Eretico di SienaTuriamoci il naso, ma azioniamo il cervello! - Eretico di Siena

Turiamoci il naso, ma azioniamo il cervello!

- 08/06/13

Non so quanti (compreso l’eretico) abbiano usato la montanelliana espressione di “turarsi il naso”, indicando la necessità di votare, domani e lunedì, pro Eugenio Neri. Da questo blog, lo ripetiamo ancora, permettendoci di aggiungere: bisogna turarsi il naso, ma, al contempo, azionare il cervello!
Capire che Alfredino Monaci, Pierluigi Piccini e il paonazzo del Nicchio non possono (neanche volendo) fare gli stessi danni che Albertone Monaci e Franchino il Ceccuzzi possono fare di là, nei confronti del buon Bruno Rodolfo Valentini. E questo – lo ripetiamo per l’ennesima, ultima, volta – per un semplice (ma non banale) motivo di fondo: la presenza – alle spalle del trio lescano Valentini, Albertone, Franchino – di un Moloch che ha base a Roma, interconnessioni con i vertici Mps (oggi Profumo, ieri Mussàri). Tutto qui: se vi sembra poco.

A livello personale, poi: Eugenio ha una professione (conquistata certo non a causa dell’appartenenza politica), e che professione; il buon Rodolfo Valentini viene invece dritto dritto da quel milieu che impasta politica, sindacato e banca: lo stesso che, Pd imperante, ha partorito tanti Sindaci, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
“Eh, ma ci vuole l’esperienza del Valentini, in un momento come questo”: ah sì? L’esperienza di chi ha ipercementificato il suo territorio, di chi non ha detto mezza parola sul Monte quando Mussàri ipnotizzava le folle degli amministratori piddini, di chi ha rotto con Ceccuzzi solo quando lo ha visto in difficoltà sempre più clamorose? Preferisco allora – e di gran lunga – l’inesperienza del cardiochirurgo Eugenio Neri, capace di affrontare carichi di impegni e di lavoro (nonchè di responsabilità) in un sol giorno, pari a quelli che un sindacalista dei bancari neanche in tre mesi, e di quelli impegnativi.
Senza dimenticare una cosa che è l’ABC della Legge elettorale sui Sindaci: al primo turno, si vota chi ti piace davvero, la persona con cui ci si sente davvero garantiti; al secondo, se il preferito non ce la fa (e quelli votati dall’eretico non vincono mai, statene tranquilli), si vota il meno peggio. Turandosi il naso, appunto: ma anche azionando il cervello. Che dovrebbe dire di non premiare esattamente gli stessi che hanno deforestato la città: al limite, non essendoci concreta alternativa, parte dei deforestatori (ma senza il Moloch alle spalle), più qualche sana novità.
E ricordando anche che un voto amministrativo NON è un voto assimilabile a quello nazionale per il Parlamento: qui c’è da fare tagliare l’erba, rattoppare le buche dell’asfalto, cambiare l’orario del carico-scarico delle merci; garantire i servizi sociali ai cittadini, in buona sostanza. Anche perchè ormai la politica d’indirizzo della banca, dopo la cura piddina del noto banchiere Mussàri Giuseppe, non la fa certo la politica locale. Se poi uno sul comodino ha il “Che fare?” di Lenin o qualche scritto apologetico su Mussolini, relativamente a quanto sopra detto, ben poco importa (e sapeste quanti piddini senesoti hanno in casa cimeli mussoliniani…): l’importante è che questo faccia. Ma soprattutto: si può forse dire che il Pd senesota abbia fatto cose di sinistra, in questi anni?

Due cose che farà l’eretico dal giorno dopo il voto, nel caso fosse favorevole ad Eugenio Neri:
1) cercare di neutralizzare la nefasta presenza cenniana all’interno della sua coalizione. Con il miserrimo risultato apportato dai cascami cenniani (99 voti), ce la potremmo anche fare, no? Forse con Alfredino – che i voti ce l’ha, eccome – non è possibile farlo; con il paonazzo del Nicchio è doveroso almeno provare!
2) nell’arco di una settimana, con il Pd per la prima volta sconfitto, si concretizzerebbe un voto da tempo in mente: l’eretico diventerebbe un homo piddinicus provetto.
Primo passo, tessera della Cooppe, sempre sdegnosamente rifiutata, con sana obiezione di coscienza; se viene voglia di un bagnetto caldo (tanto ritorna il freddino), subito all’Antica Querciolaia; basta leggere Il Fatto: subitaneo abbonamento all’Unità di Claudio Sardo, giornalista più dalemiano di D’Alema; dulcis in fundo, iscrizione immediata al più vicino circolo Arci (per competenza territoriale, direi quello della Colonna San Marco): tessera dell’anno in corso.
Per l’ultima volta, dunque: turarsi il naso, ma azionare il cervello!

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.