al Corriere della sera – non ha le ruote, quindi non può essere portato via. Neanche il Pd senesota ce la può fare…
Ps Il Santo si interroga giustamente sul senso dell’andare avanti con il blog, visti i risultati politici; gli illuminati sono legittimamente durissimi, e lasciano intendere un prossimo disimpegno, anche a breve; il Gavinone, da par suo, continua a tacere.
L’eretico ha da smaltire un pochino di materiale pregresso, poi di sicuro si prende una bella vacanza bloggheristica. Quanto al futuro: se si continua (non è certo il dottore ad obbligarci), comunque qualcosa dovrà giocoforza cambiare. Ne riparleremo, ma lo scoramento è davvero tanto. C’è forse qualcosa di cui gioire, stasera, politicamente parlando?
A giudicare dai numerosi altri conti, questi sarebbe stato il, pietra bianca opaca, di cui nulla è stato ascoltato dal 1900, l’attuale pietra verde ora offerto qui, e la pietra marrone che, secondo David Whitmer e altri amici del Profeta, è stato utilizzato per tradurre gran parte del Libro di Mormon e che è conservato nel caveau Prima Presidenza a Salt Lake City. Moderni studi basati su scritti dai fedeli primi membri della Chiesa suggeriscono che Joseph Smith ha preso le sue pietre del veggente molto sul serio, e qualche volta li ha usati per ricevere rivelazioni. Per la documentazione e l’analisi di cui sopra, vedere Quinn (di seguito, citando dichiarazioni di Brigham Young e gli altri nel Archivio della Chiesa), e David Whitmer, un indirizzo a tutti i credenti in Cristo. ;Click Here